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Camilla Rossi – Intermezzo (alle Polaroid)
Camilla Rossi raccoglie le sue Polaroid grafiche in album, veri e propri libri d’artista, nei quali, attraverso i suoi segni, le sue immagini e gli scritti di autori che già in passato le sono serviti come elementi di riflessione poetica, racconta se stessa, i suoi ricordi, i momenti di vita vissuta, le sue emozioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 16 Maggio alle ore 18 verrà inaugurata l’esposizione dell’artista Camilla Rossi Intermezzo (alle
Polaroid), “tappa” intermedia di un’importante operazione artistica, della quale la Rossi ha già in presentato
la prima parte, Antefatto (alle Polaroid), lo scorso 25 marzo,
e che si concluderà con il Fatto (alle Polaroid), in un’esposizione che si terrà nei prossimi mesi.
Camilla Rossi raccoglie le sue Polaroid grafiche in album, veri e propri libri d'artista, nei quali, attraverso i suoi segni, le sue immagini e gli scritti di autori che già in passato le sono serviti come elementi di riflessione poetica, racconta se stessa, i suoi ricordi, i momenti di vita vissuta, le sue emozioni.
A chi parteciperà al vernissage verrà chiesto di prendere parte attivamente all'installazione lasciando segno di sé sull'Album delle Polaroid, libro che la Rossi ha progettato anche in funzione dell'installazione che chiuderà il ciclo dedicato alla Polaroid, Il Fatto (alle Polaroid).
Lo spettatore diventa così presenza attiva e allo stesso tempo ricordo.
La mostra è ospitata dalla galleria-studio Spazio Overseas ( Via Carini, 4/B – Brescia) e sarà presentata durante la serata dalla critica d’arte Anna Lisa Ghirardi.
Testo critico
di Anna Lisa Ghirardi
“ […]Tutta la mia infanzia
è sulle tue ginocchia
spaventata di perderti
e perdutamente
felice di averti.[…]” Memorie, Pier Paolo Pasolini
Non potevano restare isolate, appese al soffitto le Polaroid di Camilla Rossi, come un lavoro ultimato, terminato; l’Antefatto è stato solo un passo, il primo, che si è compiuto per addentrarsi ben più oltre. Un intenso lavoro che Camilla ha composto per giorni, bloccando nelle istantanee le sue grafie, le sue emozioni, mentre sui fogli cartacei il linguaggio si iterava e nel contempo modificava di continuo. Nelle sale espositive dello Lo scultore una selva di Polaroid ci ha accolto, suscitando stupore nei presenti, non privi di capogiro per l’osservazione di una così feconda produzione grafica. Le opere, nell’ambito dell’identificabile grafia della Rossi, pur nel loro copioso numero, non sono mai apparse stilisticamente ripetitive, ma anzi straordinariamente variate. Le sottili linee, oltre ai segni marcati, ai colori saturi e alle leggere velature talvolta hanno addirittura trasformato la sua riconoscibile immagine astratta in parvenze di paesaggi naturali. Ogni sua Polaroid ha raccolto in sé un’immagine, una sensazione.
Chi ama l’arte si ciba di energia altrui e la Rossi ne offre in abbondanza.
Questo Intermezzo costituisce infatti un’ulteriore tappa, ancor più densa e ricca.
Se l’Antefatto corrispondeva virtualmente al momento dello scatto e al subitaneo apparire dell’immagine, l’Intermezzo unisce il momento della realizzazione a quello della raccolta e della meditazione. L’Artista realizza dunque nuove creazioni, in dimensioni Polaroid, che si aggiungono a quelle precedenti: opere grafiche, fotografie di suoi lavori, ma anche ritagli di vecchie opere, in una sorta di raccolta creata con il fine di rivivere e custodire le esperienze, le emozioni.
I suoi album si trasformano pertanto in scrigni della meditazione, della memoria, veri e propri libri d’artista, luoghi di ricerca. Alle immagini si uniscono le parole, i suoni, in un sistema linguistico che è fortemente ancorato al vissuto umano e artistico della Rossi. Le Polaroid perdono la loro forma, le loro dimensioni, per essere inglobate in uno spazio che è quello interiore, le immagini ritagliate si allargano sulla pagina fondendosi con altri segni, colori, scritture. È uno spazio fatto di sovrapposizioni, di pieni e di vuoti. Come avviene nell’interiorità di ognuno dove alcuni eventi si aggiungono, si sovrappongono, si affastellano, mentre altri se ne vanno, dove l’altro s’interseca, si unisce, talvolta ci sfiora soltanto.
Ed è nei vuoti delle sue pagine che l’Artista chiede allo spettatore di intervenire, lasciando traccia di sé, lasciando un’impronta, un’orma, una scia. Dense del resto di presenze sono le sue pagine, anche delle persone che se ne sono andate, che non ci sono più.
I suoi album sono luoghi attraversati da segni, immagini, oltreché da parole e ritmi. In essi affiorano versi di grandi poeti - Thomas Stearns Eliot, Federico Garcia Lorca, Pier Paolo Pasolini- e cantautori - Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori- , che hanno segnato la sua vita, tanto da appartenerle. Scorrono come nell’alveo di in fiume e rimbombano come il suono di un’eco. Parlano di sentimenti, passione, dolore, desolazione, malinconia… parlano della vita.
Intermezzo (alle Polaroid) appartiene ai cicli pittorici più intimi, come Diario grafico e Taccuino, non a caso qui l’Artista abbandona i grandi formati, le superfici “pubbliche”, quali la tela o le grandi carte, per farci sfogliare le sue pagine.
La sua opera è energia, veemenza, impeto, ma anche intimismo e poesia, perché la Rossi non vuole attraversare le esperienze solo in punta di piedi, ma viverle intensamente e, consapevole della finitezza del tutto, sottrarle, attraverso la sua arte, al fluire del tempo.
Polaroid), “tappa” intermedia di un’importante operazione artistica, della quale la Rossi ha già in presentato
la prima parte, Antefatto (alle Polaroid), lo scorso 25 marzo,
e che si concluderà con il Fatto (alle Polaroid), in un’esposizione che si terrà nei prossimi mesi.
Camilla Rossi raccoglie le sue Polaroid grafiche in album, veri e propri libri d'artista, nei quali, attraverso i suoi segni, le sue immagini e gli scritti di autori che già in passato le sono serviti come elementi di riflessione poetica, racconta se stessa, i suoi ricordi, i momenti di vita vissuta, le sue emozioni.
A chi parteciperà al vernissage verrà chiesto di prendere parte attivamente all'installazione lasciando segno di sé sull'Album delle Polaroid, libro che la Rossi ha progettato anche in funzione dell'installazione che chiuderà il ciclo dedicato alla Polaroid, Il Fatto (alle Polaroid).
Lo spettatore diventa così presenza attiva e allo stesso tempo ricordo.
La mostra è ospitata dalla galleria-studio Spazio Overseas ( Via Carini, 4/B – Brescia) e sarà presentata durante la serata dalla critica d’arte Anna Lisa Ghirardi.
Testo critico
di Anna Lisa Ghirardi
“ […]Tutta la mia infanzia
è sulle tue ginocchia
spaventata di perderti
e perdutamente
felice di averti.[…]” Memorie, Pier Paolo Pasolini
Non potevano restare isolate, appese al soffitto le Polaroid di Camilla Rossi, come un lavoro ultimato, terminato; l’Antefatto è stato solo un passo, il primo, che si è compiuto per addentrarsi ben più oltre. Un intenso lavoro che Camilla ha composto per giorni, bloccando nelle istantanee le sue grafie, le sue emozioni, mentre sui fogli cartacei il linguaggio si iterava e nel contempo modificava di continuo. Nelle sale espositive dello Lo scultore una selva di Polaroid ci ha accolto, suscitando stupore nei presenti, non privi di capogiro per l’osservazione di una così feconda produzione grafica. Le opere, nell’ambito dell’identificabile grafia della Rossi, pur nel loro copioso numero, non sono mai apparse stilisticamente ripetitive, ma anzi straordinariamente variate. Le sottili linee, oltre ai segni marcati, ai colori saturi e alle leggere velature talvolta hanno addirittura trasformato la sua riconoscibile immagine astratta in parvenze di paesaggi naturali. Ogni sua Polaroid ha raccolto in sé un’immagine, una sensazione.
Chi ama l’arte si ciba di energia altrui e la Rossi ne offre in abbondanza.
Questo Intermezzo costituisce infatti un’ulteriore tappa, ancor più densa e ricca.
Se l’Antefatto corrispondeva virtualmente al momento dello scatto e al subitaneo apparire dell’immagine, l’Intermezzo unisce il momento della realizzazione a quello della raccolta e della meditazione. L’Artista realizza dunque nuove creazioni, in dimensioni Polaroid, che si aggiungono a quelle precedenti: opere grafiche, fotografie di suoi lavori, ma anche ritagli di vecchie opere, in una sorta di raccolta creata con il fine di rivivere e custodire le esperienze, le emozioni.
I suoi album si trasformano pertanto in scrigni della meditazione, della memoria, veri e propri libri d’artista, luoghi di ricerca. Alle immagini si uniscono le parole, i suoni, in un sistema linguistico che è fortemente ancorato al vissuto umano e artistico della Rossi. Le Polaroid perdono la loro forma, le loro dimensioni, per essere inglobate in uno spazio che è quello interiore, le immagini ritagliate si allargano sulla pagina fondendosi con altri segni, colori, scritture. È uno spazio fatto di sovrapposizioni, di pieni e di vuoti. Come avviene nell’interiorità di ognuno dove alcuni eventi si aggiungono, si sovrappongono, si affastellano, mentre altri se ne vanno, dove l’altro s’interseca, si unisce, talvolta ci sfiora soltanto.
Ed è nei vuoti delle sue pagine che l’Artista chiede allo spettatore di intervenire, lasciando traccia di sé, lasciando un’impronta, un’orma, una scia. Dense del resto di presenze sono le sue pagine, anche delle persone che se ne sono andate, che non ci sono più.
I suoi album sono luoghi attraversati da segni, immagini, oltreché da parole e ritmi. In essi affiorano versi di grandi poeti - Thomas Stearns Eliot, Federico Garcia Lorca, Pier Paolo Pasolini- e cantautori - Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori- , che hanno segnato la sua vita, tanto da appartenerle. Scorrono come nell’alveo di in fiume e rimbombano come il suono di un’eco. Parlano di sentimenti, passione, dolore, desolazione, malinconia… parlano della vita.
Intermezzo (alle Polaroid) appartiene ai cicli pittorici più intimi, come Diario grafico e Taccuino, non a caso qui l’Artista abbandona i grandi formati, le superfici “pubbliche”, quali la tela o le grandi carte, per farci sfogliare le sue pagine.
La sua opera è energia, veemenza, impeto, ma anche intimismo e poesia, perché la Rossi non vuole attraversare le esperienze solo in punta di piedi, ma viverle intensamente e, consapevole della finitezza del tutto, sottrarle, attraverso la sua arte, al fluire del tempo.
16
maggio 2009
Camilla Rossi – Intermezzo (alle Polaroid)
Dal 16 maggio al 05 giugno 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SPAZIO OVERSEAS
Brescia, Via Francesco Carini, 4b, (Brescia)
Brescia, Via Francesco Carini, 4b, (Brescia)
Orario di apertura
mercoledì, venerdì, sabato: 18,30-20,30; domenica: 10-12
Vernissage
16 Maggio 2009, ore 18 Presentazione di Anna Lisa Ghirardi
Autore