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Ouverture
Titolo semplice e al contempo emblematico, prelevato dal vocabolario musicale, assume qui un significato che va ben oltre la mostra inaugurale e sottintende la volontà di parlare dei singoli artisti solo attraverso un’opera scelta come pre-annuncio del loro fare artistico.
Comunicato stampa
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L’associazione culturale MEDINITALI, nasce ad Alba nel 2009, dall’iniziativa diretta di nove artisti con l’intento di promuovere il loro lavoro nel cuore del centro storico albese in via Pertinace 22/c.
I nove artisti che inaugureranno lo spazio non sono assolutamente riducibili ad un programma, ad un manifesto, ad una poetica comune e non sono accomunati anagraficamente; operano con codici unici, non assimilabili se non per la volontà di perseguire liberamente la loro ricerca sostenendosi vicendevolmente nello spirito di un’italianità non stucchevole e con una velata ironia patriottica.
O U V E R T U R E
A cura di Marco Filippa
Titolo semplice e al contempo emblematico, prelevato dal vocabolario musicale, assume qui un significato che va ben oltre la mostra inaugurale e sottintende la volontà di parlare dei singoli artisti solo attraverso un’opera scelta come pre-annuncio del loro fare artistico.
Maria Grazia Aleotti dipana i suoi paesaggi mentali attraverso delicate tarsie strutturate attraverso morbide geometrie cromaticamente intrise di vitalità disciolta nei grumi lievi dell’acquarello.
Daniela Cassano disegna sulla superficie cromatica le sue “apparizioni” evocando archetipi e alludendo ad un “antico” presente che fluttua nel suo immaginario per restituirsi attraverso la materia pittorica.
Dario Dutto con la sua archeologia della materia cesellata al microscopio, procede con un lento incedere dentro le stratificazioni della memoria. Echi della cultura moderna ri-esplorati con occhi disincantati con uno spirito di ricerca autenticamente umano.
Matteo Ferrero rivisita le grandi architetture-simbolo dell’Italia isolandole da ogni contesto vivo; se ne appropria cogliendole in una prospettiva classica e ponendole in procinto di un possibile crollo alludendo, nel loro splendido isolamento opacizzato, ad un divenire sempre più incerto e senza reali prospettive.
Gian Carlo Giordano esplora l’onda-lunga espressionista, che dagli albori medievali percorre l’arte nei secoli assicurando ossigeno umano all’inevitabile sua caducità; il pensiero si materializza e parla col colore divenendone la sostanza viva: per dirla con Ferdinande de Saussure nella sua pittura la langue sfiora la parole e viceversa e il suo parlare è ovviamente pittorico.
Lilia Meconi rianima e riabilita la decorazione; nel suo raccontare fiabesco attraversa un tempo aulico che sospende ogni rapporto con la cruda realtà anelando ad una classicità rinnovata con la sua preziosa tavolozza magica.
Marina Pepino assembla i materiali, li accosta, facendoli dialogare nei suoi micro-racconti scultorei, densi di humus vitale dove ogni cosa parla per se stessa accettando di interagire con le altre. Sono racconti materici, prelevamenti bizzarri dal quotidiano che stabiliscono nuove direzioni per un’avventura poetica in divenire che parla dell’uomo all’uomo.
Fulvio Perrone è un neo-citazionista, nel suo fare cleptomane focalizza l’attenzione sui particolari, li estrapola dal contesto per restituirceli zoomati e stravolti in un affannoso sguardo spirituale che indaga la materia cercando di sublimarla ristabilendo un contatto con la grande pittura del passato.
Beppe Schiavetta scava nei meandri umani restituendoci una stratigrafia dei sentimenti del vivere; col suo cromatismo acceso scatena una messa a fuoco visionaria, alludendo ad una figurazione stravolta nell’astrazione; con la sua pittura parla della natura e la pittura stessa diviene una seconda natura che parla dell’uomo all’uomo.
Parte così l’avventura di MEDINITALI, prevedendo un programma articolato che si dispiegherà nel tempo con mostre, lezioni-incontro sull’arte e col desiderio di vivere il proprio tempo nutrendolo di conoscenza mai autoreferenziale.
I nove artisti che inaugureranno lo spazio non sono assolutamente riducibili ad un programma, ad un manifesto, ad una poetica comune e non sono accomunati anagraficamente; operano con codici unici, non assimilabili se non per la volontà di perseguire liberamente la loro ricerca sostenendosi vicendevolmente nello spirito di un’italianità non stucchevole e con una velata ironia patriottica.
O U V E R T U R E
A cura di Marco Filippa
Titolo semplice e al contempo emblematico, prelevato dal vocabolario musicale, assume qui un significato che va ben oltre la mostra inaugurale e sottintende la volontà di parlare dei singoli artisti solo attraverso un’opera scelta come pre-annuncio del loro fare artistico.
Maria Grazia Aleotti dipana i suoi paesaggi mentali attraverso delicate tarsie strutturate attraverso morbide geometrie cromaticamente intrise di vitalità disciolta nei grumi lievi dell’acquarello.
Daniela Cassano disegna sulla superficie cromatica le sue “apparizioni” evocando archetipi e alludendo ad un “antico” presente che fluttua nel suo immaginario per restituirsi attraverso la materia pittorica.
Dario Dutto con la sua archeologia della materia cesellata al microscopio, procede con un lento incedere dentro le stratificazioni della memoria. Echi della cultura moderna ri-esplorati con occhi disincantati con uno spirito di ricerca autenticamente umano.
Matteo Ferrero rivisita le grandi architetture-simbolo dell’Italia isolandole da ogni contesto vivo; se ne appropria cogliendole in una prospettiva classica e ponendole in procinto di un possibile crollo alludendo, nel loro splendido isolamento opacizzato, ad un divenire sempre più incerto e senza reali prospettive.
Gian Carlo Giordano esplora l’onda-lunga espressionista, che dagli albori medievali percorre l’arte nei secoli assicurando ossigeno umano all’inevitabile sua caducità; il pensiero si materializza e parla col colore divenendone la sostanza viva: per dirla con Ferdinande de Saussure nella sua pittura la langue sfiora la parole e viceversa e il suo parlare è ovviamente pittorico.
Lilia Meconi rianima e riabilita la decorazione; nel suo raccontare fiabesco attraversa un tempo aulico che sospende ogni rapporto con la cruda realtà anelando ad una classicità rinnovata con la sua preziosa tavolozza magica.
Marina Pepino assembla i materiali, li accosta, facendoli dialogare nei suoi micro-racconti scultorei, densi di humus vitale dove ogni cosa parla per se stessa accettando di interagire con le altre. Sono racconti materici, prelevamenti bizzarri dal quotidiano che stabiliscono nuove direzioni per un’avventura poetica in divenire che parla dell’uomo all’uomo.
Fulvio Perrone è un neo-citazionista, nel suo fare cleptomane focalizza l’attenzione sui particolari, li estrapola dal contesto per restituirceli zoomati e stravolti in un affannoso sguardo spirituale che indaga la materia cercando di sublimarla ristabilendo un contatto con la grande pittura del passato.
Beppe Schiavetta scava nei meandri umani restituendoci una stratigrafia dei sentimenti del vivere; col suo cromatismo acceso scatena una messa a fuoco visionaria, alludendo ad una figurazione stravolta nell’astrazione; con la sua pittura parla della natura e la pittura stessa diviene una seconda natura che parla dell’uomo all’uomo.
Parte così l’avventura di MEDINITALI, prevedendo un programma articolato che si dispiegherà nel tempo con mostre, lezioni-incontro sull’arte e col desiderio di vivere il proprio tempo nutrendolo di conoscenza mai autoreferenziale.
12
settembre 2009
Ouverture
Dal 12 settembre al 03 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
MEDINITALI
Alba, Via Elvio Pertinace, 22/c, (Cuneo)
Alba, Via Elvio Pertinace, 22/c, (Cuneo)
Orario di apertura
Sabato: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.30
Domenica: 16.00 – 19.30
Su appuntamento
Vernissage
12 Settembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore