Si muove lento il pensiero di Alessandro Ripa, cullato dalla brezza estiva, inebriato dalla foschia e dall’umidità della sera. I lavori che ha scelto per la sua mostra percorrono il litorale, spingono lo sguardo e il pensiero dello spettatore al di là dell’orizzonte, alla ricerca dell’infinito, nel tentativo di scoprire cosa si trova oltre il confine tracciato sulla tela. Del resto sui suoi oli non vi è altro che un frammento, la cristallizzazione di un pensiero e di un’idea, l’emozione che si mescola al pigmento e definisce la vegetazione, una casa immersa nel verde, circondata da mare e cielo mentre intorno ad essa le forme si confondono e divengono tutt’uno.

Le pennellate di Ripa sono delicate e toccano le corde dei sentimenti più intimi, cullando con dolcezza i pensieri sulle onde del mare, seguendo il suo canto perpetuo. Più che un legame con la riviera riminese, l’artista vuole rappresentare sulla tela il rapporto personale che sente nei confronti del mare, il grande e misterioso bacino salato, non descrivendo ciò che realmente è ma piuttosto ciò che materialmente resta sedimentato nei suoi pensieri.

Cecilia Gamberini