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Rita R. Florit – Parole in forma di colore
Le opere poetiche di Rita Florit si sviluppano, fin dall’inizio, strettamente collegate all’immagine e ad una forte connessione con gli elementi, con la materia, ma soprattutto con l’azione primordiale.
Comunicato stampa
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Sembra che fin dalle origini l'essere umano abbia pensato per immagini e che la stessa scrittura sia nata come pittografia, cioè che gli alfabeti siano stati tutti ideografici prima di essere fonetici. Naturalmente è evidente che l’immagine disegnata è più antica della parola scritta, ma in tutto ciò l’homo faber e l’homo ludens sembra che abbiano sempre rappresentato due aspetti inseparabili della stessa evoluzione.
Questa breve premessa per dire che le opere poetiche di Rita Florit si sviluppano, fin dall’inizio, strettamente collegate all’immagine e ad una forte connessione con gli elementi, con la materia, ma soprattutto con l’azione primordiale. In altre parole, l’idea di realizzare quelle che possiamo definire video-poesie era già insita nel suo lavoro e si è poi sviluppata naturalmente. I tre video, e la serie di opere fotografiche estrapolate da questi, sono stati realizzati avvalendosi di diverse collaborazioni per ottenere un connubio perfetto tra immagini in movimento, pensieri, suoni, parole e colori. Come in un percorso circolare, dove non è possibile rintracciare l’inizio e la fine, le sue poesie richiamano le immagini e le immagini richiamano le poesie e ne sottolineano l’atmosfera e le emozioni. “Lezioni inevitabili” (2005) è un’opera che nasce da viscere mediterranee, da una terra impastata di polvere rossa e ferrigna, da tronchi di ulivi secolari, dalla danza ritmica e a piedi nudi del dio Pan. “Varchi del rosso” (2006) vive all’interno di un’atmosfera orientale, cruenta ed elegante nella costante associazione allo scorrere fluido e caldo del sangue. “TwinVideo: Air-TuttoXaria” (2008) costituisce un gioco occidentale d’astrazione pura, in cui è possibile definire la pienezza di ciò che appare nullo e vuoto e, di seguito, il suo ribaltamento ironico in una lettura di segno opposto. Se dunque pensiamo che il mondo della comunicazione sia ormai dominato solo dalle immagini, questa mostra può costituire l’esempio di un modo differente di fare cultura, preservando il ruolo della parola e presentando l’immagine come rappresentazione e non come finzione che si sostituisce alla realtà stessa. In questo senso si può affermare che esiste un nuovo luogo della poesia, un ambito di incontro e compenetrazione con l’immagine che rende più accessibile e comunicabile il suo messaggio.
I testi alla base dei tre video affiancheranno, all’interno della galleria, tre trittici fotografici, frutto del processo sincretistico che la loro produzione ha generato. Le immagini, realizzate da Angelo Melpignano, non sono “still frame” ma elementi autonomi, come tàlee di quel processo.
Francesca Pietracci
Questa breve premessa per dire che le opere poetiche di Rita Florit si sviluppano, fin dall’inizio, strettamente collegate all’immagine e ad una forte connessione con gli elementi, con la materia, ma soprattutto con l’azione primordiale. In altre parole, l’idea di realizzare quelle che possiamo definire video-poesie era già insita nel suo lavoro e si è poi sviluppata naturalmente. I tre video, e la serie di opere fotografiche estrapolate da questi, sono stati realizzati avvalendosi di diverse collaborazioni per ottenere un connubio perfetto tra immagini in movimento, pensieri, suoni, parole e colori. Come in un percorso circolare, dove non è possibile rintracciare l’inizio e la fine, le sue poesie richiamano le immagini e le immagini richiamano le poesie e ne sottolineano l’atmosfera e le emozioni. “Lezioni inevitabili” (2005) è un’opera che nasce da viscere mediterranee, da una terra impastata di polvere rossa e ferrigna, da tronchi di ulivi secolari, dalla danza ritmica e a piedi nudi del dio Pan. “Varchi del rosso” (2006) vive all’interno di un’atmosfera orientale, cruenta ed elegante nella costante associazione allo scorrere fluido e caldo del sangue. “TwinVideo: Air-TuttoXaria” (2008) costituisce un gioco occidentale d’astrazione pura, in cui è possibile definire la pienezza di ciò che appare nullo e vuoto e, di seguito, il suo ribaltamento ironico in una lettura di segno opposto. Se dunque pensiamo che il mondo della comunicazione sia ormai dominato solo dalle immagini, questa mostra può costituire l’esempio di un modo differente di fare cultura, preservando il ruolo della parola e presentando l’immagine come rappresentazione e non come finzione che si sostituisce alla realtà stessa. In questo senso si può affermare che esiste un nuovo luogo della poesia, un ambito di incontro e compenetrazione con l’immagine che rende più accessibile e comunicabile il suo messaggio.
I testi alla base dei tre video affiancheranno, all’interno della galleria, tre trittici fotografici, frutto del processo sincretistico che la loro produzione ha generato. Le immagini, realizzate da Angelo Melpignano, non sono “still frame” ma elementi autonomi, come tàlee di quel processo.
Francesca Pietracci
16
maggio 2009
Rita R. Florit – Parole in forma di colore
Dal 16 maggio al 07 giugno 2009
arte contemporanea
Location
BIBLIOTHE’ CONTEMPORARY ART GALLERY
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Orario di apertura
lunedi/sabato ore 11-21
Vernissage
16 Maggio 2009, ore 19
Autore
Curatore