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Orodè – Il talentino
Inaugurazione mosaico parietale in Piazza Crocioni
Comunicato stampa
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“Da sempre mi piace disegnare, dipingere, creare con le mani le cose che ho dentro”. Orodè è un ragazzo (si può dire di un trentacinquenne?), gli studi filosofici abbandonati a mezzo per inseguire il suo sogno, le radici nella Puglia profonda, in un Salento povero e quasi privo di cultura.
Orodè, dagli avi contadini, Orodè, alto, capelli “castano spettinato”, scuro di pelle come molti delle sue parti, Orodè ha dentro una scintilla che sprizza fuori, brillante, sottile eppure decisa, pronta a parlare il linguaggio dell’arte a chi vuole ascoltarla.
Che hai fatto finora in questo campo? Chiedo. E lui: “Ho un buon curriculum di mostre, personali e collettive, una ventina” - e dice con pudore, ma non sa nascondere una punta di fierezza - ho anche venduto diverse opere…”.
Ma si vede che quello che conta per lui è esprimersi. Infatti: “Sono un espressionista, un gestuale, e un mosaicista, ma non nel senso comune del termine, insomma, ritaglio a mano la ceramica e compongo figure”.
Allora, sei un figurativo? “No, non fraintendermi, sono un romantico, ma esprimo questo mio lato solo con la ceramica, non con la pittura”.
Come sei arrivato a conoscere Artcevia? “Così. Un giorno ho incontrato Massimo Nicotra, che organizza tutta ’sta baraonda e ho capito che qui c’è qualcosa di nuovo da dire in campo artistico, almeno per noi artisti giovani e un po’ bohemienne. E poi, mi sento a casa”.
Qual è l’opera che presenti al Festival dell’Arte di Arcevia? “Guarda, adesso sto terminando, nel centro del paese, un’opera in ceramica che ho iniziato nell’edizione dello scorso anno, una figura femminile molto bella, seduta, inscritta nel vano di una porta. È davvero bella, sono abbastanza soddisfatto di come sta venendo fuori”.
Interessante la tecnica di Orodè, i suoi mosaici sono esplosioni di colore che ti emozionano per tutte queste ceramiche policrome… Dimmi, dove trovi i tuoi materiali? “Semplice, scelgo le formelle colorate in negozi specializzati o direttamente nelle fabbriche. Se ne trovano di splendide, dai colori incredibili. Poi le taglio e le compongo secondo un disegno che c’è già, nella mia testa”.
È nato a Sava, un paesotto in provincia di Taranto, Orodè, ma da cinque anni vive a Lecce, crocevia di culture, capitale del Barocco - di quello splendido - insieme con la sua compagna Loredana.
Cosa ti aspetti dalla vita? “Mi aspetto di continuare a lavorare così. Voglio dare qualcosa anche al mio Salento contadino e senza cultura. Voglio che la mia terra un giorno sia fiera di me. Lo so, sembra retorico ma non lo è, ci credo sul serio”.
Quando parli con Orodè hai la piacevole sensazione che la vita è una cosa che riserva sempre delle sorprese. Infine, gli domando una previsione circa il suo futuro. E lui: “Me la sto giocando”. Testuale. Giuro.
Orodè, dagli avi contadini, Orodè, alto, capelli “castano spettinato”, scuro di pelle come molti delle sue parti, Orodè ha dentro una scintilla che sprizza fuori, brillante, sottile eppure decisa, pronta a parlare il linguaggio dell’arte a chi vuole ascoltarla.
Che hai fatto finora in questo campo? Chiedo. E lui: “Ho un buon curriculum di mostre, personali e collettive, una ventina” - e dice con pudore, ma non sa nascondere una punta di fierezza - ho anche venduto diverse opere…”.
Ma si vede che quello che conta per lui è esprimersi. Infatti: “Sono un espressionista, un gestuale, e un mosaicista, ma non nel senso comune del termine, insomma, ritaglio a mano la ceramica e compongo figure”.
Allora, sei un figurativo? “No, non fraintendermi, sono un romantico, ma esprimo questo mio lato solo con la ceramica, non con la pittura”.
Come sei arrivato a conoscere Artcevia? “Così. Un giorno ho incontrato Massimo Nicotra, che organizza tutta ’sta baraonda e ho capito che qui c’è qualcosa di nuovo da dire in campo artistico, almeno per noi artisti giovani e un po’ bohemienne. E poi, mi sento a casa”.
Qual è l’opera che presenti al Festival dell’Arte di Arcevia? “Guarda, adesso sto terminando, nel centro del paese, un’opera in ceramica che ho iniziato nell’edizione dello scorso anno, una figura femminile molto bella, seduta, inscritta nel vano di una porta. È davvero bella, sono abbastanza soddisfatto di come sta venendo fuori”.
Interessante la tecnica di Orodè, i suoi mosaici sono esplosioni di colore che ti emozionano per tutte queste ceramiche policrome… Dimmi, dove trovi i tuoi materiali? “Semplice, scelgo le formelle colorate in negozi specializzati o direttamente nelle fabbriche. Se ne trovano di splendide, dai colori incredibili. Poi le taglio e le compongo secondo un disegno che c’è già, nella mia testa”.
È nato a Sava, un paesotto in provincia di Taranto, Orodè, ma da cinque anni vive a Lecce, crocevia di culture, capitale del Barocco - di quello splendido - insieme con la sua compagna Loredana.
Cosa ti aspetti dalla vita? “Mi aspetto di continuare a lavorare così. Voglio dare qualcosa anche al mio Salento contadino e senza cultura. Voglio che la mia terra un giorno sia fiera di me. Lo so, sembra retorico ma non lo è, ci credo sul serio”.
Quando parli con Orodè hai la piacevole sensazione che la vita è una cosa che riserva sempre delle sorprese. Infine, gli domando una previsione circa il suo futuro. E lui: “Me la sto giocando”. Testuale. Giuro.
18
luglio 2009
Orodè – Il talentino
18 luglio 2009
arte contemporanea
Location
PIAZZA CROCIONI
Arcevia, piazza crocioni, (Ancona)
Arcevia, piazza crocioni, (Ancona)
Vernissage
18 Luglio 2009, ore 24
Sito web
www.fragmentart.it
Autore
Curatore