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Ando Gilardi – Olive & Bulloni
Retrospettiva del singolare lavoro di reportage di Ando Gilardi nell’Italia del dopoguerra, ritratta con un’ottica che la immaginava proiettata in un futuro migliore, un Avvenire (con la A maiuscola) in splendida ascesa. Istantanee di una forza eccezionale. Fotografie in massima parte inedite, mai p
Comunicato stampa
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Retrospettiva del singolare lavoro di reportage di Ando Gilardi nell’Italia del dopoguerra, ritratta con un’ottica che la immaginava proiettata in un futuro migliore, un Avvenire (con la A maiuscola) in splendida ascesa. Istantanee di una forza eccezionale. Fotografie in massima parte inedite, mai pubblicate, ed estranee al trito cliché di un neorealismo strappalacrime.
Per questo fino ad ora ignorate?!
Vi si affacciano donne e bambini: sorrisi per “seppellire” l’arroganza di un potere inesorabile e invadente. Un momento magico e irripetibile, nella storia delle classi lavoratrici. Uno sguardo insolito, sull’Italia della ricostruzione e dell’inizio del boom, da parte di un testimone contemporaneo. Diverso da quanto narrato tramite “Ladri di biciclette” (1948) o “I vitelloni” (1953); diverso dalle atmosfere di “Riso Amaro” (1949) o de “La dolce vita” (1960). Diverso.
In progetto: visite didattiche, per guidare i più giovani alla scoperta di questo periodo della storia italiana, che nei libri scolastici è appena sfiorato, un tempo di ottimismo, di lotta serena per la vita e il progresso, non solo tecnologico ma anche umano. Nella mostra saranno esposte, oltre alle istantanee gilardiane del periodo 1950-1961, pubblicazioni e documenti d’epoca, a partire dal periodico “Lavoro”. Del percorso espositivo fa parte anche una video intervista, curata da Giuliano Grasso, con il racconto diretto – dalla voce di Gilardi – di cosa erano e come nascevano le sue fotoinchieste per “Lavoro” (la rivista della Cgil fondata nel 1948 da Giuseppe Di Vittorio), soprattutto nel periodo della direzione di Gianni Toti (1952-58) e nel contesto di un’esperienza redazionale unica nella storia del giornalismo sindacale. Esperienza condivisa con colleghi tra i quali spiccavano: Lietta Tornabuoni, Franco De Poli, Renato
Guttuso, Ugo Attardi. Con l’avvento della stampa a rotocalco, la fotografia assume un ruolo di primo piano nella veste editoriale del “Lavoro”: istantanee smarginate nelle copertine e utilizzo spregiudicato della fotografia e del collage negli impaginati. I modelli di riferimento erano, in campo internazionale, l’americana “Life” (1936), antesignana del fotogiornalismo, e, in Italia, i maggiori settimanali di massa di allora (avviati o ripresi nel dopoguerra), quali gli antagonisti “Oggi” (1945) e “Tempo” (1946) o “L’Europeo” (1945), con un taglio tuttavia profondamente diverso. La fotografia di Gilardi, lontana dall’immagine costruita ed estetizzante del fotogiornalismo d’oltreoceano, si esprime infatti con i modi originali di una esuberante e personale interpretazione dell’iconografia del lavoro. Testimonianza visiva ma soprattutto umana, tramite segni mnemotecnici – come Gilardi ama ridefinire le istantanee di questo periodo –, di un’Italia profondamente diversa da quella di oggi.
Per questo fino ad ora ignorate?!
Vi si affacciano donne e bambini: sorrisi per “seppellire” l’arroganza di un potere inesorabile e invadente. Un momento magico e irripetibile, nella storia delle classi lavoratrici. Uno sguardo insolito, sull’Italia della ricostruzione e dell’inizio del boom, da parte di un testimone contemporaneo. Diverso da quanto narrato tramite “Ladri di biciclette” (1948) o “I vitelloni” (1953); diverso dalle atmosfere di “Riso Amaro” (1949) o de “La dolce vita” (1960). Diverso.
In progetto: visite didattiche, per guidare i più giovani alla scoperta di questo periodo della storia italiana, che nei libri scolastici è appena sfiorato, un tempo di ottimismo, di lotta serena per la vita e il progresso, non solo tecnologico ma anche umano. Nella mostra saranno esposte, oltre alle istantanee gilardiane del periodo 1950-1961, pubblicazioni e documenti d’epoca, a partire dal periodico “Lavoro”. Del percorso espositivo fa parte anche una video intervista, curata da Giuliano Grasso, con il racconto diretto – dalla voce di Gilardi – di cosa erano e come nascevano le sue fotoinchieste per “Lavoro” (la rivista della Cgil fondata nel 1948 da Giuseppe Di Vittorio), soprattutto nel periodo della direzione di Gianni Toti (1952-58) e nel contesto di un’esperienza redazionale unica nella storia del giornalismo sindacale. Esperienza condivisa con colleghi tra i quali spiccavano: Lietta Tornabuoni, Franco De Poli, Renato
Guttuso, Ugo Attardi. Con l’avvento della stampa a rotocalco, la fotografia assume un ruolo di primo piano nella veste editoriale del “Lavoro”: istantanee smarginate nelle copertine e utilizzo spregiudicato della fotografia e del collage negli impaginati. I modelli di riferimento erano, in campo internazionale, l’americana “Life” (1936), antesignana del fotogiornalismo, e, in Italia, i maggiori settimanali di massa di allora (avviati o ripresi nel dopoguerra), quali gli antagonisti “Oggi” (1945) e “Tempo” (1946) o “L’Europeo” (1945), con un taglio tuttavia profondamente diverso. La fotografia di Gilardi, lontana dall’immagine costruita ed estetizzante del fotogiornalismo d’oltreoceano, si esprime infatti con i modi originali di una esuberante e personale interpretazione dell’iconografia del lavoro. Testimonianza visiva ma soprattutto umana, tramite segni mnemotecnici – come Gilardi ama ridefinire le istantanee di questo periodo –, di un’Italia profondamente diversa da quella di oggi.
11
settembre 2009
Ando Gilardi – Olive & Bulloni
Dall'undici settembre al 25 ottobre 2009
fotografia
serata - evento
arti decorative e industriali
serata - evento
arti decorative e industriali
Location
SPAZIO XYZ
Treviso, Via Inferiore, 31, (Treviso)
Treviso, Via Inferiore, 31, (Treviso)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì 15.00 - 20.00
sabato e domenica 10.00 - 20.00
Su prenotazione, dal martedì al venerdì, sono possibili visite alla mostra anche nel corso della mattinata.
Vernissage
11 Settembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore