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EsSensum – Natura ed artificio
Nono atto dal titolo “Natura ed Artificio” caratterizzato dallo straordinario
connubio tra l’azione di Land Art tutta calabrese – promossa dall’associazione
“Eventi Fioriti” e da “Metastudio Design” – e la pittura elettrica di Caterina
Vesci.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il viaggio di “EsSensum” alla riscoperta e alla esaltazione dei sensi corporei ritorna nel mese di giugno con un nuovo atteso appuntamento. La piattaforma artistica è ospitata presso “Il Casale” di Feroleto Antico capace di trasformarsi in un grande contenitore in cui sapere e conoscenza, piacere e gusto, si sposano all’insegna del confronto tra le istanze creative del territorio calabrese. Attraverso un intenso lavoro di ricerca sui bisogni del territorio e sulla promozione secondo canoni assolutamente innovativi, “Il Casale” - sull’onda del successo dell’ultima degustazione con ospite d’eccezione il grande gourmet Paolo Parisi - ha di recente promosso la costituzione della condotta Slow Food, denominata “Terina”, che porterà prossimamente in Calabria altri eventi dedicati all’eno-gastronomia di qualità.
Dopo il successo dell’esposizione in ambito di grafica ed illustrazione dell’artista LEGENDA, il progetto ideato da VIVApop - costola creata all’interno dell’Associazione Culturale Vivarium U.P.C. di Catanzaro - vedrà inaugurarsi mercoledì 17 giugno prossimo, alle ore 19.30 con ingresso gratuito, una nuova operazione di assoluto livello culturale caratterizzata dallo straordinario connubio tra l’azione di Land Art tutta calabrese - promossa dall’associazione “Eventi Fioriti” e da “Metastudio Design” - e la pittura elettrica di Caterina Vesci. Il vernissage sarà corredato dal Soundscape di Dj Mino Stella e dal gustoso aperitivo offerto da Sensum The bar. Sarà una rara occasione per ammirare dal vivo opere di artisti che agiscono direttamente sul paesaggio, plasmate dagli agenti naturali, in cui il tempo si fa protagonista attivo del linguaggio artistico. Ma “EsSensum” ospiterà anche i “landscapes” assolutamente originali di Caterina Vesci, costellati di pixel pittorici, lampeggiamenti fosforescenti ed aloni elettrici. L’esposizione composita resterà aperta al pubblico fino a venerdì 26 giugno quando, alle ore 21.00, andrà in scena l’evento-festa che, all’insegna dell’assoluta completezza ed originalità della proposta, proporrà l’abituale contenitore estatico in cui si fondono Cibo, Arte Visiva, Dj, Vj set e Piattaforma Olfattiva.
Per ulteriori informazioni: 0968/455023 – 339/8100575.
Al centro dell’azione concettuale di Land Art vi è una grande sensibilità per la tematica ecologica e per l’armonica vitalità dell’ambiente i cui ritmi impongono all’uomo di interagire. Il paesaggio diventa così l’orizzonte “biologico” per dare forma alla propria vocazione creativa e ridefinire i termini della relazione tra uomo, natura, spazio e tempo.
Parteciperanno all’azione gli artisti dell’Associazione “Eventi Fioriti” che, operando quale gruppo-laboratorio di idee, ha dato vita a manifestazioni quali “Fiori in volo” e “Fiori sotto le stelle” e ha fondato la SAF, Scuola di Arte Floreale, dedita alla diffusione e alla formazione di arte floreale, l’unica realtà di formazione nel settore operante in Calabria su base regionale. Hanno aderito all’invito di “EsSensum” dodici operatori di decennale esperienza: Adriano Albo di San Lucido, Giuseppe Cappello di Platania, Giovanna Chirumbolo, Gianni Cortese, Giuseppe De Rosa, Francesco Mastroianni e Francesco Torchia di Lamezia Terme, Peppe Ferraro di Rosarno, Domenico Forgetti di Taurianova, Domenico Mastroianni di Castrovillari, Vito Pellegrino di Acconia di Curinga e Susanna Racco di Dinami.
All’azione di Land Art contribuirà anche il Metastudio Design di Cosenza, specializzato in Cultural Experience Design e volto alla creazione di sistemi ed esperienze di valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale dei territori attraverso soluzioni comunicative e creative design oriented. Cultura del progetto, transdisciplinareità e visionarietà: sono queste le parole chiave caratterizzanti la sperimentazione di nuove forme di espressione contemporanea e lo sviluppo di nuovi concept, linguaggi e architetture, materiali ed immateriali.
Al centro della pittura elettrica di Caterina Vesci c’è, invece, il lavoro di indagine attorno all’intreccio di luce e i colori che caratterizza squarci di paesaggio urbano (Landscapes) illuminati. Nella coraggiosa ricerca di far coesistere dimensioni fisiche metafisiche e pittoriche, Caterina Vesci approda ad un uso manipolativo della luce che certifica coi suoi toni elettrici, di colore e d’impasto chimico, l’esistenza di differenti mondi.
Il percorso di ricerca e di sperimentazione promosso da “EsSensum” si appresta ad ospitare una tappa importante dedicata alla libera espressione rivelando un nuovo modo di vivere la notte finalmente privo di barriere ideologiche.
Se è vero che a prima vista Fisica, Metafisica e Pittura sembrano domini inconciliabili tra di loro è pur vero che ad una più attenta osservazione risulta evidente che il loro tema comune d’indagine è quello della Luce e dei Colori. E ciò che ne giustifica l’intreccio, in una trattazione quale questo specifico contesto, è il lavoro di Caterina Vesci: i suoi landscapes urbani illuminati. Che di luce parlano, e di luce in relazione ai colori, che l’una dipende dagli altri e viceversa. Squarci di paesaggio urbano, Landscapes, e paesaggi elettrici perché dalla Luce sono governati. Anzi di più : è la Luce che ne certifica quasi definitivamente l’esistenza, da Essa dipendono, di Essa si nutrono ad Essa anelano ed aspirano per Venire alla Luce che, secondo la figurazione retorica della sineddoche, è Venire al Mondo. I lavori di Caterina Vesci trattano il tema dell’ illuminazione: ed in senso assolutamente lato. E parlo di tema proprio perché il termine assume qui valore su un triplice piano: fisico, metafisico e pittorico.
Senza voler scadere in una superficialità che è propria di linguaggio unificato e quindi inadeguato a trattare temi così diversi ed apparentemente lontani tra loro, si può però affermare, e considerare quindi, che la Luce Divina sia una metafora; e che metafore di grado diverso sono anche la Luce Fisica e la Luce Pittorica. La luce metafisica illumina l’interno della mente, quella fisica è un prodotto materico frutto della mente, quella pittorica è manifestazione della mente, nel senso di manufatto celebrativo e festoso. Lo stesso vale per i colori, prodotti della Luce, ma anche dell’ingegno umano e delle mani di chi li combina e li dispone in un dipinto. Ora, risulta evidente che C.V. tale compatibilità l’ha nella propria mente, nella sua propria pur breve storia, nella propria vita.
E’ lei che illumina la discesa delle tenebre e crea la scomparsa della Luce Divina naturale a cui contrappone la fisicità elettrica delle sue lampade che innaturalmente alterano la visione. Un uso manipolativo della Luce che da pagano demigod quale C. V. si rappresenta, simil semidio, certifica coi suoi toni elettrici, di colore e d’impasto chimico, l’esistenza di differenti mondi - ciascuno dei quali assume cromie diverse a seconda del fascio elettronico o naturale che l’invade. Luce anche naturale perché esiste comunque una luce prettamente pittorica nei suoi lavori: una Luce dai toni cupi che rimanda ad un uso premoderno dei colori, ciascuno dei quali è depositario di una propria idealità, associata a sua volta una luce fisica che si sostanzia sui lavori in maniera estremamente innovativa. E’ insita nel suo lavoro, in ogni paesaggio, una cangiante espressione di possibile pena e deprivazione illuminativa, che in maniera saggia viene freddamente dosata, e quindi contenuta, riuscendo così ad esaltare, in maniera parallela e coesistente, le altrettanto insite espressioni di bellezza e fulgore statico che il lavoro detiene. Una Duplicità dell’Essere che, nel gioco di chiaroscuri di fondo poi illuminati, si dibatte con la Materialità nella ricerca dell’Immateriale. Nella coraggiosa ricerca di far coesistere dimensioni fisiche metafisiche e pittoriche, che in un tutt’uno variegato declinano la Luce quale Suprema Entità, collocando le sue lampade C.V. si pone quale interfaccia tra mondo materiale degli oggetti e mondo immateriale delle idee: è con tale gesto che si sostituisce alla Luce divina ed è in tale gesto la ultracomplessità della sua ricerca. Al suo Governo della Luce corrispondono i suoi colori, che sono segno del suo intendere la vita e mezzi per esprimere un simbolismo di natura quasi ossianica, nato per affermare con quali metodi combattere la paura delle tenebre e manifestare l’amore per la Luce in senso lato. Ed i colori che ne risultano, frutto di deliquio sintetico, caratterizzano in maniera netta la pratica pittorica di C. V. ; ed in modo più che evidente, nell’esplosione, in molti lavori, di una pittura colorata a tinte forti, quasi impressionista, ultima classica prima moderna, intesa come momento di dissoluzione dell’immagine del mondo esterno utile a lasciare spazio all’immagine del suo mondo psichico. C. V.: un mondo in bilico che tramite l’uso della tecnologia elettrica - l’uso dei potenti strumenti concettuali quali le lampade ed il loro uso sono - oltre a produrre effetti di manipolazione fattuale concorre ad un indagine sempre più approfondita sulla Chimica dell’Universo ed alla fondazione di una nuova personale cosmologia. Questo fa della ricerca di C.V. un’opera manichea, per certi versi sincretistica, che riconosce come momento originario del mondo la co-esistenza di Luce e Tenebre, avendo dentro molti dèi benevoli e demoni malvagi pure, che tenta di governare avendoli tutti assieme assiepati, non volendo volutamente risolvere il contrasto sulla natura del fenomeno Luce Fisica. Molto di più si potrebbe aggiungere sulla sua Metafisica dato che tali sue pratiche pittoriche - correlate alle tenebre notturne e costellate di pixel pittorici, lampeggiamenti fosforescenti ed aloni elettrici - aspirano a raggiungere, almeno questa l’impressione, anche questa wood , il culmine dell’esperienza mistica, ovvero il Senso dell’illuminazione. Artistica s’intende. R.M.MOTTOLA
Dopo il successo dell’esposizione in ambito di grafica ed illustrazione dell’artista LEGENDA, il progetto ideato da VIVApop - costola creata all’interno dell’Associazione Culturale Vivarium U.P.C. di Catanzaro - vedrà inaugurarsi mercoledì 17 giugno prossimo, alle ore 19.30 con ingresso gratuito, una nuova operazione di assoluto livello culturale caratterizzata dallo straordinario connubio tra l’azione di Land Art tutta calabrese - promossa dall’associazione “Eventi Fioriti” e da “Metastudio Design” - e la pittura elettrica di Caterina Vesci. Il vernissage sarà corredato dal Soundscape di Dj Mino Stella e dal gustoso aperitivo offerto da Sensum The bar. Sarà una rara occasione per ammirare dal vivo opere di artisti che agiscono direttamente sul paesaggio, plasmate dagli agenti naturali, in cui il tempo si fa protagonista attivo del linguaggio artistico. Ma “EsSensum” ospiterà anche i “landscapes” assolutamente originali di Caterina Vesci, costellati di pixel pittorici, lampeggiamenti fosforescenti ed aloni elettrici. L’esposizione composita resterà aperta al pubblico fino a venerdì 26 giugno quando, alle ore 21.00, andrà in scena l’evento-festa che, all’insegna dell’assoluta completezza ed originalità della proposta, proporrà l’abituale contenitore estatico in cui si fondono Cibo, Arte Visiva, Dj, Vj set e Piattaforma Olfattiva.
Per ulteriori informazioni: 0968/455023 – 339/8100575.
Al centro dell’azione concettuale di Land Art vi è una grande sensibilità per la tematica ecologica e per l’armonica vitalità dell’ambiente i cui ritmi impongono all’uomo di interagire. Il paesaggio diventa così l’orizzonte “biologico” per dare forma alla propria vocazione creativa e ridefinire i termini della relazione tra uomo, natura, spazio e tempo.
Parteciperanno all’azione gli artisti dell’Associazione “Eventi Fioriti” che, operando quale gruppo-laboratorio di idee, ha dato vita a manifestazioni quali “Fiori in volo” e “Fiori sotto le stelle” e ha fondato la SAF, Scuola di Arte Floreale, dedita alla diffusione e alla formazione di arte floreale, l’unica realtà di formazione nel settore operante in Calabria su base regionale. Hanno aderito all’invito di “EsSensum” dodici operatori di decennale esperienza: Adriano Albo di San Lucido, Giuseppe Cappello di Platania, Giovanna Chirumbolo, Gianni Cortese, Giuseppe De Rosa, Francesco Mastroianni e Francesco Torchia di Lamezia Terme, Peppe Ferraro di Rosarno, Domenico Forgetti di Taurianova, Domenico Mastroianni di Castrovillari, Vito Pellegrino di Acconia di Curinga e Susanna Racco di Dinami.
All’azione di Land Art contribuirà anche il Metastudio Design di Cosenza, specializzato in Cultural Experience Design e volto alla creazione di sistemi ed esperienze di valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale dei territori attraverso soluzioni comunicative e creative design oriented. Cultura del progetto, transdisciplinareità e visionarietà: sono queste le parole chiave caratterizzanti la sperimentazione di nuove forme di espressione contemporanea e lo sviluppo di nuovi concept, linguaggi e architetture, materiali ed immateriali.
Al centro della pittura elettrica di Caterina Vesci c’è, invece, il lavoro di indagine attorno all’intreccio di luce e i colori che caratterizza squarci di paesaggio urbano (Landscapes) illuminati. Nella coraggiosa ricerca di far coesistere dimensioni fisiche metafisiche e pittoriche, Caterina Vesci approda ad un uso manipolativo della luce che certifica coi suoi toni elettrici, di colore e d’impasto chimico, l’esistenza di differenti mondi.
Il percorso di ricerca e di sperimentazione promosso da “EsSensum” si appresta ad ospitare una tappa importante dedicata alla libera espressione rivelando un nuovo modo di vivere la notte finalmente privo di barriere ideologiche.
Se è vero che a prima vista Fisica, Metafisica e Pittura sembrano domini inconciliabili tra di loro è pur vero che ad una più attenta osservazione risulta evidente che il loro tema comune d’indagine è quello della Luce e dei Colori. E ciò che ne giustifica l’intreccio, in una trattazione quale questo specifico contesto, è il lavoro di Caterina Vesci: i suoi landscapes urbani illuminati. Che di luce parlano, e di luce in relazione ai colori, che l’una dipende dagli altri e viceversa. Squarci di paesaggio urbano, Landscapes, e paesaggi elettrici perché dalla Luce sono governati. Anzi di più : è la Luce che ne certifica quasi definitivamente l’esistenza, da Essa dipendono, di Essa si nutrono ad Essa anelano ed aspirano per Venire alla Luce che, secondo la figurazione retorica della sineddoche, è Venire al Mondo. I lavori di Caterina Vesci trattano il tema dell’ illuminazione: ed in senso assolutamente lato. E parlo di tema proprio perché il termine assume qui valore su un triplice piano: fisico, metafisico e pittorico.
Senza voler scadere in una superficialità che è propria di linguaggio unificato e quindi inadeguato a trattare temi così diversi ed apparentemente lontani tra loro, si può però affermare, e considerare quindi, che la Luce Divina sia una metafora; e che metafore di grado diverso sono anche la Luce Fisica e la Luce Pittorica. La luce metafisica illumina l’interno della mente, quella fisica è un prodotto materico frutto della mente, quella pittorica è manifestazione della mente, nel senso di manufatto celebrativo e festoso. Lo stesso vale per i colori, prodotti della Luce, ma anche dell’ingegno umano e delle mani di chi li combina e li dispone in un dipinto. Ora, risulta evidente che C.V. tale compatibilità l’ha nella propria mente, nella sua propria pur breve storia, nella propria vita.
E’ lei che illumina la discesa delle tenebre e crea la scomparsa della Luce Divina naturale a cui contrappone la fisicità elettrica delle sue lampade che innaturalmente alterano la visione. Un uso manipolativo della Luce che da pagano demigod quale C. V. si rappresenta, simil semidio, certifica coi suoi toni elettrici, di colore e d’impasto chimico, l’esistenza di differenti mondi - ciascuno dei quali assume cromie diverse a seconda del fascio elettronico o naturale che l’invade. Luce anche naturale perché esiste comunque una luce prettamente pittorica nei suoi lavori: una Luce dai toni cupi che rimanda ad un uso premoderno dei colori, ciascuno dei quali è depositario di una propria idealità, associata a sua volta una luce fisica che si sostanzia sui lavori in maniera estremamente innovativa. E’ insita nel suo lavoro, in ogni paesaggio, una cangiante espressione di possibile pena e deprivazione illuminativa, che in maniera saggia viene freddamente dosata, e quindi contenuta, riuscendo così ad esaltare, in maniera parallela e coesistente, le altrettanto insite espressioni di bellezza e fulgore statico che il lavoro detiene. Una Duplicità dell’Essere che, nel gioco di chiaroscuri di fondo poi illuminati, si dibatte con la Materialità nella ricerca dell’Immateriale. Nella coraggiosa ricerca di far coesistere dimensioni fisiche metafisiche e pittoriche, che in un tutt’uno variegato declinano la Luce quale Suprema Entità, collocando le sue lampade C.V. si pone quale interfaccia tra mondo materiale degli oggetti e mondo immateriale delle idee: è con tale gesto che si sostituisce alla Luce divina ed è in tale gesto la ultracomplessità della sua ricerca. Al suo Governo della Luce corrispondono i suoi colori, che sono segno del suo intendere la vita e mezzi per esprimere un simbolismo di natura quasi ossianica, nato per affermare con quali metodi combattere la paura delle tenebre e manifestare l’amore per la Luce in senso lato. Ed i colori che ne risultano, frutto di deliquio sintetico, caratterizzano in maniera netta la pratica pittorica di C. V. ; ed in modo più che evidente, nell’esplosione, in molti lavori, di una pittura colorata a tinte forti, quasi impressionista, ultima classica prima moderna, intesa come momento di dissoluzione dell’immagine del mondo esterno utile a lasciare spazio all’immagine del suo mondo psichico. C. V.: un mondo in bilico che tramite l’uso della tecnologia elettrica - l’uso dei potenti strumenti concettuali quali le lampade ed il loro uso sono - oltre a produrre effetti di manipolazione fattuale concorre ad un indagine sempre più approfondita sulla Chimica dell’Universo ed alla fondazione di una nuova personale cosmologia. Questo fa della ricerca di C.V. un’opera manichea, per certi versi sincretistica, che riconosce come momento originario del mondo la co-esistenza di Luce e Tenebre, avendo dentro molti dèi benevoli e demoni malvagi pure, che tenta di governare avendoli tutti assieme assiepati, non volendo volutamente risolvere il contrasto sulla natura del fenomeno Luce Fisica. Molto di più si potrebbe aggiungere sulla sua Metafisica dato che tali sue pratiche pittoriche - correlate alle tenebre notturne e costellate di pixel pittorici, lampeggiamenti fosforescenti ed aloni elettrici - aspirano a raggiungere, almeno questa l’impressione, anche questa wood , il culmine dell’esperienza mistica, ovvero il Senso dell’illuminazione. Artistica s’intende. R.M.MOTTOLA
17
giugno 2009
EsSensum – Natura ed artificio
Dal 17 al 26 giugno 2009
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
IL CASALE
Feroleto Antico, malaspina, (Catanzaro)
Feroleto Antico, malaspina, (Catanzaro)
Vernissage
17 Giugno 2009, ore 19.30
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