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Un’idea di donna
Una collettiva giovane e tutta “in rosa” per affrontare, attraverso poetiche e tecniche differenti, l’immagine e l’immaginario della femminilità: il corpo, la dimensione interiore, ma anche gli stereotipi e le mistificazioni costruiti sull’idea di donna.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una collettiva giovane e tutta al femminile segna l'apertura della seconda stagione di zero.otto arte contemporanea a Lodi. In "Un'idea di donna", dal 18 ottobre (inaugurazione ore 17) al 29 novembre prossimi, quattro artiste tra i 24 e i 35 anni, fra le promesse della scena italiana, affrontano attraverso poetiche e tecniche differenti l'immagine e l'immaginario della femminilità. La superficie neutra di una tela o di una tavola diventa uno specchio dove riflettere la propria dimensione più intima, ma anche uno schermo su cui proiettare e analizzare le idealizzazioni, i desideri, i luoghi comuni, le mistificazioni che la società costruisce ogni giorno intorno alla femminilità. La mostra, realizzata con il patrocinio della Città di Lodi, vuole aprire una finestra dall'interno, attraverso il punto di osservazione privilegiato della creatività femminile, sui significati del termine "donna" oggi.
Ecco allora i grandi disegni su tavola della modenese Daniela Alfarano. La grafite accarezza le mani di una ragazza. Sono quelle dell'artista che, come attraverso una sineddoche, la figura retorica della parte per il tutto, si incaricano di raccontare un corpo, la sua storia, la sua interiorità. "Daniela Alfarano – ha scritto Chiara Canali – sceglie la dimensione del disegno a cui attribuisce un valore di coinvolgimento morale, di immedesimazione spirituale, di sintesi che conferma il suo legame con il momento ideativo e intellettuale dell'arte".
Sono rosse visioni le tele di Erica Campanella. La pittrice, di origini lodigiane, mette al centro delle sue tele corpi e volti femminili che, in una riflessione sulla condizione del presente, si confrontano con i miti e gli archetipi della donna fino a portare incise sulla carne le parole della Bibbia o del Corano. Sono corpi gettati nel confronto con il mondo e con l'altro, spogliati di ogni difesa: "Dipingo ritratti di schiena – dice l'artista – perché è l'unica parte che noi non riusciamo a vedere. Di schiena siamo esposti esclusivamente alla visione che gli altri hanno di noi".
Il nodo della moda lega le altre due artiste. Licia Florio (nata a Borgomanero nel 1985, vive e lavora a Milano), dopo il diploma in fashion design e diverse esperienze lavorative nel milanese "quadrilatero della moda", abbandona un sistema che finisce per stritolare e disumanizzare le persone. L'artista, al suo esordio ufficiale in questa mostra, elabora una critica di quello che resta comunque il suo mondo attraverso un vocabolario composto da cerniere, busti, manichini, spilli immerso in un bianco totale, emblema di pulizia e rigore.
Claudia Maina, infine, è una tagliente videoartista. Il video Changing rooms, già proposto alla rassegna Invideo 2007 allo Spazio Oberdan a Milano, è un tour nei camerini delle boutique e dei grandi magazzini di corso Buenos Aires, l'asse dello shopping milanese. Abiti come maschere, si preoccupano di fornire mille personalità alla donna ma finiscono per nascondere la verità della persona. In controcanto al video, la leggerezza di coloratissimi disegni dal sapore naif mette a nudo l'illusorietà degli stereotipi.
Ecco allora i grandi disegni su tavola della modenese Daniela Alfarano. La grafite accarezza le mani di una ragazza. Sono quelle dell'artista che, come attraverso una sineddoche, la figura retorica della parte per il tutto, si incaricano di raccontare un corpo, la sua storia, la sua interiorità. "Daniela Alfarano – ha scritto Chiara Canali – sceglie la dimensione del disegno a cui attribuisce un valore di coinvolgimento morale, di immedesimazione spirituale, di sintesi che conferma il suo legame con il momento ideativo e intellettuale dell'arte".
Sono rosse visioni le tele di Erica Campanella. La pittrice, di origini lodigiane, mette al centro delle sue tele corpi e volti femminili che, in una riflessione sulla condizione del presente, si confrontano con i miti e gli archetipi della donna fino a portare incise sulla carne le parole della Bibbia o del Corano. Sono corpi gettati nel confronto con il mondo e con l'altro, spogliati di ogni difesa: "Dipingo ritratti di schiena – dice l'artista – perché è l'unica parte che noi non riusciamo a vedere. Di schiena siamo esposti esclusivamente alla visione che gli altri hanno di noi".
Il nodo della moda lega le altre due artiste. Licia Florio (nata a Borgomanero nel 1985, vive e lavora a Milano), dopo il diploma in fashion design e diverse esperienze lavorative nel milanese "quadrilatero della moda", abbandona un sistema che finisce per stritolare e disumanizzare le persone. L'artista, al suo esordio ufficiale in questa mostra, elabora una critica di quello che resta comunque il suo mondo attraverso un vocabolario composto da cerniere, busti, manichini, spilli immerso in un bianco totale, emblema di pulizia e rigore.
Claudia Maina, infine, è una tagliente videoartista. Il video Changing rooms, già proposto alla rassegna Invideo 2007 allo Spazio Oberdan a Milano, è un tour nei camerini delle boutique e dei grandi magazzini di corso Buenos Aires, l'asse dello shopping milanese. Abiti come maschere, si preoccupano di fornire mille personalità alla donna ma finiscono per nascondere la verità della persona. In controcanto al video, la leggerezza di coloratissimi disegni dal sapore naif mette a nudo l'illusorietà degli stereotipi.
18
ottobre 2009
Un’idea di donna
Dal 18 ottobre al 29 novembre 2009
arte contemporanea
Location
ZERO.OTTO
Lodi, Corso Adda, 42, (Lodi)
Lodi, Corso Adda, 42, (Lodi)
Orario di apertura
Giovedì 17.30 -19.30
Venerdì 10.00 -12.00 e 17.30 -19.30
Sabato 10.00 -12.30 e 16.00 -19.30
Domenica 10.00 -12.30
Vernissage
18 Ottobre 2009, Ore 17
Autore
Curatore