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Alberto Zorzi – Gioielli, argenti, disegni 1973-2009
In mostra le opere donate al Museo degli Argenti dall’argentiere fiorentino Gianfranco Pampaloni suo collezionista: sono collane e bracciali eseguiti tra il 1977 e il 1981, come le serie de La città e Opera aperta, creazioni preziose quelle dell’artista padovano in costante ricerca e indagine estetica che riesce a fondere insieme materiali e pietre preziose rendendole delle vere e proprie sculture di design da indossare e da usare quotidianamente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal prossimo 29 luglio il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti ospita un’esposizione antologica dell’artista e maestro di oreficeria contemporanea Alberto Zorzi.
La mostra ripercorre analiticamente un trentennio di attività dell’artista, dal 1973 al 2009, mettendo in luce l’assidua ricerca applicata da Zorzi nella creazione dei gioielli e degli argenti, che lo ha reso famoso in Italia e nel mondo. Diverse sue opere sono entrate a far parte delle collezioni del Museè des Arts Dècoratifs Palais du Louvre a Parigi, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Museum of Applied Arts and Contemporary Art di Vienna, della Pinakothek der Moderne Kunst di Monaco, del Museum of Art and Design di New York, del Museum of Fine Arts di Montreal, del Museum fur Kunsthandwerk di Francoforte, dello Schmuckmuseum di Pfhorzheim, del Landesmuseum Joanneum di Graz, del Museum of Applied Arts di Lipsia e di Sydney, solo per citarne alcuni.
Opere significative di Zorzi erano già presenti nella collezione del gioiello d'autore contemporaneo che il Museo degli Argenti ha costituito ed esposto a partire dal 2006: una collana con pendente dal titolo Opera Aperta del 1999 in oro e quarzo rutilato, una sorta di microcosmo plastico; due straordinari anelli uno del 2000 e l'altro del 2005 in oro e rubini sintetici e alcune collane e bracciali estremamente aerei e mobili, vibranti, in argento del periodo tra il 1977 e il 1982.
In mostra potremmo ammirare opere che rappresentano diversi cicli del percorso creativo di Zorzi, in un susseguirsi consequenziale di concetti ideativi e progettuali, accompagnati da una continua ricerca sul procedimento operativo da applicare e reinventare, in rapporto "ad un'inesauribile inventiva tradotta in tecniche raffinatissime che ogni volta, in ogni opera, reinterpreta e ripropone il rapporto del metallo e delle pietre con la forma nello spazio: e non solo lo spazio per così dire assoluto e astratto della vetrina, ma lo spazio di quella volumetria speciale, sempre uguale e diversa, che è il corpo umano" (Cristina Acidini).
Come scrive Ornella Casazza potremmo definire questi gioielli "sculture da indossare", o "segni plastici" come lucidamente li definisce Crispolti, che nel suo pregevole saggio in catalogo afferma che nell'opera di Zorzi: "l'inventiva plastica risulta interamente introiettata nella pratica orafa", al punto che " l'invenzione strutturale si apre alla disponibilità delle suggestioni espressive materiche".
Anche Antonio Paolucci, che presenta Zorzi con un intenso testo in catalogo, ne parla come di un artista orafo che attraverso "la sapienza, pratica la bellezza e ce la consegna con la ‘semplicità’ e la ‘facilità’ che sono, a ben guardare il supremo raggiungimento dello stile".
Attraverso la mostra si potrà conoscere anche l'attività svolta dall'artista tra Firenze ed Arezzo, sia sotto il profilo didattico, avendo insegnato per quindici anni all'Università degli Studi di Firenze storia delle tecniche artistiche e progettazione del gioiello, sia per l’attività creativa. Quest’ultima, espressa ad Arezzo nella collezione Oro d'Autore e nella realizzazione di gioielli pensati come multipli a tiratura limitata, eseguiti da note ditte aretine come l'Uno A Erre, la Cesari & Rinaldi, la Koala Preziosi etc., lucidamente presentata da Giuliano Centrodi nel suo testo in catalogo.
E' un evento unico, che ci permette inoltre di ammirare per la prima volta in Italia, una collezione di ampio respiro dedicata da Zorzi all'oggetto d'uso quotidiano, all'argenteria, reinventata e ripensata per determinare una nuova concezione dell'utensile per la casa, per un vivere emozionante e riflessivo.
Grazie alle conoscenze tecniche di forte tradizione fiorentina e alle immense competenze esecutive che i fratelli Gianfranco e Francesco Pampaloni hanno messo a disposizione dell'artista si possono osservare delle meravigliose sculture per la casa, che offrono anche una funzione reale, concreta, utile. Per trasformare la quotidianità in un momento di gioia del vivere, come un passaggio dove il pensiero delle cose a noi più care trovi ancora uno spazio nella frenetica, convulsa e caotica vita contemporanea.
Infine una serie di disegni, studi preparatori, eloquenti di una ricerca in divenire, eseguiti lungo l'intero corso della carriera dell'artista accompagnano l'esposizione.
La mostra ripercorre analiticamente un trentennio di attività dell’artista, dal 1973 al 2009, mettendo in luce l’assidua ricerca applicata da Zorzi nella creazione dei gioielli e degli argenti, che lo ha reso famoso in Italia e nel mondo. Diverse sue opere sono entrate a far parte delle collezioni del Museè des Arts Dècoratifs Palais du Louvre a Parigi, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Museum of Applied Arts and Contemporary Art di Vienna, della Pinakothek der Moderne Kunst di Monaco, del Museum of Art and Design di New York, del Museum of Fine Arts di Montreal, del Museum fur Kunsthandwerk di Francoforte, dello Schmuckmuseum di Pfhorzheim, del Landesmuseum Joanneum di Graz, del Museum of Applied Arts di Lipsia e di Sydney, solo per citarne alcuni.
Opere significative di Zorzi erano già presenti nella collezione del gioiello d'autore contemporaneo che il Museo degli Argenti ha costituito ed esposto a partire dal 2006: una collana con pendente dal titolo Opera Aperta del 1999 in oro e quarzo rutilato, una sorta di microcosmo plastico; due straordinari anelli uno del 2000 e l'altro del 2005 in oro e rubini sintetici e alcune collane e bracciali estremamente aerei e mobili, vibranti, in argento del periodo tra il 1977 e il 1982.
In mostra potremmo ammirare opere che rappresentano diversi cicli del percorso creativo di Zorzi, in un susseguirsi consequenziale di concetti ideativi e progettuali, accompagnati da una continua ricerca sul procedimento operativo da applicare e reinventare, in rapporto "ad un'inesauribile inventiva tradotta in tecniche raffinatissime che ogni volta, in ogni opera, reinterpreta e ripropone il rapporto del metallo e delle pietre con la forma nello spazio: e non solo lo spazio per così dire assoluto e astratto della vetrina, ma lo spazio di quella volumetria speciale, sempre uguale e diversa, che è il corpo umano" (Cristina Acidini).
Come scrive Ornella Casazza potremmo definire questi gioielli "sculture da indossare", o "segni plastici" come lucidamente li definisce Crispolti, che nel suo pregevole saggio in catalogo afferma che nell'opera di Zorzi: "l'inventiva plastica risulta interamente introiettata nella pratica orafa", al punto che " l'invenzione strutturale si apre alla disponibilità delle suggestioni espressive materiche".
Anche Antonio Paolucci, che presenta Zorzi con un intenso testo in catalogo, ne parla come di un artista orafo che attraverso "la sapienza, pratica la bellezza e ce la consegna con la ‘semplicità’ e la ‘facilità’ che sono, a ben guardare il supremo raggiungimento dello stile".
Attraverso la mostra si potrà conoscere anche l'attività svolta dall'artista tra Firenze ed Arezzo, sia sotto il profilo didattico, avendo insegnato per quindici anni all'Università degli Studi di Firenze storia delle tecniche artistiche e progettazione del gioiello, sia per l’attività creativa. Quest’ultima, espressa ad Arezzo nella collezione Oro d'Autore e nella realizzazione di gioielli pensati come multipli a tiratura limitata, eseguiti da note ditte aretine come l'Uno A Erre, la Cesari & Rinaldi, la Koala Preziosi etc., lucidamente presentata da Giuliano Centrodi nel suo testo in catalogo.
E' un evento unico, che ci permette inoltre di ammirare per la prima volta in Italia, una collezione di ampio respiro dedicata da Zorzi all'oggetto d'uso quotidiano, all'argenteria, reinventata e ripensata per determinare una nuova concezione dell'utensile per la casa, per un vivere emozionante e riflessivo.
Grazie alle conoscenze tecniche di forte tradizione fiorentina e alle immense competenze esecutive che i fratelli Gianfranco e Francesco Pampaloni hanno messo a disposizione dell'artista si possono osservare delle meravigliose sculture per la casa, che offrono anche una funzione reale, concreta, utile. Per trasformare la quotidianità in un momento di gioia del vivere, come un passaggio dove il pensiero delle cose a noi più care trovi ancora uno spazio nella frenetica, convulsa e caotica vita contemporanea.
Infine una serie di disegni, studi preparatori, eloquenti di una ricerca in divenire, eseguiti lungo l'intero corso della carriera dell'artista accompagnano l'esposizione.
28
luglio 2009
Alberto Zorzi – Gioielli, argenti, disegni 1973-2009
Dal 28 luglio al primo novembre 2009
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
PALAZZO PITTI – MUSEO DEGLI ARGENTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
Intero € 10.00 (comprensivo dell’ingresso al Museo degli Argenti, al Giardino di Boboli, al Giardino Bardini e alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti) Ridotto € 5.00 per i cittadini dell’Unione Europea tra i 18 ed i 25 anni Gratuito per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni Dal 12 ottobre il prezzo sarà € 7,00 l’intero e € 3,50 il ridotto.
Orario di apertura
lunedì–domenica
8.15–18.50 nei mesi di luglio, agosto
8.15–18.30 nei mesi di settembre, ottobre 8.15-16.30 nel mese di novembre
Chiusura: primo e ultimo lunedì del mese. La biglietteria chiude un’ora prima del Museo
Vernissage
28 Luglio 2009, ore 18
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Autore
Curatore