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Un’Onsernone. Rievocazioni – Stefano Spinelli / Alessandro Vicario
Una mostra fotografica composta da due sezioni: Topografie affettive di Stefano Spinelli e Immobilità apparente di Alessandro Vicario. I due autori offrono una visione molto personale e “creativa” di questa valle montana del Locarnese, soffermandosi rispettivamente sull’energia/magia dei luoghi – tra quotidianità e utopia – e sulla immobilità/trasformazione degli elementi primari che ne hanno “segnato” la storia: l’acqua e la pietra.
Comunicato stampa
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Dal 29 marzo al 21 giugno è esposta nel Museo Onsernonese di Loco la mostra fotografica Un’Onsernone. Rievocazioni, composta da due sezioni: Topografie affettive di Stefano Spinelli e Immobilità apparente di Alessandro Vicario. I due autori offrono una visione molto personale e “creativa” di questa valle montana del Locarnese, soffermandosi rispettivamente sull’energia/magia dei luoghi – tra quotidianità e utopia – e sulla immobilità/trasformazione degli elementi primari che ne hanno “segnato” la storia: l’acqua e la pietra.
Catalogo: Museo Onsernonese e ELR Edizioni Le Ricerche, a cura di Veronica Carmine e Antonio Ria.
In collaborazione con la galleria Officinaarte di Magliaso, il Museo Onsernonese apre la stagione con la mostra fotografica Un’Onsernone. Rievocazioni che nasce da un’idea di Flavia Zanetti-Ambrosini, legata a questo territorio fin dalla prima infanzia. Il progetto si realizza nel confronto dialettico e nell’unione dei linguaggi fotografici di due artisti ormai affermati: l’italo-svizzero Stefano Spinelli e l’italiano Alessandro Vicario.
Stefano Spinelli, con Topografie affettive, ha lavorato a partire dai ricordi di Flavia Zanetti (dal racconto di suoni, odori, colori, persone) e ha scoperto, egli scrive, «luoghi vertiginosi, colmi di estremi – ruvidi e dolci, aspri e sereni –, attraversati da un’energia, quasi una magia, che non lascia indifferenti, ma che anzi mi travolge viepiù con la sua forza. La natura spontaneamente parla: così ogni luogo ha il suo idioma, il suo logos, la sua ragione. L’intelligenza dell’uomo sta nel saper riconoscere e integrare questa logica nel proprio vivere, facendola divenire parte del proprio panorama esistenziale, matrice di cultura, elemento strutturante nella costruzione della propria Weltanschauung, tra quotidianità e utopia».
Alessandro Vicario, in Immobilità apparente, ha concentrato la sua attenzione sull’acqua e sulla pietra, due elementi primari che hanno modellato la storia e la vita della valle: «Mi affascina – spiega – il contrasto tra l’immobilità della pietra e lo scorrere dell’acqua. L’immobilità della pietra, del resto, è solo apparente. Anche la pietra si trasforma e muta. È erosa dall’acqua: modellata dal suo scorrere senza posa. Come tutto ciò che è nel mondo, anche la pietra si trasforma in continuazione, benché a noi appaia fissa e immobile. Ora, mentre scrivo, la pietra e i sassi e i ciottoli che ho fotografato in Valle Onsernone continuano la loro lenta, inarrestabile trasformazione. E quando il pubblico osserverà le immagini esposte nel Museo Onsernonese e presenti in catalogo, una parte di questa Valle, sotto forma di minuscoli frammenti minerali disciolti nell’acqua tumultuosa, starà viaggiando verso ignote destinazioni».
Le fotografie di Stefano Spinelli e di Alessandro Vicario sono tra loro complementari e rendono molto bene il senso di un’Onsernone viva, vera, mai enfatica o nostalgica o da cartolina.
Per l’occasione, dal Museo Onsernonese e da ELR Edizioni Le Ricerche viene pubblicato un catalogo in cui figurano, oltre agli scritti dei fotografi Spinelli e Vicario, dell’ideatrice Flavia Zanetti-Ambrosini, dei curatori Veronica Carmine e Antonio Ria – anche contributi di personalità legate per vari motivi a questa valle montana del Locarnese: Riccardo Carazzetti, Vasco Gamboni e David Vogelsanger, console generale di Svizzera a Milano.
Attraverso la forza intrinseca della rievocazione, la mostra e il catalogo intendono annodare gli aspetti naturalistici del territorio ai legami socio-culturali e all’impegno politico: impegno particolarmente importante per l’Onsernone, quando interessi economici internazionali minacciano l’integrità del suo fiume Isorno.
Catalogo: Museo Onsernonese e ELR Edizioni Le Ricerche, a cura di Veronica Carmine e Antonio Ria.
In collaborazione con la galleria Officinaarte di Magliaso, il Museo Onsernonese apre la stagione con la mostra fotografica Un’Onsernone. Rievocazioni che nasce da un’idea di Flavia Zanetti-Ambrosini, legata a questo territorio fin dalla prima infanzia. Il progetto si realizza nel confronto dialettico e nell’unione dei linguaggi fotografici di due artisti ormai affermati: l’italo-svizzero Stefano Spinelli e l’italiano Alessandro Vicario.
Stefano Spinelli, con Topografie affettive, ha lavorato a partire dai ricordi di Flavia Zanetti (dal racconto di suoni, odori, colori, persone) e ha scoperto, egli scrive, «luoghi vertiginosi, colmi di estremi – ruvidi e dolci, aspri e sereni –, attraversati da un’energia, quasi una magia, che non lascia indifferenti, ma che anzi mi travolge viepiù con la sua forza. La natura spontaneamente parla: così ogni luogo ha il suo idioma, il suo logos, la sua ragione. L’intelligenza dell’uomo sta nel saper riconoscere e integrare questa logica nel proprio vivere, facendola divenire parte del proprio panorama esistenziale, matrice di cultura, elemento strutturante nella costruzione della propria Weltanschauung, tra quotidianità e utopia».
Alessandro Vicario, in Immobilità apparente, ha concentrato la sua attenzione sull’acqua e sulla pietra, due elementi primari che hanno modellato la storia e la vita della valle: «Mi affascina – spiega – il contrasto tra l’immobilità della pietra e lo scorrere dell’acqua. L’immobilità della pietra, del resto, è solo apparente. Anche la pietra si trasforma e muta. È erosa dall’acqua: modellata dal suo scorrere senza posa. Come tutto ciò che è nel mondo, anche la pietra si trasforma in continuazione, benché a noi appaia fissa e immobile. Ora, mentre scrivo, la pietra e i sassi e i ciottoli che ho fotografato in Valle Onsernone continuano la loro lenta, inarrestabile trasformazione. E quando il pubblico osserverà le immagini esposte nel Museo Onsernonese e presenti in catalogo, una parte di questa Valle, sotto forma di minuscoli frammenti minerali disciolti nell’acqua tumultuosa, starà viaggiando verso ignote destinazioni».
Le fotografie di Stefano Spinelli e di Alessandro Vicario sono tra loro complementari e rendono molto bene il senso di un’Onsernone viva, vera, mai enfatica o nostalgica o da cartolina.
Per l’occasione, dal Museo Onsernonese e da ELR Edizioni Le Ricerche viene pubblicato un catalogo in cui figurano, oltre agli scritti dei fotografi Spinelli e Vicario, dell’ideatrice Flavia Zanetti-Ambrosini, dei curatori Veronica Carmine e Antonio Ria – anche contributi di personalità legate per vari motivi a questa valle montana del Locarnese: Riccardo Carazzetti, Vasco Gamboni e David Vogelsanger, console generale di Svizzera a Milano.
Attraverso la forza intrinseca della rievocazione, la mostra e il catalogo intendono annodare gli aspetti naturalistici del territorio ai legami socio-culturali e all’impegno politico: impegno particolarmente importante per l’Onsernone, quando interessi economici internazionali minacciano l’integrità del suo fiume Isorno.
29
marzo 2009
Un’Onsernone. Rievocazioni – Stefano Spinelli / Alessandro Vicario
Dal 29 marzo al 21 giugno 2009
fotografia
Location
MUSEO ONSERNONESE
Isorno, cp, 32, (Locarno)
Isorno, cp, 32, (Locarno)
Orario di apertura
me/gio/sa/do 14-17 e su appuntamento
Vernissage
29 Marzo 2009, dalle ore 16
Curatore