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Liana Taurini Barbato – Silenzi
La mostra presenta un compendio di opere dell’artista, palermitana di adozione, realizzate per questa specifica occasione ponendo in evidenza l’autenticità dei contenuti di questo suo nuovo e moderno aspetto di affrontare la pittura e più in generale la figura
Comunicato stampa
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La mostra presenta un compendio di opere dell’artista, palermitana di adozione, realizzate per questa specifica occasione ponendo in evidenza l’autenticità dei contenuti di questo suo nuovo e moderno aspetto di affrontare la pittura e più in generale la figura. Scrive Vinny Scorsone che presenta l’artista in catalogo: “(…) nei lavori realizzati per questa mostra, ha lasciato che il colore la conducesse in luoghi lontani dalla realtà assordante, dalle scene di vita ancorate ad una sicura collocazione temporale. Si è lasciata trasportare in territori più intimi fatti di velature e sensazioni in cui il tempo, così come lo conosciamo noi, fatto di date, di ore e di minuti, non ha più ragione d’essere. La densa materia si è alleggerita e il corpo si è modificato. Incamerata e ripetuta più e più volte la lezione pittorica del secolo appena trascorso la Barbato ha sentito, in questi ultimi anni, la necessità di rinnovare il suo stile, la sua tavolozza.
Nei suoi ultimi lavori le mani perfette si sono ammorbidite e affusolate, i corpi sono divenuti ora malleabili ora rigidi, il colore ha perso la sua “densità” e la sua “pesantezza” e si è fatto nebbia, la luce ha smesso di colpire e tagliare ed ora si adagia lieve su tutto.
Sebbene, difatti, l’impianto classico-novecentista di Ubaldo Oppi, Francesco Trombadori, Achille Funi e tanti altri riecheggi ancora nelle sue tele, da questo l’artista si discosta notevolmente nel momento in cui affronta la definizione dei volumi e lo svilupparsi dei corpi. Proprio, infatti, come Lia Pasqualino Noto, e insieme a lei, negli anni Trenta, tantissimi altri artisti, la Barbato cerca una pittura meno vincolata dal rigore, più fluida e morbida percorsa non dal sole violento del rinnovamento che tutto accende (come accadeva per l’artista siciliana) bensì dal chiarore, dalla fredda e soffusa luce della luna che tutto accarezza. I suoi dipinti sono più indefiniti, meno severi di un tempo. I colori, seppur pastosi, appaiono più leggeri. (…)”
Nei suoi ultimi lavori le mani perfette si sono ammorbidite e affusolate, i corpi sono divenuti ora malleabili ora rigidi, il colore ha perso la sua “densità” e la sua “pesantezza” e si è fatto nebbia, la luce ha smesso di colpire e tagliare ed ora si adagia lieve su tutto.
Sebbene, difatti, l’impianto classico-novecentista di Ubaldo Oppi, Francesco Trombadori, Achille Funi e tanti altri riecheggi ancora nelle sue tele, da questo l’artista si discosta notevolmente nel momento in cui affronta la definizione dei volumi e lo svilupparsi dei corpi. Proprio, infatti, come Lia Pasqualino Noto, e insieme a lei, negli anni Trenta, tantissimi altri artisti, la Barbato cerca una pittura meno vincolata dal rigore, più fluida e morbida percorsa non dal sole violento del rinnovamento che tutto accende (come accadeva per l’artista siciliana) bensì dal chiarore, dalla fredda e soffusa luce della luna che tutto accarezza. I suoi dipinti sono più indefiniti, meno severi di un tempo. I colori, seppur pastosi, appaiono più leggeri. (…)”
04
settembre 2009
Liana Taurini Barbato – Silenzi
Dal 04 al 19 settembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO 71
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Orario di apertura
da lunedì a sabato dalle 17.00 alle 20.00
Vernissage
4 Settembre 2009, ore 18.00
Autore
Curatore