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Barbara Taboni – Selah
La ricerca di Barbara Taboni fonde nuovi e antichi linguaggi, nella volontà di mantenere uno sguardo attento al futuro, ma memore di un passato che spesso rischia di essere occultato, sperimentando accostamenti linguistici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La ricerca di Barbara Taboni fonde nuovi e antichi linguaggi, nella volontà di mantenere uno sguardo attento al futuro, ma memore di un passato che spesso rischia di essere occultato, sperimentando accostamenti linguistici.
Nella mostra concepita per l’Ex Chiesetta di Sant’Antonio a Badoere vi è una forte interazione con lo spazio, dialogando con il contesto storico. Il titolo della rassegna “Selah”, parola di origine ebraica contenuta nei salmi dell’antico testamento, può essere tradotto come “Amen” o “e così sia”, come rafforzativo del testo.
Nelle foto che vediamo esposte in mostra si percepisce un senso del concetto di sacro.
Immagini di “pellegrinazioni” nel bosco con la neve prima e successivamente tra le fioriture. E’ una comunione con la natura, quasi legata ad una visone orientale: un modo di leggere la sacralità in tutti gli aspetti della vita, anche quindi nel mondo naturale. Ci saranno due momenti distinti: una parte fatta di immagini e suggestioni “luminose” ed eteree. E all’opposto una iconografia dominata da immagini che mostrano la parte più misteriosa e notturna. Una contrapposizione tra l’incubo e lo spirituale. In tutti gli scatti si percepisce un senso di melanconia, derivante dalla consapevolezza della difficoltà di comprendere il mondo, e l’infinito.
Suggestiva sarà un’installazione fatta di paia di gambe inginocchiate, realizzate in gesso e rivolte verso l’altare. Essa ci ricorda la preghiera in senso tradizionale. In realtà è un aspetto che va oltre, è un modulo che si ripete per sottolineare il senso di una direzione delle cose. Infatti nella Chiesa sconsacrata non vi è un’immagine veramente sacrale e devozionale. Quindi è un ribadire attraverso al semplicità il senso di una devozione assoluta, ma verso le cose in modo sgravato rispetto agli aspetti del singolo dogma. Ripetizione scultorea che richiama il ritmo del rituale. Come sottolineato dall’artista “la tecnica ha desacralizzato il mondo, ma l’arte ha ancora il potere di consacrare“.
Ed infine le scultura intitolate “Ex voto”, teche con pezzi di corpo che assumono delle valenze trascendentali. Il potere evocativo di salvaguardare gli oggetti e di renderli salvi dalla morte e dalla distruzione.
BREVI NOTE BIOGRAFICHE
Barbara Taboni è nata a Iseo (BS) in Vallecamonica nel 1973. Ha conseguito la Laurea Specialistica di secondo livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2007.
La sua ricerca, inizialmente di stampo pittorico, si muta per intraprendere un percorso artistico fatto dall’avvicinamento di vari linguaggi, con una particolare predilezione per l’utilizzo della scultura, del video, della fotografia e delle sperimentazioni sonore.
I primi lavori di questo nuovo percorso vengono esposti a partire dal 2005, anno che la vede partecipare a due eventi patrocinati dalla 51° Biennale di Venezia, Atelier Aperti, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e Atelier Aperti / Work in Progress, a cura di Gloria Vallese, al Fondaco Marcello a Venezia.
Nel 2006, sempre con il patrocinio della Biennale di Venezia, partecipa alla collettiva Fashion Art. Tangenze Arte Moda alla Villa Vecelli Cavriani (VR), inizia così a delinearsi la tendenza da parte dell’artista alla collaborazione con ambiti non convenzionali al sistema dell’arte inteso in senso stretto.
Aboutblu.The Post Industrial Project è l’evento che nel 2007 la vede partecipare a Padova ad una sfilata in collaborazione con il designer Andrew Mackenzie. Nell’occasione, materiali consoni al mondo della moda si mescolano con sperimentazioni di carattere concettuale, dove la riflessione fa perno sulla concezione di un futuro post-industriale.
Sempre nel 2007 è presente a Open X a cura di Achille Bonito Oliva e Paolo De Grandis al Lido di Venezia, Momenti d’arte, a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert al Cat Studio di Mestre, Magnificat, a cura di Francesca Brandes alla Galleria Scalamata di Venezia e partecipa inoltre alla collettiva Frammenti del sistema solare a Villa Manin di Passariano (UD)
Nel 2008 prende parte all’esordio nel gruppo CREAM (fondato da Gloria Vallese) con l’esposizione Cream on Madness all’Isola di San Servolo (Venezia) all’interno della rassegna internazionale di scultura contemporanea Open XI, presentando la videoinstallazione sonora Lustrale. Sempre nel 2008 è finalista del Premio Internazionale Arte Laguna per la scultura con l’opera Psiche&Amore esposta alla Fondazione Benetton di Treviso.
Vive e lavora tra Belluno e la Vallecamonica.
Nella mostra concepita per l’Ex Chiesetta di Sant’Antonio a Badoere vi è una forte interazione con lo spazio, dialogando con il contesto storico. Il titolo della rassegna “Selah”, parola di origine ebraica contenuta nei salmi dell’antico testamento, può essere tradotto come “Amen” o “e così sia”, come rafforzativo del testo.
Nelle foto che vediamo esposte in mostra si percepisce un senso del concetto di sacro.
Immagini di “pellegrinazioni” nel bosco con la neve prima e successivamente tra le fioriture. E’ una comunione con la natura, quasi legata ad una visone orientale: un modo di leggere la sacralità in tutti gli aspetti della vita, anche quindi nel mondo naturale. Ci saranno due momenti distinti: una parte fatta di immagini e suggestioni “luminose” ed eteree. E all’opposto una iconografia dominata da immagini che mostrano la parte più misteriosa e notturna. Una contrapposizione tra l’incubo e lo spirituale. In tutti gli scatti si percepisce un senso di melanconia, derivante dalla consapevolezza della difficoltà di comprendere il mondo, e l’infinito.
Suggestiva sarà un’installazione fatta di paia di gambe inginocchiate, realizzate in gesso e rivolte verso l’altare. Essa ci ricorda la preghiera in senso tradizionale. In realtà è un aspetto che va oltre, è un modulo che si ripete per sottolineare il senso di una direzione delle cose. Infatti nella Chiesa sconsacrata non vi è un’immagine veramente sacrale e devozionale. Quindi è un ribadire attraverso al semplicità il senso di una devozione assoluta, ma verso le cose in modo sgravato rispetto agli aspetti del singolo dogma. Ripetizione scultorea che richiama il ritmo del rituale. Come sottolineato dall’artista “la tecnica ha desacralizzato il mondo, ma l’arte ha ancora il potere di consacrare“.
Ed infine le scultura intitolate “Ex voto”, teche con pezzi di corpo che assumono delle valenze trascendentali. Il potere evocativo di salvaguardare gli oggetti e di renderli salvi dalla morte e dalla distruzione.
BREVI NOTE BIOGRAFICHE
Barbara Taboni è nata a Iseo (BS) in Vallecamonica nel 1973. Ha conseguito la Laurea Specialistica di secondo livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2007.
La sua ricerca, inizialmente di stampo pittorico, si muta per intraprendere un percorso artistico fatto dall’avvicinamento di vari linguaggi, con una particolare predilezione per l’utilizzo della scultura, del video, della fotografia e delle sperimentazioni sonore.
I primi lavori di questo nuovo percorso vengono esposti a partire dal 2005, anno che la vede partecipare a due eventi patrocinati dalla 51° Biennale di Venezia, Atelier Aperti, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e Atelier Aperti / Work in Progress, a cura di Gloria Vallese, al Fondaco Marcello a Venezia.
Nel 2006, sempre con il patrocinio della Biennale di Venezia, partecipa alla collettiva Fashion Art. Tangenze Arte Moda alla Villa Vecelli Cavriani (VR), inizia così a delinearsi la tendenza da parte dell’artista alla collaborazione con ambiti non convenzionali al sistema dell’arte inteso in senso stretto.
Aboutblu.The Post Industrial Project è l’evento che nel 2007 la vede partecipare a Padova ad una sfilata in collaborazione con il designer Andrew Mackenzie. Nell’occasione, materiali consoni al mondo della moda si mescolano con sperimentazioni di carattere concettuale, dove la riflessione fa perno sulla concezione di un futuro post-industriale.
Sempre nel 2007 è presente a Open X a cura di Achille Bonito Oliva e Paolo De Grandis al Lido di Venezia, Momenti d’arte, a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert al Cat Studio di Mestre, Magnificat, a cura di Francesca Brandes alla Galleria Scalamata di Venezia e partecipa inoltre alla collettiva Frammenti del sistema solare a Villa Manin di Passariano (UD)
Nel 2008 prende parte all’esordio nel gruppo CREAM (fondato da Gloria Vallese) con l’esposizione Cream on Madness all’Isola di San Servolo (Venezia) all’interno della rassegna internazionale di scultura contemporanea Open XI, presentando la videoinstallazione sonora Lustrale. Sempre nel 2008 è finalista del Premio Internazionale Arte Laguna per la scultura con l’opera Psiche&Amore esposta alla Fondazione Benetton di Treviso.
Vive e lavora tra Belluno e la Vallecamonica.
16
maggio 2009
Barbara Taboni – Selah
Dal 16 maggio al 17 giugno 2009
arte contemporanea
Location
CHIESETTA DI SANT’ANTONIO
Morgano, Piazza Indipendenza, (Treviso)
Morgano, Piazza Indipendenza, (Treviso)
Orario di apertura
venerdì e sabato: 15.30- 19.00
domenica: 10.00-13.00 e 15.30-19.00
Vernissage
16 Maggio 2009, h 18
Sito web
www.prolocomorgano.it
Autore
Curatore