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Libri proibiti. Stampa e censura nel Cinquecento
Nella mostra sono esposte una serie di opere, selezionate tra le
oltre seimila edizioni del Cinquecento conservate nel ricco patrimonio
della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, che documentano nel modo più
diretto l’impatto che la censura ecclesiastica ha esercitato nei confronti
della stampa nel secolo della Controriforma.
Comunicato stampa
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Nella mostra sono esposte una serie di opere, selezionate tra le oltre seimila edizioni del Cinquecento conservate nel ricco patrimonio della Biblioteca Panizzi, che documentano nel modo più diretto l’impatto che la censura ecclesiastica ha esercitato nei confronti della stampa nel secolo della Controriforma.
L’invenzione della stampa mutò in modo radicale rispetto ai secoli precedenti la natura e la dimensione del problema relativo al controllo, sia politico che religioso, della produzione e della circolazione dei libri. L’immissione sul mercato di libri in quantità molto elevata e a prezzi relativamente contenuti consentì una facilità di accesso alla cultura e una diffusione del sapere mai conosciuti prima. Le straordinarie potenzialità dell’uso della nuova tecnologia furono ben presto rese evidenti dalla rapida diffusione della Riforma protestante. Tra il 1517 e il 1530 gli scritti di Lutero furono divulgati in oltre trecentomila copie: un evento storicamente senza precedenti. Per arginare gli effetti della Riforma e per combattere la diffusione delle teorie ereticali, la Chiesa cattolica mise in campo una vasta azione di difesa dell’ortodossia, nella quale il controllo e la censura della produzione libraria assumevano un ruolo centrale.
Nel 1542 papa Paolo III istituiva la Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione o Sant'Uffizio, il tribunale preposto alla repressione dell'eresia, mentre nel 1559 veniva promulgato il primo indice dei libri proibiti. L’estremo rigore e la severità di questo primo indice provocarono vivaci reazioni e proteste, tanto che il nuovo papa, Pio IV, nel 1564 promulgava un altro indice più moderato e tollerante. Si ribadiva comunque l’obbligo di sottoporre ogni manoscritto da stampare all’esame delle autorità ecclesiastiche per ottenerne l’autorizzazione alla pubblicazione (“imprimatur”), mentre si consentiva la pratica dell’espurgazione, ammettendo la possibilità che un’opera proibita fosse rimessa in circolazione dopo essere stata corretta con l’eliminazione delle parti incriminate. Per leggere le Bibbie e i Nuovi Testamenti in volgare, infine, si rendeva obbligatoria un’apposita licenza del Sant'Uffizio che in nessun caso veniva rilasciata alle donne o a chi non conoscesse il latino.
La mostra, curata da Maurizio Festanti, si articola in sei sezioni (Gli strumenti del controllo; Autori all'indice; La letteratura al bando; I libri ebraici; Le immagini negate; L'Inquisizione a Reggio Emilia) e sarà visitabile fino al 28 novembre negli orari di apertura della Biblioteca: lunedì, venerdì e sabato dalle 9.00 alle 19.00, martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 22.00, domenica chiuso. Ingresso libero. E’ possibile visionare molte delle opere esposte presso il sito Internet della Biblioteca Panizzi, all’indirizzo: http://www.bibliotecapanizzi.it
L’invenzione della stampa mutò in modo radicale rispetto ai secoli precedenti la natura e la dimensione del problema relativo al controllo, sia politico che religioso, della produzione e della circolazione dei libri. L’immissione sul mercato di libri in quantità molto elevata e a prezzi relativamente contenuti consentì una facilità di accesso alla cultura e una diffusione del sapere mai conosciuti prima. Le straordinarie potenzialità dell’uso della nuova tecnologia furono ben presto rese evidenti dalla rapida diffusione della Riforma protestante. Tra il 1517 e il 1530 gli scritti di Lutero furono divulgati in oltre trecentomila copie: un evento storicamente senza precedenti. Per arginare gli effetti della Riforma e per combattere la diffusione delle teorie ereticali, la Chiesa cattolica mise in campo una vasta azione di difesa dell’ortodossia, nella quale il controllo e la censura della produzione libraria assumevano un ruolo centrale.
Nel 1542 papa Paolo III istituiva la Congregazione della Sacra Romana e Universale Inquisizione o Sant'Uffizio, il tribunale preposto alla repressione dell'eresia, mentre nel 1559 veniva promulgato il primo indice dei libri proibiti. L’estremo rigore e la severità di questo primo indice provocarono vivaci reazioni e proteste, tanto che il nuovo papa, Pio IV, nel 1564 promulgava un altro indice più moderato e tollerante. Si ribadiva comunque l’obbligo di sottoporre ogni manoscritto da stampare all’esame delle autorità ecclesiastiche per ottenerne l’autorizzazione alla pubblicazione (“imprimatur”), mentre si consentiva la pratica dell’espurgazione, ammettendo la possibilità che un’opera proibita fosse rimessa in circolazione dopo essere stata corretta con l’eliminazione delle parti incriminate. Per leggere le Bibbie e i Nuovi Testamenti in volgare, infine, si rendeva obbligatoria un’apposita licenza del Sant'Uffizio che in nessun caso veniva rilasciata alle donne o a chi non conoscesse il latino.
La mostra, curata da Maurizio Festanti, si articola in sei sezioni (Gli strumenti del controllo; Autori all'indice; La letteratura al bando; I libri ebraici; Le immagini negate; L'Inquisizione a Reggio Emilia) e sarà visitabile fino al 28 novembre negli orari di apertura della Biblioteca: lunedì, venerdì e sabato dalle 9.00 alle 19.00, martedì, mercoledì e giovedì 9.00 – 22.00, domenica chiuso. Ingresso libero. E’ possibile visionare molte delle opere esposte presso il sito Internet della Biblioteca Panizzi, all’indirizzo: http://www.bibliotecapanizzi.it
26
settembre 2009
Libri proibiti. Stampa e censura nel Cinquecento
Dal 26 settembre al 28 novembre 2009
arte antica
Location
BIBLIOTECA PANIZZI
Reggio Nell'emilia, Via Luigi Carlo Farini, 3, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Luigi Carlo Farini, 3, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
lunedì, venerdì e sabato dalle 9.00 alle 19.00, martedì, mercoledì e
giovedì 9.00 – 22.00, domenica chiuso.
Curatore