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Mariangela Gualtieri – Paesaggio con Fratello Rotto
Conferenza/incontro con Mariangela Gualtieri per la presentazione del film “Paesaggio con Fratello Rotto” del Teatro Valdoca.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Cesare Ronconi è ad una svolta importante del proprio lavoro, dentro un’impennata creativa che lo ha portato alla realizzazione di un’opera di ampio respiro: una trilogia nella quale affresca tre paesaggi contemporanei. Al centro di questi paesaggi sta il fratello rotto, ovvero un’umanità contraddittoria che è ad un tempo vittima e carnefice, “che dà la ferita e la guarigione, che sa la mano tesa e l’offesa”. A questa razza d’amore e disperazione è dedicato PAESAGGIO CON FRATELLO
ROTTO, con le sue tre tappe chiave.
Le tre tappe, che nascono ciascuna come opera in sé conclusa, sono proposte come unico, grande evento teatrale in tre atti, con dieci interpreti coinvolti e musica dal vivo.
I giovani attori in scena sono cresciuti sotto la guida di Cesare Ronconi, in tre anni di lavoro. Con questa trilogia il regista fa il punto sulla grande avventura vissuta insieme a quest’ultima generazione di interpreti.
Il testo inedito di Mariangela Gualtieri, ricco di riflessioni, esortazioni, visioni, nasce dal vivo delle prove e si lascia guidare dalla forza visionaria della regia.
Alla stessa forza rispondono scene e costumi.
“In quest’opera c’è il ritratto, l’istantanea, di qualcosa di attuale e invisibile.
C’è un dolore che sembra riguardare soprattutto l’occidente: la spaccatura micidiale fra noi e l’anima del mondo, quell’energia intuita e sempre tradita, che ci tiene vivi.
Questa «anima del mondo», taciuta con superiorità dalla scienza, rimpicciolita a corpuscolo con macchie dalla religione, resa ridicola dalla razionalità, resa retorica e melensa dalla lingua corrente, questo pezzo di brace cosmica che brucia nella terra e in ognuno di noi, questo è ciò che viene fotografato in questa opera. E’ anche fotografata la distanza fra ciò che sentiamo e il modo in cui viviamo, fra il nostro dentro e il nostro fuori, per dirla semplicemente.
«Come siamo andati lontano da ciò che ci tiene in vita!» grida la filosofia.
Qui appunto si fotografa quella lontananza.
Non abbiamo smesso di credere nella forza della poesia, di pensare ad uno spettacolo anche come atto di resistenza contro la Signoria Attuale. Che cosa sia questa Signoria Attuale in parte tutti lo sappiamo e in parte non lo sapremo mai: una forza, comunque, che tenta di fare di noi un ovile muto, di deprimere la nostra vivezza, di metterci sulla schiena pesi schiaccianti.
Ci guardiamo intorno e scorgiamo ovunque segni invasivi di questa forza indebolente. Pochi chilometri più in là la vediamo all’opera coi suoi morti ammazzati e bombardati.
Ecco, ci muove una voglia d’esortazione, una paura, una pietà. Soprattutto la voglia di tenerci ben desti, di pronunciare parole troppo taciute, di cantare e ballare con la potenza disarmata dei bambini.” M.G.
ROTTO, con le sue tre tappe chiave.
Le tre tappe, che nascono ciascuna come opera in sé conclusa, sono proposte come unico, grande evento teatrale in tre atti, con dieci interpreti coinvolti e musica dal vivo.
I giovani attori in scena sono cresciuti sotto la guida di Cesare Ronconi, in tre anni di lavoro. Con questa trilogia il regista fa il punto sulla grande avventura vissuta insieme a quest’ultima generazione di interpreti.
Il testo inedito di Mariangela Gualtieri, ricco di riflessioni, esortazioni, visioni, nasce dal vivo delle prove e si lascia guidare dalla forza visionaria della regia.
Alla stessa forza rispondono scene e costumi.
“In quest’opera c’è il ritratto, l’istantanea, di qualcosa di attuale e invisibile.
C’è un dolore che sembra riguardare soprattutto l’occidente: la spaccatura micidiale fra noi e l’anima del mondo, quell’energia intuita e sempre tradita, che ci tiene vivi.
Questa «anima del mondo», taciuta con superiorità dalla scienza, rimpicciolita a corpuscolo con macchie dalla religione, resa ridicola dalla razionalità, resa retorica e melensa dalla lingua corrente, questo pezzo di brace cosmica che brucia nella terra e in ognuno di noi, questo è ciò che viene fotografato in questa opera. E’ anche fotografata la distanza fra ciò che sentiamo e il modo in cui viviamo, fra il nostro dentro e il nostro fuori, per dirla semplicemente.
«Come siamo andati lontano da ciò che ci tiene in vita!» grida la filosofia.
Qui appunto si fotografa quella lontananza.
Non abbiamo smesso di credere nella forza della poesia, di pensare ad uno spettacolo anche come atto di resistenza contro la Signoria Attuale. Che cosa sia questa Signoria Attuale in parte tutti lo sappiamo e in parte non lo sapremo mai: una forza, comunque, che tenta di fare di noi un ovile muto, di deprimere la nostra vivezza, di metterci sulla schiena pesi schiaccianti.
Ci guardiamo intorno e scorgiamo ovunque segni invasivi di questa forza indebolente. Pochi chilometri più in là la vediamo all’opera coi suoi morti ammazzati e bombardati.
Ecco, ci muove una voglia d’esortazione, una paura, una pietà. Soprattutto la voglia di tenerci ben desti, di pronunciare parole troppo taciute, di cantare e ballare con la potenza disarmata dei bambini.” M.G.
24
marzo 2009
Mariangela Gualtieri – Paesaggio con Fratello Rotto
24 marzo 2009
incontro - conferenza
Location
SPAZIO LABA – LABA LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Brescia, Piazza Del Foro, 2, (Brescia)
Brescia, Piazza Del Foro, 2, (Brescia)
Biglietti
fino ad esaurimento dei posti a disposizione.
Vernissage
24 Marzo 2009, ore 14.30
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