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Martino Nicoletti – Bangkok: i sogni di un morto
Una mostra evento reinterpreta, attraverso la formula dell’installazione, un antico rituale di origine cinese connesso con la morte. Una cerimonia ancor oggi praticata in molte parti dell’Asia.
Comunicato stampa
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Il contesto
Una mostra evento reinterpreta, attraverso la formula dell’installazione, un antico rituale di origine cinese connesso con la morte. Una cerimonia ancor oggi praticata in molte parti dell’Asia.
Secondo questa usanza, al momento di celebrare i rituali funerari, i parenti e gli amici del defunto offrono una serie di oggetti. Doni dal carattere simbolico che, gettati nelle fiamme durante l’accensione della pira funebre, si ritiene siano in grado di accompagnare il caro estinto nel lungo e difficile cammino verso l’aldilà e di propiziare una serena vita ultraterrena, colma di felicità e di prosperità.
In concreto, le offerte sono costituite da una serie vastissima di oggetti tridimensionali realizzati in carta e cartone colorato, duplicato fedele o miniaturizzato di quanto il morto aveva desiderato in vita.
Come nel passato, queste offerte hanno lo scopo di rendere più confortevole l’esistenza del defunto una volta raggiunto il mondo ultraterreno e di compensare eventuali mancanze avute in vita. Maggiori saranno le possibilità economiche della famiglia di appartenenza, maggiore dunque lo sfarzo e la quantità dei doni. Maggiori, di conseguenza, le possibilità per il defunto di godersi un agiato destino ultraterreno e di riscattare la sua vita di qui in uno splendido aldilà.
Se nell’antichità queste offerte rituali costituivano la proiezione delle aspettative di un mondo tradizionale semplice e scabro, al giorno d’oggi queste esprimono invece i desideri, spesso frustrati, di un universo sociale asiatico invaso da un materialismo sfrenato quanto mai parossistico. Un materialismo dal quale non si è capaci di disintossicarsi o affrancarsi neppure nell’ora estrema.
Come uno specchio fedele della società orientale contemporanea, questi singolari oggetti rituali portano il segno marcato della cultura consumistica odierna e dei suoi più minuti e ossessivi bisogni. Una società fagocitata da essi al punto tale da non essere più capace di immaginare un aldilà abitato da anime che ne sappiano fare a meno: di defunti che riescano a vivere senza dover tenere in tasca un cellulare di carta eternamente acceso o nel portafoglio una carta di credito simil-Visa effigiata con il volto del re degli inferi. Di morti che siano in grado di sopravvivere senza portare con sé uno spesso carnet d’assegni della Banca del Paradiso, che permetta loro di acquistare lussuose auto di cartone con tanto di autista incorporato o di compiere frenetiche speculazioni edilizie, acquistando o rivendendo, grazie ad ultraleggeri lingotti d’oro, splendide villette in cartoncino ritagliato.
L’esposizione:
Il progetto installativo di Martino Nicoletti, I sogni di un morto propone un viaggio entro questa moderna-arcaica consuetudine, grazie alla presentazione di un vasto numero di autentici oggetti rituali in carta, provenienti dalla comunità cinese di Bangkok.
Una mostra evento in cui il ready-made della religiosità quotidiana asiatico prende vita e artisticità nella creazione di un linguaggio visuale che fonde matericità e filosofia.
Concepita come un vero e proprio immaginario itinerario nell’oltretomba, l’ambiente dell’installazione è articolato in ragione di un silenzioso e solitario cammino destinato a propiziare l’incontro con eloquenti e suggestivi oggetti emblematici. Oggetti che, dal mondo del rito loro dimora originaria, si tramutano ora in artefatti esteticamente potenti.
Un ambiente musicale, costituito dalla rielaborazione elettronica di suoni e temi musicali asiatici, contribuisce a creare una specifica atmosfera rarefatta e sospesa.
L’autore:
Martino Nicoletti (Perugia, 1968), etnologo, fotografo e performer, si occupa da venti anni di antropologia e religioni della regione himalayana, svolgendo numerosi viaggi e missioni di ricerca in Asia meridionale e nel sud-est asiatico nel quadro di progetti di ricerca del Ministero degli Affari Esteri della Cambridge University e dalla University of the West of Scotland. Ha realizzato progetti artistici ed espositivi sia in Italia che all’estero. È autore, inoltre, di volumi scientifici, opere multimediali e libri fotografici in lingua inglese e italiana.
Una mostra evento reinterpreta, attraverso la formula dell’installazione, un antico rituale di origine cinese connesso con la morte. Una cerimonia ancor oggi praticata in molte parti dell’Asia.
Secondo questa usanza, al momento di celebrare i rituali funerari, i parenti e gli amici del defunto offrono una serie di oggetti. Doni dal carattere simbolico che, gettati nelle fiamme durante l’accensione della pira funebre, si ritiene siano in grado di accompagnare il caro estinto nel lungo e difficile cammino verso l’aldilà e di propiziare una serena vita ultraterrena, colma di felicità e di prosperità.
In concreto, le offerte sono costituite da una serie vastissima di oggetti tridimensionali realizzati in carta e cartone colorato, duplicato fedele o miniaturizzato di quanto il morto aveva desiderato in vita.
Come nel passato, queste offerte hanno lo scopo di rendere più confortevole l’esistenza del defunto una volta raggiunto il mondo ultraterreno e di compensare eventuali mancanze avute in vita. Maggiori saranno le possibilità economiche della famiglia di appartenenza, maggiore dunque lo sfarzo e la quantità dei doni. Maggiori, di conseguenza, le possibilità per il defunto di godersi un agiato destino ultraterreno e di riscattare la sua vita di qui in uno splendido aldilà.
Se nell’antichità queste offerte rituali costituivano la proiezione delle aspettative di un mondo tradizionale semplice e scabro, al giorno d’oggi queste esprimono invece i desideri, spesso frustrati, di un universo sociale asiatico invaso da un materialismo sfrenato quanto mai parossistico. Un materialismo dal quale non si è capaci di disintossicarsi o affrancarsi neppure nell’ora estrema.
Come uno specchio fedele della società orientale contemporanea, questi singolari oggetti rituali portano il segno marcato della cultura consumistica odierna e dei suoi più minuti e ossessivi bisogni. Una società fagocitata da essi al punto tale da non essere più capace di immaginare un aldilà abitato da anime che ne sappiano fare a meno: di defunti che riescano a vivere senza dover tenere in tasca un cellulare di carta eternamente acceso o nel portafoglio una carta di credito simil-Visa effigiata con il volto del re degli inferi. Di morti che siano in grado di sopravvivere senza portare con sé uno spesso carnet d’assegni della Banca del Paradiso, che permetta loro di acquistare lussuose auto di cartone con tanto di autista incorporato o di compiere frenetiche speculazioni edilizie, acquistando o rivendendo, grazie ad ultraleggeri lingotti d’oro, splendide villette in cartoncino ritagliato.
L’esposizione:
Il progetto installativo di Martino Nicoletti, I sogni di un morto propone un viaggio entro questa moderna-arcaica consuetudine, grazie alla presentazione di un vasto numero di autentici oggetti rituali in carta, provenienti dalla comunità cinese di Bangkok.
Una mostra evento in cui il ready-made della religiosità quotidiana asiatico prende vita e artisticità nella creazione di un linguaggio visuale che fonde matericità e filosofia.
Concepita come un vero e proprio immaginario itinerario nell’oltretomba, l’ambiente dell’installazione è articolato in ragione di un silenzioso e solitario cammino destinato a propiziare l’incontro con eloquenti e suggestivi oggetti emblematici. Oggetti che, dal mondo del rito loro dimora originaria, si tramutano ora in artefatti esteticamente potenti.
Un ambiente musicale, costituito dalla rielaborazione elettronica di suoni e temi musicali asiatici, contribuisce a creare una specifica atmosfera rarefatta e sospesa.
L’autore:
Martino Nicoletti (Perugia, 1968), etnologo, fotografo e performer, si occupa da venti anni di antropologia e religioni della regione himalayana, svolgendo numerosi viaggi e missioni di ricerca in Asia meridionale e nel sud-est asiatico nel quadro di progetti di ricerca del Ministero degli Affari Esteri della Cambridge University e dalla University of the West of Scotland. Ha realizzato progetti artistici ed espositivi sia in Italia che all’estero. È autore, inoltre, di volumi scientifici, opere multimediali e libri fotografici in lingua inglese e italiana.
10
settembre 2009
Martino Nicoletti – Bangkok: i sogni di un morto
Dal 10 al 13 settembre 2009
arte contemporanea
Location
AREA PRIVATA
Perugia, Via Vermiglioli, 2, (Perugia)
Perugia, Via Vermiglioli, 2, (Perugia)
Orario di apertura
18-21
Vernissage
10 Settembre 2009, ore 18,00
Sito web
www.martinonicoletti.blogspot.com
Autore