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Plasma 09
Contemporanea inaugura una selezione di artisti che formano una collettiva organica sulla linea curatoriale della nuova galleria romana. I sette autori, su cui lo spazio intende puntare nella prossima stagione espositiva, portano in mostra delle opere esemplificative della propria ricerca.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
COMUNICATO STAMPA
Dal 09 Luglio al 03 Settembre 2009
vernissage: Giovedì 09 Luglio alle ore 19.00
PLASMA 09
LUCA BIDOLI, MAIMUNA FEROZE-NANA , SABRINA MARCONI,
JARA MARZULLI, LARA PACILIO, VANESSA PALOMBA, TINA SGRO'
Testo critico a cura di Carolina Lio
COMUNICATO STAMPA
Giovedì 09 Luglio, Contemporanea inaugura una selezione di artisti che formano una collettiva organica sulla linea curatoriale della nuova galleria romana. I sette autori, su cui lo spazio intende puntare nella prossima stagione espositiva, portano in mostra delle opere esemplificative della propria ricerca, mostrando i loro tratti peculiari di riconoscibilità, ma allo stesso tempo riuscendo a ricostruire un corpus armonico.
Per questo motivo all'esposizione è stato dato il titolo di “Plasma 09”, prendendo a prestito un termine fisico che identifica un gas ionizzato, globalmente neutro ma costituito da particelle cariche. Questo coesistere di una stabilità totale formata da sotto-impulsi, stimoli e frenesie interne, è preso come metafora per rappresentare il sistema creativo dell'arte contemporanea: una globalità formata dai fermenti continui e autonomi degli artisti.
Tutti i nomi invitati si muovono in campo pittorico facendo proprie alcune delle sperimentazioni europee che si stanno affacciando in questo campo, dal ritorno di una pittura fortemente simbolica, a ricerche che fanno proprie strutture dell'arte scultorea e installativa.
La mostra resterà visitabile fino al 03 Settembre.
Contemporanea, Galleria d'Arte – vicolo Sugarelli 6 – Roma
orari di apertura: martedi-venerdi 16:00 - 20:00 e sabato su appuntamento
http://www.contemporanearoma.org/
DESCRIZIONE DEI LAVORI DEGLI ARTISTI
Luca Bidoli ci parla del meccanismo di supremazia insito nell'uomo rispetto agli altri esseri viventi prendendo come simbolo quello del cane, che compare in modo ossessivo e sempre in primo piano. Scelto soprattutto per la sua vicinanza all'uomo in un meccanismo di quotidianità, viene dipinto in un sistema di comparazione con oggetti di uso comune, come pantofole e poltrone, assimilandolo nello stesso schema di utilità verso l'uomo e senza conferirgli una propria autonomia. Questa riflessione viene comunque smorzata dalle tonalità quasi pop dei dipinti per non diventare polemica.
Maimuna Feroze-Nana scolpisce con la stoffa dei personaggi che sembrano marionette, ma che a una seconda occhiata si notano essere donne incompiute dai tratti del viso appena accennati con piccoli interventi pittorici e da un segno rosso in fronte che simboleggia la loro creatività repressa. Il loro corpo è mal ricavato dai tessuti e dalle cuciture e sembra distorto e sghembo. Vengono poi collegate a piccoli oggetti abbandonati che l'artista recupera per strada e che abbina alle sue bambole di fatto dedicate alle memorie di donne che hanno subito abbandoni più gravi da parte dei diritti civili e del sostegno delle loro famiglie.
Jara Marzulli mette in posa personaggi sopratutto femminili su una scenografia neutra e ne dipingi dei ritratti realistici che risaltano come in controluce sullo sfondo estremamente chiaro e monocromo. La figura ha in questo modo uno sbalzo in avanti che la avvicina a chi guarda la tela con un coinvolgimento completato dal realismo dei soggetti e dalle dimensioni quasi naturali dell'opera. Il pubblico è chiamato a far parte di una composizione dove i protagonisti sono l'elemento umano e il suo dolore, rappresentato da ferite coperte di garze, cuciture nella pelle, sottili strisce di sangue, e uno sguardo diretto, disarmato e disilluso.
Lara Pacilio crea delle pitto-sculture dove l'elemento dipinto femminile viene fuso con legno e ferro e se ne tira fuori con uno sforzo sofferto, in un distacco dalla materia per diventare elemento spirituale. Il corpo delle sue protagoniste è quasi sempre, infatti, di un bianco candido e fatiscente, puro eppure contorto nella fatica dell'emanciparsi dal materiale pesante da cui sembra nascere. Si tratta ovviamente di una riflessione sul disagio femminile, sul contrasto tra una parità accordata di tipo materialista e la tendenza naturale della donna a una riflessività emotiva ed emozionale.
Vanessa Palomba dipinge strutture figurative create con un realismo essenziale e minimale, spesso improntato su un solo particolare con una visione “tagliata” che scarta ogni elemento di contestualizzazione. In questo modo ottiene una concentrazione totale sulle tematiche, tra cui quella “portare”, nel senso più lato e metaforico del termine, spesso e volentieri anche con il significato di “tras-portare”. Infatti realizza opere che simboleggiano il carico di emotività, di responsabilità e di fatica dell'esistenza umana, come peso invisibile ma onnipresente, non sempre negativo, ma da cui non è possibile prescindere.
Tina Sgrò dipinge interni in cui la luce è distribuita in modo parsimonioso e i mobili stanno vicini l'uno all'altro in un ambiente quasi soffocante, stratificato sotto la polvere, dove il senso del vissuto è cristallizzato come nei magazzini di un museo. L'arredamento è una testimonianza che è stata abbandonata dall'elemento umano e vive in una trascuratezza appesantita dai toni scuri, dai cromatismi color mogano, da una sensazione di nostalgia oppressiva e a tratti disperati che in questa mancanza non fa presupporre ritorno, ma quasi un'estinzione di una biologia umana così fragile a confronto di tutto quello di cui si serve.
Sabrina Marconi crea delle tecniche miste su sughero dove la pittura si mischia al collage e dove parole prese dai giornali si mischiano a un colore bianco che cola sull'opera e l'avvolge creando uno strato che nasconde il resto come rivestendolo. Questa tabula rasa che viene fatta di un quadro composto principalmente di sughero, materia isolante per eccellenza, crea un azzeramento di un tipo di comunicazione che viene ormai vista come troppo autoreferenziale, poco partecipe del mondo reale, e che quindi necessita che uno strato di purezza e di autenticità la ripulisca.
Dal 09 Luglio al 03 Settembre 2009
vernissage: Giovedì 09 Luglio alle ore 19.00
PLASMA 09
LUCA BIDOLI, MAIMUNA FEROZE-NANA , SABRINA MARCONI,
JARA MARZULLI, LARA PACILIO, VANESSA PALOMBA, TINA SGRO'
Testo critico a cura di Carolina Lio
COMUNICATO STAMPA
Giovedì 09 Luglio, Contemporanea inaugura una selezione di artisti che formano una collettiva organica sulla linea curatoriale della nuova galleria romana. I sette autori, su cui lo spazio intende puntare nella prossima stagione espositiva, portano in mostra delle opere esemplificative della propria ricerca, mostrando i loro tratti peculiari di riconoscibilità, ma allo stesso tempo riuscendo a ricostruire un corpus armonico.
Per questo motivo all'esposizione è stato dato il titolo di “Plasma 09”, prendendo a prestito un termine fisico che identifica un gas ionizzato, globalmente neutro ma costituito da particelle cariche. Questo coesistere di una stabilità totale formata da sotto-impulsi, stimoli e frenesie interne, è preso come metafora per rappresentare il sistema creativo dell'arte contemporanea: una globalità formata dai fermenti continui e autonomi degli artisti.
Tutti i nomi invitati si muovono in campo pittorico facendo proprie alcune delle sperimentazioni europee che si stanno affacciando in questo campo, dal ritorno di una pittura fortemente simbolica, a ricerche che fanno proprie strutture dell'arte scultorea e installativa.
La mostra resterà visitabile fino al 03 Settembre.
Contemporanea, Galleria d'Arte – vicolo Sugarelli 6 – Roma
orari di apertura: martedi-venerdi 16:00 - 20:00 e sabato su appuntamento
http://www.contemporanearoma.org/
DESCRIZIONE DEI LAVORI DEGLI ARTISTI
Luca Bidoli ci parla del meccanismo di supremazia insito nell'uomo rispetto agli altri esseri viventi prendendo come simbolo quello del cane, che compare in modo ossessivo e sempre in primo piano. Scelto soprattutto per la sua vicinanza all'uomo in un meccanismo di quotidianità, viene dipinto in un sistema di comparazione con oggetti di uso comune, come pantofole e poltrone, assimilandolo nello stesso schema di utilità verso l'uomo e senza conferirgli una propria autonomia. Questa riflessione viene comunque smorzata dalle tonalità quasi pop dei dipinti per non diventare polemica.
Maimuna Feroze-Nana scolpisce con la stoffa dei personaggi che sembrano marionette, ma che a una seconda occhiata si notano essere donne incompiute dai tratti del viso appena accennati con piccoli interventi pittorici e da un segno rosso in fronte che simboleggia la loro creatività repressa. Il loro corpo è mal ricavato dai tessuti e dalle cuciture e sembra distorto e sghembo. Vengono poi collegate a piccoli oggetti abbandonati che l'artista recupera per strada e che abbina alle sue bambole di fatto dedicate alle memorie di donne che hanno subito abbandoni più gravi da parte dei diritti civili e del sostegno delle loro famiglie.
Jara Marzulli mette in posa personaggi sopratutto femminili su una scenografia neutra e ne dipingi dei ritratti realistici che risaltano come in controluce sullo sfondo estremamente chiaro e monocromo. La figura ha in questo modo uno sbalzo in avanti che la avvicina a chi guarda la tela con un coinvolgimento completato dal realismo dei soggetti e dalle dimensioni quasi naturali dell'opera. Il pubblico è chiamato a far parte di una composizione dove i protagonisti sono l'elemento umano e il suo dolore, rappresentato da ferite coperte di garze, cuciture nella pelle, sottili strisce di sangue, e uno sguardo diretto, disarmato e disilluso.
Lara Pacilio crea delle pitto-sculture dove l'elemento dipinto femminile viene fuso con legno e ferro e se ne tira fuori con uno sforzo sofferto, in un distacco dalla materia per diventare elemento spirituale. Il corpo delle sue protagoniste è quasi sempre, infatti, di un bianco candido e fatiscente, puro eppure contorto nella fatica dell'emanciparsi dal materiale pesante da cui sembra nascere. Si tratta ovviamente di una riflessione sul disagio femminile, sul contrasto tra una parità accordata di tipo materialista e la tendenza naturale della donna a una riflessività emotiva ed emozionale.
Vanessa Palomba dipinge strutture figurative create con un realismo essenziale e minimale, spesso improntato su un solo particolare con una visione “tagliata” che scarta ogni elemento di contestualizzazione. In questo modo ottiene una concentrazione totale sulle tematiche, tra cui quella “portare”, nel senso più lato e metaforico del termine, spesso e volentieri anche con il significato di “tras-portare”. Infatti realizza opere che simboleggiano il carico di emotività, di responsabilità e di fatica dell'esistenza umana, come peso invisibile ma onnipresente, non sempre negativo, ma da cui non è possibile prescindere.
Tina Sgrò dipinge interni in cui la luce è distribuita in modo parsimonioso e i mobili stanno vicini l'uno all'altro in un ambiente quasi soffocante, stratificato sotto la polvere, dove il senso del vissuto è cristallizzato come nei magazzini di un museo. L'arredamento è una testimonianza che è stata abbandonata dall'elemento umano e vive in una trascuratezza appesantita dai toni scuri, dai cromatismi color mogano, da una sensazione di nostalgia oppressiva e a tratti disperati che in questa mancanza non fa presupporre ritorno, ma quasi un'estinzione di una biologia umana così fragile a confronto di tutto quello di cui si serve.
Sabrina Marconi crea delle tecniche miste su sughero dove la pittura si mischia al collage e dove parole prese dai giornali si mischiano a un colore bianco che cola sull'opera e l'avvolge creando uno strato che nasconde il resto come rivestendolo. Questa tabula rasa che viene fatta di un quadro composto principalmente di sughero, materia isolante per eccellenza, crea un azzeramento di un tipo di comunicazione che viene ormai vista come troppo autoreferenziale, poco partecipe del mondo reale, e che quindi necessita che uno strato di purezza e di autenticità la ripulisca.
09
luglio 2009
Plasma 09
Dal 09 luglio al 03 settembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTEMPORANEA
Roma, Vicolo Sugarelli, 6, (Roma)
Roma, Vicolo Sugarelli, 6, (Roma)
Orario di apertura
martedi venerdi 16:00 20:00
sabato su appuntamento
Vernissage
9 Luglio 2009, ore 19:00
Autore