fino al 20.IV.2011
 L’altra metà dell’Unità Palazzo della Provincia, 
Cosenza

In occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia la Provincia di Cosenza, in collaborazione con la società Cluster, ha dato ufficialmente inizio al suo programma celebrativo con la mostra dal titolo “L’altra metà dell’Unità. Un viaggio nel paese reale che costruì l’Unità d’Italia. Un omaggio alle energie femminili nascoste dalla storiografia”. Nello storico Palazzo della Provincia, lo stesso in cui Garibaldi tenne il suo discorso ai cosentini, ha avuto inizio la mostra che omaggia quelle figure femminili che tanto hanno contribuito alla creazione dell’Unità d’Italia. Attraverso il linguaggio dell’arte si è voluto celebrare e riscattare quelle donne che per troppo tempo sono state volutamente omesse e dimenticate, ignorate dalla manualistica della storia risorgimentale. Sacrificarono la loro vita, poiché capaci di scelte coraggiose e intelligenti sostenute dalla passione civile, fatte rivivere in mostra attraverso rinnovate e personali visioni di artiste contemporanee  che hanno voluto rappresentare con l’immagine dipinta storie, volti e sguardi di un mondo femmineo del passato che ancora oggi si impone. Eroine impavide capaci di dedicare le loro esistenze per un ideale e per la libertà. Figure di straordinario valore. Madri, mogli e figlie che ritornano a noi fermate su una tela con tutte le qualità che le hanno contraddistinte. Attraverso la rappresentazione della graphic novel si è desiderato trasmettere alle nuove generazioni una narrazione “visiva” delle gesta compiute “dall’altra metà dell’unità”, rappresentate con la genuinità e la passione che le caratterizzava e di cui erano intrise le imprese che le videro protagoniste. Viene così rappresentata da Silvia Santirosi Matilde Mantile, madre del poeta Vincenzo Stratigò che venne arrestata e condotta nel carcere di Lungro, in Calabria. Qui scrisse appassionate lettere nelle quali dichiarava la sua piena adesione agli ideali politici che animavano i patrioti, ritratta in una stanza dalle pareti bianche con la testa poggiata su un tavolo, intenta a pensare ai suoi figli, in particolare Vincenzo riuscito a sfuggire all’arresto; Anita Garibaldi che Elda Cingolami rappresenta riversa a terra morente e in lacrime, consapevole che a breve spirerà abbandonando così il suo compagno di vita e di battaglia per cui lei, leggendaria amazzone, fu Donna, combattente e fidata amica. Vengono così rappresentate sulla tela la passione, il dolore, gli ideali di valorose donne del passato, monito per tutte le donne, oggi come non mai.