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Claudio Verna
Le opere in mostra – una quindicina di grande formato da Emmeotto ed altrettante di piccolo formato, oltre a diverse carte, da Ricerca d’Arte – confermano quella che, dalla fine degli anni ’50 ad oggi, è stata la linea unificante delle varie fasi della carriera di Verna: la passione, un’ossessione quasi, per il colore-luce.
Comunicato stampa
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Una mostra di Claudio Verna è un'occasione preziosa per chi ama la pittura. Verna è infatti considerato pittore tra i maggiori della sua generazione (è nato a Guardiagrele in Abruzzo nel 1937).
L'importanza della sua ricerca nel dibattito sull'arte degli ultimi cinque decenni è stata lo scorso anno consacrata dalla nomina ad Accademico di San Luca e dal conferimento del Premio Antonio Feltrinelli per la pittura, un riconoscimento che l'Accademia Nazionale dei Lincei ha attribuito, dal 1950 ad oggi, ai protagonisti della scienza e della cultura del nostro tempo. Nel campo delle arti figurative, Verna divide quel premio con colleghi del calibro di Filippo de Pisis, Giacomo Manzù, Mirko, Joan Mirò, Fausto Melotti, Henry Moore, Emilio Vedova e tanti altri nomi di straordinaria rinomanza. “ A nessuno di loro è però toccato l'onore aggiuntivo di essere chiamato a pronunciare la prolusione di inaugurazione dell'anno accademico dei Lincei” Racconta Verna, ancora sbalordito all'idea di essere stato, nei quattrocento anni di storia dell'Accademia, l'unico artista chiamato ad assolvere un compito normalmente riservato a scienziati e letterati.
La rassegna ospitata da Emmeotto e Ricerca d'Arte consentirà di fare il punto sulla sua produzione degli ultimi sette anni, quelli del ritorno all'acrilico dopo un trentennio di fedeltà alla tecnica dell'olio. Spiega Verna di essere tornato ad utilizzare il colore acrilico “per dare un'accelerazione alla mia ricerca. Usando l'olio riuscivo a produrre in un anno non più di una quindicina di quadri, perché l'olio asciuga lentamente e mi mette nelle condizioni di poter tornare su un quadro per ultimarlo solo dopo diversi giorni. Con gli acrilici, che seccano in un'ora, il ritmo di lavoro è molto più veloce”.
Le opere in mostra - una quindicina di grande formato da Emmeotto ed altrettante di piccolo formato, oltre a diverse carte, da Ricerca d'Arte - confermano quella che, dalla fine degli anni '50 ad oggi, è stata la linea unificante delle varie fasi della carriera di Verna: la passione, un'ossessione quasi, per il colore-luce.
Verna è in effetti un colorista puro e il suo colore tra i più belli che l'arte contemporanea italiana abbia saputo creare. Si parla naturalmente di un colore strutturante, capace di creare lo spazio senza il supporto del disegno. Nei suoi scritti teorici, una riflessione di rara lucidità sulle questioni del fare arte oggi, egli individua nel colore l'essenza stessa della pittura, argomentando come, poiché l'uomo percepisce la realtà con la vista e vede un mondo colorato, se la pittura è colore essa non potrà mai esaurire le sue potenzialità innovative. A patto, è ovvio, di non cadere nella ripetizione stanca dei vecchi codici. Porsi nella tradizione rimettendola continuamente in discussione, coniugare l'obbligatorio azzardo della novità con la continuità di una storia millenaria è anzi compito primario dell'artista-pittore.
Un compito che Verna, pittore degli equilibri oltre che della luce e del colore, si è dato sin dagli esordi.
L'importanza della sua ricerca nel dibattito sull'arte degli ultimi cinque decenni è stata lo scorso anno consacrata dalla nomina ad Accademico di San Luca e dal conferimento del Premio Antonio Feltrinelli per la pittura, un riconoscimento che l'Accademia Nazionale dei Lincei ha attribuito, dal 1950 ad oggi, ai protagonisti della scienza e della cultura del nostro tempo. Nel campo delle arti figurative, Verna divide quel premio con colleghi del calibro di Filippo de Pisis, Giacomo Manzù, Mirko, Joan Mirò, Fausto Melotti, Henry Moore, Emilio Vedova e tanti altri nomi di straordinaria rinomanza. “ A nessuno di loro è però toccato l'onore aggiuntivo di essere chiamato a pronunciare la prolusione di inaugurazione dell'anno accademico dei Lincei” Racconta Verna, ancora sbalordito all'idea di essere stato, nei quattrocento anni di storia dell'Accademia, l'unico artista chiamato ad assolvere un compito normalmente riservato a scienziati e letterati.
La rassegna ospitata da Emmeotto e Ricerca d'Arte consentirà di fare il punto sulla sua produzione degli ultimi sette anni, quelli del ritorno all'acrilico dopo un trentennio di fedeltà alla tecnica dell'olio. Spiega Verna di essere tornato ad utilizzare il colore acrilico “per dare un'accelerazione alla mia ricerca. Usando l'olio riuscivo a produrre in un anno non più di una quindicina di quadri, perché l'olio asciuga lentamente e mi mette nelle condizioni di poter tornare su un quadro per ultimarlo solo dopo diversi giorni. Con gli acrilici, che seccano in un'ora, il ritmo di lavoro è molto più veloce”.
Le opere in mostra - una quindicina di grande formato da Emmeotto ed altrettante di piccolo formato, oltre a diverse carte, da Ricerca d'Arte - confermano quella che, dalla fine degli anni '50 ad oggi, è stata la linea unificante delle varie fasi della carriera di Verna: la passione, un'ossessione quasi, per il colore-luce.
Verna è in effetti un colorista puro e il suo colore tra i più belli che l'arte contemporanea italiana abbia saputo creare. Si parla naturalmente di un colore strutturante, capace di creare lo spazio senza il supporto del disegno. Nei suoi scritti teorici, una riflessione di rara lucidità sulle questioni del fare arte oggi, egli individua nel colore l'essenza stessa della pittura, argomentando come, poiché l'uomo percepisce la realtà con la vista e vede un mondo colorato, se la pittura è colore essa non potrà mai esaurire le sue potenzialità innovative. A patto, è ovvio, di non cadere nella ripetizione stanca dei vecchi codici. Porsi nella tradizione rimettendola continuamente in discussione, coniugare l'obbligatorio azzardo della novità con la continuità di una storia millenaria è anzi compito primario dell'artista-pittore.
Un compito che Verna, pittore degli equilibri oltre che della luce e del colore, si è dato sin dagli esordi.
16
aprile 2009
Claudio Verna
Dal 16 aprile al 14 maggio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA RICERCA D’ARTE
Roma, Via Di Monserrato, 121/a, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 121/a, (Roma)
Orario di apertura
martedì-sabato 11-13:30 e 15-19:30. Lunedì su appuntamento
Vernissage
16 Aprile 2009, ore 18.30
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore