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A compass needle for our starry universe
Zelle Arte Contemporanea presenta “A compass needle for our starry universe”, la prima collettiva dal carattere internazionale della nuova stagione, la cura è affidata a Guillaume Von Holden, antropologo attento da anni alle connessioni tra la storia dell’uomo e gli sviluppi dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
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Zelle Arte Contemporanea presenta “A compass needle for our starry universe”, la prima collettiva dal carattere internazionale della nuova stagione, la cura è affidata a Guillaume Von Holden, antropologo attento da anni alle connessioni tra la storia dell’uomo e gli sviluppi dell’arte contemporanea.
Così come afferma lo stesso Von Holden, l’artista è un’utile, seppur intuitiva, cartina al tornasole per le scienze antropologiche, generando una concatenazione infinita di elementi tradizionali cesellati puntigliosamente sul nastro polveroso del tempo, un’arte dichiaratamente figlia e mai genitrice, seppur capace di provocare temporanee amnesie.
Gli artisti di questa selezione affrontano la tradizione scandagliando le possibilità di adattamento, di mimesi, o di astrazione da tempi e luoghi, affidandosi a memorie intime o collettive.
Una sorta d’infinita scatola scenica capace di accogliere e ingoiare ogni tempo ed ogni luogo, tracciando attraversamenti trasversali di carattere narrativo così come puramente concettuale.
Dalla credulità / incredulità popolare descritta da Zavattieri nei suoi falsi storici, attraverso il ponte di congiunzione tra perfezione cristallina della natura e pensiero applicato alla (dis)funzione, delineato dal “new object di Marco Bernacchia; dai cortocircuiti innescati dal greco Tsitsopoulos, tra decadenza barocca e disillusione contemporanea, sino ai ritratti di piccolo formato, con i quali Federico Lupo sembra piegare la tipica ritrattistica nobiliare ad un registro popolare, abbracciando infine il mood tragico, di “Stroke” di Carlos Llavata, non resta altro se non la chiosa chiarificatrice di Leo & Pipo, un esplicito invito a guardarsi indietro e specchiarsi in un passato costantemente ricodificato.
Così come afferma lo stesso Von Holden, l’artista è un’utile, seppur intuitiva, cartina al tornasole per le scienze antropologiche, generando una concatenazione infinita di elementi tradizionali cesellati puntigliosamente sul nastro polveroso del tempo, un’arte dichiaratamente figlia e mai genitrice, seppur capace di provocare temporanee amnesie.
Gli artisti di questa selezione affrontano la tradizione scandagliando le possibilità di adattamento, di mimesi, o di astrazione da tempi e luoghi, affidandosi a memorie intime o collettive.
Una sorta d’infinita scatola scenica capace di accogliere e ingoiare ogni tempo ed ogni luogo, tracciando attraversamenti trasversali di carattere narrativo così come puramente concettuale.
Dalla credulità / incredulità popolare descritta da Zavattieri nei suoi falsi storici, attraverso il ponte di congiunzione tra perfezione cristallina della natura e pensiero applicato alla (dis)funzione, delineato dal “new object di Marco Bernacchia; dai cortocircuiti innescati dal greco Tsitsopoulos, tra decadenza barocca e disillusione contemporanea, sino ai ritratti di piccolo formato, con i quali Federico Lupo sembra piegare la tipica ritrattistica nobiliare ad un registro popolare, abbracciando infine il mood tragico, di “Stroke” di Carlos Llavata, non resta altro se non la chiosa chiarificatrice di Leo & Pipo, un esplicito invito a guardarsi indietro e specchiarsi in un passato costantemente ricodificato.
23
aprile 2009
A compass needle for our starry universe
Dal 23 aprile al 25 maggio 2009
arte contemporanea
Location
ZELLE ARTE CONTEMPORANEA
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Orario di apertura
ore 17-20
Vernissage
23 Aprile 2009, ore 19.00
Autore
Curatore