Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Julianos Kattinis – Gli etruschi oggi
Si tratta della presentazione in “prima assoluta” di una cartella di 12 incisioni realizzate a bulino e acquaforte su lastre di alluminio cotto cm. 40×60 stampate con torchio a stella su carta speciale 350 grammi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si tratta della presentazione in “prima assoluta” di una cartella di 12 incisioni realizzate a bulino e acquaforte su lastre di alluminio cotto cm. 40x60 stampate con torchio a stella su carta speciale 350 grammi. Ogni singola opera è presentata, con grande sensibilità e competenza da Clara Guarany: L’Italia. La grande avventura spirituale di Kattinis lungo il labirinto di simboli e di miti dell’antica Tuscia...si conclude in quest’opera, dove vediamo l’Italia – erede, tramite Roma, di questa grande civiltà – nascere alla vita ed emergere nella storia del generte umano.
Archeologia... Qui il senso della bellezza che, nel riprodurre ciò che era nella misura di ogni cosa, l’uomo, rendeva omaggio agli dei, viene esaltato da Kattinis nella sua collocazione al centro dell’opera, come elemento essenziale da cui divergono ed intorno a cui ruotano traiettorie trasversali tali da conferire dinamismo e movimento all’insieme.
Lo specchio… Qui lo schermo si umanizza evolvendosi in un abbozzo di profilo, una ambigua sagoma insieme arcaica e geometrica la quale sembra osservare un’antenna parabolica che porta informazione da altri mondi.
Vegoia…Nei motivi di quest’opera Kattinis ci fa rivivere la poetica favola della ninfa veggente Vegoia dell’antica tradizione etrusca, colei che svelò agli uominila meravigliosa armonia della natura, specchio ed immagine del cosmo.
Tagete…Simile ad un aratro che solca e frantuma le tenere zolle per renderle fertili e portatrici di vita, una mano scava mollemente nella massa tumultuosa e caotica dell’emisfero terrestre e riemerge sorreggendo il fanciullo Tagete che compendia in se l’arco dell’esistenza umana; poiché in esso la forza e la vitalità del giovane si accompagna alla saggezza del vecchio in un passato che si fa presente, carpito dalla fiumana della storia.
Noscens… questo mitico Prometeo che rubò il fuoco agli dei per donare all’umanità la sua forza vitale, quest’archetipo atemporale che tenta di capire il frutto immortale della conoscenza, si erge al suo piedistallo brandendo, in un movimento rotatorio, emblematici simulacri di potere: una spada fulmine ed uno scudo scettro, ma anche (perché no?) un pennello ed una tavolozza, suggerendo che l’arte può aprirci le porte di quel fantastico sacro dove tutto è possibile.
Tarconte…questi due futuribili archetipi fondatori di una stirpe, simili al leggendario Tarconte ed alla donna che lo accompagna, ci riportano alla mente le flessuose coppie di sposi giacenti sulle splendide cinerarie e sui fastosi sarcofagi etruschi, le quali riecheggiano gli allegorici amplessi immortali di divinità congiunte alla loro mitica sposa, la “sakti” indiana che rappresenta la loro forza e la loro potenza.
Il navigatore…sul fluttuante oceano del mondo fenomenico Kattinis, novello Odisseo alla ricerca di orizzonti sconosciuti, conduce la sua nave nell’eterno viaggio della grande avventura umana e, nella sua rotta, percorre stratificazioni di spazi e di tempi esteriori ed empirici per esplorare le sconfinate dimensioni e potenzialità interiori.
La corsa… nell’oscurità della notte una massa in movimento percorre velocemente esperienze di secoli di storia attraverso vecchi mondi e dimensioni sconosciute; essa porta con sé il mito primordiale dell’uomo nella sua eterna ricerca dell’ignoto al di là delle Colonne d’Ercole, e la sua lotta titanica con le forze della natura in un tentativo eroico di impossessarsene al fine di mediarle, per portare ordine nel caos della esistenza.
Verticalità…Nell’esperienza non soltanto ottica ma polisensoriale del mondo, Kattinis interpreta il concetto dello spazio sentito dagli etruschi come un’essenza viva e metafisica nella quale la correlazione delle apparenze di cui è costituito il reale rispecchia una realtà di presenze invisibili e di entità immateriali ed eterne.
Lucumone…nella suggestiva architettura di una volumetrica composizione triangolare Kattinis evoca l’immagine sacra ed inviolabile di un luogo olimpico e remoto che emerge maestoso dal profondo pozzo delle leggende e dei miti, e sale verso il cielo in una immortale e sublime apparizione di potere e di dominio.
La Fenice… nella luce diafana di un immobile cielo desertico si staglia la sagoma di una lare che percorre lo spazio, disegnando una traiettoria trasversale.
Anche se si tratta di spezzoni presi quasi a caso si evince che la cultura e la professionalità del maestro sono fuori da ogni discussione come il suo curriculum che indichiamo sommariamente qui di seguito.
Kattinis nasce a Damasco in Siria nel 1934 da genitori greci. Il padre era un ingegnere chiamato nel paese mediorientale per costruire strade. Il nonno architetto vi aveva soggiornato a lungo per restaurare la chiesa di San Giovanni, a Damasco. Julianos, che ha studiato in Siria, Grecia, Francia, Germania e Italia, dipinge dall’età di dieci anni, è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma e conosce cinque lingue. Oltre che pittore, Kattinis è anche incisore e scultore. Ha fatto e continua a fare mostre un po’ dappertutto. Ha partecipato alla biennale di Venezia nel 1964, a numerose mostre collettive in Italia e all’estero e ha organizzato, tra l’altro, mostre personali a Damasco, Gerusalemme, Monaco, Madrid, Barcellona, Atene (Pireo Palazzo del Comune), Salonicco, Milano, Roma (a Palazzo Braschi nel 1972), Bologna , Napoli, Amman, Beirut, Innsbruk. Evidenziamo il fatto che sue opere si trovano presso numerosi ed importanti musei italiani ed esteri.
Nella mostra, oltre alla cartella che le da il titolo, ci saranno alcuni olii, disegni e tecniche miste di rara bellezza. I prezzi contenuti fanno si che i collezionisti di opere d’arte possano trovare davvero molto conveniente il rapporto “qualità prezzo”.
Archeologia... Qui il senso della bellezza che, nel riprodurre ciò che era nella misura di ogni cosa, l’uomo, rendeva omaggio agli dei, viene esaltato da Kattinis nella sua collocazione al centro dell’opera, come elemento essenziale da cui divergono ed intorno a cui ruotano traiettorie trasversali tali da conferire dinamismo e movimento all’insieme.
Lo specchio… Qui lo schermo si umanizza evolvendosi in un abbozzo di profilo, una ambigua sagoma insieme arcaica e geometrica la quale sembra osservare un’antenna parabolica che porta informazione da altri mondi.
Vegoia…Nei motivi di quest’opera Kattinis ci fa rivivere la poetica favola della ninfa veggente Vegoia dell’antica tradizione etrusca, colei che svelò agli uominila meravigliosa armonia della natura, specchio ed immagine del cosmo.
Tagete…Simile ad un aratro che solca e frantuma le tenere zolle per renderle fertili e portatrici di vita, una mano scava mollemente nella massa tumultuosa e caotica dell’emisfero terrestre e riemerge sorreggendo il fanciullo Tagete che compendia in se l’arco dell’esistenza umana; poiché in esso la forza e la vitalità del giovane si accompagna alla saggezza del vecchio in un passato che si fa presente, carpito dalla fiumana della storia.
Noscens… questo mitico Prometeo che rubò il fuoco agli dei per donare all’umanità la sua forza vitale, quest’archetipo atemporale che tenta di capire il frutto immortale della conoscenza, si erge al suo piedistallo brandendo, in un movimento rotatorio, emblematici simulacri di potere: una spada fulmine ed uno scudo scettro, ma anche (perché no?) un pennello ed una tavolozza, suggerendo che l’arte può aprirci le porte di quel fantastico sacro dove tutto è possibile.
Tarconte…questi due futuribili archetipi fondatori di una stirpe, simili al leggendario Tarconte ed alla donna che lo accompagna, ci riportano alla mente le flessuose coppie di sposi giacenti sulle splendide cinerarie e sui fastosi sarcofagi etruschi, le quali riecheggiano gli allegorici amplessi immortali di divinità congiunte alla loro mitica sposa, la “sakti” indiana che rappresenta la loro forza e la loro potenza.
Il navigatore…sul fluttuante oceano del mondo fenomenico Kattinis, novello Odisseo alla ricerca di orizzonti sconosciuti, conduce la sua nave nell’eterno viaggio della grande avventura umana e, nella sua rotta, percorre stratificazioni di spazi e di tempi esteriori ed empirici per esplorare le sconfinate dimensioni e potenzialità interiori.
La corsa… nell’oscurità della notte una massa in movimento percorre velocemente esperienze di secoli di storia attraverso vecchi mondi e dimensioni sconosciute; essa porta con sé il mito primordiale dell’uomo nella sua eterna ricerca dell’ignoto al di là delle Colonne d’Ercole, e la sua lotta titanica con le forze della natura in un tentativo eroico di impossessarsene al fine di mediarle, per portare ordine nel caos della esistenza.
Verticalità…Nell’esperienza non soltanto ottica ma polisensoriale del mondo, Kattinis interpreta il concetto dello spazio sentito dagli etruschi come un’essenza viva e metafisica nella quale la correlazione delle apparenze di cui è costituito il reale rispecchia una realtà di presenze invisibili e di entità immateriali ed eterne.
Lucumone…nella suggestiva architettura di una volumetrica composizione triangolare Kattinis evoca l’immagine sacra ed inviolabile di un luogo olimpico e remoto che emerge maestoso dal profondo pozzo delle leggende e dei miti, e sale verso il cielo in una immortale e sublime apparizione di potere e di dominio.
La Fenice… nella luce diafana di un immobile cielo desertico si staglia la sagoma di una lare che percorre lo spazio, disegnando una traiettoria trasversale.
Anche se si tratta di spezzoni presi quasi a caso si evince che la cultura e la professionalità del maestro sono fuori da ogni discussione come il suo curriculum che indichiamo sommariamente qui di seguito.
Kattinis nasce a Damasco in Siria nel 1934 da genitori greci. Il padre era un ingegnere chiamato nel paese mediorientale per costruire strade. Il nonno architetto vi aveva soggiornato a lungo per restaurare la chiesa di San Giovanni, a Damasco. Julianos, che ha studiato in Siria, Grecia, Francia, Germania e Italia, dipinge dall’età di dieci anni, è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma e conosce cinque lingue. Oltre che pittore, Kattinis è anche incisore e scultore. Ha fatto e continua a fare mostre un po’ dappertutto. Ha partecipato alla biennale di Venezia nel 1964, a numerose mostre collettive in Italia e all’estero e ha organizzato, tra l’altro, mostre personali a Damasco, Gerusalemme, Monaco, Madrid, Barcellona, Atene (Pireo Palazzo del Comune), Salonicco, Milano, Roma (a Palazzo Braschi nel 1972), Bologna , Napoli, Amman, Beirut, Innsbruk. Evidenziamo il fatto che sue opere si trovano presso numerosi ed importanti musei italiani ed esteri.
Nella mostra, oltre alla cartella che le da il titolo, ci saranno alcuni olii, disegni e tecniche miste di rara bellezza. I prezzi contenuti fanno si che i collezionisti di opere d’arte possano trovare davvero molto conveniente il rapporto “qualità prezzo”.
16
maggio 2009
Julianos Kattinis – Gli etruschi oggi
Dal 16 maggio al 05 giugno 2009
disegno e grafica
Location
GRAFICA CAMPIOLI
Monterotondo, Via Vincenzo Bellini, 46, (Roma)
Monterotondo, Via Vincenzo Bellini, 46, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 20
Vernissage
16 Maggio 2009, ore 18.30
Autore