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Varlin – Per un ritratto
Scritti, carte, dipinti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
...Un pittore colto Varlin nell'interna esplorazione dell'immagine, da un lascito aristocraticamente
impressionista all'espressionismo, fino a raggiungere quel fondo della vita più oscuro, grigio,
“folle, stralunato e demente”.
Un artista colto ed estremo nel bruciare le categorie storiografiche, i codici intellettuali. La
pittura diventa forza, energia, anche atto deformante del grigio, di una perduta raffinatezza,
dissoluzione linguistica, fino a quel punto di rovesciamento, di gesto sprezzante e umano (così suo)
che è il salto dall'arte alla vita...
Questa mostra dedicata al grande artista svizzero Willy Guggenheim, in arte Varlin (Zurigo 1900 –
Bondo 1977), nata anche per l'occasione della pubblicazione del libro La cenere e il niente: Scritti
di Giovanni Testori per Varlin (collana Atelier, diretta da Stefano Crespi, edizioni Le Lettere,
Firenze), propone attraverso i documenti fotografici, gli scritti, le carte e gli straordinari dipinti una
“retrospettiva” sulla vita e sull'opera di Varlin: la famiglia Guggenheim e l'infanzia del piccolo
Willy a Zurigo; l'apprendistato come litografo, presto interrotto per dare avvio alla formazione di
grafico presso la Kunstgewerbeschule di San Gallo; gli studi d'arte (un breve periodo a Berlino e
poi Parigi, dove rimane per un decennio); il ritorno in patria, a Zurigo e i frequenti viaggi e
soggiorni (Italia, Inghilterra, Scozia, Francia, Spagna, Marocco, New York); i primi importanti
riconoscimenti: assieme a Otto Tschumi e Robert Müller, Varlin rappresenta la Svizzera alla
Biennale di Venezia del 1960/61, nello stesso anno vince il Guggenheim Internescional Award e il
Kunsthaus di Zurigo gli dedica una retrospettiva; è invitato ad esporre nel 1964 all'Esposizione
Nazionale di Losanna; grandi personalità come Friedrich Dürrenmatt, Max Frisch, Giovanni
Testori, ecc., si interessano alla sua opera e gli dedicano importanti scritti; gli anni ultimi di Varlin a
Bondo, assieme alla moglie Franca Giovanoli, originaria della Val Bregaglia, e la loro figlia
Patrizia: determinante di quel periodo è, oltre alle frequenti visite di amici e di personalità di vario
genere come Dürrenmatt, Frisch, Loetcher, Cartier-Bresson, Giacometti (che incontra
occasionalmente a Stampa), l'amicizia e la frequentazione con il drammaturgo, scrittore e pittore
italiano Giovanni Testori, che avrà una lettura innovativa sull'opera di Varlin, accostandolo, in un
memorabile scritto a lui dedicato, a Bacon e Giacometti, definendoli “...la triade o trinità dei veri,
grandi protagonisti in figura della generazione che, qui, in Europa, è nata nel primo decennio del
secolo. Col vantaggio, per chi ami i viaggi in terre poco battute, che il nostro Varlin resta ancor tutto
da scoprire; magari da rivoltare, certissimamente da rivelare. ...”.
impressionista all'espressionismo, fino a raggiungere quel fondo della vita più oscuro, grigio,
“folle, stralunato e demente”.
Un artista colto ed estremo nel bruciare le categorie storiografiche, i codici intellettuali. La
pittura diventa forza, energia, anche atto deformante del grigio, di una perduta raffinatezza,
dissoluzione linguistica, fino a quel punto di rovesciamento, di gesto sprezzante e umano (così suo)
che è il salto dall'arte alla vita...
Questa mostra dedicata al grande artista svizzero Willy Guggenheim, in arte Varlin (Zurigo 1900 –
Bondo 1977), nata anche per l'occasione della pubblicazione del libro La cenere e il niente: Scritti
di Giovanni Testori per Varlin (collana Atelier, diretta da Stefano Crespi, edizioni Le Lettere,
Firenze), propone attraverso i documenti fotografici, gli scritti, le carte e gli straordinari dipinti una
“retrospettiva” sulla vita e sull'opera di Varlin: la famiglia Guggenheim e l'infanzia del piccolo
Willy a Zurigo; l'apprendistato come litografo, presto interrotto per dare avvio alla formazione di
grafico presso la Kunstgewerbeschule di San Gallo; gli studi d'arte (un breve periodo a Berlino e
poi Parigi, dove rimane per un decennio); il ritorno in patria, a Zurigo e i frequenti viaggi e
soggiorni (Italia, Inghilterra, Scozia, Francia, Spagna, Marocco, New York); i primi importanti
riconoscimenti: assieme a Otto Tschumi e Robert Müller, Varlin rappresenta la Svizzera alla
Biennale di Venezia del 1960/61, nello stesso anno vince il Guggenheim Internescional Award e il
Kunsthaus di Zurigo gli dedica una retrospettiva; è invitato ad esporre nel 1964 all'Esposizione
Nazionale di Losanna; grandi personalità come Friedrich Dürrenmatt, Max Frisch, Giovanni
Testori, ecc., si interessano alla sua opera e gli dedicano importanti scritti; gli anni ultimi di Varlin a
Bondo, assieme alla moglie Franca Giovanoli, originaria della Val Bregaglia, e la loro figlia
Patrizia: determinante di quel periodo è, oltre alle frequenti visite di amici e di personalità di vario
genere come Dürrenmatt, Frisch, Loetcher, Cartier-Bresson, Giacometti (che incontra
occasionalmente a Stampa), l'amicizia e la frequentazione con il drammaturgo, scrittore e pittore
italiano Giovanni Testori, che avrà una lettura innovativa sull'opera di Varlin, accostandolo, in un
memorabile scritto a lui dedicato, a Bacon e Giacometti, definendoli “...la triade o trinità dei veri,
grandi protagonisti in figura della generazione che, qui, in Europa, è nata nel primo decennio del
secolo. Col vantaggio, per chi ami i viaggi in terre poco battute, che il nostro Varlin resta ancor tutto
da scoprire; magari da rivoltare, certissimamente da rivelare. ...”.
14
novembre 2009
Varlin – Per un ritratto
Dal 14 novembre 2009 al 31 gennaio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO CASA CAVALIER PELLANDA
Biasca, Via Lucomagno, 14, (Riviera)
Biasca, Via Lucomagno, 14, (Riviera)
Biglietti
Fr. 7.-
Ridotto: Fr. 4.-
Fino a 16 anni: ingresso libero
Orario di apertura
mercoledì, sabato, domenica e festivi ore 14-18, venerdì ore 16-19, chiuso 25-26 dicembre e 1 gennaio
Vernissage
14 Novembre 2009, ore 18
Autore
Curatore