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Margherita Santomauro
Personale di scultura e collage all’insegna di un raffinato minimalismo in chiave arte povera di Margherita Santomauro.
Comunicato stampa
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La forza della natura e l’artificio dell’uomo, nella mostra di scultura astratta di Margherita Santomauro a San Vincenzo
S’inaugura sabato 2 maggio 2009, ore 17, a San Vincenzo (LI), nella sede del Palazzo della Cultura presso il la Biblioteca Comunale, in via B. Alliata, la personale di scultura e collage all’insegna di un raffinato minimalismo in chiave arte povera di Margherita Santomauro.
Nella mostra organizzata a cura di Mauro Pantani per “Athena Spazio Arte” di Suvereto,
la forza irruente della natura, che scambia forme, ricordi e significati con le oggettualità di recupero dagli scenari del quotidiano, pervade gli assemblaggi creativi, monumento di
tramandate vicende, talismano di preziose immagini, le pieghe e le venature dei legni e dei ferri, imitano i percorsi dell’anima e indagano negli archivi della memoria.
Realizzazioni che si materializzano dopo lunghe e libere ricerche nell’ambiente naturale, nell’intuizione di forme finite, dove il significato si è già sedimentato negli strati temporali di tavole ritornate corteccia, di cortecce e tronchi che imprigionano statue, con un procedere di creativa e raffinata spontaneità che collegano il percorso dell’artista dalla “composizione floreale” (esperienza accademica dell’Istituto I.I.D.F.A. di Sanremo), alle sperimentazioni concettuali dell’arte contemporanea.
La biografia complessa dell’artista, nel passaggio dai clamori e regole consuetudinarie della città, di cui conserva elementi e precipitati di senso in alcune opere (citazione quasi ironica di composizioni botaniche non più decorative, ma cariche di nuovi e spesso incisivi significati), ricerca un modus vivendi diverso, nella riscoperta delle logiche proprie della storia pregressa e degli ambienti incontaminati boschivi, marini e rurali.
I dinamismi e le contorsioni verso l’alto nella progressiva riduzione all’essenza dei particolari, per la materializzazione del concetto portante, come ne “L’uomo delle nevi”, superba statua in legno,
metallo e pietra, trattata con tecniche di lavorazione che ne amplifica i connotati ed il chiaro-scuro della materia “narrante”.
Talvolta le composizioni verticali in legno riportano elementi della “produzione industriale” come le “molle” in acciaio che imitano galassie cosmiche, o contenitori in metallo ritrovati piegati e
corrosi dalla forza del mare e dagli agenti atmosferici, in un gioco fra espressionismo e design, tra prodotto della natura e artificio dell’uomo, nel determinismo preponderante verso la forma animistica di riuscita sintesi finale.
Una notevole tensioni tra le parti, costruita negli interventi minimi, ma fondamentali, caratterizza la produzione artistica generale, fra astratto e figurativo: dagli eleganti “cavalieri-corteccia”, alle
“dolorose pietà” contemporanee in legno di ulivo, montati su rigorosi e riequilibranti piedistalli in acciaio, in creazioni tendenzialmente monocrome (in alcuni casi sfere rosse o argento introducono un tocco pop-art), fino ai diversi livelli di significato delle composizioni più concettuali, come la palla di ferro “senza titolo”, compiutamente astratta.
Dalle sculture si passa alle tavole-collages, dove il sapiente lavoro di combinazione e trasfigurazione dell’artista,costruisce vedute liriche, nella sublimazione dei più disparati materiali. Tra i più riusciti l’opera “Notturno sul mare” del 2006: sotto una luna argentea ricavata da pasta modellabile, barche in alluminio con vele ritagliate da un paralume, in una pioggia di vetri luminescenti, oscillano sulle dolci onde marine che si manifestano attraverso “bucce di baccello” trattate. Un paesaggio romantico-lunare costruito dal caso solo apparente dei substrati di materiale, restituita nella vita, sotto le nuove inattese vesti, sui percorsi infiniti dell’immaginare, del
sentire e dell’interpretare.
Nata a Recoaro Terme in provincia di Vicenza, classe 1943, Margherita Santomauro ha vissuto diciassette anni a Chiavari nel levante ligure vicino a Genova. Da qui la frequentazione dal1988 al ‘92 dell’Istituto Italiano di Decorazione Floreale nella sede distaccata di Rapallo,
seguendo i corsi di alto livello formativo. Nel 2004 partecipa alla rassegna d’arte “Forme in Libertà”, prima mostra collettiva italiana di arte floreale astratta, ospitata nel Palazzo Ducale di Genova, dove è presente anche nel catalogo con due opere. Negli anni successivi partecipa a mostre personali e collettive fra Cecina e Firenze: il Premio Rotonda Città di Livorno nelle due edizioni 2006 e 2007; rassegna “Donne dell’Arte in Toscana” presso il Parco D’Arte Pazzagli a Firenze nel 2008; la collettiva “Trascendenze”, Cecina (LI), maggio 2008; la personale a Suvereto (LI) nell’agosto 2008; nello stesso periodo la collettiva a Venturina (LI), nella sede di Villa Mussio.
A tutt’oggi risiede in Toscana nella campagna di Cecina (Livorno) vicino alla costa tirrenica, dove ha allestito il personale atelier e l’ampio laboratorio, aperto al recupero delle “forme inutili” pronte a subire il lavoro fisico e mentale della nuova sublimazione plastica che indaga il terreno sfumato di confine, celebrazione dello stesso percorso di passaggio e deterioramento nella “stanza” che si apre
sulla “danza segreta” degli scambi tra la vita e la materia.
S’inaugura sabato 2 maggio 2009, ore 17, a San Vincenzo (LI), nella sede del Palazzo della Cultura presso il la Biblioteca Comunale, in via B. Alliata, la personale di scultura e collage all’insegna di un raffinato minimalismo in chiave arte povera di Margherita Santomauro.
Nella mostra organizzata a cura di Mauro Pantani per “Athena Spazio Arte” di Suvereto,
la forza irruente della natura, che scambia forme, ricordi e significati con le oggettualità di recupero dagli scenari del quotidiano, pervade gli assemblaggi creativi, monumento di
tramandate vicende, talismano di preziose immagini, le pieghe e le venature dei legni e dei ferri, imitano i percorsi dell’anima e indagano negli archivi della memoria.
Realizzazioni che si materializzano dopo lunghe e libere ricerche nell’ambiente naturale, nell’intuizione di forme finite, dove il significato si è già sedimentato negli strati temporali di tavole ritornate corteccia, di cortecce e tronchi che imprigionano statue, con un procedere di creativa e raffinata spontaneità che collegano il percorso dell’artista dalla “composizione floreale” (esperienza accademica dell’Istituto I.I.D.F.A. di Sanremo), alle sperimentazioni concettuali dell’arte contemporanea.
La biografia complessa dell’artista, nel passaggio dai clamori e regole consuetudinarie della città, di cui conserva elementi e precipitati di senso in alcune opere (citazione quasi ironica di composizioni botaniche non più decorative, ma cariche di nuovi e spesso incisivi significati), ricerca un modus vivendi diverso, nella riscoperta delle logiche proprie della storia pregressa e degli ambienti incontaminati boschivi, marini e rurali.
I dinamismi e le contorsioni verso l’alto nella progressiva riduzione all’essenza dei particolari, per la materializzazione del concetto portante, come ne “L’uomo delle nevi”, superba statua in legno,
metallo e pietra, trattata con tecniche di lavorazione che ne amplifica i connotati ed il chiaro-scuro della materia “narrante”.
Talvolta le composizioni verticali in legno riportano elementi della “produzione industriale” come le “molle” in acciaio che imitano galassie cosmiche, o contenitori in metallo ritrovati piegati e
corrosi dalla forza del mare e dagli agenti atmosferici, in un gioco fra espressionismo e design, tra prodotto della natura e artificio dell’uomo, nel determinismo preponderante verso la forma animistica di riuscita sintesi finale.
Una notevole tensioni tra le parti, costruita negli interventi minimi, ma fondamentali, caratterizza la produzione artistica generale, fra astratto e figurativo: dagli eleganti “cavalieri-corteccia”, alle
“dolorose pietà” contemporanee in legno di ulivo, montati su rigorosi e riequilibranti piedistalli in acciaio, in creazioni tendenzialmente monocrome (in alcuni casi sfere rosse o argento introducono un tocco pop-art), fino ai diversi livelli di significato delle composizioni più concettuali, come la palla di ferro “senza titolo”, compiutamente astratta.
Dalle sculture si passa alle tavole-collages, dove il sapiente lavoro di combinazione e trasfigurazione dell’artista,costruisce vedute liriche, nella sublimazione dei più disparati materiali. Tra i più riusciti l’opera “Notturno sul mare” del 2006: sotto una luna argentea ricavata da pasta modellabile, barche in alluminio con vele ritagliate da un paralume, in una pioggia di vetri luminescenti, oscillano sulle dolci onde marine che si manifestano attraverso “bucce di baccello” trattate. Un paesaggio romantico-lunare costruito dal caso solo apparente dei substrati di materiale, restituita nella vita, sotto le nuove inattese vesti, sui percorsi infiniti dell’immaginare, del
sentire e dell’interpretare.
Nata a Recoaro Terme in provincia di Vicenza, classe 1943, Margherita Santomauro ha vissuto diciassette anni a Chiavari nel levante ligure vicino a Genova. Da qui la frequentazione dal1988 al ‘92 dell’Istituto Italiano di Decorazione Floreale nella sede distaccata di Rapallo,
seguendo i corsi di alto livello formativo. Nel 2004 partecipa alla rassegna d’arte “Forme in Libertà”, prima mostra collettiva italiana di arte floreale astratta, ospitata nel Palazzo Ducale di Genova, dove è presente anche nel catalogo con due opere. Negli anni successivi partecipa a mostre personali e collettive fra Cecina e Firenze: il Premio Rotonda Città di Livorno nelle due edizioni 2006 e 2007; rassegna “Donne dell’Arte in Toscana” presso il Parco D’Arte Pazzagli a Firenze nel 2008; la collettiva “Trascendenze”, Cecina (LI), maggio 2008; la personale a Suvereto (LI) nell’agosto 2008; nello stesso periodo la collettiva a Venturina (LI), nella sede di Villa Mussio.
A tutt’oggi risiede in Toscana nella campagna di Cecina (Livorno) vicino alla costa tirrenica, dove ha allestito il personale atelier e l’ampio laboratorio, aperto al recupero delle “forme inutili” pronte a subire il lavoro fisico e mentale della nuova sublimazione plastica che indaga il terreno sfumato di confine, celebrazione dello stesso percorso di passaggio e deterioramento nella “stanza” che si apre
sulla “danza segreta” degli scambi tra la vita e la materia.
02
maggio 2009
Margherita Santomauro
Dal 02 al 12 maggio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELLA CULTURA
San Vincenzo, Piazza Osvaldo Mischi, (Livorno)
San Vincenzo, Piazza Osvaldo Mischi, (Livorno)
Orario di apertura
ore 16,30-19,30
Vernissage
2 Maggio 2009, ore 17
Sito web
www.athenaspazioarte.com
Autore
Curatore