Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Bernard Marcadé – Marcel Duchamp. La vita a credito
Achille Bonito Oliva e Stefano Chiodi presentano a Roma Marcel Duchamp. La vita a credito, di Bernard Marcadé, la nuova biografia d’artista edita da Johan & Levi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Definito da André Breton «l’uomo più intelligente del xx secolo», Marcel Duchamp influenza ancora l’arte contemporanea oggi come nel secondo Novecento. Alla sua fondamentale figura è dedicata la biografia di Bernard Marcadé Marcel Duchamp. La vita a credito.
Quella che nella prefazione al volume Bonito Oliva definisce «la mite vita esemplare» di Duchamp è la serena progressiva atarassia che solo chi è davvero grande può raggiungere, nella totale assenza di presunzione. Colui che ha tanto influenzato l’arte contemporanea risulta condurre una vita «priva di anxietas», da pensatore visivo – spiega Bonito Oliva – in equilibrio fra «esprit de finesse cartesiano e un atteggiamento orientale al limite dello zen».
E se è proprio Duchamp a pronunciare la celebre frase «Non volevo che mi si chiamasse artista, si sa. Ho sempre voluto essere un individuo, e penso di esserci riuscito, no?», emerge da queste parole la pienezza di un essere che, oltre a fare arte, vive. Ecco il senso di una biografia che tratta in maniera puntuale anche la vita privata di Duchamp, sulla quale non si è finora indugiato quanto è stato fatto sulla sua arte.
La biografia di Marcadè mette infatti in evidenza –dall’invenzione del readymade alle ricerche ottiche, dal marchingegno visivo del Grande vetro all’installazione Étants donnés concepita nell’arco di anni – quanto Duchamp continui sempre «instancabilmente a immaginare un’opera ai confini tra l’arte e la vita». Proprio questa tendenza a non imporsi una netta separazione fra il quotidiano e l’attività creativa, e a sperimentare casomai una vera e propria arte del vivere, porta Duchamp a dire: «Mi sono voluto servire della pittura, mi sono voluto servire dell’arte per istituire un modus vivendi, un modo per capire la vita, per provare a fare della mia stessa vita un’opera d’arte, anziché passare tutta la vita a produrre opere d’arte in forma di quadri, di sculture. Ho pensato, anzi penso, visto che mentre lo facevo non ne ero consapevole [siamo nel 1966], che si potesse fare della propria vita, del proprio modo di respirare, di agire e di reagire di fronte agli individui, che si potesse fare di tutto ciò un quadro, un tableau vivant, uno schermo cinematografico».
La sua storia è intrecciata a quella di altre notevoli personalità del Novecento: il racconto delle sue frequentazioni con Apollinaire, Brancusi, Man Ray, Picabia, Breton, Satie, Cage, dei suoi viaggi fra vecchio e nuovo continente – sin dalla prima volta in una New York in cui, raffinato dandy dall’aspetto inglese, viene accolto come l’autore dello scandaloso Nudo che scende le scale – costituisce per il lettore un’opportunità per approfondire la conoscenza della storia dell’arte e del pensiero del Novecento.
Quella che nella prefazione al volume Bonito Oliva definisce «la mite vita esemplare» di Duchamp è la serena progressiva atarassia che solo chi è davvero grande può raggiungere, nella totale assenza di presunzione. Colui che ha tanto influenzato l’arte contemporanea risulta condurre una vita «priva di anxietas», da pensatore visivo – spiega Bonito Oliva – in equilibrio fra «esprit de finesse cartesiano e un atteggiamento orientale al limite dello zen».
E se è proprio Duchamp a pronunciare la celebre frase «Non volevo che mi si chiamasse artista, si sa. Ho sempre voluto essere un individuo, e penso di esserci riuscito, no?», emerge da queste parole la pienezza di un essere che, oltre a fare arte, vive. Ecco il senso di una biografia che tratta in maniera puntuale anche la vita privata di Duchamp, sulla quale non si è finora indugiato quanto è stato fatto sulla sua arte.
La biografia di Marcadè mette infatti in evidenza –dall’invenzione del readymade alle ricerche ottiche, dal marchingegno visivo del Grande vetro all’installazione Étants donnés concepita nell’arco di anni – quanto Duchamp continui sempre «instancabilmente a immaginare un’opera ai confini tra l’arte e la vita». Proprio questa tendenza a non imporsi una netta separazione fra il quotidiano e l’attività creativa, e a sperimentare casomai una vera e propria arte del vivere, porta Duchamp a dire: «Mi sono voluto servire della pittura, mi sono voluto servire dell’arte per istituire un modus vivendi, un modo per capire la vita, per provare a fare della mia stessa vita un’opera d’arte, anziché passare tutta la vita a produrre opere d’arte in forma di quadri, di sculture. Ho pensato, anzi penso, visto che mentre lo facevo non ne ero consapevole [siamo nel 1966], che si potesse fare della propria vita, del proprio modo di respirare, di agire e di reagire di fronte agli individui, che si potesse fare di tutto ciò un quadro, un tableau vivant, uno schermo cinematografico».
La sua storia è intrecciata a quella di altre notevoli personalità del Novecento: il racconto delle sue frequentazioni con Apollinaire, Brancusi, Man Ray, Picabia, Breton, Satie, Cage, dei suoi viaggi fra vecchio e nuovo continente – sin dalla prima volta in una New York in cui, raffinato dandy dall’aspetto inglese, viene accolto come l’autore dello scandaloso Nudo che scende le scale – costituisce per il lettore un’opportunità per approfondire la conoscenza della storia dell’arte e del pensiero del Novecento.
24
settembre 2009
Bernard Marcadé – Marcel Duchamp. La vita a credito
24 settembre 2009
presentazione
Location
LA FELTRINELLI
Roma, Via Del Babuino, 39/40, (Roma)
Roma, Via Del Babuino, 39/40, (Roma)
Vernissage
24 Settembre 2009, ore 18.15
Editore
JOHAN & LEVI
Ufficio stampa
CLARART
Autore
Curatore