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Marcello Ferrari – Una vita per l’arte
Non stupisce, e non è mai stato un segreto, che dietro la più nota professione di gallerista di Marcello Ferrari si nasconda una bella mano. Personaggio vulcanico e istrionico, a ottantasei anni Ferrari per la prima volta esibisce le proprie opere in pubblico in una mostra promossa dall’Amministrazione comunale di Treviglio, sua città natale.
Comunicato stampa
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Non stupisce, e non è mai stato un segreto, che dietro la più nota professione di gallerista di Marcello Ferrari si nasconda una bella mano. Personaggio vulcanico e istrionico, a ottantasei anni Ferrari per la prima volta esibisce le proprie opere in pubblico in una mostra promossa dall’Amministrazione comunale di Treviglio, sua città natale.
Nella pantagruelica esposizione allestita presso il Museo Civico è raccolta un’ampia scelta di opere realizzate da Ferrari dalla metà degli anni cinquanta ad oggi: lavori su carta (a inchiostro, a matita, a china e acquarello, a collage), spesso replicati con sottili varianti, oli e tempere grasse su tavola e infine sculture, in legno o in acciaio. Ne esce una sorta di diario autobiografico per immagini, una fantasmagorica sfilata di allegorie di vizi e virtù naturali, di qualità e debolezze umane. Fonti d’ispirazione diretta sono la cronaca quotidiana, politica e di costume, le immagini della storia dell’arte, ma anche la poesia e la filosofia. L’artista-gallerista mescola modelli aulici e colti con iconografie triviali e popolari.
Autoritratti nostalgici o dissacranti e scene erotiche e sensuali affiancano pungenti vignette a china e disegni satirici e caricaturali, tra Grosz e Maccari, tra Goya e Totò. Alle dimostrazioni di amore genuino per Treviglio e per la Gera d’Adda si affiancano gli omaggi ai suoi grandi predecessori, nei numerosi “d’après” dedicati a Lam, Tozzi, Picasso e Longaretti, ma anche a Modigliani, Campigli, Marino e Rognoni.
Matrice di tutta l’arte di Ferrari è la calligrafia, come testimoniano il segno arabescato e prezioso dei suoi primi disegni, quello altrettanto ornamentale con cui egli trascrive su carta pensieri, citazioni e aforismi e infine le sagome delle sue sculture. Nelle opere esposte si colgono echi e riletture di molti protagonisti internazionali dell’arte del Novecento: Wifredo Lam, Mario Tozzi, Trento Longaretti, George Grosz, Mino Maccari, Mario Sironi, Marc Chagall, Salvador Dalì, Giorgio de Chirico, Giacomo Manzù, Pablo Picasso, Henri Matisse, Fernando Botero, Man Ray, Victor Brauner, Paul Klee, Gustav Klimt e Vassily Kandinsky.
Una varietà di riferimenti e una versatilità di linguaggi certamente scaturiti da una sensibilità e un gusto non comuni e quindi rafforzati dall’attività professionale di Ferrari. La sua galleria, inaugurata nel lontano 1965 nel cuore della cittadina bergamasca, vi acquistò immediatamente un ruolo di aggregazione sociale e, grazie alla qualità delle scelte, s’impose presto nel sistema dell’arte contemporanea. Passarono per quelle sale i pittori Aldo Carpi, Trento Longaretti, Franco Rognoni, Orfeo Tamburi, Bruno Cassinari, Agostino Ferrari, Cristoforo De Amicis, Piero Gauli, gli scultori Pietro Consagra, Angelo Biancini, Virginio Ciminaghi e i più giovani Fausto Bertasa, Luigi Radici, Claudio Spini, Mirko Cavalli e Pier Alberto Filippi.
Oggi la vera passione di quel mecenate, collezionista, gallerista e “pittore di frodo” trova finalmente un’opportunità per manifestarsi.
L’esposizione, con la direzione di Riccardo Riganti, è curata da Sara Fontana.
In occasione della mostra viene pubblicato il volume Una vita per l’arte, a cura di Sara Fontana, con contributi della curatrice e di Riccardo Riganti, Francesco Santaniello, Maria Ferrari.
Nella pantagruelica esposizione allestita presso il Museo Civico è raccolta un’ampia scelta di opere realizzate da Ferrari dalla metà degli anni cinquanta ad oggi: lavori su carta (a inchiostro, a matita, a china e acquarello, a collage), spesso replicati con sottili varianti, oli e tempere grasse su tavola e infine sculture, in legno o in acciaio. Ne esce una sorta di diario autobiografico per immagini, una fantasmagorica sfilata di allegorie di vizi e virtù naturali, di qualità e debolezze umane. Fonti d’ispirazione diretta sono la cronaca quotidiana, politica e di costume, le immagini della storia dell’arte, ma anche la poesia e la filosofia. L’artista-gallerista mescola modelli aulici e colti con iconografie triviali e popolari.
Autoritratti nostalgici o dissacranti e scene erotiche e sensuali affiancano pungenti vignette a china e disegni satirici e caricaturali, tra Grosz e Maccari, tra Goya e Totò. Alle dimostrazioni di amore genuino per Treviglio e per la Gera d’Adda si affiancano gli omaggi ai suoi grandi predecessori, nei numerosi “d’après” dedicati a Lam, Tozzi, Picasso e Longaretti, ma anche a Modigliani, Campigli, Marino e Rognoni.
Matrice di tutta l’arte di Ferrari è la calligrafia, come testimoniano il segno arabescato e prezioso dei suoi primi disegni, quello altrettanto ornamentale con cui egli trascrive su carta pensieri, citazioni e aforismi e infine le sagome delle sue sculture. Nelle opere esposte si colgono echi e riletture di molti protagonisti internazionali dell’arte del Novecento: Wifredo Lam, Mario Tozzi, Trento Longaretti, George Grosz, Mino Maccari, Mario Sironi, Marc Chagall, Salvador Dalì, Giorgio de Chirico, Giacomo Manzù, Pablo Picasso, Henri Matisse, Fernando Botero, Man Ray, Victor Brauner, Paul Klee, Gustav Klimt e Vassily Kandinsky.
Una varietà di riferimenti e una versatilità di linguaggi certamente scaturiti da una sensibilità e un gusto non comuni e quindi rafforzati dall’attività professionale di Ferrari. La sua galleria, inaugurata nel lontano 1965 nel cuore della cittadina bergamasca, vi acquistò immediatamente un ruolo di aggregazione sociale e, grazie alla qualità delle scelte, s’impose presto nel sistema dell’arte contemporanea. Passarono per quelle sale i pittori Aldo Carpi, Trento Longaretti, Franco Rognoni, Orfeo Tamburi, Bruno Cassinari, Agostino Ferrari, Cristoforo De Amicis, Piero Gauli, gli scultori Pietro Consagra, Angelo Biancini, Virginio Ciminaghi e i più giovani Fausto Bertasa, Luigi Radici, Claudio Spini, Mirko Cavalli e Pier Alberto Filippi.
Oggi la vera passione di quel mecenate, collezionista, gallerista e “pittore di frodo” trova finalmente un’opportunità per manifestarsi.
L’esposizione, con la direzione di Riccardo Riganti, è curata da Sara Fontana.
In occasione della mostra viene pubblicato il volume Una vita per l’arte, a cura di Sara Fontana, con contributi della curatrice e di Riccardo Riganti, Francesco Santaniello, Maria Ferrari.
08
maggio 2009
Marcello Ferrari – Una vita per l’arte
Dall'otto maggio al 07 giugno 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO ERNESTO E TERESA DELLA TORRE
Treviglio, Via Dei Facchetti, 14, (Bergamo)
Treviglio, Via Dei Facchetti, 14, (Bergamo)
Orario di apertura
lunedì-venerdì: 15.00 - 18.00; sabato e domenica: 15.00 - 19.00
Vernissage
8 Maggio 2009, ore 18
Autore
Curatore