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Jacques Villeglé – Un Mito nella città 1974-2002
Si impone la necessità di ricordare quanto è scontato: Napoli se ne intende non poco di danni provocati dalla propaganda o dalla pubblicità, e la sua immagine può pertanto paragonarsi a quella di un bel manifesto lacerato. E così è davvero il momento ideale per proiettarvi Un Mito nella città di Jacques Villeglé, membro benefattore dell’Associazione, fin dalla sua fondazione nel 2000. Il film sarà proiettato in VF. E’ disponibile una traduzione italiana del testo.
Comunicato stampa
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Jacques Villeglé
Un Mito nella città 1974-2002
Opera sonore di Bernard Heidsieck
Couper n’est pas jouer – Biopsie n°10 -1968
Tagliare non significa giocare: biopsia n. 10
Proiezione Lunedi 23 marzo 2009 ore 21
Dal 24 marzo al 15 giugno 2009 per appuntamento
Attraverso l’utilizzo quasi esclusivo del manifesto lacerato, Jacques Villeglé, nato a Quimper, in
Bretagna, nel 1926, è stato in grado di portare avanti, già dalla fine degli anni ’40, un’opera abbondante e di
una straordinaria ricchezza formale, dall’esplosione tipografica e delle grandi composizioni astratte colorate
dei primi tempi fino ai recenti accostamenti ritmici scaturiti dai manifesti dei concerti.
Annunciando la propria posizione di bighellone, Jacques Villeglé non interviene che niente o poco
sui manifesti che preleva nelle strade per incollarli su tela. Il suo lavoro consiste piuttosto nel lasciare
emergere dl caos urbano le bellezze nascoste negli spessori della carta strappata da mani anonime che hanno
talvolta anche scritto sui manifesti o li hanno macchiati. L’opera di Villeglé costituisce un sismografo
formidabile delle nostre “realtà collettive” così come vengono diffuse dallo spazio urbano la cui storia ci
viene restituita attraverso quella, singolare, dei suoi muri.
Essa rivela a quale punto il nostro sguardo è condizionato da questo ambiente visivo quotidiano, e
come esso rimette in funzione la nostra memoria in maniera critica, ma anche ludica*.
Una volta ricevuta la commessa da parte della società di produzione Axe Film per la collana “la
cinepresa stilografica”, Jacques Villeglé iniziò nel 1974 a girare il film che poi intitolò Un mythe dans la
ville [Un mito nella città] ricordandosi di aver sentito, nel 1970, su France-Culture, Paul Léautaud e Roger
Caillois affermare che la città aveva perso il proprio mito, che il Mito nella città sussisteva soltanto nei
racconti, specie nel romanzo poliziesco, e di avere allora considerato che questi uomini non erano più in
grado di guardare intorno a sé, che non avevano in mente che dei ricordi di gioventù.
Si tratta di un film “collage” in cui si mescolano le vedute di Parigi, in particolare i cantieri del
forum delle Halles e del Centre Pompidou, un “libro impubblicabile” Premières approches sur la ville
[Primi approcci sulla città] creato appositamente da Denise A. Aubertin, le diverse animazioni specie a
partire dai segni dell’alfabeto socio-politico, una sequenza di auto-lacerazioni di manifesti, una serie di opere
lacerate in cui si aggira L’Hourloupe - il piccolo personaggio con la faccia di “Bosse de nage di Jean
Dubuffet” - gli amici che fanno l’apologia dell’attacchino di manifesti, “il più grande dei poeti moderni”,
con citazioni di autori che vanno da Apollinaire a Cendrars.
Nel 1975 Bernard Heidsieck autorizzò Villeglé a utilizzare la sua opera sonora Couper n’est pas
jouer: biopsie n. 10 [Tagliare non significa giocare: biopsia n. 10]del 1968, per costituire, nella sua
integralità, il supporto sonoro del film.
Il montaggio, i cui elementi si dovettero abbandonare in uno stato omai quasi definitivo in seguito al
fallimento della società d produzione, non fu terminato che nel 2002, grazie a Jean-Michel Bouhours del
Servizio Cinema del Museo Nazionale d’Arte moderna Georges Pompidou.
Jacques Villeglé sarà sempre grato a Bernard Heidsieck di avere atteso con pazienza, per ben
ventotto anni, per assistere al compimento dell’opera, senza avere mai né consegnato la colonna sonora a un
altro artista, né avere mai manifestato segni d’impazienza.
Si impone la necessità di ricordare quanto è scontato: Napoli se ne intende non poco di danni
provocati dalla propaganda o dalla pubblicità, e la sua immagine può pertanto paragonarsi a quella di un bel
manifesto lacerato.
*Testo pubblicato dal Centre Pompidou in occasione dell’Esposizione di Jacques Villeglé La Comédie
urbane [La Commedia urbana] svoltasi dal 17 settembre 2008 al 5 gennaio 2009.
Un Mito nella città 1974-2002
Opera sonore di Bernard Heidsieck
Couper n’est pas jouer – Biopsie n°10 -1968
Tagliare non significa giocare: biopsia n. 10
Proiezione Lunedi 23 marzo 2009 ore 21
Dal 24 marzo al 15 giugno 2009 per appuntamento
Attraverso l’utilizzo quasi esclusivo del manifesto lacerato, Jacques Villeglé, nato a Quimper, in
Bretagna, nel 1926, è stato in grado di portare avanti, già dalla fine degli anni ’40, un’opera abbondante e di
una straordinaria ricchezza formale, dall’esplosione tipografica e delle grandi composizioni astratte colorate
dei primi tempi fino ai recenti accostamenti ritmici scaturiti dai manifesti dei concerti.
Annunciando la propria posizione di bighellone, Jacques Villeglé non interviene che niente o poco
sui manifesti che preleva nelle strade per incollarli su tela. Il suo lavoro consiste piuttosto nel lasciare
emergere dl caos urbano le bellezze nascoste negli spessori della carta strappata da mani anonime che hanno
talvolta anche scritto sui manifesti o li hanno macchiati. L’opera di Villeglé costituisce un sismografo
formidabile delle nostre “realtà collettive” così come vengono diffuse dallo spazio urbano la cui storia ci
viene restituita attraverso quella, singolare, dei suoi muri.
Essa rivela a quale punto il nostro sguardo è condizionato da questo ambiente visivo quotidiano, e
come esso rimette in funzione la nostra memoria in maniera critica, ma anche ludica*.
Una volta ricevuta la commessa da parte della società di produzione Axe Film per la collana “la
cinepresa stilografica”, Jacques Villeglé iniziò nel 1974 a girare il film che poi intitolò Un mythe dans la
ville [Un mito nella città] ricordandosi di aver sentito, nel 1970, su France-Culture, Paul Léautaud e Roger
Caillois affermare che la città aveva perso il proprio mito, che il Mito nella città sussisteva soltanto nei
racconti, specie nel romanzo poliziesco, e di avere allora considerato che questi uomini non erano più in
grado di guardare intorno a sé, che non avevano in mente che dei ricordi di gioventù.
Si tratta di un film “collage” in cui si mescolano le vedute di Parigi, in particolare i cantieri del
forum delle Halles e del Centre Pompidou, un “libro impubblicabile” Premières approches sur la ville
[Primi approcci sulla città] creato appositamente da Denise A. Aubertin, le diverse animazioni specie a
partire dai segni dell’alfabeto socio-politico, una sequenza di auto-lacerazioni di manifesti, una serie di opere
lacerate in cui si aggira L’Hourloupe - il piccolo personaggio con la faccia di “Bosse de nage di Jean
Dubuffet” - gli amici che fanno l’apologia dell’attacchino di manifesti, “il più grande dei poeti moderni”,
con citazioni di autori che vanno da Apollinaire a Cendrars.
Nel 1975 Bernard Heidsieck autorizzò Villeglé a utilizzare la sua opera sonora Couper n’est pas
jouer: biopsie n. 10 [Tagliare non significa giocare: biopsia n. 10]del 1968, per costituire, nella sua
integralità, il supporto sonoro del film.
Il montaggio, i cui elementi si dovettero abbandonare in uno stato omai quasi definitivo in seguito al
fallimento della società d produzione, non fu terminato che nel 2002, grazie a Jean-Michel Bouhours del
Servizio Cinema del Museo Nazionale d’Arte moderna Georges Pompidou.
Jacques Villeglé sarà sempre grato a Bernard Heidsieck di avere atteso con pazienza, per ben
ventotto anni, per assistere al compimento dell’opera, senza avere mai né consegnato la colonna sonora a un
altro artista, né avere mai manifestato segni d’impazienza.
Si impone la necessità di ricordare quanto è scontato: Napoli se ne intende non poco di danni
provocati dalla propaganda o dalla pubblicità, e la sua immagine può pertanto paragonarsi a quella di un bel
manifesto lacerato.
*Testo pubblicato dal Centre Pompidou in occasione dell’Esposizione di Jacques Villeglé La Comédie
urbane [La Commedia urbana] svoltasi dal 17 settembre 2008 al 5 gennaio 2009.
23
marzo 2009
Jacques Villeglé – Un Mito nella città 1974-2002
Dal 23 marzo al 15 giugno 2009
arte contemporanea
Location
KAPLAN’S PROJECT N. 3 – PALAZZO SPINELLI
Napoli, Via Dei Tribunali, 362, (Napoli)
Napoli, Via Dei Tribunali, 362, (Napoli)
Orario di apertura
per appuntamento
Vernissage
23 Marzo 2009, ore 21 proiezione