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Romano Reviglio
Questa mostra antologica, che raccoglie più di cinquanta opere di Romano Reviglio
(Cherasco, 1928-2008), è la prima retrospettiva dell’artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bra e dal Comune di Bra,
in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Bra S.p.A. e la Fondazione Politeama
Teatro del Piemonte.
Questa mostra antologica, che raccoglie più di cinquanta opere di Romano Reviglio
(Cherasco, 1928-2008), è la prima retrospettiva dell’artista ed è realizzata con il pieno
coinvolgimento della moglie, Sig.ra Mariuccia.
La mostra è ospitata nella splendida cornice di Palazzo Mathis in Bra.
Scrive in catalogo Luca Beatrice:
«Romano Reviglio ha scelto la pittura, “teatro di una rappresentazione di un’immagine terremotata,
colta nel suo passaggio da uno stato d’integrità vitale a uno invece di dissoluzione e romanticamente in
espansione” (Bonito Oliva), traduttrice fedele di un racconto personale, fatto di sinergie tra architetture
barocche e tratti graffianti, forme organiche e sinuosità scultoree. La coerenza del suo segno, circoscrivibile
in un fare arte che fu del Bateau Lavoir dei pionieri della pittura da atelier di fine ottocento, ha saputo
parimenti attingere e derivare gusti e maestrie tutt’altro che locali. Reviglio ha il suo quartier generale, la
sua personale bohème, in provincia, ma scevro da ansie da conquistatore globale e in coscienza di
un’identità che sente propria e mai rinnega, vive lontanamente degli influssi del panorama internazionale
che circumnaviga, senza approdare alle dinamiche mercantili di gallerie e musei. Ariosa e mai capitale,
la sua sete espressiva elude i dettami sistematici, piace perché fondamentalmente eccezione».
A sfogliare oggi - a un anno dalla scomparsa di Romano Reviglio e a consuntivo di una
vita dedicata al suo sogno di pittore - l’opera, scelta in un folto insieme di centinaia e
centinaia di tele tavole e carte, la positiva quanto piacevole sorpresa di carattere estetico
si accompagna allo stupore per una linearità di intenti rara, agevole e chiara.
È la coesione forte tra impulso e realizzazione, tra istinto e mediazione intellettuale, tra
memoria e rarefazione, ragione e motivo, la valenza principe di una proteiforme “messa
in carta” della realtà intima, rinchiusa nell’ambito del suo atelier e intorno protetta dai
fossati ghibellini e dalle mura vittoziane. In senso non del tutto e soltanto metaforico,
attraverso una “stratificazione”: la storia e la cronaca, l’arcaico e la contemporaneità, il
mito e l’immagine quotidiana di una consonanza di casa e di paese, di passi e di pensieri,
di territorio misurabile e di aspirazioni indefinite.
A mezzo tra il diario, il resoconto, il moleskine e l’icona, il pittogramma, l’intrico di segni
e di spazi che vela, per poi distillarla lentamente, l’informazione, la notizia.
Reviglio raduna conoscenze, cercate ed inseguite, e le assorbe come viatico
corroborante, attingendo via via alle prove ed alle esperienze per quello che è diventato
un personale e distinguibile stile. In un viaggio che fonda sulla realtà della natura e della
civiltà, mai affidato all’istinto puro o alle sollecitazioni di una fantasia galoppante, mai
guardando alla retorica, mai crogiolandosi nella maniera. Gradatamente superando
l’estetica sfida che lo coinvolse in un severo e serrato confronto con se stesso.
Gianfranco Schialvino
in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Bra S.p.A. e la Fondazione Politeama
Teatro del Piemonte.
Questa mostra antologica, che raccoglie più di cinquanta opere di Romano Reviglio
(Cherasco, 1928-2008), è la prima retrospettiva dell’artista ed è realizzata con il pieno
coinvolgimento della moglie, Sig.ra Mariuccia.
La mostra è ospitata nella splendida cornice di Palazzo Mathis in Bra.
Scrive in catalogo Luca Beatrice:
«Romano Reviglio ha scelto la pittura, “teatro di una rappresentazione di un’immagine terremotata,
colta nel suo passaggio da uno stato d’integrità vitale a uno invece di dissoluzione e romanticamente in
espansione” (Bonito Oliva), traduttrice fedele di un racconto personale, fatto di sinergie tra architetture
barocche e tratti graffianti, forme organiche e sinuosità scultoree. La coerenza del suo segno, circoscrivibile
in un fare arte che fu del Bateau Lavoir dei pionieri della pittura da atelier di fine ottocento, ha saputo
parimenti attingere e derivare gusti e maestrie tutt’altro che locali. Reviglio ha il suo quartier generale, la
sua personale bohème, in provincia, ma scevro da ansie da conquistatore globale e in coscienza di
un’identità che sente propria e mai rinnega, vive lontanamente degli influssi del panorama internazionale
che circumnaviga, senza approdare alle dinamiche mercantili di gallerie e musei. Ariosa e mai capitale,
la sua sete espressiva elude i dettami sistematici, piace perché fondamentalmente eccezione».
A sfogliare oggi - a un anno dalla scomparsa di Romano Reviglio e a consuntivo di una
vita dedicata al suo sogno di pittore - l’opera, scelta in un folto insieme di centinaia e
centinaia di tele tavole e carte, la positiva quanto piacevole sorpresa di carattere estetico
si accompagna allo stupore per una linearità di intenti rara, agevole e chiara.
È la coesione forte tra impulso e realizzazione, tra istinto e mediazione intellettuale, tra
memoria e rarefazione, ragione e motivo, la valenza principe di una proteiforme “messa
in carta” della realtà intima, rinchiusa nell’ambito del suo atelier e intorno protetta dai
fossati ghibellini e dalle mura vittoziane. In senso non del tutto e soltanto metaforico,
attraverso una “stratificazione”: la storia e la cronaca, l’arcaico e la contemporaneità, il
mito e l’immagine quotidiana di una consonanza di casa e di paese, di passi e di pensieri,
di territorio misurabile e di aspirazioni indefinite.
A mezzo tra il diario, il resoconto, il moleskine e l’icona, il pittogramma, l’intrico di segni
e di spazi che vela, per poi distillarla lentamente, l’informazione, la notizia.
Reviglio raduna conoscenze, cercate ed inseguite, e le assorbe come viatico
corroborante, attingendo via via alle prove ed alle esperienze per quello che è diventato
un personale e distinguibile stile. In un viaggio che fonda sulla realtà della natura e della
civiltà, mai affidato all’istinto puro o alle sollecitazioni di una fantasia galoppante, mai
guardando alla retorica, mai crogiolandosi nella maniera. Gradatamente superando
l’estetica sfida che lo coinvolse in un severo e serrato confronto con se stesso.
Gianfranco Schialvino
08
settembre 2009
Romano Reviglio
Dall'otto settembre al 31 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO MATHIS
Bra, Piazza Caduti Della Libertà, 20, (Cuneo)
Bra, Piazza Caduti Della Libertà, 20, (Cuneo)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 16,30 - 19,30; sabato e domenica ore 10,00 - 19,30
nei giorni 18, 19, 20, 26 e 27 settembre: dalle ore 10,00 alle 22,00
Vernissage
8 Settembre 2009, ore 18,30
Autore
Curatore