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Franco Grosso / Ignazio Grosso – Incontriamo l’astronomia. Trenta giorni con l’infinito
nell’Anno Internazionale dell’Astronomia – IYA2009 – l’occasione per ammirare lo splendore degli astri che compongono il nostro sistema solare nelle fotografie a colori e nelle ceramiche policrome abilmente realizzate dai fratelli Franco e Ignazio GROSSO, astrofili e ceramisti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Non puoi aspettarti di vedere al primo sguardo.
Osservare è per certi versi un’arte che bisogna apprendere.
William HERSCHEL
La Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone CT,
e la cultura fotografica in Sicilia, un parallelo decennale consolidatosi attraverso la costante attività espositiva e culturale che continua a richiamare fotografi, cultori o semplicemente viaggiatori curiosi nel cuore barocco di questa città patrimonio dell’Unesco che, nel corso del 2009, ha arricchito la propria rete museale civica con l’apertura del Museo HOFFMANN, ex fornace industriale destinata alla produzione di laterizi, oggi suggestivo esempio di recupero a fini museali di un sito produttivo dismesso.
La Galleria Ghirri – nell’organizzare, allestire e presentare al pubblico questa mostra presso gli spazi recuperati della ex fornace – desidera cogliere l’occasione per riconfermare il valore della propria attività espositiva da sempre fondata sul principio della collaborazione con altri soggetti pubblici e privati che operano per promuovere la cultura.
L’occasione della proclamazione da parte dell'ONU dell’Anno Internazionale dell'Astronomia – IYA2009 –, ci offre la possibilità di aderire a questo prestigioso evento internazionale attraverso la presentazione del lavoro fotografico e artistico dei fratelli Franco e Ignazio GROSSO. I due astrofili siciliani da decenni osservano e riprendono fenomeni e corpi celesti e realizzano interessanti opere in ceramica policroma presenti anche in questa bella mostra che, con la cura di Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO, il Patrocinio del Comune di Caltagirone, dell’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica – e le presentazioni del dott. Giovanni STRAZZULLA – Direttore dell'Osservatorio Astrofisico di Catania – del dott. Gianfranco OCCHIPINTI – autore di una copia fedele del cannocchiale di Galileo GALILEI presente in mostra – e del prof. Marco ARDILIO – relatore in uno degli incontri in calendario – ci accompagnerà, in un avvincente viaggio lungo trenta giorni, alla scoperta dei segreti dell’astronomia.
Astri, costellazioni e cieli infiniti – meccanismi incommensurabili del grande apparato universale – divengono i protagonisti – oggetti e soggetti – dell’interesse di questa coppia di astrofili artisti che, alla stregua degli antichi sacerdoti dediti all’osservazione astrale dall’alto delle possenti ziggurat mesopotamiche, ci catturano e ammaliano con questi scatti aperti sull’altra metà del paesaggio, quel cielo notturno solo in apparenza precluso ai più ma in realtà pronto a svelare i propri tesori agli osservatori più curiosi. Il cielo come contraltare della terra, geografia di punti luminosi e arcani dai nomi che sovente e immancabilmente rimandano ai miti antichi: dei, semidei ed eroi dalle ascendenze divine danzano e disegnano forme e figure che ancora, oggi come allora, governano le nostre piccole vite, monadi infinitesimali di fronte all’infinito siderale.
Quanti poeti, scrittori, filosofi e artisti si sono smarriti in suggestioni, hanno cercato ispirazione o – cosa ancor più preziosa – si sono interrogati sul senso della vita guardando al cielo? Difficile fornire una risposta. Forse è più semplice seguire il corso dei pensieri senza lasciarsi sopraffare dalle dimensioni di scale e distanze universali che solo a stento possiamo contenere nei pur infiniti orizzonti della nostra mente. L’arte ci viene in soccorso e con essa l’innato desiderio di esprimere l’ineffabile che si muove appena sopra le nostre teste.
Basta solo alzare lo sguardo e perdersi per ritrovarsi.
L'astronomia costringe l'anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro.
PLATONE
Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, 18 settembre 2009
Con gli occhi puntati al cielo
Chissà chissà domani
su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa…
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna, si la luna…
più su
in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
son sicuro che c'e' il sole…
Lucio DALLA, Futura, 1980
Fotografie astronomiche in Sicilia: prendo a prestito le parole di un siciliano, Luigi PIRANDELLO, per dar voce alla meraviglia che ciascuno di noi ha provato nell’osservare la Luna in una notte limpida
Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaria cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato. Possibile? Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d'argento. Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore.
Luigi PIRANDELLO, Ciàula scopre la luna, da Novelle per un anno, 1956
Ciàula è un povero manovale di una zolfatara, che ogni giorno viene sfruttato, maltrattato e deriso dai suoi compagni di fatica. Eppure lo contraddistingue l’innocenza propria delle anime semplici, e l’estasi che lo coglie nello scoprire l’esistenza della Luna, di cui mai si era accorto a causa dei turni di lavoro notturni in miniera, è genuina e insieme carica di lirismo. Si alza il tono nella serie di interrogativi posti alla Luna dal pastore protagonista del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Giacomo LEOPARDI, le cui riflessioni conducono ad una soglia metafisica di meditazioni sul senso della vita stessa
Che fai tu, luna, in ciel?
dimmi, che fai, silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
…
Forse s'avess' io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.
Giacomo LEOPARDI, Canto di un pastore errante dell’Asia, in Canti, 1831
Secondo tradizione, Giacomo LEOPARDI si ispirò per comporre questa Canzone agli scritti del barone russo George de MEYENDORFF, viaggiatore ottocentesco che descrisse come certi pastori dell'Asia centrale usassero rivolgersi alla Luna piena intonando lunghe e dolci nenie. Questa canzone risale al 1829, ma già dieci anni prima il poeta stesso aveva rivolto un personale inno di ode Alla Luna, astro che compare in moltissimi componimenti poetici e prosastici del LEOPARDI. E un richiamo a L’infinito sorge spontaneo già nel titolo di questa mostra allestita da Franco e Ignazio GROSSO
Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo LEOPARDI, L’infinito, in Canti, 1831
Secondo il critico Federica FREDIANI, Thomas MANN nel suo saggio Nobiltà dello spirito aveva sottolineato come la Luna sia emblema dell’arte:
…arte e luna sono accomunate dalla non appartenenza ad una precisa sfera, ed è in ragione di tale indefinitezza che mettono in relazione mondo materiale e mondo spirituale. Rivolgere lo sguardo alla luna è un modo per elevarsi ad altezze cosmiche senza perdere di vista la terra.
Federica FREDIANI, Leopardi - La luna che precede i canti: una nota, Sguardomobile Saggi, 2003
I fratelli GROSSO, costruttori di meridiane, affascinati dal mistero del tempo che passa e da queste infinite lontananze, non si sono limitati a ritrarre la Luna, ma ci offrono un emozionante campionario di Pianeti e corpi celesti visti “da vicino”, grazie al quale, mentre ammiriamo le loro fotografie, possiamo lasciare la mente libera di ripescare intime e personali meditazioni scaturite dalla nostra contemplazione degli astri, o, semplicemente, tornare col pensiero alla gioventù e a tante, lontane sere di agosto trascorse osservando la volta celeste, con gli occhi puntati al cielo buio, nella segreta speranza di scorgere la scia baluginante di una stella cadente, per esprimere “quel” desiderio che sapeva solo di estate e felicità.
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, 18 settembre 2009
FRANCO e IGNAZIO GROSSO
Franco e Ignazio GROSSO, insegnanti di materie artistiche, oltre ad essere coinvolti personalmente nella creazione di opere artistiche sia in pittura che in ceramica, si interessano di problemi legati all'ecologia – sono infatti soci del WWF e dell'Associazione Il Ramarro di Caltagirone – e da oltre un ventennio studiosi come astrofili di Astronomia con particolare attenzione all'astrofotografia che ha permesso loro di cogliere oggetti ed elusivi colori delle notti celesti – diverse loro foto sono state pubblicate in varie riviste specializzate di astronomia – e di Gnomonica, la scienza delle ombre del tempo cioè lo studio degli orologi solari e delle meridiane.
Collaborano, con finalità didattiche, con scuole medie e superiori, amministrazioni comunali e con associazioni culturali per la divulgazione dell'astronomia attraverso conferenze e osservazioni guidate del cielo con l'uso di telescopi, nonché riferimenti legati ad essa trattando temi di carattere ambientalistico e di inquinamento.
Hanno partecipato spesso a meeting e corsi di astronomia curati da astronomi professionisti e a varie ed impegnative spedizioni scientifiche in varie nazioni per assistere a rari e spettacolari fenomeni come le eclissi di sole in Turchia nel 1999, in Egitto nel 2006 e in Cina nel luglio del 2009.
Per loro lo studio del cielo crea momenti di forte emozioni diventando anche fonte di ispirazione artistica.
A questo richiamo non si sottrae il percorso artistico di Ignazio GROSSO.
La sua produzione si è spesso soffermata sulla trattazione di temi sia diretti o confinanti il mondo dell'astronomia.
Le sue opere, tutte in ceramica, colgono quella antica materia ora con superfici lisce, corrose e scabre ora con tinte tenui o fortemente contrastanti. Materia plasmata da idee e pensieri che ispirandosi a quel cielo misterioso e spettacolare con i suoi fenomeni di indicibile bellezza, guizzano incontenibili perchè inondati di impulsi multiformi e irresistibili.
Osservare è per certi versi un’arte che bisogna apprendere.
William HERSCHEL
La Galleria Fotografica Luigi GHIRRI di Caltagirone CT,
e la cultura fotografica in Sicilia, un parallelo decennale consolidatosi attraverso la costante attività espositiva e culturale che continua a richiamare fotografi, cultori o semplicemente viaggiatori curiosi nel cuore barocco di questa città patrimonio dell’Unesco che, nel corso del 2009, ha arricchito la propria rete museale civica con l’apertura del Museo HOFFMANN, ex fornace industriale destinata alla produzione di laterizi, oggi suggestivo esempio di recupero a fini museali di un sito produttivo dismesso.
La Galleria Ghirri – nell’organizzare, allestire e presentare al pubblico questa mostra presso gli spazi recuperati della ex fornace – desidera cogliere l’occasione per riconfermare il valore della propria attività espositiva da sempre fondata sul principio della collaborazione con altri soggetti pubblici e privati che operano per promuovere la cultura.
L’occasione della proclamazione da parte dell'ONU dell’Anno Internazionale dell'Astronomia – IYA2009 –, ci offre la possibilità di aderire a questo prestigioso evento internazionale attraverso la presentazione del lavoro fotografico e artistico dei fratelli Franco e Ignazio GROSSO. I due astrofili siciliani da decenni osservano e riprendono fenomeni e corpi celesti e realizzano interessanti opere in ceramica policroma presenti anche in questa bella mostra che, con la cura di Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO, il Patrocinio del Comune di Caltagirone, dell’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica – e le presentazioni del dott. Giovanni STRAZZULLA – Direttore dell'Osservatorio Astrofisico di Catania – del dott. Gianfranco OCCHIPINTI – autore di una copia fedele del cannocchiale di Galileo GALILEI presente in mostra – e del prof. Marco ARDILIO – relatore in uno degli incontri in calendario – ci accompagnerà, in un avvincente viaggio lungo trenta giorni, alla scoperta dei segreti dell’astronomia.
Astri, costellazioni e cieli infiniti – meccanismi incommensurabili del grande apparato universale – divengono i protagonisti – oggetti e soggetti – dell’interesse di questa coppia di astrofili artisti che, alla stregua degli antichi sacerdoti dediti all’osservazione astrale dall’alto delle possenti ziggurat mesopotamiche, ci catturano e ammaliano con questi scatti aperti sull’altra metà del paesaggio, quel cielo notturno solo in apparenza precluso ai più ma in realtà pronto a svelare i propri tesori agli osservatori più curiosi. Il cielo come contraltare della terra, geografia di punti luminosi e arcani dai nomi che sovente e immancabilmente rimandano ai miti antichi: dei, semidei ed eroi dalle ascendenze divine danzano e disegnano forme e figure che ancora, oggi come allora, governano le nostre piccole vite, monadi infinitesimali di fronte all’infinito siderale.
Quanti poeti, scrittori, filosofi e artisti si sono smarriti in suggestioni, hanno cercato ispirazione o – cosa ancor più preziosa – si sono interrogati sul senso della vita guardando al cielo? Difficile fornire una risposta. Forse è più semplice seguire il corso dei pensieri senza lasciarsi sopraffare dalle dimensioni di scale e distanze universali che solo a stento possiamo contenere nei pur infiniti orizzonti della nostra mente. L’arte ci viene in soccorso e con essa l’innato desiderio di esprimere l’ineffabile che si muove appena sopra le nostre teste.
Basta solo alzare lo sguardo e perdersi per ritrovarsi.
L'astronomia costringe l'anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro.
PLATONE
Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, 18 settembre 2009
Con gli occhi puntati al cielo
Chissà chissà domani
su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa…
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna, si la luna…
più su
in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
son sicuro che c'e' il sole…
Lucio DALLA, Futura, 1980
Fotografie astronomiche in Sicilia: prendo a prestito le parole di un siciliano, Luigi PIRANDELLO, per dar voce alla meraviglia che ciascuno di noi ha provato nell’osservare la Luna in una notte limpida
Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaria cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato. Possibile? Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d'argento. Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore.
Luigi PIRANDELLO, Ciàula scopre la luna, da Novelle per un anno, 1956
Ciàula è un povero manovale di una zolfatara, che ogni giorno viene sfruttato, maltrattato e deriso dai suoi compagni di fatica. Eppure lo contraddistingue l’innocenza propria delle anime semplici, e l’estasi che lo coglie nello scoprire l’esistenza della Luna, di cui mai si era accorto a causa dei turni di lavoro notturni in miniera, è genuina e insieme carica di lirismo. Si alza il tono nella serie di interrogativi posti alla Luna dal pastore protagonista del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Giacomo LEOPARDI, le cui riflessioni conducono ad una soglia metafisica di meditazioni sul senso della vita stessa
Che fai tu, luna, in ciel?
dimmi, che fai, silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
…
Forse s'avess' io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.
Giacomo LEOPARDI, Canto di un pastore errante dell’Asia, in Canti, 1831
Secondo tradizione, Giacomo LEOPARDI si ispirò per comporre questa Canzone agli scritti del barone russo George de MEYENDORFF, viaggiatore ottocentesco che descrisse come certi pastori dell'Asia centrale usassero rivolgersi alla Luna piena intonando lunghe e dolci nenie. Questa canzone risale al 1829, ma già dieci anni prima il poeta stesso aveva rivolto un personale inno di ode Alla Luna, astro che compare in moltissimi componimenti poetici e prosastici del LEOPARDI. E un richiamo a L’infinito sorge spontaneo già nel titolo di questa mostra allestita da Franco e Ignazio GROSSO
Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo LEOPARDI, L’infinito, in Canti, 1831
Secondo il critico Federica FREDIANI, Thomas MANN nel suo saggio Nobiltà dello spirito aveva sottolineato come la Luna sia emblema dell’arte:
…arte e luna sono accomunate dalla non appartenenza ad una precisa sfera, ed è in ragione di tale indefinitezza che mettono in relazione mondo materiale e mondo spirituale. Rivolgere lo sguardo alla luna è un modo per elevarsi ad altezze cosmiche senza perdere di vista la terra.
Federica FREDIANI, Leopardi - La luna che precede i canti: una nota, Sguardomobile Saggi, 2003
I fratelli GROSSO, costruttori di meridiane, affascinati dal mistero del tempo che passa e da queste infinite lontananze, non si sono limitati a ritrarre la Luna, ma ci offrono un emozionante campionario di Pianeti e corpi celesti visti “da vicino”, grazie al quale, mentre ammiriamo le loro fotografie, possiamo lasciare la mente libera di ripescare intime e personali meditazioni scaturite dalla nostra contemplazione degli astri, o, semplicemente, tornare col pensiero alla gioventù e a tante, lontane sere di agosto trascorse osservando la volta celeste, con gli occhi puntati al cielo buio, nella segreta speranza di scorgere la scia baluginante di una stella cadente, per esprimere “quel” desiderio che sapeva solo di estate e felicità.
Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Caltagirone, 18 settembre 2009
FRANCO e IGNAZIO GROSSO
Franco e Ignazio GROSSO, insegnanti di materie artistiche, oltre ad essere coinvolti personalmente nella creazione di opere artistiche sia in pittura che in ceramica, si interessano di problemi legati all'ecologia – sono infatti soci del WWF e dell'Associazione Il Ramarro di Caltagirone – e da oltre un ventennio studiosi come astrofili di Astronomia con particolare attenzione all'astrofotografia che ha permesso loro di cogliere oggetti ed elusivi colori delle notti celesti – diverse loro foto sono state pubblicate in varie riviste specializzate di astronomia – e di Gnomonica, la scienza delle ombre del tempo cioè lo studio degli orologi solari e delle meridiane.
Collaborano, con finalità didattiche, con scuole medie e superiori, amministrazioni comunali e con associazioni culturali per la divulgazione dell'astronomia attraverso conferenze e osservazioni guidate del cielo con l'uso di telescopi, nonché riferimenti legati ad essa trattando temi di carattere ambientalistico e di inquinamento.
Hanno partecipato spesso a meeting e corsi di astronomia curati da astronomi professionisti e a varie ed impegnative spedizioni scientifiche in varie nazioni per assistere a rari e spettacolari fenomeni come le eclissi di sole in Turchia nel 1999, in Egitto nel 2006 e in Cina nel luglio del 2009.
Per loro lo studio del cielo crea momenti di forte emozioni diventando anche fonte di ispirazione artistica.
A questo richiamo non si sottrae il percorso artistico di Ignazio GROSSO.
La sua produzione si è spesso soffermata sulla trattazione di temi sia diretti o confinanti il mondo dell'astronomia.
Le sue opere, tutte in ceramica, colgono quella antica materia ora con superfici lisce, corrose e scabre ora con tinte tenui o fortemente contrastanti. Materia plasmata da idee e pensieri che ispirandosi a quel cielo misterioso e spettacolare con i suoi fenomeni di indicibile bellezza, guizzano incontenibili perchè inondati di impulsi multiformi e irresistibili.
26
settembre 2009
Franco Grosso / Ignazio Grosso – Incontriamo l’astronomia. Trenta giorni con l’infinito
Dal 26 settembre al 25 ottobre 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA LUIGI GHIRRI
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Caltagirone, Via Duomo, 11, (Catania)
Orario di apertura
mattina 9.00 -13.00, pomeriggio (mar. e da ven. a dom.) 16.00 -19.00, merc. chiuso
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 19.00
Autore
Curatore