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Shooting Marinetti. Le parole del Futurismo
Quando avremo quarant’anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo!
F. T. Marinetti
Comunicato stampa
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“Quando avremo quarant’anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo!
Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche.
Ma noi non saremo là...[...] Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto più implacabile in quanto ché i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi.[...]Volete dunque sprecare tutte le forze migliori, in questa eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti?” (F.T.Marinetti)
Questa era la posizione dei Futuristi nei confronti delle generazioni a venire: il superamento almeno parziale dei valori, dei costumi, delle credenze dei 'padri', visti come portatori di modelli forti.
L’ uccisione del padre, efficace metafora circa la necessità da parte dei più giovani di competere con l’adulto e vincerlo per affermare la propria identità, può realizzarsi solo se resta vivo il sistema relazionale a cui egli appartiene. Il passato, cioè, non può essere un terreno dove tessere facili celebrazioni, né un rifugio rassicurante da cui guardare lo sviluppo caotico del presente, ma una presenza importante che assolve il preciso compito di aumentare la nostra consapevolezza.
Ciò che di veramente attuale che il Futurismo ci ha lasciato è la volontà di esprimere una simultanea varietà di posizioni, di rischiare inconsueti accostamenti, di non temere sconfinamenti e contaminazioni. Caduto ormai lo “specifico” artistico a favore di un intreccio multimediale e interdisciplinare e caduto anche il concetto di “avanguardia”, si dovrebbe imparare a fare a meno degli ‘ismi’ e a relazionarsi al tempo e allo spazio non solo in funzione di un prima e di un dopo. Hic et nunc, essere del proprio tempo, qui e ora. Per questo motivo passato e presente dovrebbero essere analizzati insieme, in parallasse, intendendo con questo che la percezione dei due concetti dipende dalla nostra posizione nel presente, pensandolo con occhi di persone diverse che leggono una stessa frase, scritta oggi, ieri o cento anni fa.
Da qui l’idea di coinvolgere alcuni giovani artisti nel progetto e invitarli a rileggere i manifesti più significativi del Futurismo, portandoli a scegliere frasi, titoli o interi brani, con una vera e propria modalità operativa di parole in libertà, da usare come piccole domande sul presente a cui rispondere con il proprio lavoro.
Ciò che si vuole sottolineare è come le proposte dei Futuristi, le loro idee, i loro stimoli e le loro sperimentazioni possano essere l’imput per nuove forme di espressione, nonostante l’apparente rifiuto e l’inevitabile tentativo di superamento.
“Non esiste il passato. Tutto è simultaneo nella nostra cultura. Esiste solo il presente, nella rappresentazione che ci facciamo del passato e nell’intuizione del futuro.” (Giò Ponti)
Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche.
Ma noi non saremo là...[...] Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto più implacabile in quanto ché i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi.[...]Volete dunque sprecare tutte le forze migliori, in questa eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti?” (F.T.Marinetti)
Questa era la posizione dei Futuristi nei confronti delle generazioni a venire: il superamento almeno parziale dei valori, dei costumi, delle credenze dei 'padri', visti come portatori di modelli forti.
L’ uccisione del padre, efficace metafora circa la necessità da parte dei più giovani di competere con l’adulto e vincerlo per affermare la propria identità, può realizzarsi solo se resta vivo il sistema relazionale a cui egli appartiene. Il passato, cioè, non può essere un terreno dove tessere facili celebrazioni, né un rifugio rassicurante da cui guardare lo sviluppo caotico del presente, ma una presenza importante che assolve il preciso compito di aumentare la nostra consapevolezza.
Ciò che di veramente attuale che il Futurismo ci ha lasciato è la volontà di esprimere una simultanea varietà di posizioni, di rischiare inconsueti accostamenti, di non temere sconfinamenti e contaminazioni. Caduto ormai lo “specifico” artistico a favore di un intreccio multimediale e interdisciplinare e caduto anche il concetto di “avanguardia”, si dovrebbe imparare a fare a meno degli ‘ismi’ e a relazionarsi al tempo e allo spazio non solo in funzione di un prima e di un dopo. Hic et nunc, essere del proprio tempo, qui e ora. Per questo motivo passato e presente dovrebbero essere analizzati insieme, in parallasse, intendendo con questo che la percezione dei due concetti dipende dalla nostra posizione nel presente, pensandolo con occhi di persone diverse che leggono una stessa frase, scritta oggi, ieri o cento anni fa.
Da qui l’idea di coinvolgere alcuni giovani artisti nel progetto e invitarli a rileggere i manifesti più significativi del Futurismo, portandoli a scegliere frasi, titoli o interi brani, con una vera e propria modalità operativa di parole in libertà, da usare come piccole domande sul presente a cui rispondere con il proprio lavoro.
Ciò che si vuole sottolineare è come le proposte dei Futuristi, le loro idee, i loro stimoli e le loro sperimentazioni possano essere l’imput per nuove forme di espressione, nonostante l’apparente rifiuto e l’inevitabile tentativo di superamento.
“Non esiste il passato. Tutto è simultaneo nella nostra cultura. Esiste solo il presente, nella rappresentazione che ci facciamo del passato e nell’intuizione del futuro.” (Giò Ponti)
17
settembre 2009
Shooting Marinetti. Le parole del Futurismo
Dal 17 settembre al 31 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BIAGIOTTI PROGETTO ARTE
Firenze, Via Delle Belle Donne, 39r, (Firenze)
Firenze, Via Delle Belle Donne, 39r, (Firenze)
Orario di apertura
Settembre: lunedì-venerdì 14.00-19.00
Ottobre : martedì-sabato 14.00-19.00
Vernissage
17 Settembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore