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Gender Bender 2009
7° edizione di Gender Bender, festival internazionale dedicato alle nuove rappresentazioni del corpo e agli immaginari contemporanei prodotti dagli artisti intorno alle identità di genere e di orientamento sessuale. Al MAMbo – il Museo d’Arte Moderna di Bologna, Gender Bender e Soggettiva, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, presentano una retrospettiva dei video di Sadie Benning, giovane artista, video maker e musicista.
Comunicato stampa
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Dal 3 al 7 novembre 2009 Bologna accoglie la 7° edizione di Gender Bender, festival internazionale ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, dedicato alle nuove rappresentazioni del corpo e agli immaginari contemporanei prodotti dagli artisti intorno alle identità di genere e di orientamento sessuale.
Il Festival è interdisciplinare e propone spettacoli di danza e teatro, proiezioni cinematografiche, installazioni di arti visive, incontri e conversazioni, dj set e party. Per il terzo anno consecutivo si rinnova, inoltre, la collaborazione con Soggettiva, percorsi di cultura lesbica a cura di Arcilesbica Bologna.
Questa 7° edizione porta il titolo di Colpo di grazia. Il titolo – insieme con l’immagine che l’accompagna - si presta a molteplici letture che ruotano attorno all’identità femminile contemporanea, così come viene rappresentata – e autorappresentata – nel programma del festival da artiste, filosofe, registe, coreografe e scrittrici. Le ospiti sono state invitate da diverse parti del mondo per presentare al pubblico spettacoli, scritti teorici, film, opere di arti visive e punti di vista inediti sulla rappresentazione del genere femminile.
Il tema è di questi giorni. L’immagine della donna sui media e nella società è schiacciata su due dimensioni altrettanto riduttive: da una parte interprete di un corpo rappresentato come una merce di seduzione e di scambio economico, dall’altra vittima senza parola.
Il colpo di grazia sferrato quest’anno da Gender Bender vuole infrangere l’immagine della donna in vetrina per far emergere e conoscere modelli non stereotipati del femminile.
Gli esempi, ognuno a suo modo originale e sorprendente, arrivano da luoghi geografici e mentali molto vari e apparentemente distanti tra di loro e scelgono tutti il corpo femminile - punto di incontro privilegiato tra naturale e culturale - come cartina tornasole per interpretare le complesse trasformazioni della società contemporanea. È così per le questioni filosofiche poste da Michela Marzano, inclusa da Le Nouvel Observateur nella lista dei cinquanta pensatori oggi più influenti in Francia; per Nora Chipaumire, coreografa nera dello Zimbabwe che offre una rilettura del classico La morte del cigno come chiave personale del suo esilio politico; i monologhi duri e struggenti di Eleonora Danco, un concentrato di rabbia e poesia del singolo catapultato nell'isteria metropolitana; l’assolo drammatico di Carlotta Sagna per danzatrice classica su bersaglio militare; le favole non dette di Vladimir Luxuria; le tre donne fatte di carne e caducità messe in scena dalla coreografa olandese Ann Van Den Broek, combattute tra la soddisfazione del desiderio e la volontà di controllarlo; il ritratto a tutto tondo di una New York all’avanguardia ricostruita attraverso i documentari sulle vite e le opere di Robert Mapplethorpe e del suo compagno Sam Wagstaff, di Keith Haring, dell’attore Quentin Crisp e del mondo musicale underground che si ritrovò attorno allo Squeezebox, il locale di drag queen rock che vide il debutto di Antony and The Johnsons e del regista John Cameron Mitchell, autore del film Shortbus.
Il Festival è prodotto e realizzato da Il Cassero gay lesbian center.
Con il contributo di: Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna – Settore Cultura, Provincia di Bologna – Assessorato alla Cultura, Associazione Orlando, Biblioteca Italiana delle Donne, Alliance Francaise, Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Theater Instituut Nederland, NFPK – Nederlands Fonds Voor Podiumkunsten.
Con il patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Dipartimento di Discipline della Comunicazione dell’Università di Bologna, Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna, Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna, Festival of Festivals.
Sponsor: Coop Adriatica, librerie.coop, Officine Minganti, Carlsberg, Pepsi, Havana Club.
In collaborazione con: MAMbo, Arcilesbica Bologna, Centro di Documentazione Il Cassero, Arena del Sole, Spazio SI – Teatrino Clandestino e Comune di Bologna Settore Cultura, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Uovo performing arts festival, Teatro delle Moire – Danae Festival, Patroc, Nowhere Arteria – Let’s Queer, Estragon, Teatri di Vita, Eataly, Anticorpi XL.
Mediapartner: Edizioni Zero, Current TV, Radio Città del Capo, Radio Papesse.
SEZIONE ARTI PERFORMATIVE -Arena del Sole, Teatro San Martino, Spazio SI - Teatro San Leonardo, Teatro DMS
Cinque spettacoli da Olanda, Francia, Zimbabwe e Italia, con due prime nazionali in quattro teatri della città. La sezione è a cura di Roberto Casarotto.
La sezione dedicata alle arti performative si apre con Tourlourou, lo spettacolo in prima nazionale della coreografa Carlotta Sagna, spettacolo danzato su di un bersaglio da tiro a segno militare da una ballerina classica con indosso un tutù mimetico. In una combinazione perfetta di azioni e movimenti che la fanno assomigliare ora ad un pugile, ora ad un giocattolo difettoso, la ballerina recita un monologo straziante e intelligente sull’ultimo giorno di vita di una persona, in un crescendo drammatico di parole e gesti che arriva al cuore. Teatro San Martino, martedì 3 e mercoledì 4 novembre, ore 20.30.
Un’altra prima nazionale, questa volta dall’Olanda, con Co(te)lette di Ann Van den Broek, coreografa rivelazione di questi ultimi anni. Uno spettacolo in cui la bellezza femminile ha i volti e i corpi di tre danzatrici che danno vita in maniera potente a figure fatte di carne, caducità, crudezza e tenerezza, combattute tra la soddisfazione del desiderio e la volontà di controllarlo. Lo spettacolo ha vinto il prestigioso premio olandese Zwaan nel 2008. Arena del Sole, giovedì 5 e venerdì 6 novembre, ore 21.30
Dark Swan di Nora Chipaumire, coreografa e danzatrice dello Zimbabwe, è un assolo ispirato al leggendario La morte del cigno. Lo spettacolo è il racconto autobiografico di una giovane donna che perde tutto ciò che possiede, compreso il suo Paese. Per resistere compie un viaggio interiore, ricco di riferimenti alla sua cultura. Dark Swan è la danza fortemente impegnata di un corpo nero e femminile in rivoluzione, bramoso di bruciare i confini creativi e geografici. Teatro in attesa di definizione.
Simona Bertozzi in Ilynx – Assolo in ritornello porta invece in scena una donna anziana che gioca a calcio con una palla gialla; la donna si interroga sul suo corpo segnato e se ne dimentica, trae piacere dal vortice della sua memoria personale e dal gioco che la impegna e diverte. Un universo di fredda seduzione in cui l’anziana donna, in solitudine, si diverte a vedere il proprio corpo trasformarsi sotto l’affiorare dei ricordi. Spazio SI – Teatro San Leonardo, mercoledì 4 e giovedì 5 novembre, ore 21.30.
Sabbia è un atto unico di Eleonora Danco, la più interessante rivelazione del giovane teatro arrabbiato italiano degli ultimi anni, diventata in poco tempo una vera autrice di culto. Da sola in scena, la Danco dà corpo e voce ad una serie di personaggi che si raccontano e che mettono a nudo la carne viva dei loro sentimenti: l'adolescenza, i conflitti familiari, il sesso, la droga, le periferie. Sono gay e lesbiche realmente intervistati, le cui storie sono riscritte dall’autrice con un linguaggio crudo, ma pieno di grandi invenzioni e illuminazioni improvvise. Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono dure e struggenti, un concentrato di rabbia e poesia del singolo, catapultato nell'isteria metropolitana. Teatro San Martino, venerdì 6 e sabato 7 novembre, ore 21.
SEZIONE CINEMA-Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
La sezione, a cura di Marco Urizzi, presenta una serie di anteprime nazionali di film e documentari selezionati nei maggiori festival internazionali di cinema.
New York è la città che fa da sfondo a molte delle pellicole in programma.
In prima nazionale Squeezebox, documentario di Steven Saporito sulla leggendaria serata che si tenne ininterrottamente in un rock club di New York dal 1994 al 2001, punto di incontro per la cultura rock e queer della New York degli Anni '90, che divenne in breve tempo la scena su cui si esibirono Antony and the Johnsons, Debbie Harry, Boy George, Marc Almond e che ospitò lo scrittore Michael Cunningham, i registi cinematografici John Waters e John Cameron Mitchell, e gli stilisti Gaultier, Marc Jacobs e Vivienne Westwood.
Ancora una prima nazionale con An Englishman in New York, diretto da Richard Laxton e interpretato da Jonh Hurt, che dopo 30 anni veste i panni del leggendario Quentin Crisp, il più famoso gay britannico. Il film è la trasposizione cinematografica dell’ultima parte della vita dello straordinario attore teatrale e cinematografico (sua la strepitosa interpretazione della Regina Elisabetta I in Orlando di Sally Potter) e degli anni trascorsi a New York, dove conquistò in breve tempo i favori d’un pubblico giovane e d’avanguardia con il monologo How to be happy, diventando un’icona per il suo stile pungente ed effervescente e per la sua sfrontata omosessualità. Sono gli anni del successo mediatico, ma anche quelli dolorosi della scomparsa del suo compagno a causa dell’Aids.
Cherry Blossom della regista tedesca Doris Dörrie è la storia di Rudi, un uomo di mezza età che perde improvvisamente la moglie. Per affrontare l’enorme perdita della compagna di una vita, Rudi decide di compiere quel viaggio in Giappone da tempo promesso alla moglie e troppo a lungo rimandato. Un percorso doloroso e allo stesso tempo liberatorio che gli farà incontrare una giovane ragazza giapponese senza dimora e che lo spingerà ad indossare i panni della moglie, una donna molto spirituale e piena di gioia di vivere, per poter vedere il Paese tanto sognato con gli occhi della compagna perduta.
Patrick age 1.5 della regista svedese Ella Lemhagen è una prima nazionale ed è un ritratto di una coppia gay raccontato in maniera divertente, sincera e umanamente toccante. Il sogno di felicità di Sven e Goran, una coppia gay sposata in attesa di un figlio adottivo, si infrange quando entra nella loro vita Patrick: annunciato come un bimbo di un anno e mezzo, a causa di un errore di trascrizione ha 15 anni - e non 1.5 - è omofobo e con un passato da piccolo delinquente. Una parabola degli affetti che dimostra come spesso le aspettative individuali possano arrivare ad imprigionarci in noi stessi e ad isolarci dagli altri.
Fig trees, l’ultimo lavoro del regista canadese John Greyson, è un documentario melodrammatico dedicato a due attivisti sul fronte della lotta all'Aids: il canadese Tim McCaskell e il sudafricano Zackie Achmat, ammalato di Aids che rifiuta di ricevere le cure fino a quando queste non siano disponibili per tutti quelli che sono nelle sue condizioni. Nelle mani del regista le vite dei due si intreccciano in maniera magistrale con un surreale racconto che vede protagonista una vispa Gertrude Stein, una colonna strepitosa di arie d’opera e coloratissimi videoclip pop, il tutto alternato alla vera storia della battaglia contro l’industria farmaceutica. Fig Trees ha vinto il Teddy Award come Miglior Documentario all’ultima Berlinale.
Il tema dell’Aids è anche al centro di Pedro di Nick Oceano, prima nazionale e storia vera di Pedro Zamorra, giovane attivista gay, che partecipò al reality The Real Word su MTV per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi che gli stavano a cuore. Il giovane cubano morì l’11 novembre del 1994, a 23 anni, proprio il giorno dopo la messa in onda dell’ultima puntata dello show di cui era stato il protagonista.
Pedro è un film militante e commuovente, che ricorda una figura che si è impegnata per i diritti della popolazione queer e delle persone malate di Aids. Nel film emerge uno dei lati più interessanti della storia, quello della decisione lucida di Zamora di sfruttare il medium televisivo per raggiungere un’audience più vasta a cui trasmettere informazione e consapevolezza.
Altra prima nazionale con He’s my girl, diretto dal regista francese Jean-Jacques Zilbermann. In He’s my girl si ritrova il clarinettista gay ebreo Simon Eskenazy - già protagonista del film precedente del regista -costretto a ospitare a casa sua la petulante mamma malata. Simon si innamora di Naïm, un transessuale arabo impiegato come cameriera in un locale di cabaret. Per insediarsi a casa del clarinettista, Naïm si spaccia per infermiera diventando confidente della madre, ma nella vita di Simon spunta il figlioletto di dieci anni avuto dall’ex moglie attrice, Rosalie in procinto di risposarsi. Tanti i temi presenti nel film e tutti condotti con grazia e leggerezza: l’omogenitorialità, l’identità trans, il rapporto tra le diverse generazioni e l’identità ebraica.
La sezione cinema si conclude a Teatri di Vita il 9 novembre – anniversario dei 20 anni della caduta del Muro di Berlino - con la proiezione di Ein Traum in Erdbeerfolie – Comrade Couture, un film di Marco Wilms: viaggio nello stupefacente universo parallelo di quegli stilisti e artisti che furono maestri nell’arte della sopravvivenza creativa a Berlino Est tra la fine degli Anni ’70 e il 1989. Durante quegli anni a Berlino esisteva un milieu artistico underground in cui era possibile essere originali e provocatori nonostante le restrizioni della RDT. Il film racconta i desideri, le passioni i progetti vissuti e recitati all’ombra del Muro di Berlino dalla stilista Sabine von Oettingen, il fotografo Robert Paris, lo stilista e parrucchiere Frank Schäfer e molti altri che, a distanza di circa venti anni, si riuniscono ancora una volta in una festa sovversiva.
CONVERSAZIONI-Officine Minganti, Librerie.coop Amasciatori, Ex Convento di Santa Cristina
Gender Bender invita una filosofa, un’artista transgender ed una drammaturga e attrice a incontrare il pubblico del festival. Elemento centrale del loro lavoro è anche qui il corpo, che diventa segno culturale e oggetto di indagine filosofica per Michela Marzano; centralità del proprio percorso personale, politico ed artistico per Vladimir Luxuria; presenza carnale e vero protagonista della scrittura drammaturgica di Eleonora Danco.
Gender Bender e Soggettiva hanno invitato la filosofa Michela Marzano a tenere una lectio magistralis intorno ai temi del suo Dictionnaire du corps, un vocabolario filosofico tematico e interdisciplinare che raccoglie 300 voci scritte da 200 autori tra filosofi, teologi, pubblicitari, storici, artisti, poeti. Il libro esamina le tante voci con cui il corpo si racconta, identificando le interrelazioni esistenti tra corpo reale, corpo ideale e corpo sintomo, e soffermandosi sui dilemmi che si pongono da un punto di vista filosofico quando si affronta la relazione tra corpo, malattia e sofferenza. In Francia, dove vive e insegna all’Università di Parigi, i giornali parlano di lei; Le Nouvel Observateur l’ha inserita tra i cinquanta intellettuali più influenti di oggi.
Aula Magna di santa Cristina, giovedì 5 novembre ore 18.
Ospite della sezione dedicata alle conversazioni è ancora una donna di straordinaria intelligenza, Vladimir Luxuria, che presenta il suo secondo libro dal titolo Le favole non dette edito da Bompiani: sei storie, sei fiabe della diversità con dei bambini come protagonisti. Tra magia e sogno, pregiudizio, amore e indifferenza, Vladimir Luxuria dedica queste favole agli uomini e alle donne di oggi, al mistero dell’animo umano, a quello che non si dice, ma che riempie di bellezza le nostre vite. Officine Minganti, venerdì 6 novembre ore 18.
Eleonora Danco, drammaturga, regista e attrice già presente nella sezione Arti performative con lo spettacolo teatrale Sabbia, presenta al pubblico il libro Ero purissima, raccolta di alcuni suoi testi e monologhi teatrali frutto di un decennio di attività, pubblicati da Minimun Fax. Considerata come una degli autori teatrali più promettenti, Danco usa il romanesco per dare corpo e voce ai suoi personaggi, uomini e donne solitari al centro della scena come nella vita. Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono un concentrato tutto originale di poesia e amarezza che l’ha fatta diventare in poco tempo un’autrice amata dal pubblico e dalla critica che l’ha paragonata a Pasolini e Sarah Kane. Rodolfo di Giammarco, uno dei più importanti critici teatrali, la definisce come “un'artista di razza randagia, irrefrenabile ed elastica, è un fenomeno di culto come scrittrice e interprete di testi corsari, è una performer in grado di alimentare un fluxus joyciano di slang romanesco». librerie.coop Ambasciatori, sabato 7 novembre ore 12.
SOGGETTIVA- Corpus Domina
Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
La sezione, organizzata dall'associazione ArciLesbica Bologna, a cura di Antonia Ciavarella e Elisa Manici, propone una rassegna culturale dall'eloquente titolo Corpus Domina: urlo potente e gioioso, che mette al centro la parola delle donne e delle lesbiche sul proprio corpo e sui mille modi di autorappresentarlo e di viverlo. Questo percorso si articola attraverso film, espressioni artistiche come la videoarte e conversazioni con importanti ospiti. La parte cinematografica, con la collaborazione di Marco Urizzi, prevede film, cortometraggi e documentari dai festival LGBT più importanti: Parigi, Londra, San Francisco, Los Angeles.
Presenza eccezionale quella della regista Monika Treut, nota per i suoi lavori irriverenti sulla sessualità (sue opere: Seduction: the cruel woman, Virgin Machine e Gendernauts), che a Gender Bender, all’interno della sezione Soggettiva presenta il suo ultimo film Ghosted. Evidenti sono le tracce culturali che da Novalis ed Edgar Allan Poe guidano la Treut nella esecuzione di Ghosted, opera sofisticata che racconta della rielaborazione del lutto che l’artista amburghese Sophie Schmitt vive per la perdita della sua amata Ai-ling, nel momento in cui decide di cedere alle avances di Mei-li, la donna misteriosa che apparentemente indaga sulla morte di Ai-ling.
Deep Lez è la retrospettiva che Soggetiva dedica alla giovane artista canadese Allyson Mitchell, una delle più interessanti voci del femminismo post-moderno, autrice di molti saggi sul tema della rappresentazione del corpo e artista a 360°, che spazia dalla scultura alla cinematografia. Attraverso la proiezione di tutti i suoi video, è possibile conoscere da vicino il lavoro politico e artistico di questa fat queer activist - come lei stessa ama definirsi – che fa dell’animazione e di una grande dose di ironia i segni distintivi della sua descrizione del mondo delle relazioni lesbiche. La regista, ospite del festival, è anche la relatrice della conferenza sulla rappresentazione del corpo femminile.
In anteprima nazionale il pluripremiato Edie&Thea: a very long engagement; documentario sulla vera storia d’amore di due donne americane, Thea Spyr e Edith Windsor, magistralmente realizzato da Susan Muska e da Greta Olafsdottir, presenti al festival insieme alla protagonista Edith Windsor.
L’opera, documento di eccezionale valore politico e umano, è il ritratto commovente e tenero di una straordinaria storia d’amore tra due donne che, dai primi anni ’60, attraverso intense vicende personali e impegno politico nel movimento per i diritti civili negli USA, hanno vissuto assieme per 50 anni, separate solo dalla morte di Thea, scomparsa di recente.
Ancora corpi di uomini, corpi di donne, ma questa volta a diretto contatto con fili spinati, con muri eretti a separare popoli: quello palestinese e quello israeliano. Ciy of Borders è il documentario che la cineasta cinese Yun Jong Suh ha realizzato seguendo le vite di lesbiche e gay palestinesi che per raggiungere il bar Sushan a Gerusalemme o per partecipare ai Gay pride rischiano la vita. L’opera è stata premiata come miglior documentario nella sezione Panorama della Berlinale 2009. City of Borders è dedicato alla memoria delle vittime dell’attentato di Tel Aviv del 1 Agosto 2009.
Tra i lavori selezionati, sicuramente fuori dal mainstream è il documentario di Barbara Hammer, A horse is not a metaphor, in cui la regista statunitense testimonia poeticamente, attraverso il suo riconoscibile stile sperimentale, la sua lotta contro il cancro. A horse is not a metaphor ha ricevuto a Berlino lo scorso febbraio il Teddy Award come miglior cortometraggio.
Relazioni lesbiche raccontate magistralmente da Shamim Sharif in I Can’t Think Straight in cui la passione tra due donne si confronta e si scontra con differenze religiose, sociali e culturali. Commedia brillante, I Can’t Think Straight è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo della stessa Sarif, che ancora una volta dimostra di saper passare con agilità dalla penna alla cinepresa, dopo il successo di The world unseen, proiettato a Bologna durante la scorsa edizione di Soggettiva.
Un amore proibito nella Cina degli anni ‘80 è al centro del pluripremiato Les filles du botaniste, del regista e sceneggiatore cinese Sijie Dai. Min, una giovane orfana, parte per studiare con un rinomato botanico, che vive su un’isola trasformata in giardino lussureggiante. Obbligata a condividere la vita solitaria e ritirata del padre, la figlia An è entusiasta che Min sia arrivata sull’isola. Tra le due ragazze presto nasce un’amicizia, che si trasforma in attrazione sensuale e vietata. Il film nel 2006 ha vinto al Montréal World Film Festival il premio Best artistic contribution, e il People’choice award. Nel 2007, al Toronto Inside Out Lesbian and Gay Film And Video Festival, ha vinto il premio Best Canadian film.
Tema costantemente dibattuto negli ultimi anni, la maternità lesbica è al centro di The Baby Formula, di Alison Reid, in cui due donne innamorate, che, nomen omen, si chiamano Lilith e Athena, riescono a partorire un figlio biologicamente tutto loro grazie a un esperimento scientifico. La miscellanea di politica, scienza, vita lesbica e famiglia diverte e commuove con il suo tocco lieve e ironico, sollevando al contempo inevitabili interrogativi bioetici.
In Mein freund aus Faro (To Faro) la giovane regista tedesca Nana Neul fa una singolare analisi di un momento di trasformazione e insicurezza, quale l’adolescenza, concentrandosi sulle dinamiche psicologiche. Mel, 22 anni, mascolina, operaia, paga il suo nuovo collega, il portoghese Nuno, per lei il massimo dell’esotismo, perché reciti la parte del suo ragazzo alla festa del fidanzamento del fratello. Quando carica in macchina due giovani autostoppiste che la scambiano per un ragazzo portoghese, approfitta dell’occasione e reinventa se stessa. Con questo film la regista ha vinto il premio SR-ZDF per la sceneggiatura al Filmfestival Max Ophüls e il premio Best film al Czech gay and lesbian film festival.
Soggettiva si apre il 30 ottobre all’Estragon con MISS LES.BO’ 2009, una performance che, seguendo il format di una sfilata, racconta la fluidità del corpo e dei generi. Il tema dell’edizione 2009 di Miss Les.bò è Difetto di Fabbrica e “modella” è chiunque voglia portare in scena il proprio essere divergente rispetto alle norme consolidate. Le uscite sono vere e proprie performance, ironiche e dense di contenuto. Durante la sfilata, che prosegue con un dj set, si esibirà live il gruppo rock femminile Diva Scarlet.
ARTI VISIVE MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
New York e il suo mondo dell’arte sono i protagonisti della sezione video dedicata alle arti visive proposta da Gender Bender al MAMbo. Tre appuntamenti con tre protagonisti affermati dell’underground, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90: Robert Mapplethorpe e il suo compagno di vita e d’arte, il collezionista Sam Wagstaff, Keith Haring e la videomaker Sadie Benning.
Si comincia con Black White +Gray, ritratto del collezionista d’arte Sam Wagstaff e della sua relazione con Robert Mapplethorpe a cura del regista James Crump. Il film racconta la personale evoluzione di Wagstaff, curatore, critico d’arte e collezionista esperto di fotografia, da austero ex studente di Yale ad assiduo frequentatore dei luoghi più rivoluzionari e all'avanguardia di New York. Mapplethorpe e Wagstaff si aiutarono vicendevolmente a scoprire i lati più nascosti e più profondi delle loro personalità e sessualità. Una parabola di vita e artistica che legò i due uomini fino alla morte, avvenuta per entrambi a causa dell’Aids a distanza di poco tempo l’uno dall’altro.
Un altro intenso ritratto d’artista newyorkese con The Universe of Keith Haring di Cristina Clausen, poliedrica ricostruzione documentaria in prima nazionale sulla breve vita di Keith Haring. Un percorso approfondito nell’ambiente e nella storia di uno degli artisti più popolari e significativi dell’immaginario artistico contemporaneo, celebrato per aver cambiato la comunicazione visiva attraverso un repertorio formale semplice, teso a colmare la distanza tra arte e vita. La sua vita viene narrata attraverso il montaggio di materiali video inediti, provenienti dagli archivi della Keith Haring Foundation di New York e da archivi privati europei e americani. Si scoprono tracce di Haring nel mondo, attraverso i murales da lui dipinti a New York, Chicago, Philadelphia, Parigi, Berlino, Knokke, Montecarlo e Pisa, dove realizzò la sua ultima e più spettacolare opera pubblica: un grande affresco dipinto sulle pareti di una chiesa.
Gender Bender e Soggettiva, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, presentano una retrospettiva dei video di Sadie Benning, giovane artista, video maker e musicista. Trasferitasi a New York, fonda Le Tigre, band post punk che rientra a pieno titolo nel fenomeno delle Riot Girrrls, band americane composte da ragazze che esplorano il mondo rock. Lesbica dichiarata, Benning prende come soggetto delle sue produzioni la riflessione intima sull’identità e sulle convenzioni sociali, confrontandosi in maniera aperta e sincera sui temi del genere e della sessualità. L’artista nordamericana ha ricevuto premi da Guggenheim Foundation, Andrea Frank Foundation, National Endowement of the Ars e Rockefeller Foundation. Introducono il lavoro dell’artista all’opening della retrospettiva i critici d’arte e curatori Fabiola Naldi e Waler Rovere. MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, inaugurazione mercoledì 4 novembre ore 18.30.
1 MINUTE PERFORMANCE COMPETITION-
È il contest internazionale dedicato alle performance della durata di 1 minuto, di qualsiasi forma di espressione e tipo di disciplina, che affrontano temi legati alle identità di genere e di orientamento sessuale.
Tra tutti i progetti presentati alla competition, provenienti da Gran Bretagna, Portogallo, Francia, Svizzera, Spagna, e Italia, Gender Bender ha selezionato 25 tra i migliori performer - e le performance più curiose e originali - per presentarli in una serata evento in cui verranno chiamati a sfidarsi su di un ring da pugilato. Le performance, introdotte da un presentatore, si esibiranno su di un ring da pugilato di fronte al pubblico e alla giuria che assegnerà alla migliore un premio di 500 euro.
Cassero gay lesbian centre, giovedì 5 novembre ore 22.30.
MUSICA E PARTY
Un concerto straordinario e quattro strepitosi, bizzarri e animatissimi Party chiudono ogni sera la programmazione del festival.
Sabato 7 novembre chiude il festival un concerto di Scott Matthew, talentuoso e dotatissimo cantautore australiano trasferitosi a New York. Matthew è un “quiet noise maker” come egli stesso si definisce. Il suo stile rilassato ed elegante, come per magia sembra annullare il tempo e lo spazio. La sua musica è semplicemente pura, come un incantesimo misterioso e potente, e intima, fragile, malinconica. Chi lo ha ascoltato dal vivo si è incredibilmente commosso, a volte perfino confuso. L’intensità del suo modo di cantare è tangibile. La sua presenza sottolinea l’immediatezza delle sue canzoni. La lunga esperienza sulle scene di vari club, gallerie e di luoghi insoliti e misteriosi ha inoltre svelato la sua abilità nel creare una relazione forte e misteriosa con il pubblico. L’aspetto di Scott è bizzarro. Museo della Musica, sabato 7 novembre, ore 22.
ABSOLUTELY QUEER DISCO NIGHT MEETS OMONOIA. Lo storico party del mercoledì sera si trasforma in una notte davvero speciale grazie alle incursioni visionarie della crew di Omonoia, la one night queer più amata della stagione casserina, in una contaminazione allucinata dagli esiti imprevedibili. Da Roma a Milano Omonoia ha attratto ogni mese centinaia di eccentriche creature ammaliate dalle sue proposte surreali e bislacche: dalle Latrine della Fortuna alla famelica vagina gigante trasformata in gioco a premi, dai glory holes da Luna Park alle performance della decadente pop star Leaches. Cassero gay lesbian centre, mercoledì 4 novembre ore 23.
HEAVY FAT PARTY. Feed the Bears, la one night dedicata ai gay oversize e ai loro estimatori, presenta Heavy Fat: Crossover ad alto contenuto calorico, serata speciale che dà voce e corpo alle realtà e alle sensibilità più underground del mondo bear, alla ricerca di immaginari che rompano con i clichés musicali ed estetici. Il programma della serata è ad alto contenuto calorico e vede - accanto a Wawashi habitué della consolle - Faggio dj, membro del Music & Art Department BlackSoviet, e Hard Ton, la nuova rivelazione electro pop, che proprio dal Cassero ha preso le sue prime mosse. Hard Ton è una star della musica live dei club internazionali, ibrido mastodontico a metà tra Leigh Bowery e Sylvester che non esita ad autoproclamarsi "the biggest disco queen of the XXI Century". Cassero gay lesbian centre, venerdì 6 novembre ore 23.
COUP DE GRACE PARTY. Tre DJ guest internazionali sulla consolle di Gender Bender per rendere omaggio alla donna che desidera essere presa sul serio, consapevole della propria forza e della prodigiosa bellezza che ne consegue. La serata, dal titolo Colpo di grazia è a cura di High Qwality House. Apre la pista la figura più apprezzata dal pubblico del sabato notte casserino, Frog_ette, a seguire Ada, importante producer appartenente alla crew della Kompakt Records di Colonia, osannata per la sua capacità di creare una techno animata da una sensibilità unica, capace di combinare groove e atmosfere emotive ed avvolgenti.
Dai ritmi germanici a quelli olandesi con Zoë Xenia, una delle più promettenti stelle nascenti della dance music. Zoë ha avuto in dono una voce soul stupefacente con la quale accompagna le sue produzioni dalla forte impronta deep. Il compito di condurre il pubblico festivaliero fino ai primi bagliori dell'alba è affidato a Steffi, olandese, ma di residenza a Berlino, dove altre a curare la sua label - la rinomata Klakson Records - è entrata a far parte dei resident del famigerato Berghain, qui intrattiene migliaia di clubbers con il suo sound versatile, che spazia dalla house all'italo disco. Una serata oltre tutti i generi, musicali e non solo. Cassero gay lesbian centre, sabato 7 novembre ore 23.
LET'S QUEER POWERED BY GENDER BENDER. Conclude la sezione dedicata ai Party Let's Queer powered by Gender Bender, contenitore di proposte artistiche e culturali LGBT in equilibrio alchemico tra impegno ed entertainment; un confronto aperto sul tema del genere e del suo attraversamento. La serata ha inizio con una selezione di cortometraggi realizzati e prodotti da BadHole Video, un collettivo di donne filmaker costituitosi a Torino nel 2001 che - facendo proprio lo slogan “una risata li seppellirà” - produce cortometraggi caustici e ironici sul tema dei diritti delle donne e sulle questioni di genere. A seguire Ever Changing Moods, una selezione di video dell’artista Karin Andersen, opere in cui l’artista tedesca crea un mondo fantastico abitato da creature ibride a metà tra animale e umano, mostri leggeri come sogni che abitano gli spazi della quotidianità come i supermercati o le stazioni della metropolitana. Chiude Let's Queer powered il live concert della OneWomanGuitarBand Lili Refrain, giovane sperimentatrice di suoni romana, che fa tabula rasa del verbo, riducendo l’espressione e il gesto a puro suono e rendendo la voce strumento tra il lirico e il grottesco- e il dj set con dj Kaps musicista transgender, Dj Ladybit front-woman e cantante del gruppo pulp-rock Jolaurlo e Dj Lemp. Arteria, vicolo broglio 1/e, venerdì 6 novembre dalle ore 20.
EVENTI SPECIALI
Giovedì 5 novembre doppio appuntamento all’Ambasciatori (via Orefici, 19) in collaborazione con il supermercato enogastronomico Eataly. Alle ore 20,00 Eataly organizza Nulla è quel che sembra - Cena sorprendente. Nel tempio dove la tradizione la fa da padrone e dove le materie prime vengono servite cosi come nascono, in occasione di Gender Bender tutte le regole vengono sconvolte. Nulla è quello che sembra e tutto cambia genere: carni a forma di pesce, bevande solide e piatti liquidi. Tutto servito in maniera divertente, ma attenta; in maniera informale, ma autorevole. Prenotazioni sul sito www.eataly.it o direttamente all’Ambasciatori (051.0952820).
A seguire, a mezzanotte in punto, proiezione speciale di Toupet de Luxe - Apparizioni en travestì dei grandi comici italiani sul piccolo schermo. Un’antologia mozzafiato dei migliori sketch comici tratta dall’inesauribile repertorio televisivo realizzata appositamente da Enrico Salvatori, autore Rai, per Gender Bender. Una carrellata vorticosa in compagnia di Walter Chiari, ballerina di fila delle Bluebell; delle inchieste sferzanti sulla donna che lavora interpretate da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello; di Paolo Panelli trucccatrice Rai; di Gino Bramieri, casalinga smaliziata in compagnia di Franca Valeri e Mina; dei duetti di Alighiero Noschese, gemella di Bice Valori; di Mamma Aldo Fabrizi Roma; di Vittorio Gassman nei panni di Maria Bellonci e di molto altro ancora. (Ingresso libero con prenotazione obbligatoria al numero: 0510952820)
Il Cassero Gay Lesbian Center realizza da più di venticinque anni progetti dedicati alle differenze di orientamento e identità sessuale. Svolge in Italia un ruolo di primo piano in campo culturale, artistico, politico e sociale con l'obiettivo di promuovere la cultura dei diritti e delle libertà civili delle persone gay, lesbiche e transessuali. Nel 2002 ha ricevuto dal Comune di Bologna una nuova sede all'interno della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale di Bologna.
Il Festival è interdisciplinare e propone spettacoli di danza e teatro, proiezioni cinematografiche, installazioni di arti visive, incontri e conversazioni, dj set e party. Per il terzo anno consecutivo si rinnova, inoltre, la collaborazione con Soggettiva, percorsi di cultura lesbica a cura di Arcilesbica Bologna.
Questa 7° edizione porta il titolo di Colpo di grazia. Il titolo – insieme con l’immagine che l’accompagna - si presta a molteplici letture che ruotano attorno all’identità femminile contemporanea, così come viene rappresentata – e autorappresentata – nel programma del festival da artiste, filosofe, registe, coreografe e scrittrici. Le ospiti sono state invitate da diverse parti del mondo per presentare al pubblico spettacoli, scritti teorici, film, opere di arti visive e punti di vista inediti sulla rappresentazione del genere femminile.
Il tema è di questi giorni. L’immagine della donna sui media e nella società è schiacciata su due dimensioni altrettanto riduttive: da una parte interprete di un corpo rappresentato come una merce di seduzione e di scambio economico, dall’altra vittima senza parola.
Il colpo di grazia sferrato quest’anno da Gender Bender vuole infrangere l’immagine della donna in vetrina per far emergere e conoscere modelli non stereotipati del femminile.
Gli esempi, ognuno a suo modo originale e sorprendente, arrivano da luoghi geografici e mentali molto vari e apparentemente distanti tra di loro e scelgono tutti il corpo femminile - punto di incontro privilegiato tra naturale e culturale - come cartina tornasole per interpretare le complesse trasformazioni della società contemporanea. È così per le questioni filosofiche poste da Michela Marzano, inclusa da Le Nouvel Observateur nella lista dei cinquanta pensatori oggi più influenti in Francia; per Nora Chipaumire, coreografa nera dello Zimbabwe che offre una rilettura del classico La morte del cigno come chiave personale del suo esilio politico; i monologhi duri e struggenti di Eleonora Danco, un concentrato di rabbia e poesia del singolo catapultato nell'isteria metropolitana; l’assolo drammatico di Carlotta Sagna per danzatrice classica su bersaglio militare; le favole non dette di Vladimir Luxuria; le tre donne fatte di carne e caducità messe in scena dalla coreografa olandese Ann Van Den Broek, combattute tra la soddisfazione del desiderio e la volontà di controllarlo; il ritratto a tutto tondo di una New York all’avanguardia ricostruita attraverso i documentari sulle vite e le opere di Robert Mapplethorpe e del suo compagno Sam Wagstaff, di Keith Haring, dell’attore Quentin Crisp e del mondo musicale underground che si ritrovò attorno allo Squeezebox, il locale di drag queen rock che vide il debutto di Antony and The Johnsons e del regista John Cameron Mitchell, autore del film Shortbus.
Il Festival è prodotto e realizzato da Il Cassero gay lesbian center.
Con il contributo di: Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna – Settore Cultura, Provincia di Bologna – Assessorato alla Cultura, Associazione Orlando, Biblioteca Italiana delle Donne, Alliance Francaise, Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Theater Instituut Nederland, NFPK – Nederlands Fonds Voor Podiumkunsten.
Con il patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Dipartimento di Discipline della Comunicazione dell’Università di Bologna, Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna, Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna, Festival of Festivals.
Sponsor: Coop Adriatica, librerie.coop, Officine Minganti, Carlsberg, Pepsi, Havana Club.
In collaborazione con: MAMbo, Arcilesbica Bologna, Centro di Documentazione Il Cassero, Arena del Sole, Spazio SI – Teatrino Clandestino e Comune di Bologna Settore Cultura, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Uovo performing arts festival, Teatro delle Moire – Danae Festival, Patroc, Nowhere Arteria – Let’s Queer, Estragon, Teatri di Vita, Eataly, Anticorpi XL.
Mediapartner: Edizioni Zero, Current TV, Radio Città del Capo, Radio Papesse.
SEZIONE ARTI PERFORMATIVE -Arena del Sole, Teatro San Martino, Spazio SI - Teatro San Leonardo, Teatro DMS
Cinque spettacoli da Olanda, Francia, Zimbabwe e Italia, con due prime nazionali in quattro teatri della città. La sezione è a cura di Roberto Casarotto.
La sezione dedicata alle arti performative si apre con Tourlourou, lo spettacolo in prima nazionale della coreografa Carlotta Sagna, spettacolo danzato su di un bersaglio da tiro a segno militare da una ballerina classica con indosso un tutù mimetico. In una combinazione perfetta di azioni e movimenti che la fanno assomigliare ora ad un pugile, ora ad un giocattolo difettoso, la ballerina recita un monologo straziante e intelligente sull’ultimo giorno di vita di una persona, in un crescendo drammatico di parole e gesti che arriva al cuore. Teatro San Martino, martedì 3 e mercoledì 4 novembre, ore 20.30.
Un’altra prima nazionale, questa volta dall’Olanda, con Co(te)lette di Ann Van den Broek, coreografa rivelazione di questi ultimi anni. Uno spettacolo in cui la bellezza femminile ha i volti e i corpi di tre danzatrici che danno vita in maniera potente a figure fatte di carne, caducità, crudezza e tenerezza, combattute tra la soddisfazione del desiderio e la volontà di controllarlo. Lo spettacolo ha vinto il prestigioso premio olandese Zwaan nel 2008. Arena del Sole, giovedì 5 e venerdì 6 novembre, ore 21.30
Dark Swan di Nora Chipaumire, coreografa e danzatrice dello Zimbabwe, è un assolo ispirato al leggendario La morte del cigno. Lo spettacolo è il racconto autobiografico di una giovane donna che perde tutto ciò che possiede, compreso il suo Paese. Per resistere compie un viaggio interiore, ricco di riferimenti alla sua cultura. Dark Swan è la danza fortemente impegnata di un corpo nero e femminile in rivoluzione, bramoso di bruciare i confini creativi e geografici. Teatro in attesa di definizione.
Simona Bertozzi in Ilynx – Assolo in ritornello porta invece in scena una donna anziana che gioca a calcio con una palla gialla; la donna si interroga sul suo corpo segnato e se ne dimentica, trae piacere dal vortice della sua memoria personale e dal gioco che la impegna e diverte. Un universo di fredda seduzione in cui l’anziana donna, in solitudine, si diverte a vedere il proprio corpo trasformarsi sotto l’affiorare dei ricordi. Spazio SI – Teatro San Leonardo, mercoledì 4 e giovedì 5 novembre, ore 21.30.
Sabbia è un atto unico di Eleonora Danco, la più interessante rivelazione del giovane teatro arrabbiato italiano degli ultimi anni, diventata in poco tempo una vera autrice di culto. Da sola in scena, la Danco dà corpo e voce ad una serie di personaggi che si raccontano e che mettono a nudo la carne viva dei loro sentimenti: l'adolescenza, i conflitti familiari, il sesso, la droga, le periferie. Sono gay e lesbiche realmente intervistati, le cui storie sono riscritte dall’autrice con un linguaggio crudo, ma pieno di grandi invenzioni e illuminazioni improvvise. Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono dure e struggenti, un concentrato di rabbia e poesia del singolo, catapultato nell'isteria metropolitana. Teatro San Martino, venerdì 6 e sabato 7 novembre, ore 21.
SEZIONE CINEMA-Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
La sezione, a cura di Marco Urizzi, presenta una serie di anteprime nazionali di film e documentari selezionati nei maggiori festival internazionali di cinema.
New York è la città che fa da sfondo a molte delle pellicole in programma.
In prima nazionale Squeezebox, documentario di Steven Saporito sulla leggendaria serata che si tenne ininterrottamente in un rock club di New York dal 1994 al 2001, punto di incontro per la cultura rock e queer della New York degli Anni '90, che divenne in breve tempo la scena su cui si esibirono Antony and the Johnsons, Debbie Harry, Boy George, Marc Almond e che ospitò lo scrittore Michael Cunningham, i registi cinematografici John Waters e John Cameron Mitchell, e gli stilisti Gaultier, Marc Jacobs e Vivienne Westwood.
Ancora una prima nazionale con An Englishman in New York, diretto da Richard Laxton e interpretato da Jonh Hurt, che dopo 30 anni veste i panni del leggendario Quentin Crisp, il più famoso gay britannico. Il film è la trasposizione cinematografica dell’ultima parte della vita dello straordinario attore teatrale e cinematografico (sua la strepitosa interpretazione della Regina Elisabetta I in Orlando di Sally Potter) e degli anni trascorsi a New York, dove conquistò in breve tempo i favori d’un pubblico giovane e d’avanguardia con il monologo How to be happy, diventando un’icona per il suo stile pungente ed effervescente e per la sua sfrontata omosessualità. Sono gli anni del successo mediatico, ma anche quelli dolorosi della scomparsa del suo compagno a causa dell’Aids.
Cherry Blossom della regista tedesca Doris Dörrie è la storia di Rudi, un uomo di mezza età che perde improvvisamente la moglie. Per affrontare l’enorme perdita della compagna di una vita, Rudi decide di compiere quel viaggio in Giappone da tempo promesso alla moglie e troppo a lungo rimandato. Un percorso doloroso e allo stesso tempo liberatorio che gli farà incontrare una giovane ragazza giapponese senza dimora e che lo spingerà ad indossare i panni della moglie, una donna molto spirituale e piena di gioia di vivere, per poter vedere il Paese tanto sognato con gli occhi della compagna perduta.
Patrick age 1.5 della regista svedese Ella Lemhagen è una prima nazionale ed è un ritratto di una coppia gay raccontato in maniera divertente, sincera e umanamente toccante. Il sogno di felicità di Sven e Goran, una coppia gay sposata in attesa di un figlio adottivo, si infrange quando entra nella loro vita Patrick: annunciato come un bimbo di un anno e mezzo, a causa di un errore di trascrizione ha 15 anni - e non 1.5 - è omofobo e con un passato da piccolo delinquente. Una parabola degli affetti che dimostra come spesso le aspettative individuali possano arrivare ad imprigionarci in noi stessi e ad isolarci dagli altri.
Fig trees, l’ultimo lavoro del regista canadese John Greyson, è un documentario melodrammatico dedicato a due attivisti sul fronte della lotta all'Aids: il canadese Tim McCaskell e il sudafricano Zackie Achmat, ammalato di Aids che rifiuta di ricevere le cure fino a quando queste non siano disponibili per tutti quelli che sono nelle sue condizioni. Nelle mani del regista le vite dei due si intreccciano in maniera magistrale con un surreale racconto che vede protagonista una vispa Gertrude Stein, una colonna strepitosa di arie d’opera e coloratissimi videoclip pop, il tutto alternato alla vera storia della battaglia contro l’industria farmaceutica. Fig Trees ha vinto il Teddy Award come Miglior Documentario all’ultima Berlinale.
Il tema dell’Aids è anche al centro di Pedro di Nick Oceano, prima nazionale e storia vera di Pedro Zamorra, giovane attivista gay, che partecipò al reality The Real Word su MTV per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi che gli stavano a cuore. Il giovane cubano morì l’11 novembre del 1994, a 23 anni, proprio il giorno dopo la messa in onda dell’ultima puntata dello show di cui era stato il protagonista.
Pedro è un film militante e commuovente, che ricorda una figura che si è impegnata per i diritti della popolazione queer e delle persone malate di Aids. Nel film emerge uno dei lati più interessanti della storia, quello della decisione lucida di Zamora di sfruttare il medium televisivo per raggiungere un’audience più vasta a cui trasmettere informazione e consapevolezza.
Altra prima nazionale con He’s my girl, diretto dal regista francese Jean-Jacques Zilbermann. In He’s my girl si ritrova il clarinettista gay ebreo Simon Eskenazy - già protagonista del film precedente del regista -costretto a ospitare a casa sua la petulante mamma malata. Simon si innamora di Naïm, un transessuale arabo impiegato come cameriera in un locale di cabaret. Per insediarsi a casa del clarinettista, Naïm si spaccia per infermiera diventando confidente della madre, ma nella vita di Simon spunta il figlioletto di dieci anni avuto dall’ex moglie attrice, Rosalie in procinto di risposarsi. Tanti i temi presenti nel film e tutti condotti con grazia e leggerezza: l’omogenitorialità, l’identità trans, il rapporto tra le diverse generazioni e l’identità ebraica.
La sezione cinema si conclude a Teatri di Vita il 9 novembre – anniversario dei 20 anni della caduta del Muro di Berlino - con la proiezione di Ein Traum in Erdbeerfolie – Comrade Couture, un film di Marco Wilms: viaggio nello stupefacente universo parallelo di quegli stilisti e artisti che furono maestri nell’arte della sopravvivenza creativa a Berlino Est tra la fine degli Anni ’70 e il 1989. Durante quegli anni a Berlino esisteva un milieu artistico underground in cui era possibile essere originali e provocatori nonostante le restrizioni della RDT. Il film racconta i desideri, le passioni i progetti vissuti e recitati all’ombra del Muro di Berlino dalla stilista Sabine von Oettingen, il fotografo Robert Paris, lo stilista e parrucchiere Frank Schäfer e molti altri che, a distanza di circa venti anni, si riuniscono ancora una volta in una festa sovversiva.
CONVERSAZIONI-Officine Minganti, Librerie.coop Amasciatori, Ex Convento di Santa Cristina
Gender Bender invita una filosofa, un’artista transgender ed una drammaturga e attrice a incontrare il pubblico del festival. Elemento centrale del loro lavoro è anche qui il corpo, che diventa segno culturale e oggetto di indagine filosofica per Michela Marzano; centralità del proprio percorso personale, politico ed artistico per Vladimir Luxuria; presenza carnale e vero protagonista della scrittura drammaturgica di Eleonora Danco.
Gender Bender e Soggettiva hanno invitato la filosofa Michela Marzano a tenere una lectio magistralis intorno ai temi del suo Dictionnaire du corps, un vocabolario filosofico tematico e interdisciplinare che raccoglie 300 voci scritte da 200 autori tra filosofi, teologi, pubblicitari, storici, artisti, poeti. Il libro esamina le tante voci con cui il corpo si racconta, identificando le interrelazioni esistenti tra corpo reale, corpo ideale e corpo sintomo, e soffermandosi sui dilemmi che si pongono da un punto di vista filosofico quando si affronta la relazione tra corpo, malattia e sofferenza. In Francia, dove vive e insegna all’Università di Parigi, i giornali parlano di lei; Le Nouvel Observateur l’ha inserita tra i cinquanta intellettuali più influenti di oggi.
Aula Magna di santa Cristina, giovedì 5 novembre ore 18.
Ospite della sezione dedicata alle conversazioni è ancora una donna di straordinaria intelligenza, Vladimir Luxuria, che presenta il suo secondo libro dal titolo Le favole non dette edito da Bompiani: sei storie, sei fiabe della diversità con dei bambini come protagonisti. Tra magia e sogno, pregiudizio, amore e indifferenza, Vladimir Luxuria dedica queste favole agli uomini e alle donne di oggi, al mistero dell’animo umano, a quello che non si dice, ma che riempie di bellezza le nostre vite. Officine Minganti, venerdì 6 novembre ore 18.
Eleonora Danco, drammaturga, regista e attrice già presente nella sezione Arti performative con lo spettacolo teatrale Sabbia, presenta al pubblico il libro Ero purissima, raccolta di alcuni suoi testi e monologhi teatrali frutto di un decennio di attività, pubblicati da Minimun Fax. Considerata come una degli autori teatrali più promettenti, Danco usa il romanesco per dare corpo e voce ai suoi personaggi, uomini e donne solitari al centro della scena come nella vita. Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono un concentrato tutto originale di poesia e amarezza che l’ha fatta diventare in poco tempo un’autrice amata dal pubblico e dalla critica che l’ha paragonata a Pasolini e Sarah Kane. Rodolfo di Giammarco, uno dei più importanti critici teatrali, la definisce come “un'artista di razza randagia, irrefrenabile ed elastica, è un fenomeno di culto come scrittrice e interprete di testi corsari, è una performer in grado di alimentare un fluxus joyciano di slang romanesco». librerie.coop Ambasciatori, sabato 7 novembre ore 12.
SOGGETTIVA- Corpus Domina
Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65
La sezione, organizzata dall'associazione ArciLesbica Bologna, a cura di Antonia Ciavarella e Elisa Manici, propone una rassegna culturale dall'eloquente titolo Corpus Domina: urlo potente e gioioso, che mette al centro la parola delle donne e delle lesbiche sul proprio corpo e sui mille modi di autorappresentarlo e di viverlo. Questo percorso si articola attraverso film, espressioni artistiche come la videoarte e conversazioni con importanti ospiti. La parte cinematografica, con la collaborazione di Marco Urizzi, prevede film, cortometraggi e documentari dai festival LGBT più importanti: Parigi, Londra, San Francisco, Los Angeles.
Presenza eccezionale quella della regista Monika Treut, nota per i suoi lavori irriverenti sulla sessualità (sue opere: Seduction: the cruel woman, Virgin Machine e Gendernauts), che a Gender Bender, all’interno della sezione Soggettiva presenta il suo ultimo film Ghosted. Evidenti sono le tracce culturali che da Novalis ed Edgar Allan Poe guidano la Treut nella esecuzione di Ghosted, opera sofisticata che racconta della rielaborazione del lutto che l’artista amburghese Sophie Schmitt vive per la perdita della sua amata Ai-ling, nel momento in cui decide di cedere alle avances di Mei-li, la donna misteriosa che apparentemente indaga sulla morte di Ai-ling.
Deep Lez è la retrospettiva che Soggetiva dedica alla giovane artista canadese Allyson Mitchell, una delle più interessanti voci del femminismo post-moderno, autrice di molti saggi sul tema della rappresentazione del corpo e artista a 360°, che spazia dalla scultura alla cinematografia. Attraverso la proiezione di tutti i suoi video, è possibile conoscere da vicino il lavoro politico e artistico di questa fat queer activist - come lei stessa ama definirsi – che fa dell’animazione e di una grande dose di ironia i segni distintivi della sua descrizione del mondo delle relazioni lesbiche. La regista, ospite del festival, è anche la relatrice della conferenza sulla rappresentazione del corpo femminile.
In anteprima nazionale il pluripremiato Edie&Thea: a very long engagement; documentario sulla vera storia d’amore di due donne americane, Thea Spyr e Edith Windsor, magistralmente realizzato da Susan Muska e da Greta Olafsdottir, presenti al festival insieme alla protagonista Edith Windsor.
L’opera, documento di eccezionale valore politico e umano, è il ritratto commovente e tenero di una straordinaria storia d’amore tra due donne che, dai primi anni ’60, attraverso intense vicende personali e impegno politico nel movimento per i diritti civili negli USA, hanno vissuto assieme per 50 anni, separate solo dalla morte di Thea, scomparsa di recente.
Ancora corpi di uomini, corpi di donne, ma questa volta a diretto contatto con fili spinati, con muri eretti a separare popoli: quello palestinese e quello israeliano. Ciy of Borders è il documentario che la cineasta cinese Yun Jong Suh ha realizzato seguendo le vite di lesbiche e gay palestinesi che per raggiungere il bar Sushan a Gerusalemme o per partecipare ai Gay pride rischiano la vita. L’opera è stata premiata come miglior documentario nella sezione Panorama della Berlinale 2009. City of Borders è dedicato alla memoria delle vittime dell’attentato di Tel Aviv del 1 Agosto 2009.
Tra i lavori selezionati, sicuramente fuori dal mainstream è il documentario di Barbara Hammer, A horse is not a metaphor, in cui la regista statunitense testimonia poeticamente, attraverso il suo riconoscibile stile sperimentale, la sua lotta contro il cancro. A horse is not a metaphor ha ricevuto a Berlino lo scorso febbraio il Teddy Award come miglior cortometraggio.
Relazioni lesbiche raccontate magistralmente da Shamim Sharif in I Can’t Think Straight in cui la passione tra due donne si confronta e si scontra con differenze religiose, sociali e culturali. Commedia brillante, I Can’t Think Straight è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo della stessa Sarif, che ancora una volta dimostra di saper passare con agilità dalla penna alla cinepresa, dopo il successo di The world unseen, proiettato a Bologna durante la scorsa edizione di Soggettiva.
Un amore proibito nella Cina degli anni ‘80 è al centro del pluripremiato Les filles du botaniste, del regista e sceneggiatore cinese Sijie Dai. Min, una giovane orfana, parte per studiare con un rinomato botanico, che vive su un’isola trasformata in giardino lussureggiante. Obbligata a condividere la vita solitaria e ritirata del padre, la figlia An è entusiasta che Min sia arrivata sull’isola. Tra le due ragazze presto nasce un’amicizia, che si trasforma in attrazione sensuale e vietata. Il film nel 2006 ha vinto al Montréal World Film Festival il premio Best artistic contribution, e il People’choice award. Nel 2007, al Toronto Inside Out Lesbian and Gay Film And Video Festival, ha vinto il premio Best Canadian film.
Tema costantemente dibattuto negli ultimi anni, la maternità lesbica è al centro di The Baby Formula, di Alison Reid, in cui due donne innamorate, che, nomen omen, si chiamano Lilith e Athena, riescono a partorire un figlio biologicamente tutto loro grazie a un esperimento scientifico. La miscellanea di politica, scienza, vita lesbica e famiglia diverte e commuove con il suo tocco lieve e ironico, sollevando al contempo inevitabili interrogativi bioetici.
In Mein freund aus Faro (To Faro) la giovane regista tedesca Nana Neul fa una singolare analisi di un momento di trasformazione e insicurezza, quale l’adolescenza, concentrandosi sulle dinamiche psicologiche. Mel, 22 anni, mascolina, operaia, paga il suo nuovo collega, il portoghese Nuno, per lei il massimo dell’esotismo, perché reciti la parte del suo ragazzo alla festa del fidanzamento del fratello. Quando carica in macchina due giovani autostoppiste che la scambiano per un ragazzo portoghese, approfitta dell’occasione e reinventa se stessa. Con questo film la regista ha vinto il premio SR-ZDF per la sceneggiatura al Filmfestival Max Ophüls e il premio Best film al Czech gay and lesbian film festival.
Soggettiva si apre il 30 ottobre all’Estragon con MISS LES.BO’ 2009, una performance che, seguendo il format di una sfilata, racconta la fluidità del corpo e dei generi. Il tema dell’edizione 2009 di Miss Les.bò è Difetto di Fabbrica e “modella” è chiunque voglia portare in scena il proprio essere divergente rispetto alle norme consolidate. Le uscite sono vere e proprie performance, ironiche e dense di contenuto. Durante la sfilata, che prosegue con un dj set, si esibirà live il gruppo rock femminile Diva Scarlet.
ARTI VISIVE MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
New York e il suo mondo dell’arte sono i protagonisti della sezione video dedicata alle arti visive proposta da Gender Bender al MAMbo. Tre appuntamenti con tre protagonisti affermati dell’underground, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90: Robert Mapplethorpe e il suo compagno di vita e d’arte, il collezionista Sam Wagstaff, Keith Haring e la videomaker Sadie Benning.
Si comincia con Black White +Gray, ritratto del collezionista d’arte Sam Wagstaff e della sua relazione con Robert Mapplethorpe a cura del regista James Crump. Il film racconta la personale evoluzione di Wagstaff, curatore, critico d’arte e collezionista esperto di fotografia, da austero ex studente di Yale ad assiduo frequentatore dei luoghi più rivoluzionari e all'avanguardia di New York. Mapplethorpe e Wagstaff si aiutarono vicendevolmente a scoprire i lati più nascosti e più profondi delle loro personalità e sessualità. Una parabola di vita e artistica che legò i due uomini fino alla morte, avvenuta per entrambi a causa dell’Aids a distanza di poco tempo l’uno dall’altro.
Un altro intenso ritratto d’artista newyorkese con The Universe of Keith Haring di Cristina Clausen, poliedrica ricostruzione documentaria in prima nazionale sulla breve vita di Keith Haring. Un percorso approfondito nell’ambiente e nella storia di uno degli artisti più popolari e significativi dell’immaginario artistico contemporaneo, celebrato per aver cambiato la comunicazione visiva attraverso un repertorio formale semplice, teso a colmare la distanza tra arte e vita. La sua vita viene narrata attraverso il montaggio di materiali video inediti, provenienti dagli archivi della Keith Haring Foundation di New York e da archivi privati europei e americani. Si scoprono tracce di Haring nel mondo, attraverso i murales da lui dipinti a New York, Chicago, Philadelphia, Parigi, Berlino, Knokke, Montecarlo e Pisa, dove realizzò la sua ultima e più spettacolare opera pubblica: un grande affresco dipinto sulle pareti di una chiesa.
Gender Bender e Soggettiva, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, presentano una retrospettiva dei video di Sadie Benning, giovane artista, video maker e musicista. Trasferitasi a New York, fonda Le Tigre, band post punk che rientra a pieno titolo nel fenomeno delle Riot Girrrls, band americane composte da ragazze che esplorano il mondo rock. Lesbica dichiarata, Benning prende come soggetto delle sue produzioni la riflessione intima sull’identità e sulle convenzioni sociali, confrontandosi in maniera aperta e sincera sui temi del genere e della sessualità. L’artista nordamericana ha ricevuto premi da Guggenheim Foundation, Andrea Frank Foundation, National Endowement of the Ars e Rockefeller Foundation. Introducono il lavoro dell’artista all’opening della retrospettiva i critici d’arte e curatori Fabiola Naldi e Waler Rovere. MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, inaugurazione mercoledì 4 novembre ore 18.30.
1 MINUTE PERFORMANCE COMPETITION-
È il contest internazionale dedicato alle performance della durata di 1 minuto, di qualsiasi forma di espressione e tipo di disciplina, che affrontano temi legati alle identità di genere e di orientamento sessuale.
Tra tutti i progetti presentati alla competition, provenienti da Gran Bretagna, Portogallo, Francia, Svizzera, Spagna, e Italia, Gender Bender ha selezionato 25 tra i migliori performer - e le performance più curiose e originali - per presentarli in una serata evento in cui verranno chiamati a sfidarsi su di un ring da pugilato. Le performance, introdotte da un presentatore, si esibiranno su di un ring da pugilato di fronte al pubblico e alla giuria che assegnerà alla migliore un premio di 500 euro.
Cassero gay lesbian centre, giovedì 5 novembre ore 22.30.
MUSICA E PARTY
Un concerto straordinario e quattro strepitosi, bizzarri e animatissimi Party chiudono ogni sera la programmazione del festival.
Sabato 7 novembre chiude il festival un concerto di Scott Matthew, talentuoso e dotatissimo cantautore australiano trasferitosi a New York. Matthew è un “quiet noise maker” come egli stesso si definisce. Il suo stile rilassato ed elegante, come per magia sembra annullare il tempo e lo spazio. La sua musica è semplicemente pura, come un incantesimo misterioso e potente, e intima, fragile, malinconica. Chi lo ha ascoltato dal vivo si è incredibilmente commosso, a volte perfino confuso. L’intensità del suo modo di cantare è tangibile. La sua presenza sottolinea l’immediatezza delle sue canzoni. La lunga esperienza sulle scene di vari club, gallerie e di luoghi insoliti e misteriosi ha inoltre svelato la sua abilità nel creare una relazione forte e misteriosa con il pubblico. L’aspetto di Scott è bizzarro. Museo della Musica, sabato 7 novembre, ore 22.
ABSOLUTELY QUEER DISCO NIGHT MEETS OMONOIA. Lo storico party del mercoledì sera si trasforma in una notte davvero speciale grazie alle incursioni visionarie della crew di Omonoia, la one night queer più amata della stagione casserina, in una contaminazione allucinata dagli esiti imprevedibili. Da Roma a Milano Omonoia ha attratto ogni mese centinaia di eccentriche creature ammaliate dalle sue proposte surreali e bislacche: dalle Latrine della Fortuna alla famelica vagina gigante trasformata in gioco a premi, dai glory holes da Luna Park alle performance della decadente pop star Leaches. Cassero gay lesbian centre, mercoledì 4 novembre ore 23.
HEAVY FAT PARTY. Feed the Bears, la one night dedicata ai gay oversize e ai loro estimatori, presenta Heavy Fat: Crossover ad alto contenuto calorico, serata speciale che dà voce e corpo alle realtà e alle sensibilità più underground del mondo bear, alla ricerca di immaginari che rompano con i clichés musicali ed estetici. Il programma della serata è ad alto contenuto calorico e vede - accanto a Wawashi habitué della consolle - Faggio dj, membro del Music & Art Department BlackSoviet, e Hard Ton, la nuova rivelazione electro pop, che proprio dal Cassero ha preso le sue prime mosse. Hard Ton è una star della musica live dei club internazionali, ibrido mastodontico a metà tra Leigh Bowery e Sylvester che non esita ad autoproclamarsi "the biggest disco queen of the XXI Century". Cassero gay lesbian centre, venerdì 6 novembre ore 23.
COUP DE GRACE PARTY. Tre DJ guest internazionali sulla consolle di Gender Bender per rendere omaggio alla donna che desidera essere presa sul serio, consapevole della propria forza e della prodigiosa bellezza che ne consegue. La serata, dal titolo Colpo di grazia è a cura di High Qwality House. Apre la pista la figura più apprezzata dal pubblico del sabato notte casserino, Frog_ette, a seguire Ada, importante producer appartenente alla crew della Kompakt Records di Colonia, osannata per la sua capacità di creare una techno animata da una sensibilità unica, capace di combinare groove e atmosfere emotive ed avvolgenti.
Dai ritmi germanici a quelli olandesi con Zoë Xenia, una delle più promettenti stelle nascenti della dance music. Zoë ha avuto in dono una voce soul stupefacente con la quale accompagna le sue produzioni dalla forte impronta deep. Il compito di condurre il pubblico festivaliero fino ai primi bagliori dell'alba è affidato a Steffi, olandese, ma di residenza a Berlino, dove altre a curare la sua label - la rinomata Klakson Records - è entrata a far parte dei resident del famigerato Berghain, qui intrattiene migliaia di clubbers con il suo sound versatile, che spazia dalla house all'italo disco. Una serata oltre tutti i generi, musicali e non solo. Cassero gay lesbian centre, sabato 7 novembre ore 23.
LET'S QUEER POWERED BY GENDER BENDER. Conclude la sezione dedicata ai Party Let's Queer powered by Gender Bender, contenitore di proposte artistiche e culturali LGBT in equilibrio alchemico tra impegno ed entertainment; un confronto aperto sul tema del genere e del suo attraversamento. La serata ha inizio con una selezione di cortometraggi realizzati e prodotti da BadHole Video, un collettivo di donne filmaker costituitosi a Torino nel 2001 che - facendo proprio lo slogan “una risata li seppellirà” - produce cortometraggi caustici e ironici sul tema dei diritti delle donne e sulle questioni di genere. A seguire Ever Changing Moods, una selezione di video dell’artista Karin Andersen, opere in cui l’artista tedesca crea un mondo fantastico abitato da creature ibride a metà tra animale e umano, mostri leggeri come sogni che abitano gli spazi della quotidianità come i supermercati o le stazioni della metropolitana. Chiude Let's Queer powered il live concert della OneWomanGuitarBand Lili Refrain, giovane sperimentatrice di suoni romana, che fa tabula rasa del verbo, riducendo l’espressione e il gesto a puro suono e rendendo la voce strumento tra il lirico e il grottesco- e il dj set con dj Kaps musicista transgender, Dj Ladybit front-woman e cantante del gruppo pulp-rock Jolaurlo e Dj Lemp. Arteria, vicolo broglio 1/e, venerdì 6 novembre dalle ore 20.
EVENTI SPECIALI
Giovedì 5 novembre doppio appuntamento all’Ambasciatori (via Orefici, 19) in collaborazione con il supermercato enogastronomico Eataly. Alle ore 20,00 Eataly organizza Nulla è quel che sembra - Cena sorprendente. Nel tempio dove la tradizione la fa da padrone e dove le materie prime vengono servite cosi come nascono, in occasione di Gender Bender tutte le regole vengono sconvolte. Nulla è quello che sembra e tutto cambia genere: carni a forma di pesce, bevande solide e piatti liquidi. Tutto servito in maniera divertente, ma attenta; in maniera informale, ma autorevole. Prenotazioni sul sito www.eataly.it o direttamente all’Ambasciatori (051.0952820).
A seguire, a mezzanotte in punto, proiezione speciale di Toupet de Luxe - Apparizioni en travestì dei grandi comici italiani sul piccolo schermo. Un’antologia mozzafiato dei migliori sketch comici tratta dall’inesauribile repertorio televisivo realizzata appositamente da Enrico Salvatori, autore Rai, per Gender Bender. Una carrellata vorticosa in compagnia di Walter Chiari, ballerina di fila delle Bluebell; delle inchieste sferzanti sulla donna che lavora interpretate da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello; di Paolo Panelli trucccatrice Rai; di Gino Bramieri, casalinga smaliziata in compagnia di Franca Valeri e Mina; dei duetti di Alighiero Noschese, gemella di Bice Valori; di Mamma Aldo Fabrizi Roma; di Vittorio Gassman nei panni di Maria Bellonci e di molto altro ancora. (Ingresso libero con prenotazione obbligatoria al numero: 0510952820)
Il Cassero Gay Lesbian Center realizza da più di venticinque anni progetti dedicati alle differenze di orientamento e identità sessuale. Svolge in Italia un ruolo di primo piano in campo culturale, artistico, politico e sociale con l'obiettivo di promuovere la cultura dei diritti e delle libertà civili delle persone gay, lesbiche e transessuali. Nel 2002 ha ricevuto dal Comune di Bologna una nuova sede all'interno della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale di Bologna.
03
novembre 2009
Gender Bender 2009
Dal 03 al 07 novembre 2009
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
MAMBO – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Vernissage
3 Novembre 2009, ore 18,30
Sito web
www.genderbender.it
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