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Davide Corsetti – Post-Action
Potremmo definire l’opera di Corsetti un lungo e continuo lavoro di esplosione e ricomposizione della materia e delle sue implicazioni semantiche.
Comunicato stampa
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DAVIDE CORSETTI
POST-ACTION
Potremmo definire l’opera di Corsetti un lungo e continuo lavoro di esplosione e ricomposizione della materia e delle sue implicazioni semantiche. Se da un lato, vi è l’istintualità e l’automatismo psichico dell’action painting che compone l’ossatura dell’opera, dall’altro invece vi è un’urgenza ordinatrice e razionale che ne analizza, rilegge e reinterpreta il dato rivestendolo di nuova forma. Dal gesto iniziale infatti prende avvio il lavoro dell’artista che successivamente ne rilegge la traccia, riordinandola, in un lavoro che si potrebbe definire una sovrastruttura ragionata “post-action”.
Il lavoro dell’artista si presenta in forme che si dissolvono e si ricompongono, in masse che dietro il loro ascendere o cadere lasciano frammenti, lacerti materici dietro il loro cammino. Se il ricordo dello spezzarsi di un capillare, l’aumentare della pressione sanguigna, il rifluire della materia lacrimosa negli occhi potessero comporre un suono, o addirittura, una melodia, le immagini di Corsetti ne sarebbero il lieto complemento. È pittura all’occhio profondamente organica e nei fatti, nelle materie, il diorama di una genesi in forma d’esplosione o, contemporaneamente, il silenzio di una mormorata e riordinata implosione. Una danza di opposti che si slega dal significato univocamente istintivo ed autoreferenziale, aprendosi, in alcuni casi con intromissioni Dadaiste e concettuali, ad una riconfigurazione del rapporto con la realtà e dell’ “altro da sé” in una stratificazione di tracce scritte, occultate e riscritte che, misurando la distanza tra dato e memoria, tra esistenza e possibilità di esistenza, suggeriscono il sottile confine tra certezza e dubbio, sostanza ed accidente.
Questo è ben riscontrabile nelle opere del ciclo “In Camera Caritatis” nelle quali l’artista lavora su due piani sovrapposti, in cui l’uno si fa cornice-contenitore dell’altro. Piani in cui la rappresentazione si compone di una sovrapposizione di elementi differenti come l’espressione astratta e la parola o l’oggetto che prende forma nelle confidenze delle “Camere Caritatis”, confidenze scritte realmente e tuttavia racchiuse nell’opera ed occultate alla vista, dichiarate nell’esistenza unicamente dal titolo che diviene parte integrante della ricerca. Sottile gioco comunicativo, paradosso in parole, Corsetti mostra d’essere pienamente consapevole del valore dell’opera nella sola dimensione che la rende viva oltre la ricerca: la comunicazione di sé. Drammatica quindi, nel suo paradosso inestricato, una testimonianza di un “esistente” a cui l’osservatore deve credere come atto di fede, compiendo un passo nella sofferta direzione della ricerca di una verità. Verità che seppur esiste, non ci è dato del tutto d’intendere e per quanto si possa indagare, dobbiamo fermarci a ciò che ci è dato. A volte si tratta, appunto, solo di un atto di fede.
Simone Boscolo
POST-ACTION
Potremmo definire l’opera di Corsetti un lungo e continuo lavoro di esplosione e ricomposizione della materia e delle sue implicazioni semantiche. Se da un lato, vi è l’istintualità e l’automatismo psichico dell’action painting che compone l’ossatura dell’opera, dall’altro invece vi è un’urgenza ordinatrice e razionale che ne analizza, rilegge e reinterpreta il dato rivestendolo di nuova forma. Dal gesto iniziale infatti prende avvio il lavoro dell’artista che successivamente ne rilegge la traccia, riordinandola, in un lavoro che si potrebbe definire una sovrastruttura ragionata “post-action”.
Il lavoro dell’artista si presenta in forme che si dissolvono e si ricompongono, in masse che dietro il loro ascendere o cadere lasciano frammenti, lacerti materici dietro il loro cammino. Se il ricordo dello spezzarsi di un capillare, l’aumentare della pressione sanguigna, il rifluire della materia lacrimosa negli occhi potessero comporre un suono, o addirittura, una melodia, le immagini di Corsetti ne sarebbero il lieto complemento. È pittura all’occhio profondamente organica e nei fatti, nelle materie, il diorama di una genesi in forma d’esplosione o, contemporaneamente, il silenzio di una mormorata e riordinata implosione. Una danza di opposti che si slega dal significato univocamente istintivo ed autoreferenziale, aprendosi, in alcuni casi con intromissioni Dadaiste e concettuali, ad una riconfigurazione del rapporto con la realtà e dell’ “altro da sé” in una stratificazione di tracce scritte, occultate e riscritte che, misurando la distanza tra dato e memoria, tra esistenza e possibilità di esistenza, suggeriscono il sottile confine tra certezza e dubbio, sostanza ed accidente.
Questo è ben riscontrabile nelle opere del ciclo “In Camera Caritatis” nelle quali l’artista lavora su due piani sovrapposti, in cui l’uno si fa cornice-contenitore dell’altro. Piani in cui la rappresentazione si compone di una sovrapposizione di elementi differenti come l’espressione astratta e la parola o l’oggetto che prende forma nelle confidenze delle “Camere Caritatis”, confidenze scritte realmente e tuttavia racchiuse nell’opera ed occultate alla vista, dichiarate nell’esistenza unicamente dal titolo che diviene parte integrante della ricerca. Sottile gioco comunicativo, paradosso in parole, Corsetti mostra d’essere pienamente consapevole del valore dell’opera nella sola dimensione che la rende viva oltre la ricerca: la comunicazione di sé. Drammatica quindi, nel suo paradosso inestricato, una testimonianza di un “esistente” a cui l’osservatore deve credere come atto di fede, compiendo un passo nella sofferta direzione della ricerca di una verità. Verità che seppur esiste, non ci è dato del tutto d’intendere e per quanto si possa indagare, dobbiamo fermarci a ciò che ci è dato. A volte si tratta, appunto, solo di un atto di fede.
Simone Boscolo
04
aprile 2009
Davide Corsetti – Post-Action
Dal 04 al 16 aprile 2009
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
GALLERIA ARIELE
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, ore 16-19,30
Vernissage
4 Aprile 2009, ore 18
Autore
Curatore