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Il portale di Santa Maria di Piazza a Casale Monferrato e la scultura del Rinascimento tra Piemonte e Lombardia
La mostra, che nasce da un’esperienza didattica e da una stretta collaborazione tra il mondo dell’Università e quello della Soprintendenza, si propone di fornire materiali e strumenti per comprendere le vicende esemplari del portale rinascimentale di Santa Maria di Piazza in occasione del suo ricovero presso il Museo Civico di Casale Monferrato.
Comunicato stampa
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La mostra, che nasce da un’esperienza didattica e da una stretta collaborazione tra il mondo dell’Università e quello della Soprintendenza, si propone di fornire materiali e strumenti per comprendere le vicende esemplari del portale rinascimentale di Santa Maria di Piazza in occasione del suo ricovero presso il Museo Civico di Casale Monferrato.
Quest’importante testimonianza della storia della città viene per la prima volta studiata non solo nell’ambito delle vicende locali ma all’interno dello sviluppo della scultura lombarda del Quattrocento. L’assenza di quest’opera dalla memoria cittadina è ben testimoniata dal documentario, In fondo al giardino, realizzato per l’occasione da Matteo Musso, giovane allievo di Ermanno Olmi. L’esposizione e il catalogo si articolano come un percorso a ritroso, a partire dalle vicende più recenti della tutela che hanno comportato – per ragioni in primo luogo conservative – la rimozione del portale dal giardino di Palazzo Leardi, lo smontaggio, il restauro e la ricomposizione nel chiostro piccolo di Santa Croce, sede del Museo. Le operazioni sono state condotte dal Laboratorio Rava di Torino, con la direzione di Alessandra Guerrini.
Il primo segmento della mostra è dedicato alle scarse testimonianze fotografiche, che documentano come nel corso del Novecento il portale ha subito un notevole degrado.
È poi la volta dell’indagine sul gesto di Giulio Cesare Leardi che nel 1820 colloca nel giardino del suo palazzo il portale di Santa Maria di Piazza, demolita due anni prima. Non è un’impresa priva di confronti nella cultura del tempo: si propongono, attraverso testimonianze grafiche e sculture superstiti, dei paralleli attinti soprattutto al contesto dell’Italia settentrionale, dove il reimpiego di frammenti medioevali e rinascimentali diventa un elemento d’arredo in ville, palazzi e giardini. Il rilancio della scultura del Rinascimento lombardo ha una testa di ponte nel recupero critico di Agostino Busti detto il Bambaia, di cui è presente in mostra un frammento della tomba di Gaston de Foix (dal Castello Sforzesco di Milano).
Il tratto successivo è dedicato alle vicende della chiesa di Santa Maria di Piazza, tramite l’esposizione di alcune opere superstiti, tra cui spicca la pala di Gaudenzio Ferrari, conservata alla Galleria Sabauda, che torna dopo tanto tempo nella città per cui fu realizzata. Risalito il corso della storia fino a quando la chiesa civica di Casale era ancora in essere si passa a indagare le sculture del portale che non sono tutte coeve.
Le più recenti, che devono essere collocate allo scorcio del Quattrocento, dichiarano una tempestiva conoscenza dell’evoluzione in direzione antiquaria che si avverte in tanta parte della scultura della Valpadana: da Torino a Cremona, da Brescia a Bologna. Vengono forniti termini di confronto – tramite sculture, in pietra e in terracotta, pitture e stampe – per rilevare la precoce consapevolezza dell’ornato all’antica dichiarata nel frontone, nella trabeazione, negli stipiti del portale casalese.
Quest’importante testimonianza della storia della città viene per la prima volta studiata non solo nell’ambito delle vicende locali ma all’interno dello sviluppo della scultura lombarda del Quattrocento. L’assenza di quest’opera dalla memoria cittadina è ben testimoniata dal documentario, In fondo al giardino, realizzato per l’occasione da Matteo Musso, giovane allievo di Ermanno Olmi. L’esposizione e il catalogo si articolano come un percorso a ritroso, a partire dalle vicende più recenti della tutela che hanno comportato – per ragioni in primo luogo conservative – la rimozione del portale dal giardino di Palazzo Leardi, lo smontaggio, il restauro e la ricomposizione nel chiostro piccolo di Santa Croce, sede del Museo. Le operazioni sono state condotte dal Laboratorio Rava di Torino, con la direzione di Alessandra Guerrini.
Il primo segmento della mostra è dedicato alle scarse testimonianze fotografiche, che documentano come nel corso del Novecento il portale ha subito un notevole degrado.
È poi la volta dell’indagine sul gesto di Giulio Cesare Leardi che nel 1820 colloca nel giardino del suo palazzo il portale di Santa Maria di Piazza, demolita due anni prima. Non è un’impresa priva di confronti nella cultura del tempo: si propongono, attraverso testimonianze grafiche e sculture superstiti, dei paralleli attinti soprattutto al contesto dell’Italia settentrionale, dove il reimpiego di frammenti medioevali e rinascimentali diventa un elemento d’arredo in ville, palazzi e giardini. Il rilancio della scultura del Rinascimento lombardo ha una testa di ponte nel recupero critico di Agostino Busti detto il Bambaia, di cui è presente in mostra un frammento della tomba di Gaston de Foix (dal Castello Sforzesco di Milano).
Il tratto successivo è dedicato alle vicende della chiesa di Santa Maria di Piazza, tramite l’esposizione di alcune opere superstiti, tra cui spicca la pala di Gaudenzio Ferrari, conservata alla Galleria Sabauda, che torna dopo tanto tempo nella città per cui fu realizzata. Risalito il corso della storia fino a quando la chiesa civica di Casale era ancora in essere si passa a indagare le sculture del portale che non sono tutte coeve.
Le più recenti, che devono essere collocate allo scorcio del Quattrocento, dichiarano una tempestiva conoscenza dell’evoluzione in direzione antiquaria che si avverte in tanta parte della scultura della Valpadana: da Torino a Cremona, da Brescia a Bologna. Vengono forniti termini di confronto – tramite sculture, in pietra e in terracotta, pitture e stampe – per rilevare la precoce consapevolezza dell’ornato all’antica dichiarata nel frontone, nella trabeazione, negli stipiti del portale casalese.
09
maggio 2009
Il portale di Santa Maria di Piazza a Casale Monferrato e la scultura del Rinascimento tra Piemonte e Lombardia
Dal 09 maggio al 28 giugno 2009
fotografia
arte antica
arte antica
Location
MUSEO CIVICO
Casale Monferrato, Via Cavour, 5, (Alessandria)
Casale Monferrato, Via Cavour, 5, (Alessandria)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì: 14,30-18,30; sabato, domenica e festivi: 10,30-13,00 e 14,30-18,30 Mercoledì e giovedì mattina riservati all’attività didattica su prenotazione
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