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Laura Marcucci Cambellotti – Il Miracolo dei Fili di Lana
Il Museo Archeologico Lavinium di Pomezia ospita il secondo capitolo de “Il Miracolo dei Fili di Lana”, una delle mostre di maggiore successo della stagione espositiva romana 2009, un outsider arrivato tra i primi al traguardo nella sorpresa generale. La magia di questa piccola rassegna va ricercata nello straordinario appeal della sua protagonista : la novantasettenne Laura Marcucci Cambellotti, la Rita Levi Montalcini dell’arte italiana.
Comunicato stampa
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Il Museo Archeologico Lavinium di Pomezia ospita il secondo capitolo de “Il Miracolo dei Fili di Lana”, una delle mostre di maggiore successo della stagione espositiva romana 2009, un outsider arrivato tra i primi al traguardo nella sorpresa generale. La magia di questa piccola rassegna va ricercata nello straordinario appeal della sua protagonista : la novantasettenne Laura Marcucci Cambellotti, la Rita Levi Montalcini dell’arte italiana. Figlia di Alessandro Marcucci, nipote di Giacomo Balla, nuora e discepola di Duilio Cambellotti, Laura Marcucci Cambellotti è passata con disinvoltura dalla pittura all’arredo, dai gioielli all’illustrazione, dalla ceramica ai costumi. Il suo contributo più originale consiste però nella produzione della particolare tipologia di arazzi realizzati ad ago che sono appunto oggetto della mostra curata da Romina Impera in collaborazione con Francesco Tetro e Maria Luisa Bruto. L’allestimento ideato dall’Archivio Cambellotti e dal Museo Lavinium punta ad evidenziare la forte sintonia delle figure femminili nate dall’immaginazione dell’artista con le antiche statue che sono il vanto del museo: gli ex voto muliebri lasciati dai fedeli nel Santuario di Minerva a Pratica di Mare tra V e III sec a.c. e, soprattutto, la splendida Minerva Tritonia in terracotta policroma, scoperta alla fine degli anni Settanta nel deposito votivo del tempio. Un confronto serrato e suggestivo “posto sotto la protezione di Minerva – spiega divertita Maria Luisa Bruto, direttrice del Lavinium – che non fu solo dea della Guerra e della Sapienza, ma anche inventrice dell’artigianato tessile, un’attività tipicamente femminile che Laura Marcucci Cambellotti ha trasformato in linguaggio d’arte”
Laura Marcucci Cambellotti è l’emblema vivente della capacità delle donne di ideare un linguaggio alto ed originale, spesso nell’ambito di quelle arti ingiustamente definite minori.
Alla produzione di arazzi Laura, classe 1912, approda a metà degli anni ’70 a causa di una malattia agli occhi che le lascia una percezione visiva distorta. Costretta ad abbandonare la pittura, l’artista elabora una tecnica del tutto originale che le consente di continuare a “dipingere” usando ago e filati al posto di pennello e pigmenti. I manufatti esposti in mostra vengono infatti definiti “arazzi” del tutto impropriamente giacché essi in realtà sono un esempio di pittura praticata su tessuto con gli strumenti del cucito e del ricamo.
La tecnica dei quadri ad ago, nata come ingegnoso stratagemma per aggirare una drammatica menomazione fisica, è diventata, negli anni, il punto d’arrivo della ricerca dell’artista, che, a novantasette anni suonati, trascorre ancora otto ore al giorno al cavalletto, nel silenzio di una casa-atelier in cui non hanno trovato posto né una radio né una televisione, rumorose distrazioni per le quali Laura sostiene di non avere tempo. “Se avessi la possibilità di rinascere nella stagione più felice della mia vita – spiega con aria convinta – sceglierei questa: l’età che mi consente di dedicarmi all’arte in maniera assoluta. Certo, ci sono gli acciacchi, ma è un prezzo che è valsa la pena pagare.”
In mostra sarà presentata una selezione di venti dei trecento lavori ad ago eseguiti in trent’anni: qualche paesaggio e figure femminili, fiabesche creature senza volto avvolte in abiti multicolore dalle fogge fantastiche. L’arte di Laura Marcucci Cambellotti è sempre stata così: tutta declinata al femminile. Anche da ragazza, talentuosa pittrice con la passione del ritratto, dipingeva soprattutto donne: “perché gli uomini non sono decorativi. In vita mia ne ho ritratti solo due: un amico di famiglia, per via dei suoi meravigliosi capelli d’argento e degli occhi blu, e mio padre, Alessandro Marcucci. Sarebbe stato di un uomo anche il ritratto che non sono mai riuscita a realizzare, quello di mio suocero, Duilio Cambellotti”
Alessandro Marcucci e Duilio Cambellotti sono gli uomini speciali che bisogna evocare per comprendere appieno la figura di Laura Marcucci Cambellotti. Il talento di Laura - che è anche nipote di Giacomo Balla – si è infatti formato in un ambiente di entusiasmante fermento artistico e culturale. Il padre, artista e pedagogo, è quell’Alessandro Marcucci che, con Sibilla Aleramo, Duilio Cambellotti e Giovanni Cena, promuove la commovente esperienza delle Scuole per i contadini dell’Agro Pontino. Marcucci è un convinto sostenitore delle nuove teorie che collocano l’arte alla base del sistema educativo, considerandola strumento fondamentale di crescita individuale e sociale. L’arte chiamata a irrompere nella vita non può naturalmente essere elitaria: bisogna abbandonare tecniche complesse e materiali preziosi e rivalutare al massimo le arti decorative e applicate, vere protagoniste di una sognata rivoluzione del gusto. Laura assorbe tutto questo. In seno alla famiglia sviluppa manualità e creatività torrentizie ed aggiornate e non sorprende scoprire nelle prove di ricamo infantili motivi di chiara ascendenza Secessione. La sua prima formazione si compie, all’insegna di un anticonformismo cosmopolita, al Crandon, la severa scuola americana di Via Savoia, dove si studiano anche due lingue, musica, pittura e dove le ragazzine fanno tanto sport, tennis compreso. Poi passa al Liceo Artistico di Via Ripetta e all’Accademia di Belle Arti. Dopo il diploma, si getta a capofitto nel sogno della pittura, approfittando delle numerose occasioni espositive che la politica culturale del regime procura. Ancora oggi racconta con stupore del gran numero di partecipazioni femminili alle esposizioni di base e della rinuncia alla carriera artistica quando capisce che l’invisibilità delle artiste donne nelle manifestazioni più ufficiali ed importanti è un dato non imputabile al livello qualitativo delle loro opere. Si sposa nel ’38 con Adriano Cambellotti, primogenito di Duilio, amatissimo amico di famiglia e, per Laura, venerato maestro d’arte e di vita. Per la giovane donna educata all’autonomia il matrimonio segna l’ingresso nel mondo del lavoro. Progetta manifesti pubblicitari di ascendenza futurista, elabora complementi d’arredo, ceramiche, scenografie e figurini per il teatro. I tessuti per la casa e l’abbigliamento realizzati per Myricae di Teresa Massetti e per Lavori Artigiani di Miranda Grimaldi Riccetti sono una pagina importante della storia dell’artigianato artistico e della moda del ‘900 romano. Negli anni ’50-‘60, la troviamo a Cinecittà, impegnata a disegnare gioielli e costumi destinati ai grandi Kolossal in costume: Ben Hur, Il Tormento e l’estasi e persino la Cleopatra con Elisabeth Taylor,.
Museum of Archaeology Lavinium in Pomezia hosts the second part of The Miracle of the Wool Threads one of the most successful exhibitions of 2009 summer season. In spite of arriving last, this exhibition carved a good name due to Laura Marcucci Cambellotti’s peculiar art works it features: 97-year-old Cambellotti, the Rita Levi Montalcini of Italian art. Daughter of Alessandro Marcucci, Giacomo Balla’s niece, daughter-in-law and disciple of Duilio Cambellotti, Laura Marcucci Cambellotti made her way with great ease from painting to art design, jewellery to illustrations, pottery to costumes. Her most original contribution consists in the realization of a particular type of tapestry created with needles which are precisely the object of the exhibition edited by Romina Impera in collaboration with Francesco Tetro and Maria Luisa Bruto. The preparation, conceived by Cambellotti Archives and Lavinium museum, aims to emphasise the great harmony of the feminine figures sprouted by the imagination of the artist, with the antique statues which are the pride of the museum: The ex voto muliebri left by the worshipers in the Sanctuary of Minerva in Pratica di Mare between the 5th and 3rd century B.C., especially the splendid Minerva Tritonia in polychrome earthenware discovered at the end of the 70s in the votive store room of the temple. A suggestive stringent comparison “ a place under the protection of Minerva – as Maria Luisa Bruto director of Lavinium amusingly explains – not only goddess of war and knowledge but also inventor of the textile handicraft, an activity typically feminine that Laura Marcucci Cambellotti transformed into a language of art.
°°°
Laura Marcucci Cambellotti is the living emblem of the skill of women to conceive an original high level language, often in the sphere of this type of art unjustly defined least important. At the tapestry creation Laura, class of 1912, arrives in the mid 70s because of an eyes disease which leaves her with a distorted perception. Having to abandon painting, the artist elaborates a technique completely original which consents her to continue to paint using a needle and thread instead of brush and pigments. The artefacts in exhibition, in fact, are defined entirely improper as tapestry because they are in reality an example of painting done on cloth with the instruments of sewing and embroidery.
The needle painting technique, born as an ingenuous trick to hide a dramatic physical disablement, became in years the point of arrival of the artist’s pursuit, that at the age of 97, still spends eight hours a day at the easel, in the silence of an artist’s studio in which a radio and a television could not be found, noisy distractions for which Laura claims to have no time for. “If I had the possibility to be reborn in the happiest period of my life – she explains with a convinced look - I would choose this one: The age which consents me to dedicate myself entirely to art. For certain I have a few ailments but it is a price which is worth paying.” In the exhibition there will be a selection of three hundred tapestries created in thirty years: some landscapes and women, fairy-tale creatures without a face wrapped in fabulous, fashionable multicoloured clothes. Laura Marcucci Cambellotti’s art has always been the same: all set in a feminine way. Even when she was a young girl and a talented painter fond of portraits, she painted mainly women: “because men are not decorative. During my life I’ve portrayed only two: a family friend, because he had fantastic silver hair and blue eyes and my father Alessandro Marcucci. It would have been a male portrait even the portrait of my father-in-law Duilio Cambellotti, but I never succeeded in doing it.
Alessandro Marcucci and Duilio Cambellotti are special men we must evoke if we want to understand Laura Marcucci Cambellotti well. Laura’s talent- who’s also Giacomo Balla’s niece- was moulded in a really enthusiastic, artistic and cultural environment. Her father, artist and pedagogue, is Alessandro Marcucci who, together with Sibilla Aleramo, Duilio Cambellotti and Giovanni Cena, promoted the moving experience of the Schools for farmers of Agro Pontino. Marcucci is a convinced supporter of the new theories that place art at the basis of the educational system and considers it as a fundamental tool for an individual and social growth. If art has to burst into life, it can’t be of the elite group: we must abandon complex techniques and precious materials and totally reappraise decorative and applied arts that are the real protagonists of a fantasised revolution of taste. Laura absorbed all. In her family, she developed manual ability and endless new creativity and it’s not surprising to find out motives of a clear Secession ancestry in her early works of embroidery. Her first training started with a cosmopolitan anti-conformism at the Crandon, the strict school in via Savoia, where two languages, music and painting were taught and, furthermore, girls practised a lot of sports, even tennis. Then she attended the Art School in via Ripetta and the Academy of Fine Arts. After the diploma, she started pursuing her dream: painting, by taking advantage of the numerous exhibitions that the cultural policy of the regime provided. Still amazed, she reveals the great number of women’s works during the basic exhibitions and the moment she renounced her career because she realised that women were invisible into important and official events and not because of the quality of their works. She married Adriano Cambellotti, Duilio’s first son, in 1938. Duilio was a beloved family friend and a revered master of art and life. For Laura, young lady brought up as an independent person, marriage marked the admission into the world of work. She designed posters of futurist ancestry, created pieces of furniture, pottery, set design and fashion sketches for the theatre. The fabrics for the house and clothes created for Myricae by Teresa Masetti and Craftsman Works by Miranda Grimaldi Riccetti represent an important part of the history of the artistic handicraft and fashion in the 20th century in Rome. In the 50s-60s, she worked in Cinecittà to design jewels and costumes for great films like: Ben Hur, The agony and the ecstasy and even Cleopatra starring Elisabeth Taylor.
Laura Marcucci Cambellotti è l’emblema vivente della capacità delle donne di ideare un linguaggio alto ed originale, spesso nell’ambito di quelle arti ingiustamente definite minori.
Alla produzione di arazzi Laura, classe 1912, approda a metà degli anni ’70 a causa di una malattia agli occhi che le lascia una percezione visiva distorta. Costretta ad abbandonare la pittura, l’artista elabora una tecnica del tutto originale che le consente di continuare a “dipingere” usando ago e filati al posto di pennello e pigmenti. I manufatti esposti in mostra vengono infatti definiti “arazzi” del tutto impropriamente giacché essi in realtà sono un esempio di pittura praticata su tessuto con gli strumenti del cucito e del ricamo.
La tecnica dei quadri ad ago, nata come ingegnoso stratagemma per aggirare una drammatica menomazione fisica, è diventata, negli anni, il punto d’arrivo della ricerca dell’artista, che, a novantasette anni suonati, trascorre ancora otto ore al giorno al cavalletto, nel silenzio di una casa-atelier in cui non hanno trovato posto né una radio né una televisione, rumorose distrazioni per le quali Laura sostiene di non avere tempo. “Se avessi la possibilità di rinascere nella stagione più felice della mia vita – spiega con aria convinta – sceglierei questa: l’età che mi consente di dedicarmi all’arte in maniera assoluta. Certo, ci sono gli acciacchi, ma è un prezzo che è valsa la pena pagare.”
In mostra sarà presentata una selezione di venti dei trecento lavori ad ago eseguiti in trent’anni: qualche paesaggio e figure femminili, fiabesche creature senza volto avvolte in abiti multicolore dalle fogge fantastiche. L’arte di Laura Marcucci Cambellotti è sempre stata così: tutta declinata al femminile. Anche da ragazza, talentuosa pittrice con la passione del ritratto, dipingeva soprattutto donne: “perché gli uomini non sono decorativi. In vita mia ne ho ritratti solo due: un amico di famiglia, per via dei suoi meravigliosi capelli d’argento e degli occhi blu, e mio padre, Alessandro Marcucci. Sarebbe stato di un uomo anche il ritratto che non sono mai riuscita a realizzare, quello di mio suocero, Duilio Cambellotti”
Alessandro Marcucci e Duilio Cambellotti sono gli uomini speciali che bisogna evocare per comprendere appieno la figura di Laura Marcucci Cambellotti. Il talento di Laura - che è anche nipote di Giacomo Balla – si è infatti formato in un ambiente di entusiasmante fermento artistico e culturale. Il padre, artista e pedagogo, è quell’Alessandro Marcucci che, con Sibilla Aleramo, Duilio Cambellotti e Giovanni Cena, promuove la commovente esperienza delle Scuole per i contadini dell’Agro Pontino. Marcucci è un convinto sostenitore delle nuove teorie che collocano l’arte alla base del sistema educativo, considerandola strumento fondamentale di crescita individuale e sociale. L’arte chiamata a irrompere nella vita non può naturalmente essere elitaria: bisogna abbandonare tecniche complesse e materiali preziosi e rivalutare al massimo le arti decorative e applicate, vere protagoniste di una sognata rivoluzione del gusto. Laura assorbe tutto questo. In seno alla famiglia sviluppa manualità e creatività torrentizie ed aggiornate e non sorprende scoprire nelle prove di ricamo infantili motivi di chiara ascendenza Secessione. La sua prima formazione si compie, all’insegna di un anticonformismo cosmopolita, al Crandon, la severa scuola americana di Via Savoia, dove si studiano anche due lingue, musica, pittura e dove le ragazzine fanno tanto sport, tennis compreso. Poi passa al Liceo Artistico di Via Ripetta e all’Accademia di Belle Arti. Dopo il diploma, si getta a capofitto nel sogno della pittura, approfittando delle numerose occasioni espositive che la politica culturale del regime procura. Ancora oggi racconta con stupore del gran numero di partecipazioni femminili alle esposizioni di base e della rinuncia alla carriera artistica quando capisce che l’invisibilità delle artiste donne nelle manifestazioni più ufficiali ed importanti è un dato non imputabile al livello qualitativo delle loro opere. Si sposa nel ’38 con Adriano Cambellotti, primogenito di Duilio, amatissimo amico di famiglia e, per Laura, venerato maestro d’arte e di vita. Per la giovane donna educata all’autonomia il matrimonio segna l’ingresso nel mondo del lavoro. Progetta manifesti pubblicitari di ascendenza futurista, elabora complementi d’arredo, ceramiche, scenografie e figurini per il teatro. I tessuti per la casa e l’abbigliamento realizzati per Myricae di Teresa Massetti e per Lavori Artigiani di Miranda Grimaldi Riccetti sono una pagina importante della storia dell’artigianato artistico e della moda del ‘900 romano. Negli anni ’50-‘60, la troviamo a Cinecittà, impegnata a disegnare gioielli e costumi destinati ai grandi Kolossal in costume: Ben Hur, Il Tormento e l’estasi e persino la Cleopatra con Elisabeth Taylor,.
Museum of Archaeology Lavinium in Pomezia hosts the second part of The Miracle of the Wool Threads one of the most successful exhibitions of 2009 summer season. In spite of arriving last, this exhibition carved a good name due to Laura Marcucci Cambellotti’s peculiar art works it features: 97-year-old Cambellotti, the Rita Levi Montalcini of Italian art. Daughter of Alessandro Marcucci, Giacomo Balla’s niece, daughter-in-law and disciple of Duilio Cambellotti, Laura Marcucci Cambellotti made her way with great ease from painting to art design, jewellery to illustrations, pottery to costumes. Her most original contribution consists in the realization of a particular type of tapestry created with needles which are precisely the object of the exhibition edited by Romina Impera in collaboration with Francesco Tetro and Maria Luisa Bruto. The preparation, conceived by Cambellotti Archives and Lavinium museum, aims to emphasise the great harmony of the feminine figures sprouted by the imagination of the artist, with the antique statues which are the pride of the museum: The ex voto muliebri left by the worshipers in the Sanctuary of Minerva in Pratica di Mare between the 5th and 3rd century B.C., especially the splendid Minerva Tritonia in polychrome earthenware discovered at the end of the 70s in the votive store room of the temple. A suggestive stringent comparison “ a place under the protection of Minerva – as Maria Luisa Bruto director of Lavinium amusingly explains – not only goddess of war and knowledge but also inventor of the textile handicraft, an activity typically feminine that Laura Marcucci Cambellotti transformed into a language of art.
°°°
Laura Marcucci Cambellotti is the living emblem of the skill of women to conceive an original high level language, often in the sphere of this type of art unjustly defined least important. At the tapestry creation Laura, class of 1912, arrives in the mid 70s because of an eyes disease which leaves her with a distorted perception. Having to abandon painting, the artist elaborates a technique completely original which consents her to continue to paint using a needle and thread instead of brush and pigments. The artefacts in exhibition, in fact, are defined entirely improper as tapestry because they are in reality an example of painting done on cloth with the instruments of sewing and embroidery.
The needle painting technique, born as an ingenuous trick to hide a dramatic physical disablement, became in years the point of arrival of the artist’s pursuit, that at the age of 97, still spends eight hours a day at the easel, in the silence of an artist’s studio in which a radio and a television could not be found, noisy distractions for which Laura claims to have no time for. “If I had the possibility to be reborn in the happiest period of my life – she explains with a convinced look - I would choose this one: The age which consents me to dedicate myself entirely to art. For certain I have a few ailments but it is a price which is worth paying.” In the exhibition there will be a selection of three hundred tapestries created in thirty years: some landscapes and women, fairy-tale creatures without a face wrapped in fabulous, fashionable multicoloured clothes. Laura Marcucci Cambellotti’s art has always been the same: all set in a feminine way. Even when she was a young girl and a talented painter fond of portraits, she painted mainly women: “because men are not decorative. During my life I’ve portrayed only two: a family friend, because he had fantastic silver hair and blue eyes and my father Alessandro Marcucci. It would have been a male portrait even the portrait of my father-in-law Duilio Cambellotti, but I never succeeded in doing it.
Alessandro Marcucci and Duilio Cambellotti are special men we must evoke if we want to understand Laura Marcucci Cambellotti well. Laura’s talent- who’s also Giacomo Balla’s niece- was moulded in a really enthusiastic, artistic and cultural environment. Her father, artist and pedagogue, is Alessandro Marcucci who, together with Sibilla Aleramo, Duilio Cambellotti and Giovanni Cena, promoted the moving experience of the Schools for farmers of Agro Pontino. Marcucci is a convinced supporter of the new theories that place art at the basis of the educational system and considers it as a fundamental tool for an individual and social growth. If art has to burst into life, it can’t be of the elite group: we must abandon complex techniques and precious materials and totally reappraise decorative and applied arts that are the real protagonists of a fantasised revolution of taste. Laura absorbed all. In her family, she developed manual ability and endless new creativity and it’s not surprising to find out motives of a clear Secession ancestry in her early works of embroidery. Her first training started with a cosmopolitan anti-conformism at the Crandon, the strict school in via Savoia, where two languages, music and painting were taught and, furthermore, girls practised a lot of sports, even tennis. Then she attended the Art School in via Ripetta and the Academy of Fine Arts. After the diploma, she started pursuing her dream: painting, by taking advantage of the numerous exhibitions that the cultural policy of the regime provided. Still amazed, she reveals the great number of women’s works during the basic exhibitions and the moment she renounced her career because she realised that women were invisible into important and official events and not because of the quality of their works. She married Adriano Cambellotti, Duilio’s first son, in 1938. Duilio was a beloved family friend and a revered master of art and life. For Laura, young lady brought up as an independent person, marriage marked the admission into the world of work. She designed posters of futurist ancestry, created pieces of furniture, pottery, set design and fashion sketches for the theatre. The fabrics for the house and clothes created for Myricae by Teresa Masetti and Craftsman Works by Miranda Grimaldi Riccetti represent an important part of the history of the artistic handicraft and fashion in the 20th century in Rome. In the 50s-60s, she worked in Cinecittà to design jewels and costumes for great films like: Ben Hur, The agony and the ecstasy and even Cleopatra starring Elisabeth Taylor.
11
luglio 2009
Laura Marcucci Cambellotti – Il Miracolo dei Fili di Lana
Dall'undici luglio al 20 settembre 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO LAVINIUM
Pomezia, Via Pratica Di Mare, (Roma)
Pomezia, Via Pratica Di Mare, (Roma)
Biglietti
Museo+ mostra: euro 2,50
Orario di apertura
ore 10,00-13,00 / 15,00 – 19,00, chiuso il lunedì
Vernissage
11 Luglio 2009, ore 18.30
Editore
PALOMBI
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore
Curatore