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Imprimatur I
Mostra collettiva in occasione della presentazione della neonata associazione culturale Scatola bianca.
Comunicato stampa
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Imprimatur (Si stampi) - derivazione da Nihil obstat quominus imprimatur (Niente vieta che sia stampato) – veniva posto sui libri pubblicati con autorizzazione ecclesiastica.
I libri ai quali essa veniva rifiutata venivano inclusi ipso facto nell’Indice dei libri proibiti. L’Indice è stato abolito da papa Paolo VI nel 1966. Il termine imprimatur è utilizzato, in senso lato, con il significato di autorizzazione a fare qualche cosa.
Nella pratica contemporanea la libertà dell’artista è condizione necessaria alla creazione seppure non sia un segnale che viene dato dall’esterno, un imprimatur sociale, ma una spinta ossessiva che viene dall’interno muovendosi l’artista tra continue cesure e infinite partizioni. L’artista non cerca l’uscita, condizione che per lui non esiste esistendo invece la tentazione e l’oscillazione, ma convive con lo stato d’irresolutezza che definisce l’operato artistico, ma non lo risolve. La conseguenza è cadere nella perdita, luogo e sentimento nel quale l’artista trova la lucidità per definire il suo linguaggio, esorcizzare la realtà con la forza del pensiero e del progetto.
Imprimatur 1 è una mostra a 7 voci che esprime il talento di artisti differenti per impostazione culturale, provenienze, codici poetici, necessità e linguaggi. Portatori di stili originali e indagini penetranti i 7 artisti di Imprimatur 1 hanno però in comune la visione della coscienza della realtà contenuta in Scatola bianca, ovvero un modo totale di intendere la vita e l’arte, un coinvolgimento irreversibile, l’assunzione ambivalente di pensiero e di proposta, la vigilanza sul pensare arte come ossessivo sguardo su norme e schemi che senza schivare l’esistenza la mettono sotto continuo scacco.
Federico Arcuri esplora mondi in bianco e nero, fatti di gesso, carta e segni sulla tela in cui i soggetti sono paesaggi metropolitani, solitudini underground o l’immaginario filmico di frames presi da Tarkovksy.
Giuseppe Ciracì è un pittore di volti che, a dispetto di una figurazione apparentemente tradizionale, sviluppa opere corrosive, con graffiature, interventi a matita, olio, acrilico e uno sguardo strabico tra scheletro e pelle che strappa i soggetti rappresentati a qualsiasi criterio di pura mimesi e di sorpassata retorica.
Andrea Contin è un artista eclettico, sagace e pungente, disegnatore, installatore, video artista dalla potente forza evocativa e da un’ironia che cattura la farsa di cui è impregnata l’esistenza attraverso una cattiveria ricercata e un raffinato splatter emotivo.
La ricerca di Alfred Drago Rens indaga la dimensione personale attraverso l’uso di una parte del suo corpo, la mano, supporto e strumento di protesi improbabili di fiori e rami che germogliano tra le dita.
Davide Lovatti lavora sulla foto e sull’installazione, in una zona sottile tra memoria, contaminazioni e progressivi sfalsamenti di piano attraverso libri incollati tra loro, specchi rovesciati, cassetti incisi o usati come supporti fotografici.
Gianni Moretti manipola la carta, i pigmenti, le superfici specchianti, il suo codice si fonda su una poetica profonda, sull’esplorazione delle percezioni per creare opere proiettate nella linea sottile e ambigua dell’invisibile in cui trovano la loro forza più pura e più contemporanea.
Lisa Riva è un’artista metodica, raffinata, dal talento che scava nella profondità della leggerezza, della precisione del disegno, delle frasi poetiche, delle commistioni tra materiali e tecniche.
L’arte non è la vita, come probabile, però le è uguale. Fabio Mauri
Federico Arcuri
Giuseppe Ciracì
Andrea Contin
Alfred Drago Rens
Davide Lovatti
Gianni Moretti
Lisa Riva
IMPRIMATUR 1
A cura di
Martina Cavallarin
17 aprile 2009
I libri ai quali essa veniva rifiutata venivano inclusi ipso facto nell’Indice dei libri proibiti. L’Indice è stato abolito da papa Paolo VI nel 1966. Il termine imprimatur è utilizzato, in senso lato, con il significato di autorizzazione a fare qualche cosa.
Nella pratica contemporanea la libertà dell’artista è condizione necessaria alla creazione seppure non sia un segnale che viene dato dall’esterno, un imprimatur sociale, ma una spinta ossessiva che viene dall’interno muovendosi l’artista tra continue cesure e infinite partizioni. L’artista non cerca l’uscita, condizione che per lui non esiste esistendo invece la tentazione e l’oscillazione, ma convive con lo stato d’irresolutezza che definisce l’operato artistico, ma non lo risolve. La conseguenza è cadere nella perdita, luogo e sentimento nel quale l’artista trova la lucidità per definire il suo linguaggio, esorcizzare la realtà con la forza del pensiero e del progetto.
Imprimatur 1 è una mostra a 7 voci che esprime il talento di artisti differenti per impostazione culturale, provenienze, codici poetici, necessità e linguaggi. Portatori di stili originali e indagini penetranti i 7 artisti di Imprimatur 1 hanno però in comune la visione della coscienza della realtà contenuta in Scatola bianca, ovvero un modo totale di intendere la vita e l’arte, un coinvolgimento irreversibile, l’assunzione ambivalente di pensiero e di proposta, la vigilanza sul pensare arte come ossessivo sguardo su norme e schemi che senza schivare l’esistenza la mettono sotto continuo scacco.
Federico Arcuri esplora mondi in bianco e nero, fatti di gesso, carta e segni sulla tela in cui i soggetti sono paesaggi metropolitani, solitudini underground o l’immaginario filmico di frames presi da Tarkovksy.
Giuseppe Ciracì è un pittore di volti che, a dispetto di una figurazione apparentemente tradizionale, sviluppa opere corrosive, con graffiature, interventi a matita, olio, acrilico e uno sguardo strabico tra scheletro e pelle che strappa i soggetti rappresentati a qualsiasi criterio di pura mimesi e di sorpassata retorica.
Andrea Contin è un artista eclettico, sagace e pungente, disegnatore, installatore, video artista dalla potente forza evocativa e da un’ironia che cattura la farsa di cui è impregnata l’esistenza attraverso una cattiveria ricercata e un raffinato splatter emotivo.
La ricerca di Alfred Drago Rens indaga la dimensione personale attraverso l’uso di una parte del suo corpo, la mano, supporto e strumento di protesi improbabili di fiori e rami che germogliano tra le dita.
Davide Lovatti lavora sulla foto e sull’installazione, in una zona sottile tra memoria, contaminazioni e progressivi sfalsamenti di piano attraverso libri incollati tra loro, specchi rovesciati, cassetti incisi o usati come supporti fotografici.
Gianni Moretti manipola la carta, i pigmenti, le superfici specchianti, il suo codice si fonda su una poetica profonda, sull’esplorazione delle percezioni per creare opere proiettate nella linea sottile e ambigua dell’invisibile in cui trovano la loro forza più pura e più contemporanea.
Lisa Riva è un’artista metodica, raffinata, dal talento che scava nella profondità della leggerezza, della precisione del disegno, delle frasi poetiche, delle commistioni tra materiali e tecniche.
L’arte non è la vita, come probabile, però le è uguale. Fabio Mauri
Federico Arcuri
Giuseppe Ciracì
Andrea Contin
Alfred Drago Rens
Davide Lovatti
Gianni Moretti
Lisa Riva
IMPRIMATUR 1
A cura di
Martina Cavallarin
17 aprile 2009
17
aprile 2009
Imprimatur I
Dal 17 aprile al 17 maggio 2009
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
LO.SPAZIO
Milano, Via Legnone, 52, (Milano)
Milano, Via Legnone, 52, (Milano)
Vernissage
17 Aprile 2009, ore 20.30
Autore
Curatore