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Anabi – MyBlindEye. Passage
Mostra personale
Comunicato stampa
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Ci muoviamo in un pulviscolo
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che invischia
gli occhi e un poco ci sfibra.
(E. Montale, Ossi di Seppia)
Luoghi abitati per poco e poi abbandonati.
Sul delta del Rodano, sotto un sole cocente, tra gli specchi del mare, delle paludi, del sale.
Una luce abbacinante che appartiene a un sogno, più che alla realtà.
Un sogno in cui né la presenza, né l'assenza sono definite.
Tutto appare, lascia una traccia e scompare.
Un Passaggio, appunto.
“Con questa serie arlesiana, veniamo trasportati in un altro
spazio temporale dove i suoni e le luci sono soffocati.
Una pioggia di cenere sembra essersi abbattuta sulla città.
Si apre dunque il 'passaggio' verso il paese immaginario di Anabi.
Una serie di grande poesia che lascia presagire una sensibilità
e una visione del tutto originali.”
Claudine Doury, Agence Vu
‘My blind eye’ indica l’approccio della ricerca di Anabi,
l‘urgenza di guardare la realtà, oltre che con l’occhio appoggiato al mirino della macchina, anche con l’altro, che è chiuso.
Chi perde un occhio dice che continua a vedere con quello ‘altre cose’,
che non appartengono alla realtà, ma piuttosto al ricordo, al confluire di altri sensi che non sono la vista,
all’immaginazione, all’empatia, ma che comunque formano delle immagini nel cervello.
Avere un occhio cieco è anche disporsi verso la realtà in una condizione di mancanza,
quindi di ricerca, di ascolto, attenzione, perché con quell’occhio è più facile immergersi in profondità, dove l’altro non arriva.
Anabi è nata a San Giovanni Valdarno, provincia di Arezzo, nel 1974.
A Firenze studia prima lingue, poi pittura, disegno,incisione, scultura.
Dal 1998 vive a Milano, dove ha frequentato il corso di laurea in scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli ultimi anni ha approfondito lo studio sulla scena dedicandosi alla recitazione.
Attualmente lavora come scenografa e costumista per il teatro e per allestimenti di eventi.
Da sempre interessata all'immagine pura e al teatro,
ha trovato nella fotografia la sintesi tra questi due estremi.
Da allora si dedica al reportage e alla ricerca personale,
cercando la sintesi tra immersione nella realtà e distillazione dell’immagine.
JOSKE nasce nel febbraio 2008.
E‘ uno spazio espositivo in divenire, una vetrina per giovani autori, un contenitore di eventi culturali ed artistici.
madreperlaceo che vibra,
in un barbaglio che invischia
gli occhi e un poco ci sfibra.
(E. Montale, Ossi di Seppia)
Luoghi abitati per poco e poi abbandonati.
Sul delta del Rodano, sotto un sole cocente, tra gli specchi del mare, delle paludi, del sale.
Una luce abbacinante che appartiene a un sogno, più che alla realtà.
Un sogno in cui né la presenza, né l'assenza sono definite.
Tutto appare, lascia una traccia e scompare.
Un Passaggio, appunto.
“Con questa serie arlesiana, veniamo trasportati in un altro
spazio temporale dove i suoni e le luci sono soffocati.
Una pioggia di cenere sembra essersi abbattuta sulla città.
Si apre dunque il 'passaggio' verso il paese immaginario di Anabi.
Una serie di grande poesia che lascia presagire una sensibilità
e una visione del tutto originali.”
Claudine Doury, Agence Vu
‘My blind eye’ indica l’approccio della ricerca di Anabi,
l‘urgenza di guardare la realtà, oltre che con l’occhio appoggiato al mirino della macchina, anche con l’altro, che è chiuso.
Chi perde un occhio dice che continua a vedere con quello ‘altre cose’,
che non appartengono alla realtà, ma piuttosto al ricordo, al confluire di altri sensi che non sono la vista,
all’immaginazione, all’empatia, ma che comunque formano delle immagini nel cervello.
Avere un occhio cieco è anche disporsi verso la realtà in una condizione di mancanza,
quindi di ricerca, di ascolto, attenzione, perché con quell’occhio è più facile immergersi in profondità, dove l’altro non arriva.
Anabi è nata a San Giovanni Valdarno, provincia di Arezzo, nel 1974.
A Firenze studia prima lingue, poi pittura, disegno,incisione, scultura.
Dal 1998 vive a Milano, dove ha frequentato il corso di laurea in scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Negli ultimi anni ha approfondito lo studio sulla scena dedicandosi alla recitazione.
Attualmente lavora come scenografa e costumista per il teatro e per allestimenti di eventi.
Da sempre interessata all'immagine pura e al teatro,
ha trovato nella fotografia la sintesi tra questi due estremi.
Da allora si dedica al reportage e alla ricerca personale,
cercando la sintesi tra immersione nella realtà e distillazione dell’immagine.
JOSKE nasce nel febbraio 2008.
E‘ uno spazio espositivo in divenire, una vetrina per giovani autori, un contenitore di eventi culturali ed artistici.