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Mario Spada – Gomorra on set
Il sesto capitolo, quello che al cinema non si è visto, quello che fonde il film nella realtà. “Gomorra on set” non è solo una mostra di fotografie. Gli scatti di Mario Spada sono l’anello mancante tra il romanzo di Roberto Saviano e la pellicola di Matteo Garrone: sono la visione che ha accompagnato lo scrittore e il regista nella terra desolata che assedia Napoli e la Campania.
Comunicato stampa
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Gomorra on set è una mostra prodotta dal PAN| Palazzo delle Arti Napoli, a cura di Tiziana Faraoni e Marina Vergiani, che si inscrive nella linea di programmazione “Documentazione e Linguaggi del contemporaneo”, e si realizza insieme alla pubblicazione dell’omonimo volume, edito da POSTCART.
Il sesto capitolo, quello che al cinema non si è visto, quello che fonde il film nella realtà. “Gomorra on set” non è solo una mostra di fotografie. Gli scatti di Mario Spada sono l’anello mancante tra il romanzo di Roberto Saviano e la pellicola di Matteo Garrone: sono la visione che ha accompagnato lo scrittore e il regista nella terra desolata che assedia Napoli e la Campania. Per questo il percorso costruito nelle quattro sale del PAN| Palazzo Arti di Napoli, dal 23 luglio al 24 settembre compone una sesta storia, che si intreccia con i cinque episodi raccontati nel film che ha vinto il Grand Prix a Cannes e ha fatto discutere in tutto il mondo.
Toni Servillo che traffica rifiuti tossici, Gianfelice Imparato nella parte di Don Ciro “il Sottomarino” che distribuisce i soldi del clan, il tredicenne Totò che si fa strada nei ranghi del clan, Salvatore Cantalupo nella favola triste del sarto Pasquale, Marco Macor e Ciro Petrone che sparano sul fiume, tutti loro qui si confondono, come il set che pare sprofondare nei campi marci di diossina e nello squallore insanguinato di Scampia.
Nella mostra curata da Marina Vergiani e Tiziana Faraoni, photoeditor de “L’espresso”, le 65 foto mettono a nudo la forza di Gomorra: non c’è distinzione tra scena e realtà, tra romanzo e vita. Negli scatti di Mario Spada, 38enne fotografo napoletano autore di reportage premiati a livello internazionale, la distanza si annulla: nei volti degli artisti, nella fusione con i luoghi si materializza la “Ground zero del cinema di mafia” - come ha scritto il “New Yorker” - che cancella ogni retorica e ogni compiacimento per le figure criminali.
Per Roberto Saviano l’opera del suo vecchio compagno di incursioni nei Vicoli e nelle Vele appare come una rivoluzione: «Nessuna divisione tra il bene e male, bello e brutto, buono e cattivo, nessuno spazio per le dicotomie care al mondo occidentale».
E l’allestimento progettato da Daniele Zendroni alterna il colore alla profondità del bianco e nero. Quelle tonalità senza compromessi che hanno spinto Angelo Turetta, il maestro italiano della fotografia di scena, a evocare Goya «Anni fa alla proiezione di Mario Spada mi apparvero le “pitture nere” di Goya: denti di cani rabbiosi, volti di uomini deformati dal male, punti di vista esasperati, violentemente schizzavano dal fotogramma che non riusciva a contenerli. Mario mi lasciò senza fiato, era tutto quello che nella mia eterna insicura ricerca visiva cercavo da tempo: “L’essenza iconografica del Male”».
«Essenza – continua Turetta – che appare anche nelle sue foto scattate durante la lavorazione del bellissimo film: un altro sguardo, un altro occhio che legga la scena e la sua realizzazione traducendole soggettivamente nel proprio personale linguaggio fotografico. In alcune sue foto la violenza è domata dall’estetica, dalla grazia della composizione che parla un elegante dialetto napoletano: sicuro, intelligente, a volte furbo, raffinato».
Mario Spada il rapporto con la faccia peggiore della sua città è stato costretto a viverlo sin dall'infanzia. In una delle frasi che accompagnano la galleria di Gomorra on set ricorda: «Il mio primo omicidio l’ho visto che avevo 13 anni. Carmine fu ammazzato con quattro colpi di pistola». Ma il suo lavoro è un atto d’amore per Napoli. E diventa una denuncia contro il silenzio e gli interessi superiori che l’hanno trasformata nella periferia del Male: «Gomorra vista da nord è un buco nero», recita l’intervento di Gianluca Di Feo, caporedattore de “L’espresso”: «Comodo, pratico, conveniente. Perché dentro un buco nero ci
puoi buttare di tutto: puoi infilarci quello che il nord non vuole più vedere, non vuole più mangiare e soprattutto non vuole più respirare».
Il progetto è sostenuto e promosso dall’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nicola Oddati e prodotto da Pierreci.
Il 24 settembre 2009, a conclusione della mostra, sarà presentato il libro Gomorra on set, alla presenza degli autori dei saggi che accompagnano le immagini di Spada.
Il volume Gomorra on set è una pubblicazione POSTCART Edizioni Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Fotografie Mario Spada
Coordinamento editoriale Tiziana Faraoni
Progetto grafico Daniele Zendroni
Testi Roberto Saviano Gianluca Di Feo Angelo Turetta
Traduzioni Valentina Quintano
Partner culturale Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Mario Spada, 38 anni, è un fotografo free lance.
Dal 1996 lavora a un progetto visivo su Napoli, la sua città. Collabora con molti magazine italiani e stranieri. Le sue foto sui pitbull da combattimento hanno ricevuto diversi premi e la sua inchiesta sui tifosi è stata proiettata al Festival del giornalismo di Perpignan. Gomorra on set è il suo primo libro
Il sesto capitolo, quello che al cinema non si è visto, quello che fonde il film nella realtà. “Gomorra on set” non è solo una mostra di fotografie. Gli scatti di Mario Spada sono l’anello mancante tra il romanzo di Roberto Saviano e la pellicola di Matteo Garrone: sono la visione che ha accompagnato lo scrittore e il regista nella terra desolata che assedia Napoli e la Campania. Per questo il percorso costruito nelle quattro sale del PAN| Palazzo Arti di Napoli, dal 23 luglio al 24 settembre compone una sesta storia, che si intreccia con i cinque episodi raccontati nel film che ha vinto il Grand Prix a Cannes e ha fatto discutere in tutto il mondo.
Toni Servillo che traffica rifiuti tossici, Gianfelice Imparato nella parte di Don Ciro “il Sottomarino” che distribuisce i soldi del clan, il tredicenne Totò che si fa strada nei ranghi del clan, Salvatore Cantalupo nella favola triste del sarto Pasquale, Marco Macor e Ciro Petrone che sparano sul fiume, tutti loro qui si confondono, come il set che pare sprofondare nei campi marci di diossina e nello squallore insanguinato di Scampia.
Nella mostra curata da Marina Vergiani e Tiziana Faraoni, photoeditor de “L’espresso”, le 65 foto mettono a nudo la forza di Gomorra: non c’è distinzione tra scena e realtà, tra romanzo e vita. Negli scatti di Mario Spada, 38enne fotografo napoletano autore di reportage premiati a livello internazionale, la distanza si annulla: nei volti degli artisti, nella fusione con i luoghi si materializza la “Ground zero del cinema di mafia” - come ha scritto il “New Yorker” - che cancella ogni retorica e ogni compiacimento per le figure criminali.
Per Roberto Saviano l’opera del suo vecchio compagno di incursioni nei Vicoli e nelle Vele appare come una rivoluzione: «Nessuna divisione tra il bene e male, bello e brutto, buono e cattivo, nessuno spazio per le dicotomie care al mondo occidentale».
E l’allestimento progettato da Daniele Zendroni alterna il colore alla profondità del bianco e nero. Quelle tonalità senza compromessi che hanno spinto Angelo Turetta, il maestro italiano della fotografia di scena, a evocare Goya «Anni fa alla proiezione di Mario Spada mi apparvero le “pitture nere” di Goya: denti di cani rabbiosi, volti di uomini deformati dal male, punti di vista esasperati, violentemente schizzavano dal fotogramma che non riusciva a contenerli. Mario mi lasciò senza fiato, era tutto quello che nella mia eterna insicura ricerca visiva cercavo da tempo: “L’essenza iconografica del Male”».
«Essenza – continua Turetta – che appare anche nelle sue foto scattate durante la lavorazione del bellissimo film: un altro sguardo, un altro occhio che legga la scena e la sua realizzazione traducendole soggettivamente nel proprio personale linguaggio fotografico. In alcune sue foto la violenza è domata dall’estetica, dalla grazia della composizione che parla un elegante dialetto napoletano: sicuro, intelligente, a volte furbo, raffinato».
Mario Spada il rapporto con la faccia peggiore della sua città è stato costretto a viverlo sin dall'infanzia. In una delle frasi che accompagnano la galleria di Gomorra on set ricorda: «Il mio primo omicidio l’ho visto che avevo 13 anni. Carmine fu ammazzato con quattro colpi di pistola». Ma il suo lavoro è un atto d’amore per Napoli. E diventa una denuncia contro il silenzio e gli interessi superiori che l’hanno trasformata nella periferia del Male: «Gomorra vista da nord è un buco nero», recita l’intervento di Gianluca Di Feo, caporedattore de “L’espresso”: «Comodo, pratico, conveniente. Perché dentro un buco nero ci
puoi buttare di tutto: puoi infilarci quello che il nord non vuole più vedere, non vuole più mangiare e soprattutto non vuole più respirare».
Il progetto è sostenuto e promosso dall’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nicola Oddati e prodotto da Pierreci.
Il 24 settembre 2009, a conclusione della mostra, sarà presentato il libro Gomorra on set, alla presenza degli autori dei saggi che accompagnano le immagini di Spada.
Il volume Gomorra on set è una pubblicazione POSTCART Edizioni Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Fotografie Mario Spada
Coordinamento editoriale Tiziana Faraoni
Progetto grafico Daniele Zendroni
Testi Roberto Saviano Gianluca Di Feo Angelo Turetta
Traduzioni Valentina Quintano
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Mario Spada, 38 anni, è un fotografo free lance.
Dal 1996 lavora a un progetto visivo su Napoli, la sua città. Collabora con molti magazine italiani e stranieri. Le sue foto sui pitbull da combattimento hanno ricevuto diversi premi e la sua inchiesta sui tifosi è stata proiettata al Festival del giornalismo di Perpignan. Gomorra on set è il suo primo libro
23
luglio 2009
Mario Spada – Gomorra on set
Dal 23 luglio al 24 settembre 2009
fotografia
Location
PAN – PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, 60, (Napoli)
Orario di apertura
feriali: 9.30 > 19.30 | festivi: 9.30 > 14.00 |chiuso il martedì
Vernissage
23 Luglio 2009, ore 20
Autore
Curatore