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Baby R_1
Mostra di arte contemporanea
Comunicato stampa
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Baby R-1
«Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 43-48)
«Alla luce del dilagare delle nuove tecnologie all’interno della società, Donna Haraway propone i nuovi modelli della “volontà di sapere” dell’ordine contemporaneo. La tecnologia, prodotto umano per eccellenza, ha da sempre moltiplicato ed esteso quelle che sono le facoltà umane. Oggi, però, questo cammino parallelo è divenuto così intimo che il tecnologico e il biologico, come categorie, si stanno intersecando e completando vicendevolmente. “Le macchine pre-cibernetiche potevano essere infestate, ma, in fondo, le macchine non si muovevano, né si progettavano da sole. Non erano autonome, non potevano raggiungere l’ideale umano ma solo schernirlo. Le macchine di questa fine secolo hanno reso totalmente ambigua la differenza tra naturale e artificiale, mente e corpo, le nostre macchine sono fastidiosamente vivaci e noi spaventosamente inerti”».
(Francesca Alfano Miglietti)
Identificare l’Umano e la sua essenza col corpo, con la sua immagine e/o con la sua cruda fisicità, può apparire, in un’ottica trascendentale, limitato e limitante. Tuttavia, prescindere dal corpo sarebbe non meno riduttivo per l’impraticabilità di una dimensione meramente spirituale rispetto alla complessità della natura umana, con la quale anche il Cristo, in fondo, dovette fare i conti. Del resto, è da tempo che l’arte ha scelto proprio il corpo come luogo privilegiato del conflitto contemporaneo, un corpo usato e abusato, un corpo straziato e offeso, un corpo ostentato nella sua deformità e vilipeso nella sua innocenza, un corpo «carnaio di segni» (Foucault) e, per la ricerca contemporanea, segno per antonomasia. Al contrario, la scienza, in un percorso che dall’umano, troppo umano nietzschiano passa, senza soluzione di continuità, al più umano dell’umano di Blade Runner, manipola e altera il corpo con finalità eugenetiche o lo riproduce e lo moltiplica con processi e scopi a dir poco inquietanti. Uno degli ultimi nati si chiama Repliee R-1, un androide partorito dalle menti dei ricercatori del dipartimento di robotica dell’Università di Osaka. La creatura ha le sembianze di una bambina di cinque anni ed è stata presentata qualche mese fa al Ceatec, la fiera tecnologica di Tokyo. Baby R-1 è l'ultima versione del robot a cui il team di ingegneri giapponesi lavora già dal 2003. È una giovane giapponese ricoperta di pelle flessibile al silicone e il suo volto è liscio e levigato. Secondo gli inventori la sua funzione è quella di dare aiuto ad anziani e disabili che faticano a muoversi, per qualcuno, una volta prodotta su larga scala, sarà un ulteriore passo avanti della nuova cyber-pedofilia.
(Ivo Serafino Fenu)
«La pelle inganna […] Nella vita si ha solo la propria pelle […] c’è un errore nelle relazioni umane perché uno non è mai ciò che ha […] Ho una pelle d’angelo ma sono una iena, ho una pelle di coccodrillo ma sono un cucciolo, una pelle nera ma sono bianco, una pelle da donna ma sono un uomo; non ho mai la pelle di ciò che sono. Non ci sono eccezioni perché non sono mai ciò che ho … »
(Eugénie Lemoine-Luccioni)
«Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 43-48)
«Alla luce del dilagare delle nuove tecnologie all’interno della società, Donna Haraway propone i nuovi modelli della “volontà di sapere” dell’ordine contemporaneo. La tecnologia, prodotto umano per eccellenza, ha da sempre moltiplicato ed esteso quelle che sono le facoltà umane. Oggi, però, questo cammino parallelo è divenuto così intimo che il tecnologico e il biologico, come categorie, si stanno intersecando e completando vicendevolmente. “Le macchine pre-cibernetiche potevano essere infestate, ma, in fondo, le macchine non si muovevano, né si progettavano da sole. Non erano autonome, non potevano raggiungere l’ideale umano ma solo schernirlo. Le macchine di questa fine secolo hanno reso totalmente ambigua la differenza tra naturale e artificiale, mente e corpo, le nostre macchine sono fastidiosamente vivaci e noi spaventosamente inerti”».
(Francesca Alfano Miglietti)
Identificare l’Umano e la sua essenza col corpo, con la sua immagine e/o con la sua cruda fisicità, può apparire, in un’ottica trascendentale, limitato e limitante. Tuttavia, prescindere dal corpo sarebbe non meno riduttivo per l’impraticabilità di una dimensione meramente spirituale rispetto alla complessità della natura umana, con la quale anche il Cristo, in fondo, dovette fare i conti. Del resto, è da tempo che l’arte ha scelto proprio il corpo come luogo privilegiato del conflitto contemporaneo, un corpo usato e abusato, un corpo straziato e offeso, un corpo ostentato nella sua deformità e vilipeso nella sua innocenza, un corpo «carnaio di segni» (Foucault) e, per la ricerca contemporanea, segno per antonomasia. Al contrario, la scienza, in un percorso che dall’umano, troppo umano nietzschiano passa, senza soluzione di continuità, al più umano dell’umano di Blade Runner, manipola e altera il corpo con finalità eugenetiche o lo riproduce e lo moltiplica con processi e scopi a dir poco inquietanti. Uno degli ultimi nati si chiama Repliee R-1, un androide partorito dalle menti dei ricercatori del dipartimento di robotica dell’Università di Osaka. La creatura ha le sembianze di una bambina di cinque anni ed è stata presentata qualche mese fa al Ceatec, la fiera tecnologica di Tokyo. Baby R-1 è l'ultima versione del robot a cui il team di ingegneri giapponesi lavora già dal 2003. È una giovane giapponese ricoperta di pelle flessibile al silicone e il suo volto è liscio e levigato. Secondo gli inventori la sua funzione è quella di dare aiuto ad anziani e disabili che faticano a muoversi, per qualcuno, una volta prodotta su larga scala, sarà un ulteriore passo avanti della nuova cyber-pedofilia.
(Ivo Serafino Fenu)
«La pelle inganna […] Nella vita si ha solo la propria pelle […] c’è un errore nelle relazioni umane perché uno non è mai ciò che ha […] Ho una pelle d’angelo ma sono una iena, ho una pelle di coccodrillo ma sono un cucciolo, una pelle nera ma sono bianco, una pelle da donna ma sono un uomo; non ho mai la pelle di ciò che sono. Non ci sono eccezioni perché non sono mai ciò che ho … »
(Eugénie Lemoine-Luccioni)
27
giugno 2009
Baby R_1
Dal 27 giugno al 12 luglio 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO PEPPETTO PAU
Nurachi, Via Dante Alighieri, (Oristano)
Nurachi, Via Dante Alighieri, (Oristano)
Orario di apertura
h. 18.30/20.30 (chiuso lunedì)
Vernissage
27 Giugno 2009, ore 20
Sito web
www.askosarte.it
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