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HSP – Hallucinatory Sleep Paralysis
L’opera d’arte contiene in sé molteplici significati e significanti che, oltre a quelli immessi da colui che la crea, vengono definiti da una molteplice fruizione di essa. Se pensiamo a questa come un sistema caleidoscopico, in base anche alle teorie della Seconda Cibernetica è possibile rendersi conto delle infinite possibilità che essa può ancora esplicare. Osservando in quest’ottica le creazioni di 4 giovani artisti si può determinare un effetto simile a quello dell’HSP, in cui una forza sconvolgente blocca le proprie aspettative focalizzando uno sbalestramento dovuto a queste meta-rappresentazioni.
Comunicato stampa
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La veglia e il sonno sono due stati quotidiani definiti come processi fisiologici attivi, attraverso i quali viene scandito ciclicamente il modus vivendi di ogni individuo, a seconda delle proprie abitudini ed esigenze.
Ogni volta che il corpo passa da uno stato all’altro, deve necessariamente arrivare gradualmente ad una soglia, un momento liminare, che sancisce l’inizio dello stadio successivo. Nel momento di transito tra queste diverse condizioni, stato ipnagogico e ipnopompico, si possono determinare i fenomeni della CSP (Common Sleep Paralysis), e HSP (Hallucinatory Sleep Paralysis). Nel secondo caso, che accade nell’istante del risveglio, si sovrappongano i due momenti di sonno e veglia, tanto da verificare una paralisi muscolare con successivo sintomo d’affanno e possibili allucinazioni visive, uditive ed alle volte olfattive.
L’opera d’arte contiene in sé molteplici significati e significanti che, oltre a quelli immessi da colui che la crea, vengono definiti da una molteplice fruizione di essa. Se pensiamo a questa come un sistema caleidoscopico, in base anche alle teorie della Seconda Cibernetica è possibile rendersi conto delle infinite possibilità che essa può ancora esplicare. Osservando in quest’ottica le creazioni di 4 giovani artisti si può determinare un effetto simile a quello dell’HSP, in cui una forza sconvolgente blocca le proprie aspettative focalizzando uno sbalestramento dovuto a queste meta-rappresentazioni, che per loro natura convergono in un afflato costruito mediante l’immanente e il metafisico. Come se ci fosse un forte legame tra l’attimo nel quale il sonno e la veglia si intrecciano e l’istante in cui si viene a contatto con la creazione artistica.
Il momento di passaggio con il quale tutto viene sconvolto transitando dalla realtà ad un mondo altro infinitamente vasto, è la creazione di Rachel Morellet (www.rachelmorellet.com) intitolata Password. Sei sfere di resina nera appoggiate a terra richiamano a prima vista i canoni estetici contemporanei, successivamente dopo aver svelato il titolo, i globi rassomigliano sempre più ai puntini neri che celano le lettere di una parola digitata su un computer, quando si vuole accedere ad informazioni private. Osservandole attentamente si può scorgere la nostra figura riflessa su di esse, come fossero specchio delle nostre intime pulsioni, emblema della fuga dal nostro corpo della propria immagine, allucinazione che si verifica in certi casi, anche nel fenomeno dell’HSP.
Lo specchio oramai diafano, tanto da non riuscire più a riflettere la propria immagine, costituisce l’incipit per l’opera di Stefano Tondo (http://studiomd.altervista.org) chiamata Orior: una costellazione di orme d’ottone lavorate tramite la tecnica dell’acquaforte sono fatte vibrare da un tono a bassissima frequenza e perciò inudibile all’orecchio umano, queste con il loro tremore infondono nello spazio circostante un suono sordo, percepito dalla emotività di chi ascolta queste visioni. Come Icone di archetipi dell’inconscio collettivo, esse si realizzano in aneliti di trasformazione stando nel limbo del non-ancora, tra la potenza è l’atto.
Nelle creazioni di Lisa Batacchi (www.lisabatacchi.com) orme come figure si evolvono in forme tenui disegnate su tessuti logori, quali federe di cuscino o coprimaterassi usati. Queste sono sottoposte ad una tensione dovuta alla necessità di recuperare uno stato di sospensione e di semicoscienza, tipica della condizione di chi si pone tra la veglia e il sonno, data l’impossibilità di comprendere quale di queste due situazioni si addice di più ad uno stato di grazia del nostro essere.
Sospensione che si palesa anche nel video Senza Titolo di Helga Maestrini (www.myspace.com/puntobianco): una sequenza di frame in cui si rivela l’impossibilità di mantenere una posizione certa, definita e stabile, che paradossalmente provoca blocco e impotenza, sino a giungere all’ epochè, circostanza comunque non necessariamente negativa, dal momento in cui essa è elemento fondante per attivare la voglia di conoscenza.
La mostra si svolgerà all'interno dei nuovi spazi dello STUDIO MDT, che oltre ad essere lo studio degli artisti Raffaele Di Vaia, Franco Menicagli e Stefano Tondo, si propone come nuovo contenitore per la promozione di eventi di cultura contemporanea.
Ogni volta che il corpo passa da uno stato all’altro, deve necessariamente arrivare gradualmente ad una soglia, un momento liminare, che sancisce l’inizio dello stadio successivo. Nel momento di transito tra queste diverse condizioni, stato ipnagogico e ipnopompico, si possono determinare i fenomeni della CSP (Common Sleep Paralysis), e HSP (Hallucinatory Sleep Paralysis). Nel secondo caso, che accade nell’istante del risveglio, si sovrappongano i due momenti di sonno e veglia, tanto da verificare una paralisi muscolare con successivo sintomo d’affanno e possibili allucinazioni visive, uditive ed alle volte olfattive.
L’opera d’arte contiene in sé molteplici significati e significanti che, oltre a quelli immessi da colui che la crea, vengono definiti da una molteplice fruizione di essa. Se pensiamo a questa come un sistema caleidoscopico, in base anche alle teorie della Seconda Cibernetica è possibile rendersi conto delle infinite possibilità che essa può ancora esplicare. Osservando in quest’ottica le creazioni di 4 giovani artisti si può determinare un effetto simile a quello dell’HSP, in cui una forza sconvolgente blocca le proprie aspettative focalizzando uno sbalestramento dovuto a queste meta-rappresentazioni, che per loro natura convergono in un afflato costruito mediante l’immanente e il metafisico. Come se ci fosse un forte legame tra l’attimo nel quale il sonno e la veglia si intrecciano e l’istante in cui si viene a contatto con la creazione artistica.
Il momento di passaggio con il quale tutto viene sconvolto transitando dalla realtà ad un mondo altro infinitamente vasto, è la creazione di Rachel Morellet (www.rachelmorellet.com) intitolata Password. Sei sfere di resina nera appoggiate a terra richiamano a prima vista i canoni estetici contemporanei, successivamente dopo aver svelato il titolo, i globi rassomigliano sempre più ai puntini neri che celano le lettere di una parola digitata su un computer, quando si vuole accedere ad informazioni private. Osservandole attentamente si può scorgere la nostra figura riflessa su di esse, come fossero specchio delle nostre intime pulsioni, emblema della fuga dal nostro corpo della propria immagine, allucinazione che si verifica in certi casi, anche nel fenomeno dell’HSP.
Lo specchio oramai diafano, tanto da non riuscire più a riflettere la propria immagine, costituisce l’incipit per l’opera di Stefano Tondo (http://studiomd.altervista.org) chiamata Orior: una costellazione di orme d’ottone lavorate tramite la tecnica dell’acquaforte sono fatte vibrare da un tono a bassissima frequenza e perciò inudibile all’orecchio umano, queste con il loro tremore infondono nello spazio circostante un suono sordo, percepito dalla emotività di chi ascolta queste visioni. Come Icone di archetipi dell’inconscio collettivo, esse si realizzano in aneliti di trasformazione stando nel limbo del non-ancora, tra la potenza è l’atto.
Nelle creazioni di Lisa Batacchi (www.lisabatacchi.com) orme come figure si evolvono in forme tenui disegnate su tessuti logori, quali federe di cuscino o coprimaterassi usati. Queste sono sottoposte ad una tensione dovuta alla necessità di recuperare uno stato di sospensione e di semicoscienza, tipica della condizione di chi si pone tra la veglia e il sonno, data l’impossibilità di comprendere quale di queste due situazioni si addice di più ad uno stato di grazia del nostro essere.
Sospensione che si palesa anche nel video Senza Titolo di Helga Maestrini (www.myspace.com/puntobianco): una sequenza di frame in cui si rivela l’impossibilità di mantenere una posizione certa, definita e stabile, che paradossalmente provoca blocco e impotenza, sino a giungere all’ epochè, circostanza comunque non necessariamente negativa, dal momento in cui essa è elemento fondante per attivare la voglia di conoscenza.
La mostra si svolgerà all'interno dei nuovi spazi dello STUDIO MDT, che oltre ad essere lo studio degli artisti Raffaele Di Vaia, Franco Menicagli e Stefano Tondo, si propone come nuovo contenitore per la promozione di eventi di cultura contemporanea.
03
ottobre 2009
HSP – Hallucinatory Sleep Paralysis
Dal 03 al 18 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
STUDIO MDT
Prato, Via Marsala, 18, (Prato)
Prato, Via Marsala, 18, (Prato)
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 17-24
Autore
Curatore