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Maria Bruni – desìderi|desidèri
Maria Bruni ricrea e registra visioni e paesaggi del desiderio. Installazioni, opere fotografiche ed un libro d’artista compongono l’articolato mosaico di visioni intorno al tema rivelando, secondo molteplici letture percettive e riflessive, l’orizzonte aperto in cui si genera l’atto di desiderare, dalla sua espressione diretta ed istantanea alla fedeltà con cui si costruisce e si realizza nel tempo.
Comunicato stampa
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Maria Bruni ricrea e registra visioni e paesaggi del desiderio. Installazioni, opere fotografiche ed un libro d’artista compongono l’articolato mosaico di visioni intorno al tema rivelando, secondo molteplici letture percettive e riflessive, l’orizzonte aperto in cui si genera l’atto di desiderare, dalla sua espressione diretta ed istantanea alla fedeltà con cui si costruisce e si realizza nel tempo.
L’artista si accosta liberamente e senza dogmi all’idea del desiderio. In una serie di paesaggi fotografici ricostruisce mondi visionari che paiono archetipi della simbologia del desiderio. Attraverso oggetti quotidiani ed elementi comuni appartenenti all’immaginario collettivo e recuperati dalle tradizioni popolari, Maria Bruni evoca la leggerezza e l’intensità che accompagna ogni scelta nella formulazione di un sogno, restituendo a quel momento l’apice emotivo e creativo delle proprie ambizioni. In Seven out of ten una serie di soffioni già “consumati” sono distesi uno accanto all’altro, quasi legenda dei desideri realizzabili, esempio balistico, luogo dell’allineamento democratico del desiderio in cui si azzerano tempi e modi e si accetta la danza in balia del caso.
Il cuore della mostra è la coltivazione del desiderio. Nel parco della concept room l’artista installa una serra all’interno della quale trapianta tarassaci (i comuni soffioni) e dove si reca quotidianamente nell’arco dell’estate; attenzione e cura costante contribuiscono a nutrire la terra e, insieme alla musica diffusa nella serra, accompagnare i fiori nella loro crescita.
Accanto ed insieme all’espressione immediata, Maria Bruni sceglie di indagare uno dei desideri concreti più comuni: la casa. Quattro immagini di interni compongono una serie di fotografie a cui corrispondono le trascrizioni di quattro interviste ai relativi proprietari o architetti. Nelle stanze del desiderio l’attesa, nucleo centrale del processo che conduce alla realizzazione, si materializza nel vuoto degli interni, i tagli d’inquadratura e le scelte prospettiche mantengono alta l’aspettativa e sollevano curiosità sul loro seguito.
Apre e racchiude la mostra, e le sue variazioni sul tema, un’installazione presentata nello spazio interno della concept room: una scatola nera contiene una stampa fotografica, un carillon a manovella che suona la stessa musica che ha accompagnato la coltivazione dei tarassaci, “Lacmé” di Léo Delibes, ed un libro d’artista, in trentun copie. Ogni copia è resa unica dagli interventi dell’artista che appunta disegni, pensieri, testi di canzoni che invocano e richiamano il desiderio senza mai afferrarlo o definirlo. Pagina dopo pagina affiorano, tra le coordinate di un immaginario collettivo, le increspature individuali in cui rimane possibile infilare le proprie proiezioni.
francesca solero
L’artista si accosta liberamente e senza dogmi all’idea del desiderio. In una serie di paesaggi fotografici ricostruisce mondi visionari che paiono archetipi della simbologia del desiderio. Attraverso oggetti quotidiani ed elementi comuni appartenenti all’immaginario collettivo e recuperati dalle tradizioni popolari, Maria Bruni evoca la leggerezza e l’intensità che accompagna ogni scelta nella formulazione di un sogno, restituendo a quel momento l’apice emotivo e creativo delle proprie ambizioni. In Seven out of ten una serie di soffioni già “consumati” sono distesi uno accanto all’altro, quasi legenda dei desideri realizzabili, esempio balistico, luogo dell’allineamento democratico del desiderio in cui si azzerano tempi e modi e si accetta la danza in balia del caso.
Il cuore della mostra è la coltivazione del desiderio. Nel parco della concept room l’artista installa una serra all’interno della quale trapianta tarassaci (i comuni soffioni) e dove si reca quotidianamente nell’arco dell’estate; attenzione e cura costante contribuiscono a nutrire la terra e, insieme alla musica diffusa nella serra, accompagnare i fiori nella loro crescita.
Accanto ed insieme all’espressione immediata, Maria Bruni sceglie di indagare uno dei desideri concreti più comuni: la casa. Quattro immagini di interni compongono una serie di fotografie a cui corrispondono le trascrizioni di quattro interviste ai relativi proprietari o architetti. Nelle stanze del desiderio l’attesa, nucleo centrale del processo che conduce alla realizzazione, si materializza nel vuoto degli interni, i tagli d’inquadratura e le scelte prospettiche mantengono alta l’aspettativa e sollevano curiosità sul loro seguito.
Apre e racchiude la mostra, e le sue variazioni sul tema, un’installazione presentata nello spazio interno della concept room: una scatola nera contiene una stampa fotografica, un carillon a manovella che suona la stessa musica che ha accompagnato la coltivazione dei tarassaci, “Lacmé” di Léo Delibes, ed un libro d’artista, in trentun copie. Ogni copia è resa unica dagli interventi dell’artista che appunta disegni, pensieri, testi di canzoni che invocano e richiamano il desiderio senza mai afferrarlo o definirlo. Pagina dopo pagina affiorano, tra le coordinate di un immaginario collettivo, le increspature individuali in cui rimane possibile infilare le proprie proiezioni.
francesca solero
25
settembre 2009
Maria Bruni – desìderi|desidèri
Dal 25 settembre al 28 novembre 2009
arte contemporanea
Location
41 ARTECONTEMPORANEA
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato su appuntamento
Vernissage
25 Settembre 2009, dalle ore 18 alle 21 e il 26 settembre 2009 dalle ore 11 alle 19
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