Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Patricia Carmo Baltazar Correa – Indo Lá
La mostra presenta una grande opera composta da quattrocento tegole realizzate dall’artista, accompagnata da una serie di disegni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Indo Lá” (Andando Là) è il titolo della personale dell’artista brasiliana Patricia Carmo Baltazar Correa presso la Galleria Hybrida Contemporanea di Roma.
La mostra ha il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile, della Casa Internazionale delle Donne e di Progetto Esthia, ed è accompagnata da un catalogo con un testo di Jacopo Benci.
La mostra presenta una grande opera composta da quattrocento tegole realizzate dall’artista, accompagnata da una serie di disegni.
L’opera è nata da un viaggio che l’artista ha compiuto lo scorso anno in Brasile, e in particolare dalla sua visita a Porto Seguro, luogo in cui approdò nell’aprile 1500 una piccola flotta di navi portoghesi sotto il comando del navigatore Pedro Álvares Cabral, dando inizio alla colonizzazione da parte del Portogallo.
Primo nucleo abitativo del Brasile, Porto Seguro ebbe un importante ruolo nei primi anni della colonizzazione.
Dice l’artista: “Una guida mi ha portato in giro alla Città Alta, dove ho potuto apprezzare le bellissime casette colorate, le prime costruite lì (originariamente residenza dei gesuiti), il Collegio dei Gesuiti e la chiesa di San Benedetto. Mi ha molto colpito il racconto della guida sulla produzione delle tegole a quei tempi: venivano modellate sulle cosce degli schiavi.
Proprio dal racconto della mia guida a Porto Seguro, e dal racconto “È la che io vado” di Clarice Lispector è nato il concetto della mostra”.
“Ho realizzato tegole, in diversi tipi di argilla, esattamente come facevano gli schiavi nel 1500 in Brasile. Quando modello l’argilla per trasformarla in “tegole”, rimangono impressi segni della creta nella plastica sottostante, dove lavoro l’argilla. Queste forme trapezoidali sono estremamente interessanti e verranno anch’esse esposte in galleria. Le tegole vengono cotte ad una temperatura di 900°C. La cottura dà il colore – diverse tonalità di verde”.
Il colore verde, ricorrente nell’opera di Patricia Carmo Baltazar Correa, ha un legame con l’alchimia.
Dice al riguardo l’artista: “Nel 2007 sono stata invitata a realizzare un’installazione per la città di Trapani, in occasione della conclusione dei lavori di restauro del mercato del pesce, in pieno centro storico. Trapani è conosciuta per la sua fantastica produzione di sale. Il sale ‘pulisce’, cura, ed è un’importante elemento alchemico. Ho fatto diverse ricerche sull’importanza storica del sale e sul suo significato come elemento alchemico e ho scoperto che gli alchimisti lo rappresentavano nei loro scritti con un ‘leone verde’. Da qui ho realizzato dei disegni di leoni verdi che, come conseguenza di questa ricerca formale, sono diventati linee verdi. Da allora, leoni verdi e linee verdi sono diventati le basi del mio lavoro. Anche in questa mostra esporrò disegni di leoni verdi”.
Il rapporto con il pensiero, la poesia, la letteratura è essenziale per l’artista, e un ruolo importante giocano autori brasiliani quali Cecilia Meirelles e Clarice Lispector.
Dice l’artista, “Ho un legame molto forte con i testi di Clarice Lispector; la morte come fenomeno ‘quasi quotidiano’, come rinnovamento e mutazione (sviluppo) dell’individuo. “Ora io sono morta” ha detto in una intervista nel 1977 poco prima di morire. L’idea del tempo come fenomeno non-lineare”.
Ha scritto Clarice Lispector, “Quando ero antica, un uovo si posò sulla mia spalla. […] – Quando ero antica fui depositaria dell’uovo e camminai piano in modo da non disturbare il silenzio dell’uovo. Poi, quando morii tolsero l’uovo da me con gran cura. Esso è ancora vivo. – Soltanto colui che vedesse il mondo potrebbe vedere l’uovo” (da “O ovo e a galinha” in “A Legião Estrangeira”, São Paulo, Ática, 1977, pp. 81-84).
Il titolo scelto da Patricia Carmo Baltazar per la mostra, “Indo lá” (“andando là”), richiama – per una felice coincidenza e non per intenzione programmatica – uno dei testi brevi più belli e profondi della Lispector, “È la che io vado” (“É para lá que eu vou”): “Al di là dell’orecchio c’è un suono, all’estremità dello sguardo una visione, sulla punta delle dita un oggetto – è la che io vado. Sulla punta della matita il segno. Dove esala un pensiero c’è un’idea, nell’ultimo alito di gioia c’è un’altra gioia, sulla punta della spada, la magia – è la che io vado. Sulla punta dei piedi, il salto. Sembra la storia di qualcuno che se ne è andato e non è tornato – è la che io vado. Oppure non vado? Sì, vado. E torno per vedere come stanno le cose. Se sono ancora magiche. Realtà? Io vi aspetto. È la che io vado.” (in “Dove siete stati di notte?”, Zanzibar, 1994, traduzione di Adelina Aletti, ed. or. “Onde estivestes de noite”, Francisco Alves, Rio de Janeiro, VII ed. 1994).
L’artista partecipa in questo momento alla collettiva Um Mundo Sem Molduras presso il MAC-SP (Museo di Arte Contemporanea di Sao Paulo, Brasile), curata da Katia Canton, insieme ad altri artisti come Nelson Leirner, Regina Silveira, Valeska Soares, Janaina Tschape e Alex Vallauri.
Patricia Carmo Baltazar Correa è nata a San Paolo del Brasile il 23 novembre 1971, e vive a Roma da dieci anni.
Nel 1995-1998 ha studiato presso la F.I.U. Free International University di Amburgo con Wolfgang Genoux, Stephan Stüttgen, Rhea Thönges-Stringaris, ed è stata ‘guest student’ di Marina Abramovic presso la HfBK di Amburgo. Nel 2008 è stata assistente di Andrea Fogli presso la Summeracademy di Salisburgo, Austria.
Mostre personali: 2009, “Indo lá” (a cura di Jacopo Benci), Galleria Hybrida Contemporanea, Roma; “Aichhorn Sammlung”, TextilGallerie, Salisburgo, Austria; 2008, “Il cammino del Daimon” (a cura di Raffaella Guidobono), Galleria Miralli, Viterbo; 2007, “Unsichtbares wesen” (a cura di Eleonora Di Erasmo), Progetto Esthia, Roma; 2005, “Corpus” (a cura di Raffaella Guidobono), Galleria A.K.A., Roma; 2004, “Stein” (performance), Casa Internazionale delle Donne, Roma. Principali mostre collettive: 2009, “Um mundo sem molduras” (a cura di Katia Canton), MAC-USP, Museu de Arte Contemporanea de São Paulo, São Paulo, Brasile; 2008, “Moleskine Detour: Berlin” (a cura di Raffaella Guidobono), Museum der Dinge, Berlino; “Palazzo Costantino” (a cura di Raffaella Guidobono), Palermo; “Antidoto Dialogico” (a cura di Roberto Annecchini), Galleria Change + Partner, Roma; 2007, “Endlos – LatinoLatino” (a cura di Raffaella Guidobono), Loop KNOS, Lecce; “Salt Line”, Mercato del Pesce, Trapani; 2006, “Bucato”, Villa Celimontana Jazz Festival, Roma; 2005, “Landscapes for Zora”, Casa Internazionale delle Donne, Roma.
Sue opere sono nella Collezione Gilberto Chateaubriand (Museu de Arte Moderna), Rio de Janeiro, nella Collezione Fabio Faisal, São Paulo, Brasile e nella Collezione Moleskine, Milano, Italia.
La mostra ha il patrocinio dell’Ambasciata del Brasile, della Casa Internazionale delle Donne e di Progetto Esthia, ed è accompagnata da un catalogo con un testo di Jacopo Benci.
La mostra presenta una grande opera composta da quattrocento tegole realizzate dall’artista, accompagnata da una serie di disegni.
L’opera è nata da un viaggio che l’artista ha compiuto lo scorso anno in Brasile, e in particolare dalla sua visita a Porto Seguro, luogo in cui approdò nell’aprile 1500 una piccola flotta di navi portoghesi sotto il comando del navigatore Pedro Álvares Cabral, dando inizio alla colonizzazione da parte del Portogallo.
Primo nucleo abitativo del Brasile, Porto Seguro ebbe un importante ruolo nei primi anni della colonizzazione.
Dice l’artista: “Una guida mi ha portato in giro alla Città Alta, dove ho potuto apprezzare le bellissime casette colorate, le prime costruite lì (originariamente residenza dei gesuiti), il Collegio dei Gesuiti e la chiesa di San Benedetto. Mi ha molto colpito il racconto della guida sulla produzione delle tegole a quei tempi: venivano modellate sulle cosce degli schiavi.
Proprio dal racconto della mia guida a Porto Seguro, e dal racconto “È la che io vado” di Clarice Lispector è nato il concetto della mostra”.
“Ho realizzato tegole, in diversi tipi di argilla, esattamente come facevano gli schiavi nel 1500 in Brasile. Quando modello l’argilla per trasformarla in “tegole”, rimangono impressi segni della creta nella plastica sottostante, dove lavoro l’argilla. Queste forme trapezoidali sono estremamente interessanti e verranno anch’esse esposte in galleria. Le tegole vengono cotte ad una temperatura di 900°C. La cottura dà il colore – diverse tonalità di verde”.
Il colore verde, ricorrente nell’opera di Patricia Carmo Baltazar Correa, ha un legame con l’alchimia.
Dice al riguardo l’artista: “Nel 2007 sono stata invitata a realizzare un’installazione per la città di Trapani, in occasione della conclusione dei lavori di restauro del mercato del pesce, in pieno centro storico. Trapani è conosciuta per la sua fantastica produzione di sale. Il sale ‘pulisce’, cura, ed è un’importante elemento alchemico. Ho fatto diverse ricerche sull’importanza storica del sale e sul suo significato come elemento alchemico e ho scoperto che gli alchimisti lo rappresentavano nei loro scritti con un ‘leone verde’. Da qui ho realizzato dei disegni di leoni verdi che, come conseguenza di questa ricerca formale, sono diventati linee verdi. Da allora, leoni verdi e linee verdi sono diventati le basi del mio lavoro. Anche in questa mostra esporrò disegni di leoni verdi”.
Il rapporto con il pensiero, la poesia, la letteratura è essenziale per l’artista, e un ruolo importante giocano autori brasiliani quali Cecilia Meirelles e Clarice Lispector.
Dice l’artista, “Ho un legame molto forte con i testi di Clarice Lispector; la morte come fenomeno ‘quasi quotidiano’, come rinnovamento e mutazione (sviluppo) dell’individuo. “Ora io sono morta” ha detto in una intervista nel 1977 poco prima di morire. L’idea del tempo come fenomeno non-lineare”.
Ha scritto Clarice Lispector, “Quando ero antica, un uovo si posò sulla mia spalla. […] – Quando ero antica fui depositaria dell’uovo e camminai piano in modo da non disturbare il silenzio dell’uovo. Poi, quando morii tolsero l’uovo da me con gran cura. Esso è ancora vivo. – Soltanto colui che vedesse il mondo potrebbe vedere l’uovo” (da “O ovo e a galinha” in “A Legião Estrangeira”, São Paulo, Ática, 1977, pp. 81-84).
Il titolo scelto da Patricia Carmo Baltazar per la mostra, “Indo lá” (“andando là”), richiama – per una felice coincidenza e non per intenzione programmatica – uno dei testi brevi più belli e profondi della Lispector, “È la che io vado” (“É para lá que eu vou”): “Al di là dell’orecchio c’è un suono, all’estremità dello sguardo una visione, sulla punta delle dita un oggetto – è la che io vado. Sulla punta della matita il segno. Dove esala un pensiero c’è un’idea, nell’ultimo alito di gioia c’è un’altra gioia, sulla punta della spada, la magia – è la che io vado. Sulla punta dei piedi, il salto. Sembra la storia di qualcuno che se ne è andato e non è tornato – è la che io vado. Oppure non vado? Sì, vado. E torno per vedere come stanno le cose. Se sono ancora magiche. Realtà? Io vi aspetto. È la che io vado.” (in “Dove siete stati di notte?”, Zanzibar, 1994, traduzione di Adelina Aletti, ed. or. “Onde estivestes de noite”, Francisco Alves, Rio de Janeiro, VII ed. 1994).
L’artista partecipa in questo momento alla collettiva Um Mundo Sem Molduras presso il MAC-SP (Museo di Arte Contemporanea di Sao Paulo, Brasile), curata da Katia Canton, insieme ad altri artisti come Nelson Leirner, Regina Silveira, Valeska Soares, Janaina Tschape e Alex Vallauri.
Patricia Carmo Baltazar Correa è nata a San Paolo del Brasile il 23 novembre 1971, e vive a Roma da dieci anni.
Nel 1995-1998 ha studiato presso la F.I.U. Free International University di Amburgo con Wolfgang Genoux, Stephan Stüttgen, Rhea Thönges-Stringaris, ed è stata ‘guest student’ di Marina Abramovic presso la HfBK di Amburgo. Nel 2008 è stata assistente di Andrea Fogli presso la Summeracademy di Salisburgo, Austria.
Mostre personali: 2009, “Indo lá” (a cura di Jacopo Benci), Galleria Hybrida Contemporanea, Roma; “Aichhorn Sammlung”, TextilGallerie, Salisburgo, Austria; 2008, “Il cammino del Daimon” (a cura di Raffaella Guidobono), Galleria Miralli, Viterbo; 2007, “Unsichtbares wesen” (a cura di Eleonora Di Erasmo), Progetto Esthia, Roma; 2005, “Corpus” (a cura di Raffaella Guidobono), Galleria A.K.A., Roma; 2004, “Stein” (performance), Casa Internazionale delle Donne, Roma. Principali mostre collettive: 2009, “Um mundo sem molduras” (a cura di Katia Canton), MAC-USP, Museu de Arte Contemporanea de São Paulo, São Paulo, Brasile; 2008, “Moleskine Detour: Berlin” (a cura di Raffaella Guidobono), Museum der Dinge, Berlino; “Palazzo Costantino” (a cura di Raffaella Guidobono), Palermo; “Antidoto Dialogico” (a cura di Roberto Annecchini), Galleria Change + Partner, Roma; 2007, “Endlos – LatinoLatino” (a cura di Raffaella Guidobono), Loop KNOS, Lecce; “Salt Line”, Mercato del Pesce, Trapani; 2006, “Bucato”, Villa Celimontana Jazz Festival, Roma; 2005, “Landscapes for Zora”, Casa Internazionale delle Donne, Roma.
Sue opere sono nella Collezione Gilberto Chateaubriand (Museu de Arte Moderna), Rio de Janeiro, nella Collezione Fabio Faisal, São Paulo, Brasile e nella Collezione Moleskine, Milano, Italia.
19
giugno 2009
Patricia Carmo Baltazar Correa – Indo Lá
Dal 19 giugno al 07 luglio 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
HYBRIDA CONTEMPORANEA
Roma, Via Reggio Emilia, 32, (Roma)
Roma, Via Reggio Emilia, 32, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-13 e 16-20
Vernissage
19 Giugno 2009, ore 19,00
Sito web
www.patriciacarmo.com
Autore
Curatore