Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Pino Caputi – Carousel
La personale di pittura targata Pino Caputi, racconta tensioni, intimità e perversioni di certi eroi di tutti i giorni, attraveso le brillanti e ultraplastiche rifrazioni del silicone colorato
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dall'11 giugno, allo Spazio Santa Marta di Milano, l'attesa personale di pittura targata Pino Caputi, racconta tensioni,intimità e perversioni di certi eroi di tutti i giorni, attraverso le brillanti e ultraplastiche rifrazioni del silcone colorato. "Carousel", giostra multiforme di personaggi, soggetti e inquietudini quotidiane, trova altre intimità e profondita', proprio per questa tecnica inconsueta(per certi versi sconosciuta) che l' artista ha deciso di sperimentare da circa un triennio. E non senza polemiche e scotti da pagare. Immediatamente dopo la fase di rientro dalla sua personalissima crisi di matrice ultrapop, che lo aveva irrimediabilmente lanciato tra le top star dell'area pugliese, Pino Caputi decide di scendere in campo tralasciando alle spalle un periodo prolificamente florido e intrigante, molto più facile ed immediato della sua tecnica attule. Ma come si sa, a lungo andare, il NewPop non rende quasi mai le giuste dimensioni e abilità stilistiche di un autore(Mel Ramos "docet"), senza essere troppo ingabbiati in luoghi comuni molto più vicini all'esercizio di stile e al manierismo pubblicitario. Perchè, appunto, è sempre davvero "molto pop"pensare che questa cultura sia l'unica chiave vincente nel magma vulcanico di una crisi che ha colpito così duramente anche il mondo dell'arte contemporanea. E non senza mietere vittime, da Milano a Canicattì, da Los Angeles a Tokyo. Il coraggio, proprio in merito all'appiattimento che la crisi mondiale ha determinato in così poco tempo, sta poprio nel fatto di contrapporre idee e tecniche rappresentative. Uno sforzo che ripaga solo oggi un artista come Caputi, riconoscendone le sue indiscutibili abilità figurative, in un certo senso,molto vicine alla Nuova Figurazione avantg-garde, tanto cara ad autori com Eric Fischel o Lucien Freud, particolarmente irriverenti e fuori da qualsiasi schema predefinito. La capacità interpretativa di Pino Caputi si inserisce più che bene in scenari, come appunto lo Spazio Arte Santa Marta, che ben sa come riconoscere e promuovere talenti di qualità. Il silicone colorato risulta particolarmente difficile per preparazione e impiego nel gesto creativo, ma l'autore, sembra aver del tutto sconfitto e reso duttile qualsiasi difficoltà di posatura e miscelazione cromatica. Merito forse della sua immaginazione alchemica mutaforma, che da prospettive errate e cromie quasi sempre esagerate, addomestica il silicone colorato amplificando lirismo e cifre esistenziali che i suoi personaggi sembrano mostrare e affrontare in maniera così naturale e disinvolta. Anche (o soprattutto) in certe sottili perversioni e micropatologie nascoste, che rendono particolarmente intense e ipertese le atmosfere delle sue ambientazioni, anche nella loro staticità. L' impressionante produzioe di Caputi e la brillantezza bizantiniana del suo gioco preferito (silicone, appunto), diventano anche il gioco dei suoi soggetti, sempre pronti ad arrivare giusto al limite tra (sur)realtà e mappe immaginarie che certe storie non potrebbero altrimenti tralasciare di raccontare. Il suo "Funeral", dal "british touch" così marcato e d' impatto, non raggiungerebbe la stessa identica grandezza del film scozzese "Orphans" di Peter Mullan (1998) se non fosse così esasperato e materico, fatto di echi mai urlati, che rasentano gli effetti delle staffilate di freddo alla faccia che solo il gelo e le correnti del Nord est europeo sanno produrre.
Ma per reazione uguale e contraria, il silicone colorato delle opere presenti in "Carousel" (di piccoli, medi e grandi formati),dalle fredde e gelide tonalità produce estetiche interiori sorprendentemente calde e intimiste, rivelando altre estetiche, non sempre facilmente individuabili o percepibii ad occhio nudo. E' necessario cedere il posto all'ascolto di urla sommerse e pacate che solo l'anima, "le anime inquiete" di Pino Caputi, sempre perennemente in guerra con sè stesse, sanno esprimere e contraddire. Perchè solo il suo cavaliere, a cavallo, appunto,animale vivente a dondolo, si inserisce perfettamente in un bosco isolato, lontano da sguardi e maldicenze puritane. E non è solo merito dei grandi formati. Il siliconico Caputi, riesce dunque a tradurre in piccole e medie dimensioni (materiale addizionale di collezionismo a sè stante), diversi linguaggi di veri e propri studi preliminari della preparazione tecnica, che sembrano addirittura invitarlo ad una sfida certa: il suo potere persuasivo non è soltanto nella sua abilità descrittiva.
D'altro canto, cose e persone, sono fatte di materia. La materia e le storie d "Carousel" di Pino Caputi, riescono persino a concedere il beneficio di toccare certe sensibilità dell'anima. Persino con le dita.
Ma per reazione uguale e contraria, il silicone colorato delle opere presenti in "Carousel" (di piccoli, medi e grandi formati),dalle fredde e gelide tonalità produce estetiche interiori sorprendentemente calde e intimiste, rivelando altre estetiche, non sempre facilmente individuabili o percepibii ad occhio nudo. E' necessario cedere il posto all'ascolto di urla sommerse e pacate che solo l'anima, "le anime inquiete" di Pino Caputi, sempre perennemente in guerra con sè stesse, sanno esprimere e contraddire. Perchè solo il suo cavaliere, a cavallo, appunto,animale vivente a dondolo, si inserisce perfettamente in un bosco isolato, lontano da sguardi e maldicenze puritane. E non è solo merito dei grandi formati. Il siliconico Caputi, riesce dunque a tradurre in piccole e medie dimensioni (materiale addizionale di collezionismo a sè stante), diversi linguaggi di veri e propri studi preliminari della preparazione tecnica, che sembrano addirittura invitarlo ad una sfida certa: il suo potere persuasivo non è soltanto nella sua abilità descrittiva.
D'altro canto, cose e persone, sono fatte di materia. La materia e le storie d "Carousel" di Pino Caputi, riescono persino a concedere il beneficio di toccare certe sensibilità dell'anima. Persino con le dita.
11
giugno 2009
Pino Caputi – Carousel
Dall'undici giugno al 25 luglio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA SANTAMARTA
Milano, Via Santa Marta, 19, (Milano)
Milano, Via Santa Marta, 19, (Milano)
Biglietti
libero
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10 - 19
sabato 10-16
Vernissage
11 Giugno 2009, ore 18.00
Autore
Curatore