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13 Paradiso (cantico)
Mostra d’arte contemporanea
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’associazione Lo Spirito del Lago prosegue negli anni la propria attività turistico- culturale,con
esiti ben più positivi,promuovendo l’immagine delle Isole Borromee e del Lago Maggiore verso
il mercato estero,unendo elementi culturali ed aspetti paesaggistici del territorio circostante.
L’organizzazione nata nel 1997, vede nelle proprie manifestazioni una massima espressione
dell’arte contemporanea.
Obiettivo primario de Lo Spirito del lago è la ricerca visiva della contemporaneità dando libero
sfogo alle espressioni dell’animo umano.
Secondo l’associazione l’arte contemporanea deve uscire dall’isolamento e sviluppare una relazione
sinergica con il territorio circostante,proponendo modelli e libertà di pensiero alternativi.
Il tema di quest’anno si intitola : 13 Paradiso (cantico)
Elenco Artisti partecipanti alla manifestazione
Gelsomina Bassetti –I Birgit Kahle- De
Ulli Boehmelmann –DE Marcovinicio- I
Enrica Borghi-I Franco Marrocco- I
Max Bottino –I Olaf Mooij- NL
Lilli Fischer- DE Franco Rasma- I
Peter Gilles- DE Svenja Ritter-DE
Armin Goeringer- DE Christine Schulz/Ingo Rabe
Ferdinando Greco- I Regine Schumann- DE
Hans van der Ham- NL Federico Simonelli- I
Alexandre Joly- FR Daniel Spoerri- CH
Maik + Dirk Loebbert Valerio Tedeschi- I
E la classe dell’Accademia d’Arte di Muenster Frauke Wilken- DE
Il destino dell’uomo è tragico: unico tra gli esseri viventi a essere a conoscenza del limite della sua
esistenza. Esistenza difficile che sopravvive solo grazie alla speranza: speranze universali,laiche e
religiose. Oggi dopo i fallimenti ideologici del socialismo, del comunismo, del fascismo e del
liberalismo,gli uomini sembrano tornare alla speranza religiosa:” Nietsche è morto” firmato Dio,
stava scritto, e forse ancora, sul muro di Berlino: Se Nietsche è morto allora la speranza può
ritornare e perfino quella massima del Paradiso.
Paradiso viene dal persiano Pairidaeza che significa giardino, oggi però in teologia si ama parlare di
Paradiso dicendo che è uno stato non un luogo, una condizione dell’anima anche se, in assenza di
un luogo dove vanno i corpi risorti? Dovrebbe esserci un luogo dunque capace di rapportare tempo
ed eternità? Lo possiamo sperare senza rinunciare a tutto quello che la scienza ci ha detto? Ma
ancora quando è incominciata a nascere questa speranza ? Quale primate o australopiteco o già
homo ha incominciato, fabbricandosi una pietra scheggiata per difendersi dalla paura, accorgersi
che la paura restava, cresceva a dismisura e non si poteva ucciderla come si faceva con una fiera?
Così centomila sicuro anni fa, la scimmia nuda cominciò a fabbricarsi armi più adatte quali i linguaggi
complessi come i riti di sepoltura, ma siccome la morte, anzi la coscienza della propria morte
permaneva, non rimase che cercare un luogo, un luogo dove si vive sempre eternamente. Fu
così che settantasettemila anni fa, spinta da una irrefrenabile inquietudine migratoria, la scimmia
nuda decise di partire per cercare il Paradiso terrestre. Questo potrebbe essere accaduto, o meglio,
questo potrebbe spiegare quello che è accaduto davvero.
Noi non più scimmie nude cerchiamo ancora questo luogo,abbiamo in mente questa idea e siccome
noi siamo le nostre idee e le vogliamo realizzare tocca ad ognuno di noi farsi evolvere tramite le
idee e i concetti in cui crede.
Dante Alighieri, nella Divina Commedia ( Paradiso canto XIII), esprime questa idea.
Se fosse a punto la cera dedutta
e fosse il cielo in sua virtù suprema,
la luce del suggel parrebbe tutta;
ma la natura la dà sempre scema,
similmente operando a l’artista
c’a l’abito de l’arte ha man che trema.
Se fosse…:se la materia ( la cera)fosse molle e perfettamente disposta ( a punto dedutta) e il cielo
si trovasse in condizione tale da poter operare il massimo della sua virtù, la luce dell’idea divina
apparirebbe intera e impressa nella cosa generata senonchè la natura rende sempre questa luce
divina in maniera imperfetta ( scema ) operando come l’artista, che ha bensì piena cognizione e
perizia nella sua arte, ma la cui mano è malferma e impotente a tradurre in figure perfette la forma
vagheggiata nella mente.
Il testo dantesco e le note esplicative enfatizzano come la capacità di accogliere l’idea suprema ( del
Paradiso) può modificare e trasformare l’uomo ma al contempo sottolinea quanto questo processo
sia difficile e sempre imperfetto.
Altro che imperfetto, a noi moderni questo pensiero può sembrare eccessivo di senso, macchè non
c’è senso alla vita, non c’è un senso alla gioia, non c’è definizione d’amore come non c’è senso
al suo inizio e alla sua fine, non c’è senso al dolore, non c’è senso alla morte, figuriamoci se ha
senso il Paradiso, no, il destino dell’uomo è tragico: unico tra gli esseri viventi a essere a
conoscenza del limite della sua esistenza.
Ci risiamo,perdiamo la spinta migratoria, ritorniamo “animali stanziali”, non cerchiamo più il
Paradiso terrestre, né quello di Dante,non inseguiamo più né speranze laiche né religiose e di nuovo
proclamiamo che Dio, e noi con lui, è morto, non c’è più il bene e nemmeno il male, rimane invece
un grande vuoto, un grande dolore.
Forse alla fine bisogna sinceramente guardare alla propria vita e al desideri che il nostro cuore ha
del Paradiso dove il nostro homo sapiens vuole emigrare ancora.
esiti ben più positivi,promuovendo l’immagine delle Isole Borromee e del Lago Maggiore verso
il mercato estero,unendo elementi culturali ed aspetti paesaggistici del territorio circostante.
L’organizzazione nata nel 1997, vede nelle proprie manifestazioni una massima espressione
dell’arte contemporanea.
Obiettivo primario de Lo Spirito del lago è la ricerca visiva della contemporaneità dando libero
sfogo alle espressioni dell’animo umano.
Secondo l’associazione l’arte contemporanea deve uscire dall’isolamento e sviluppare una relazione
sinergica con il territorio circostante,proponendo modelli e libertà di pensiero alternativi.
Il tema di quest’anno si intitola : 13 Paradiso (cantico)
Elenco Artisti partecipanti alla manifestazione
Gelsomina Bassetti –I Birgit Kahle- De
Ulli Boehmelmann –DE Marcovinicio- I
Enrica Borghi-I Franco Marrocco- I
Max Bottino –I Olaf Mooij- NL
Lilli Fischer- DE Franco Rasma- I
Peter Gilles- DE Svenja Ritter-DE
Armin Goeringer- DE Christine Schulz/Ingo Rabe
Ferdinando Greco- I Regine Schumann- DE
Hans van der Ham- NL Federico Simonelli- I
Alexandre Joly- FR Daniel Spoerri- CH
Maik + Dirk Loebbert Valerio Tedeschi- I
E la classe dell’Accademia d’Arte di Muenster Frauke Wilken- DE
Il destino dell’uomo è tragico: unico tra gli esseri viventi a essere a conoscenza del limite della sua
esistenza. Esistenza difficile che sopravvive solo grazie alla speranza: speranze universali,laiche e
religiose. Oggi dopo i fallimenti ideologici del socialismo, del comunismo, del fascismo e del
liberalismo,gli uomini sembrano tornare alla speranza religiosa:” Nietsche è morto” firmato Dio,
stava scritto, e forse ancora, sul muro di Berlino: Se Nietsche è morto allora la speranza può
ritornare e perfino quella massima del Paradiso.
Paradiso viene dal persiano Pairidaeza che significa giardino, oggi però in teologia si ama parlare di
Paradiso dicendo che è uno stato non un luogo, una condizione dell’anima anche se, in assenza di
un luogo dove vanno i corpi risorti? Dovrebbe esserci un luogo dunque capace di rapportare tempo
ed eternità? Lo possiamo sperare senza rinunciare a tutto quello che la scienza ci ha detto? Ma
ancora quando è incominciata a nascere questa speranza ? Quale primate o australopiteco o già
homo ha incominciato, fabbricandosi una pietra scheggiata per difendersi dalla paura, accorgersi
che la paura restava, cresceva a dismisura e non si poteva ucciderla come si faceva con una fiera?
Così centomila sicuro anni fa, la scimmia nuda cominciò a fabbricarsi armi più adatte quali i linguaggi
complessi come i riti di sepoltura, ma siccome la morte, anzi la coscienza della propria morte
permaneva, non rimase che cercare un luogo, un luogo dove si vive sempre eternamente. Fu
così che settantasettemila anni fa, spinta da una irrefrenabile inquietudine migratoria, la scimmia
nuda decise di partire per cercare il Paradiso terrestre. Questo potrebbe essere accaduto, o meglio,
questo potrebbe spiegare quello che è accaduto davvero.
Noi non più scimmie nude cerchiamo ancora questo luogo,abbiamo in mente questa idea e siccome
noi siamo le nostre idee e le vogliamo realizzare tocca ad ognuno di noi farsi evolvere tramite le
idee e i concetti in cui crede.
Dante Alighieri, nella Divina Commedia ( Paradiso canto XIII), esprime questa idea.
Se fosse a punto la cera dedutta
e fosse il cielo in sua virtù suprema,
la luce del suggel parrebbe tutta;
ma la natura la dà sempre scema,
similmente operando a l’artista
c’a l’abito de l’arte ha man che trema.
Se fosse…:se la materia ( la cera)fosse molle e perfettamente disposta ( a punto dedutta) e il cielo
si trovasse in condizione tale da poter operare il massimo della sua virtù, la luce dell’idea divina
apparirebbe intera e impressa nella cosa generata senonchè la natura rende sempre questa luce
divina in maniera imperfetta ( scema ) operando come l’artista, che ha bensì piena cognizione e
perizia nella sua arte, ma la cui mano è malferma e impotente a tradurre in figure perfette la forma
vagheggiata nella mente.
Il testo dantesco e le note esplicative enfatizzano come la capacità di accogliere l’idea suprema ( del
Paradiso) può modificare e trasformare l’uomo ma al contempo sottolinea quanto questo processo
sia difficile e sempre imperfetto.
Altro che imperfetto, a noi moderni questo pensiero può sembrare eccessivo di senso, macchè non
c’è senso alla vita, non c’è un senso alla gioia, non c’è definizione d’amore come non c’è senso
al suo inizio e alla sua fine, non c’è senso al dolore, non c’è senso alla morte, figuriamoci se ha
senso il Paradiso, no, il destino dell’uomo è tragico: unico tra gli esseri viventi a essere a
conoscenza del limite della sua esistenza.
Ci risiamo,perdiamo la spinta migratoria, ritorniamo “animali stanziali”, non cerchiamo più il
Paradiso terrestre, né quello di Dante,non inseguiamo più né speranze laiche né religiose e di nuovo
proclamiamo che Dio, e noi con lui, è morto, non c’è più il bene e nemmeno il male, rimane invece
un grande vuoto, un grande dolore.
Forse alla fine bisogna sinceramente guardare alla propria vita e al desideri che il nostro cuore ha
del Paradiso dove il nostro homo sapiens vuole emigrare ancora.
03
luglio 2009
13 Paradiso (cantico)
Dal 03 luglio al 30 settembre 2009
arte contemporanea
Location
HOTEL-RISTORANTE ELVEZIA
Stresa, Via Vittorio Emanuele, 18, (Verbano-cusio-ossola)
Stresa, Via Vittorio Emanuele, 18, (Verbano-cusio-ossola)
Orario di apertura
su appuntamento telefonico
Autore