I famosi silenzi di Lazzaro si sposano perfettamente con gli orizzonti marini di Volpe dove mare e cielo finiscono per congiungersi in un azzurro monocromo per diventare una sola realtà percettibile. Volpe si pone come continuatore della poetica lazzariana, non solo pittorica ma anche spirituale, arricchendola sì con accenti personali ma senza tralasciare l’aspetto lirico, soggettivo, romantico che caratterizzava l’arte di Lazzaro. Dalle opere di entrambi emerge un’atmosfera dolce, un senso di realtà sospesa dove tutto è metafisicamente immoto ed allo stesso tempo in agitazione, specchio di emozioni e sensazioni che nascono dal di dentro. L’atmosfera è carica di suggestioni ed allusioni che invitano ad andare oltre l’orizzonte per trovare l’infinito silente che è proprio di tutti e di ognuno.