La Galleria del Tasso ospiterà da giovedì 24 settembre la mostra di Renato Mambor.

Ogni opera di Mambor è un’azione nello spazio e un invito all’esperienza diretta e personale che intende trasformare il mondo interiore e il “carattere” di chi osserva.

“….La coscienza è un deposito di percezioni che impone una marcia di condivisa compassione. E la didattica espressiva di Mambor ci conduce fino al punto in cui la sagoma diventa lo specchio di infinite rifrazioni, avventure morali, esperienze e misure di un percorso che unifica e da un senso alla parabola vitale del genere umano. (…) Tutta l’opera di Mambor, con il suo invito alla semplificazione innocente dello sguardo, è un laborioso procedimento da rabdomante che suscita mirabili occasioni meditative dai fondali insondati del senso o della visione comune.

“ (…) “Ritrovare dentro l’occhio lo sguardo che arriva alla coscienza” è il progetto estetico che guida dunque l’opera di Renato Mambor. L’occhio di Mambor, così messo a fuoco, è anche il segreto del suo stile per aderire agli oggetti e farli parlare ben oltre la inerte indifferenza che ce li rende familiari e perciò inconoscibili.

(..) Non si tratta di traguardi da raggiungere ma di suscitare consapevolezze interiori. E in questo senso lo “stile visivo” di Renato Mambor segna alla pittura una funzione speciale: che non la esalta in quanto tale, proprio perché azzera ogni soluzione puramente emotiva, caligrafica e autoreferenziale dell’espressione. E’ dunque un aspetto etico, un motivo essenzialmente “dialogico-pedagogico” che affiora con evidenza dalla poetica dell’artista, distingue originalmente il vocabolario visivo-mentale delle sue immagini: (…) esse infatti potenziano soprattutto la capacità di “apprendere” proprio perché ci invitano a scoprire la infinita ricchezza del mondo interiore in tutta la sua virtuosa libertà di auto elevazione.”