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Rocco Triventi – Black Ink Comedy
Mostra personale
Comunicato stampa
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Il regista giapponese Takeshi Kitano dice di se stesso: “Non sono il migliore in alcuna delle cose che faccio, ma nessuno è migliore di me nel farne così tante”. Questa definizione potrebbe essere venuta fuori dalla bocca di Rocco Triventi, la poliedricità infatti è probabilmente la qualità principale di questo ultra-adolescente (come lui ama definirsi) che nella vita si è cimentato in qualsiasi campo artistico ottenendo sempre buoni risultati di critica e pubblico. Fumettista, pittore, fotografo, regista, scrittore, scultore, poeta, musicista-cantautore, grafico, dj, inventore di cruciverba, aforismi, giochi di parole, giochi di società… Rocco Triventi, conosciuto anche come "Trivo", nasce a Foggia nel 1977. Il suo ultimo cd autoprodotto “Emoterapia”, uscito nel settembre 2008, è stato definito da più di 25 critici musicali un capolavoro di genialità e follia.
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Questa prima personale vuole dare spazio al suo estro vorticoso, a tratti tormentato, con l’inserimento tra le sue opere anche di una favola molto particolare.
Intervista all’artista ROCCO TRIVENTI
A cura di ELEONORA ZACCARIA
1) Qual è il significato di Black Ink Comedy?
Quando dovevo dare un titolo alla mostra ho pensato che non avevo un vero filo conduttore,
ma indubbiamente qualcosa legava tutti i miei scarabocchi batticuoranti.
In primis l'inchiostro nero (Black Ink), e in secundis gli argomenti di cui volevo parlare,
che ricordano quelli del genere cinematografico della "commedia nera" (Black Comedy), dove si alternano temi drammatici a toni più leggeri che sfiorano il surreale.
2) Cosa ti ha spinto verso l'arte?
Dovresti chiedere all'Arte cosa ha spinto lei verso di me, quando poteva scegliere di meglio
in giro!
Non lo so... veramente. Ho un rapporto di odio-amore con l'arte.
Ho iniziato da piccolo a disegnare ed era l'unica cosa che mi faceva stare bene.
Poi sono scappato via da Lei (l'Arte)... ma la furbastra si è camuffata, mi ha raggirato e nel corso degli anni
è venuta sempre a cercarmi sotto altre forme (scrittura, musica, fotografia, cinema...).
Ora disegno quando sto per scoppiare... prendo la matita una volta ogni due-tre anni... e si vede!
3) Che importanza hanno il nero e i colori forti nei tuoi disegni?
Per fare l'artistoide fanfarone che si dà un po' di arie potrei dirti che il nero simboleggia l'oscurità, ambiguità, segretezza, e ciò che non si conosce... ma per me è solo il colore più scuro e l'inchiostro più comune da trovare.
Voi occidentali avete sempre questa idea negativa del nero: nero = morte, tragedia, sciagura... ma ad esempio nelle tribù Masai e in Tanzania, il nero è associato alle nuvole che portano la pioggia, diventando un simbolo di vita e prosperità!
Per quanto riguarda i colori forti, me lo dicono tutti, ma io non li ho mai visti forti.
Per me quelli sono i colori.
Sono gli altri pittori che usano colori deboli.
4) Ti piacciono i giochi di parole. Che ruolo hanno?
E' colpa della noia. Da un certo punta di vista amo questo stato mentale, perché quando mi annoio nella mia testa spuntano queste cose. Quando le dico o le scrivo è solo un altro modo di tirare fuori quello che ho dentro.
Ho sempre giocato con le lettere e le parole, ma non sono un genio, penso che tutti facciano pensieri simili... No?!
5) Sei anche un musicista. C’è un legame tra la tua musica e le tue opere?
Si, a volte le due cose s’incrociano e si pestano i piedi a vicenda.
Ad esempio ho un'idea carina e non so se sia meglio farne un disegno o una canzone... o un film.
E' un bel caos ma con una brava colf riuscirò ad ordinare tutto dentro di me. Almeno lo spero.
6) Il tuo vissuto personale influenza la tua arte?
Certo, sono un tipo abbastanza paranoico, ecco perché i miei disegni sono così brutti!
7) Il messaggio che si può rintracciare nelle tue opere.
Ben Okri, uno scrittore africano dice: "La nostra qualità più autentica è la capacità di creare, di superare, di sopportare, di trasformare, di amare e di essere più grandi della nostra sofferenza."
Ecco, mi rispecchia molto questa frase.
Se non avessi avuto questi nebulosi pseudo-talenti, probabilmente mi sarei perso dietro tante sciocchezze e sarei sprofondato negli inferi grazie alle mie debolezze.
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Questa prima personale vuole dare spazio al suo estro vorticoso, a tratti tormentato, con l’inserimento tra le sue opere anche di una favola molto particolare.
Intervista all’artista ROCCO TRIVENTI
A cura di ELEONORA ZACCARIA
1) Qual è il significato di Black Ink Comedy?
Quando dovevo dare un titolo alla mostra ho pensato che non avevo un vero filo conduttore,
ma indubbiamente qualcosa legava tutti i miei scarabocchi batticuoranti.
In primis l'inchiostro nero (Black Ink), e in secundis gli argomenti di cui volevo parlare,
che ricordano quelli del genere cinematografico della "commedia nera" (Black Comedy), dove si alternano temi drammatici a toni più leggeri che sfiorano il surreale.
2) Cosa ti ha spinto verso l'arte?
Dovresti chiedere all'Arte cosa ha spinto lei verso di me, quando poteva scegliere di meglio
in giro!
Non lo so... veramente. Ho un rapporto di odio-amore con l'arte.
Ho iniziato da piccolo a disegnare ed era l'unica cosa che mi faceva stare bene.
Poi sono scappato via da Lei (l'Arte)... ma la furbastra si è camuffata, mi ha raggirato e nel corso degli anni
è venuta sempre a cercarmi sotto altre forme (scrittura, musica, fotografia, cinema...).
Ora disegno quando sto per scoppiare... prendo la matita una volta ogni due-tre anni... e si vede!
3) Che importanza hanno il nero e i colori forti nei tuoi disegni?
Per fare l'artistoide fanfarone che si dà un po' di arie potrei dirti che il nero simboleggia l'oscurità, ambiguità, segretezza, e ciò che non si conosce... ma per me è solo il colore più scuro e l'inchiostro più comune da trovare.
Voi occidentali avete sempre questa idea negativa del nero: nero = morte, tragedia, sciagura... ma ad esempio nelle tribù Masai e in Tanzania, il nero è associato alle nuvole che portano la pioggia, diventando un simbolo di vita e prosperità!
Per quanto riguarda i colori forti, me lo dicono tutti, ma io non li ho mai visti forti.
Per me quelli sono i colori.
Sono gli altri pittori che usano colori deboli.
4) Ti piacciono i giochi di parole. Che ruolo hanno?
E' colpa della noia. Da un certo punta di vista amo questo stato mentale, perché quando mi annoio nella mia testa spuntano queste cose. Quando le dico o le scrivo è solo un altro modo di tirare fuori quello che ho dentro.
Ho sempre giocato con le lettere e le parole, ma non sono un genio, penso che tutti facciano pensieri simili... No?!
5) Sei anche un musicista. C’è un legame tra la tua musica e le tue opere?
Si, a volte le due cose s’incrociano e si pestano i piedi a vicenda.
Ad esempio ho un'idea carina e non so se sia meglio farne un disegno o una canzone... o un film.
E' un bel caos ma con una brava colf riuscirò ad ordinare tutto dentro di me. Almeno lo spero.
6) Il tuo vissuto personale influenza la tua arte?
Certo, sono un tipo abbastanza paranoico, ecco perché i miei disegni sono così brutti!
7) Il messaggio che si può rintracciare nelle tue opere.
Ben Okri, uno scrittore africano dice: "La nostra qualità più autentica è la capacità di creare, di superare, di sopportare, di trasformare, di amare e di essere più grandi della nostra sofferenza."
Ecco, mi rispecchia molto questa frase.
Se non avessi avuto questi nebulosi pseudo-talenti, probabilmente mi sarei perso dietro tante sciocchezze e sarei sprofondato negli inferi grazie alle mie debolezze.
31
agosto 2009
Rocco Triventi – Black Ink Comedy
Dal 31 agosto al 06 settembre 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO DE TROIA
Lucera, Piazza Nocelli, 6, (Foggia)
Lucera, Piazza Nocelli, 6, (Foggia)
Orario di apertura
orari di visita giornalieri delle 19.00 alle 23.00.
Vernissage
31 Agosto 2009, ore 20
Autore
Curatore