Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mino Maccari – L’arte satirica ne Il Selvaggio
La rivoluzione, il guizzo, l’estro satirico e la maestria iconografica ed artistica del genio caustico di Mino Maccari visti attraverso le copertine e le illustrazioni de “Il Selvaggio”. In questa mostra, oltre ai numeri originali del giornale, ormai rarissimi, sono esposte le trenta linoleumgrafie che Maccari stampò nel 1943 in un “Album”, riprendendo le vecchie matrici delle incisioni del giornale ma arricchendole di un maggior numero di colori e apponendo titoli diversi rispetto a quelli presentati sulla rivista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Comune di Forte dei Marmi
Comitato per il Premio Satira Politica e il
Museo della Satira di Forte dei Marmi
presentano la mostra
L'ARTE SATIRICA DI MINO MACCARI NE IL SELVAGGIO (1924-1943)
Inaugurazione sabato 4 Aprile ore 18
La mostra resterà aperta fino al 14 Giugno 2009
Museo della Satira – Forte di Leopoldo I - Piazza Garibaldi – Forte dei Marmi
La rivoluzione, il guizzo, l'estro satirico e la maestria iconografica ed artistica del genio caustico di Mino Maccari visti attraverso le copertine e le illustrazioni de "Il Selvaggio". In questa mostra, oltre ai numeri originali del giornale, ormai rarissimi, sono esposte le trenta linoleumgrafie che Maccari stampò nel 1943 in un “Album”, riprendendo le vecchie matrici delle incisioni del giornale ma arricchendole di un maggior numero di colori e apponendo titoli diversi rispetto a quelli presentati sulla rivista. I fruitori della mostra e del catalogo potranno valutare se opera d’arte debba essere considerata la copertina della rivista, con il titolo-messaggio che Maccari voleva comunicare al lettore nel momento della creazione, o la successiva operazione editoriale, ottenuta con arricchimento cromatico, ma stemperata da un messaggio più generalizzato e decantato in virtù degli anni trascorsi.
(I materiali esposti in mostra provengono dalla Collezione Raffaele Bozzi, Serravalle Pistoiese).
Il Selvaggio, rivista ideata da Angiolo Bencini, ex-ufficiale e commerciante di vini di Poggibonsi, iniziò le pubblicazioni a Colle Val d'Elsa, Siena, il 13 luglio 1924.
Sotto la testata si definiva “Battagliero fascista” e aveva come motti “Né speranza né paura” e “Marciare non marcire”, intesi ad incitare ad una rivoluzione contro l’Italietta dei conservatori.
Mino Maccari, giovane laureato in legge e appassionato xilografo e incisore, ne diventò redattore, oltre che disegnatore, scrittore, poeta.
Il foglio, nell’esaltare gli eroi selvaggi del fascismo, si lanciò subito in una prepotente affermazione di individualità, di anticonformismo, di aspirazione ad un mutamento della società.
Nel 1926 la direzione della rivista venne assunta da Maccari e cambiarono molte cose. La rivista uscì dal gioco politico e sarà Maccari stesso a pubblicare, nell'articolo di fondo intitolato "Addio al passato" il nuovo indirizzo del Selvaggio che non intendeva più essere l'esempio di un fascismo agonistico, ma una rivista che doveva dedicarsi all'arte, alla satira e alla risata politica. "Gli episodi politici o pseudopolitici, i loro sviluppi e le loro vicende, non ci interessano più (...). Non c'è che l'arte. L'arte è l'espressione suprema dell'intelligenza di una stirpe. Una rivoluzione è anzitutto e soprattutto un atteggiamento e un orientamento dell'intelligenza. Dunque dalla produzione artistica noi avremo l'indice del valore d'una rivoluzione."
Il Selvaggio, la cui sede fu trasferita da Colle Val d'Elsa, avrà una periodo fiorentino, tra il marzo 1926 e il dicembre del 1930, una parentesi torinese tra il 30 gennaio e il 30 dicembre 1931 e un periodo romano dal 31 marzo 1932 al 1943 e da tutte e tre i periodi riuscirà a trarre un intelligente vigore per le sue battaglie che difendevano, tra tolleranza e censura, l'autonomia dell'arte e il diritto dell'attività culturale di "ridere" della politica, fatto quest'ultimo che costerà alla rivista numerosi casi di sequestro.
Al Selvaggio collaborarono scrittori e artisti di grande animo e talento: Soffici, Agnoletti, Franchi, Longanesi, Rosai, Luchini, Pellizzi, Palazzeschi, Lega, Carrà, Morandi, Zeglio, Galante, Medardo Rosso, Montale, Cremona, Semeghini, Spadini, Gallo, Fattori, Rondinelli, Bartoli, Quinto Martini, Righetti, Tamburi, Guttuso, Mafai.
Nei circa 250 numeri del Selvaggio, Maccari e suoi amici espressero il pensiero intellettualmente raffinato che animò la corrente chiamata “Strapaese”, che, sulle radici della toscanità ironica e trasgressiva e attraverso detti, motti, articoli e pagine incise di straordinaria espressione e ancora oggi attuali, contestava il modernismo allora imperante del “Novecento” denominato “Stracittà”.
Riguardo al fascismo, sicuramente Maccari, per una ragione di coerenza ("noi nati nel fascismo e dal fascismo"), non lo osteggiò mai apertamente sotto il profilo politico, ma si oppose spesso al malcostume del regime, al servilismo, alla demagogia, per non parlare della critica costante alla minaccia germanica e al razzismo.
Comitato per il Premio Satira Politica e il
Museo della Satira di Forte dei Marmi
presentano la mostra
L'ARTE SATIRICA DI MINO MACCARI NE IL SELVAGGIO (1924-1943)
Inaugurazione sabato 4 Aprile ore 18
La mostra resterà aperta fino al 14 Giugno 2009
Museo della Satira – Forte di Leopoldo I - Piazza Garibaldi – Forte dei Marmi
La rivoluzione, il guizzo, l'estro satirico e la maestria iconografica ed artistica del genio caustico di Mino Maccari visti attraverso le copertine e le illustrazioni de "Il Selvaggio". In questa mostra, oltre ai numeri originali del giornale, ormai rarissimi, sono esposte le trenta linoleumgrafie che Maccari stampò nel 1943 in un “Album”, riprendendo le vecchie matrici delle incisioni del giornale ma arricchendole di un maggior numero di colori e apponendo titoli diversi rispetto a quelli presentati sulla rivista. I fruitori della mostra e del catalogo potranno valutare se opera d’arte debba essere considerata la copertina della rivista, con il titolo-messaggio che Maccari voleva comunicare al lettore nel momento della creazione, o la successiva operazione editoriale, ottenuta con arricchimento cromatico, ma stemperata da un messaggio più generalizzato e decantato in virtù degli anni trascorsi.
(I materiali esposti in mostra provengono dalla Collezione Raffaele Bozzi, Serravalle Pistoiese).
Il Selvaggio, rivista ideata da Angiolo Bencini, ex-ufficiale e commerciante di vini di Poggibonsi, iniziò le pubblicazioni a Colle Val d'Elsa, Siena, il 13 luglio 1924.
Sotto la testata si definiva “Battagliero fascista” e aveva come motti “Né speranza né paura” e “Marciare non marcire”, intesi ad incitare ad una rivoluzione contro l’Italietta dei conservatori.
Mino Maccari, giovane laureato in legge e appassionato xilografo e incisore, ne diventò redattore, oltre che disegnatore, scrittore, poeta.
Il foglio, nell’esaltare gli eroi selvaggi del fascismo, si lanciò subito in una prepotente affermazione di individualità, di anticonformismo, di aspirazione ad un mutamento della società.
Nel 1926 la direzione della rivista venne assunta da Maccari e cambiarono molte cose. La rivista uscì dal gioco politico e sarà Maccari stesso a pubblicare, nell'articolo di fondo intitolato "Addio al passato" il nuovo indirizzo del Selvaggio che non intendeva più essere l'esempio di un fascismo agonistico, ma una rivista che doveva dedicarsi all'arte, alla satira e alla risata politica. "Gli episodi politici o pseudopolitici, i loro sviluppi e le loro vicende, non ci interessano più (...). Non c'è che l'arte. L'arte è l'espressione suprema dell'intelligenza di una stirpe. Una rivoluzione è anzitutto e soprattutto un atteggiamento e un orientamento dell'intelligenza. Dunque dalla produzione artistica noi avremo l'indice del valore d'una rivoluzione."
Il Selvaggio, la cui sede fu trasferita da Colle Val d'Elsa, avrà una periodo fiorentino, tra il marzo 1926 e il dicembre del 1930, una parentesi torinese tra il 30 gennaio e il 30 dicembre 1931 e un periodo romano dal 31 marzo 1932 al 1943 e da tutte e tre i periodi riuscirà a trarre un intelligente vigore per le sue battaglie che difendevano, tra tolleranza e censura, l'autonomia dell'arte e il diritto dell'attività culturale di "ridere" della politica, fatto quest'ultimo che costerà alla rivista numerosi casi di sequestro.
Al Selvaggio collaborarono scrittori e artisti di grande animo e talento: Soffici, Agnoletti, Franchi, Longanesi, Rosai, Luchini, Pellizzi, Palazzeschi, Lega, Carrà, Morandi, Zeglio, Galante, Medardo Rosso, Montale, Cremona, Semeghini, Spadini, Gallo, Fattori, Rondinelli, Bartoli, Quinto Martini, Righetti, Tamburi, Guttuso, Mafai.
Nei circa 250 numeri del Selvaggio, Maccari e suoi amici espressero il pensiero intellettualmente raffinato che animò la corrente chiamata “Strapaese”, che, sulle radici della toscanità ironica e trasgressiva e attraverso detti, motti, articoli e pagine incise di straordinaria espressione e ancora oggi attuali, contestava il modernismo allora imperante del “Novecento” denominato “Stracittà”.
Riguardo al fascismo, sicuramente Maccari, per una ragione di coerenza ("noi nati nel fascismo e dal fascismo"), non lo osteggiò mai apertamente sotto il profilo politico, ma si oppose spesso al malcostume del regime, al servilismo, alla demagogia, per non parlare della critica costante alla minaccia germanica e al razzismo.
04
aprile 2009
Mino Maccari – L’arte satirica ne Il Selvaggio
Dal 04 aprile al 14 giugno 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MUSEO DELLA SATIRA E DELLA CARICATURA
Forte Dei Marmi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 1, (Lucca)
Forte Dei Marmi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 1, (Lucca)
Orario di apertura
Venerdì e Sabato: 15.30/19.30 Domenica: 10.00/13.00 – 15.30/19.30
Vernissage
4 Aprile 2009, ore 18
Autore