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Bovarchè IX edizione – Alter Vua
Per l’edizione 2009 sono stati invitati tredici artisti di diversa età e formazione, a confrontarsi con il borgo e con un tema: la notte. Da questo il nome dell’edizione, Alter Vua: Vua è il termine che in grecanico significa Bova, mentre l’alterità è quella fisica e percettiva che suggerisce il luogo e l’oscurità della notte.
Comunicato stampa
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Bova, a circa 800 mt di altezza, nel cuore dell’Aspromonte e dell’area grecanica della Calabria è un luogo dal fascino inatteso. Una porta dimensionale con la storia e le tradizioni più autentiche. Da qui si può ammirare dall’alto, lo Stretto di Messina, l’Etna e la rocca di Pentedattilo. In questa incantevole cornice, la manifestazione Bovarchè, da nove edizioni, porta le sperimentazioni dell’arte contemporanea a vivere tra le pietre della storia, creando una dimensione di suggestivo contrasto.
Per l’edizione 2009, che si svolgerà dal 9 agosto al 6 settembre, sono stati invitati tredici artisti di diversa età e formazione, a confrontarsi con il borgo e con un tema: la notte. Da questo il nome dell’edizione, Alter Vua: Vua è il termine che in grecanico significa Bova, mentre l’alterità è quella fisica e percettiva che suggerisce il luogo e l’oscurità della notte.
Alter Vua è una grande mostra all’aperto che contamina l’intero paese, per lo più attraverso interventi site specific, cioè opere e installazioni pensati e realizzati appositamente per il luogo che li ospita. Infatti, utilizzando linguaggi differenti (installazione, fotografia, pittura, performance, video arte), gli artisti si sono incastrati nei vicoli stretti del borgo, tra le pietre delle case, oppure nelle piazzette dai panorami mozzafiato o nell’austerità di un palazzo.
Bovarchè – Alter Vua è un’esperienza totale che innesca suggestioni ancestrali attraverso fascinazioni contemporanee, la risultante di uno spazio che, riletto tramite le dinamiche innescate dalla produzione artistica si rinnova. Un altrove dove la percezione del mondo e la conoscenza del sé si riconfigurano, un’alterità in cui perdersi per ritrovarsi, cambiati e arricchiti da una nuova e diversa prospettiva.
Le Opere
Di Flavio Favelli una piccola e preziosa incisione di Bova sulla quale l’artista interviene con smalto nero e rossi di fuoco; l’incisione originaria risale al 1703 e fa parte dell’opera “Il Regno di Napoli in prospettiva” di Gian Battista Pacichelli. Francesco Scialò con l’installazione Sogni d’oro, sospesa all’interno della Chiesa sconsacrata dello Spirito Santo, fa riflettere sull’infanzia, sulla famiglia, sulla solitudine dell’uomo/ bambino che si perde nell’oscurità di una notte. Nel lavoro di Marco Bernacchia, Infinite Loop Of Deth, il rumore della scarica elettrica, provocata dalla morte di un insetto, viene usato per produrre una colonna; la macchina diviene così oggetto di morte e di sublimazione insieme. Nel video di Angelo Sarleti, Vouyer x 4 (Daniela), proiettato su una delle facciate delle case del borgo, nel buio della notte una vecchia donna seminuda viene osservata in quattro momenti differenti attraverso una finestra, ed è come entrare dentro la cara vecchia Calabria, salda e forte di tradizioni secolari, decadente nei suoi contorni di superficie opaca espugnabile. L'installazione di Giuliana Laportella crea lo spazio di una camera oscura, dove la proiezione dell'immagine fotografica riproduce il suo rivelarsi attraverso i passaggi chimici: il rapporto tra buio e luce diventano rappresentazione di una veduta urbana che gioca nella relazione notturna tra artificio e natura. Margherita Crocco, con la serie fotografica Paradoxalvision - 9 stampe di 80 x 80 installate anch’esse negli spazi esterni di Palazzo Mesiani - svela la “fase paradossale”, ossia il momento in cui il sogno si rivela nei primi attimi del risveglio attraverso immagini prive di ogni definizione spazio-temporale. Intensa l’installazione sonora di Maria Vittoria Perrelli, Sola voce che, collocata nel campanile della cattedrale restituisce il suono alla campana, afona ormai da decenni, con l’aria “Lascia ch’io pianga”, tratta dal repertorio di Farinelli (1705-1782), che rimanda al periodo nel quale alle donne era impedito cantare dentro le Chiese. Il Vecchio Acquedotto sulla suggestiva salita che porta al Castello, ospita la video installazione di Paolo Albanese & Paolo Genoese, [bb77], che restituisce il rumore dell’acqua allo spazio: pareti e soffitti, piani e superfici, interstizi nascosti e vuoti evidenti, ma anche accessori casuali e decontestualizzati, come cuscini e fogli di plexiglas, contribuiscono alla creazione del piccolo abitacolo interattivo. L’installazione In Dreams di Gianfranco Scafidi prende corpo in una dimensione temporale sospesa negli spazi esterni di Palazzo Mesiani, riflettendo e facendo riflettere sull’intimo e quasi ancestrale rapporto che lega il territorio di Bova alle condizioni soggettive che accompagnano la notte.
Dentro le sale di Palazzo Mediani si trovano le tele di Mauro Laruffa, dove ogni forma di vita, umana, animale, vegetale, si assembla sotto forma di componenti chimiche stratificate e reali, che si spargano come polvere di stelle su una superficie piana, gravitando dal cielo alla terra senza mai fermarsi. Infine sempre all’interno del Palazzo si colloca la Sezione Sperimentale, con tre giovanissimi artisti di Reggio Calabria, Davide Scialò, Pietro Plutino e Giuseppe Plutino, alla loro prima esperienza espositiva.
Per l’edizione 2009, che si svolgerà dal 9 agosto al 6 settembre, sono stati invitati tredici artisti di diversa età e formazione, a confrontarsi con il borgo e con un tema: la notte. Da questo il nome dell’edizione, Alter Vua: Vua è il termine che in grecanico significa Bova, mentre l’alterità è quella fisica e percettiva che suggerisce il luogo e l’oscurità della notte.
Alter Vua è una grande mostra all’aperto che contamina l’intero paese, per lo più attraverso interventi site specific, cioè opere e installazioni pensati e realizzati appositamente per il luogo che li ospita. Infatti, utilizzando linguaggi differenti (installazione, fotografia, pittura, performance, video arte), gli artisti si sono incastrati nei vicoli stretti del borgo, tra le pietre delle case, oppure nelle piazzette dai panorami mozzafiato o nell’austerità di un palazzo.
Bovarchè – Alter Vua è un’esperienza totale che innesca suggestioni ancestrali attraverso fascinazioni contemporanee, la risultante di uno spazio che, riletto tramite le dinamiche innescate dalla produzione artistica si rinnova. Un altrove dove la percezione del mondo e la conoscenza del sé si riconfigurano, un’alterità in cui perdersi per ritrovarsi, cambiati e arricchiti da una nuova e diversa prospettiva.
Le Opere
Di Flavio Favelli una piccola e preziosa incisione di Bova sulla quale l’artista interviene con smalto nero e rossi di fuoco; l’incisione originaria risale al 1703 e fa parte dell’opera “Il Regno di Napoli in prospettiva” di Gian Battista Pacichelli. Francesco Scialò con l’installazione Sogni d’oro, sospesa all’interno della Chiesa sconsacrata dello Spirito Santo, fa riflettere sull’infanzia, sulla famiglia, sulla solitudine dell’uomo/ bambino che si perde nell’oscurità di una notte. Nel lavoro di Marco Bernacchia, Infinite Loop Of Deth, il rumore della scarica elettrica, provocata dalla morte di un insetto, viene usato per produrre una colonna; la macchina diviene così oggetto di morte e di sublimazione insieme. Nel video di Angelo Sarleti, Vouyer x 4 (Daniela), proiettato su una delle facciate delle case del borgo, nel buio della notte una vecchia donna seminuda viene osservata in quattro momenti differenti attraverso una finestra, ed è come entrare dentro la cara vecchia Calabria, salda e forte di tradizioni secolari, decadente nei suoi contorni di superficie opaca espugnabile. L'installazione di Giuliana Laportella crea lo spazio di una camera oscura, dove la proiezione dell'immagine fotografica riproduce il suo rivelarsi attraverso i passaggi chimici: il rapporto tra buio e luce diventano rappresentazione di una veduta urbana che gioca nella relazione notturna tra artificio e natura. Margherita Crocco, con la serie fotografica Paradoxalvision - 9 stampe di 80 x 80 installate anch’esse negli spazi esterni di Palazzo Mesiani - svela la “fase paradossale”, ossia il momento in cui il sogno si rivela nei primi attimi del risveglio attraverso immagini prive di ogni definizione spazio-temporale. Intensa l’installazione sonora di Maria Vittoria Perrelli, Sola voce che, collocata nel campanile della cattedrale restituisce il suono alla campana, afona ormai da decenni, con l’aria “Lascia ch’io pianga”, tratta dal repertorio di Farinelli (1705-1782), che rimanda al periodo nel quale alle donne era impedito cantare dentro le Chiese. Il Vecchio Acquedotto sulla suggestiva salita che porta al Castello, ospita la video installazione di Paolo Albanese & Paolo Genoese, [bb77], che restituisce il rumore dell’acqua allo spazio: pareti e soffitti, piani e superfici, interstizi nascosti e vuoti evidenti, ma anche accessori casuali e decontestualizzati, come cuscini e fogli di plexiglas, contribuiscono alla creazione del piccolo abitacolo interattivo. L’installazione In Dreams di Gianfranco Scafidi prende corpo in una dimensione temporale sospesa negli spazi esterni di Palazzo Mesiani, riflettendo e facendo riflettere sull’intimo e quasi ancestrale rapporto che lega il territorio di Bova alle condizioni soggettive che accompagnano la notte.
Dentro le sale di Palazzo Mediani si trovano le tele di Mauro Laruffa, dove ogni forma di vita, umana, animale, vegetale, si assembla sotto forma di componenti chimiche stratificate e reali, che si spargano come polvere di stelle su una superficie piana, gravitando dal cielo alla terra senza mai fermarsi. Infine sempre all’interno del Palazzo si colloca la Sezione Sperimentale, con tre giovanissimi artisti di Reggio Calabria, Davide Scialò, Pietro Plutino e Giuseppe Plutino, alla loro prima esperienza espositiva.
09
agosto 2009
Bovarchè IX edizione – Alter Vua
Dal 09 agosto al 06 settembre 2009
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Bova
Bova, (Reggio Di Calabria)
Bova, (Reggio Di Calabria)
Vernissage
9 Agosto 2009, ore 19.30
Sito web
www.bovarche.com
Autore