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Guido Mazzoni / Antonio Begarelli – Emozioni in terracotta
Una mostra importante e lungamente pensata ed attesa, la prima dedicata ai
plasticatori modenesi Guido Mazzoni (1450 ca.-1518) e Antonio Begarelli (1499
ca.-1565), tra i massimi interpreti della scultura in terracotta del pieno
Rinascimento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una mostra importante e lungamente pensata e attesa, la prima dedicata ai plasticatori modenesi Guido
Mazzoni (1450 ca.-1518) e Antonio Begarelli (1499 ca.-1565), tra i massimi interpreti della scultura in
terracotta del pieno Rinascimento padano, portatori di un linguaggio che incarna in modo originale i due
aspetti peculiari della cultura figurativa rinascimentale, quello più realistico e intensamente emotivo
nell'arte di Mazzoni e quello più classico e misurato nelle opere di Begarelli.
Mazzoni, attivo soprattutto nell'ultimo quarto del Quattrocento, sceglie per i suoi Compianti un'arte
fortemente realistica, quasi a voler perpetuare credibilmente le forme effimere della religiosità popolare,
come espresse anche nelle rappresentazioni sacre e in quelle teatrali. Di qui le coloriture delle sue
figure, ad imitazione del vero. Begarelli, artista cinquecentesco, le dipingeva invece di bianco, per
assimilarle al marmo, materiale più nobile della terracotta; ma anche per qualificarle come statue e non
come persone, al fine di renderle universali.
Promossa dal Comune di Modena - Museo Civico d'Arte, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
e dalla Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, con la
partecipazione del Gruppo Hera, la mostra, curata da Giorgio Bonsanti (Professore ordinario di Storia e
tecnica del restauro all'Università di Firenze e Coordinatore scientifico del Centro Europeo di Ricerche sul
Restauro) e Francesca Piccinini (Direttrice del Museo Civico d'Arte di Modena), celebra la grandezza
assoluta di questi due artisti colti e raffinati, la cui fama si estese fin dal Cinquecento al di là del ristretto
ambito locale, superando anche i confini della penisola italiana.
La materia delle loro figure è la terracotta, così tipica nella tradizione emiliana per l'indisponibilità di
marmi o pietre adatte, e al contrario la facile reperibilità dell'argilla. Di questa tecnica, Mazzoni e
Begarelli sono forse i due massimi esponenti nella tradizione artistica italiana. Insufficientemente
conosciuti anche fra gli "addetti ai lavori", mentre in vita avevano incontrato ampio consenso, i due
attendevano un'esposizione che li riproponesse al pubblico e li gratificasse dell'ammirazione che
meritano. Si tratta indubbiamente di due fra i massimi scultori dell'intera storia dell'arte, anche se si
espressero unicamente nella scultura di formatura ("per via di porre") e non per intaglio ("per via di tòrre",
di togliere, come nel marmo o la pietra).
La rassegna illustra l'attività di Guido Mazzoni e Antonio Begarelli, che si distende lungo quasi un
secolo, all'incirca tra il 1470 e il 1560, e incarna quelli che si potrebbero definire i due volti del
Rinascimento, quello realistico e declamatorio e l'altro più classico e idealizzante, e il contesto che li ha
visti operare, ribadendo l'importanza della loro produzione nell'ambito della scultura padana e in un più
ampio panorama artistico, in parallelo alle più note vicende pittoriche e scultoree segnate da protagonisti
quali Ercole de' Roberti, Giovanni Bellini, Nicolò dell'Arca, Alfonso Lombardi, Correggio e Raffaello.
Con "Emozioni in terracotta. Guido Mazzoni e Antonio Begarelli. Sculture del Rinascimento emiliano" si
intende approfondire in tutti i suoi aspetti l'intensa attività dei due scultori modenesi. La mostra al Foro
Boario raccoglie una sessantina di opere, in prevalenza scultoree, cui si affiancano alcuni dipinti e opere
grafiche, accuratamente selezionati, al fine di ricostruire sinteticamente il contesto all'interno del quale si
situa l'attività dei due plasticatori. La mostra sarà arricchita da un itinerario in città e sul territorio, che
prevede la visita della Galleria Estense e del Museo Civico, dove si conservano opere che non si è
ritenuto prudente spostare dalla loro collocazione abituale, e delle chiese del centro storico cittadino in
cui ancora si custodiscono gruppi scultorei di Mazzoni e Begarelli (Sant'Agostino, San Giovanni, San
Francesco, il Duomo, San Domenico e San Pietro), oltre a suggerire un itinerario ideale che arriva a
Ferrara e a Parma.
Un itinerario reso ancora più suggestivo da una nuova illuminazione delle opere, resa possibile anche
grazie al supporto tecnico di Hera, che avvalendosi di particolari tecnologie di avanguardia, ne esalta le
qualità plastiche, espressive e liturgiche grazie alla possibile scelta tra diverse opzioni. Da sottolineare
anche l'attenzione del progetto alla compatibilità ambientale ed al risparmio energetico, aspetti sui quali
Hera investe da tempo.
Questa esposizione è stata origine di una serie di scoperte, alcune d'interesse veramente straordinario,
e presenta una notevole quantità di opere inedite o poco conosciute. Tra queste figurano, tra l'altro, i
frammenti del Monumento Beliardi del Begarelli, rinvenuti nel 2007 in occasione delle operazione di
restauro della Chiesa di San Francesco.
"Guido Mazzoni e Antonio Begarelli furono protagonisti indiscussi della scultura del Rinascimento - nota
la curatrice della mostra Francesca Piccinini -, accostati in passato in virtù delle comuni origini,
dell'utilizzo pressoché esclusivo della terracotta, ritenuta una tecnica tipicamente modenese e di un
presunto, ma infondato rapporto di discepolato, dedotto dalla comune appartenenza a quella stagione
rinascimentale che in tutta la penisola si è manifestata come il momento forse più alto e originale della
storia dell'arte italiana, declinandosi tuttavia in molteplici e feconde variabili geografiche e temporali,
queste ultime particolarmente significative nel caso nostro. Mazzoni e Begarelli distano infatti tra loro
cronologicamente una cinquantina di anni appena, essendo nato presumibilmente il primo intorno al 1450
e il secondo al 1500, ma esprimono attraverso la loro produzione artistica modi di pensare, idee e
convinzioni appartenenti a due stagioni profondamente diverse".
Mazzoni (1450 ca.-1518) e Antonio Begarelli (1499 ca.-1565), tra i massimi interpreti della scultura in
terracotta del pieno Rinascimento padano, portatori di un linguaggio che incarna in modo originale i due
aspetti peculiari della cultura figurativa rinascimentale, quello più realistico e intensamente emotivo
nell'arte di Mazzoni e quello più classico e misurato nelle opere di Begarelli.
Mazzoni, attivo soprattutto nell'ultimo quarto del Quattrocento, sceglie per i suoi Compianti un'arte
fortemente realistica, quasi a voler perpetuare credibilmente le forme effimere della religiosità popolare,
come espresse anche nelle rappresentazioni sacre e in quelle teatrali. Di qui le coloriture delle sue
figure, ad imitazione del vero. Begarelli, artista cinquecentesco, le dipingeva invece di bianco, per
assimilarle al marmo, materiale più nobile della terracotta; ma anche per qualificarle come statue e non
come persone, al fine di renderle universali.
Promossa dal Comune di Modena - Museo Civico d'Arte, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
e dalla Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, con la
partecipazione del Gruppo Hera, la mostra, curata da Giorgio Bonsanti (Professore ordinario di Storia e
tecnica del restauro all'Università di Firenze e Coordinatore scientifico del Centro Europeo di Ricerche sul
Restauro) e Francesca Piccinini (Direttrice del Museo Civico d'Arte di Modena), celebra la grandezza
assoluta di questi due artisti colti e raffinati, la cui fama si estese fin dal Cinquecento al di là del ristretto
ambito locale, superando anche i confini della penisola italiana.
La materia delle loro figure è la terracotta, così tipica nella tradizione emiliana per l'indisponibilità di
marmi o pietre adatte, e al contrario la facile reperibilità dell'argilla. Di questa tecnica, Mazzoni e
Begarelli sono forse i due massimi esponenti nella tradizione artistica italiana. Insufficientemente
conosciuti anche fra gli "addetti ai lavori", mentre in vita avevano incontrato ampio consenso, i due
attendevano un'esposizione che li riproponesse al pubblico e li gratificasse dell'ammirazione che
meritano. Si tratta indubbiamente di due fra i massimi scultori dell'intera storia dell'arte, anche se si
espressero unicamente nella scultura di formatura ("per via di porre") e non per intaglio ("per via di tòrre",
di togliere, come nel marmo o la pietra).
La rassegna illustra l'attività di Guido Mazzoni e Antonio Begarelli, che si distende lungo quasi un
secolo, all'incirca tra il 1470 e il 1560, e incarna quelli che si potrebbero definire i due volti del
Rinascimento, quello realistico e declamatorio e l'altro più classico e idealizzante, e il contesto che li ha
visti operare, ribadendo l'importanza della loro produzione nell'ambito della scultura padana e in un più
ampio panorama artistico, in parallelo alle più note vicende pittoriche e scultoree segnate da protagonisti
quali Ercole de' Roberti, Giovanni Bellini, Nicolò dell'Arca, Alfonso Lombardi, Correggio e Raffaello.
Con "Emozioni in terracotta. Guido Mazzoni e Antonio Begarelli. Sculture del Rinascimento emiliano" si
intende approfondire in tutti i suoi aspetti l'intensa attività dei due scultori modenesi. La mostra al Foro
Boario raccoglie una sessantina di opere, in prevalenza scultoree, cui si affiancano alcuni dipinti e opere
grafiche, accuratamente selezionati, al fine di ricostruire sinteticamente il contesto all'interno del quale si
situa l'attività dei due plasticatori. La mostra sarà arricchita da un itinerario in città e sul territorio, che
prevede la visita della Galleria Estense e del Museo Civico, dove si conservano opere che non si è
ritenuto prudente spostare dalla loro collocazione abituale, e delle chiese del centro storico cittadino in
cui ancora si custodiscono gruppi scultorei di Mazzoni e Begarelli (Sant'Agostino, San Giovanni, San
Francesco, il Duomo, San Domenico e San Pietro), oltre a suggerire un itinerario ideale che arriva a
Ferrara e a Parma.
Un itinerario reso ancora più suggestivo da una nuova illuminazione delle opere, resa possibile anche
grazie al supporto tecnico di Hera, che avvalendosi di particolari tecnologie di avanguardia, ne esalta le
qualità plastiche, espressive e liturgiche grazie alla possibile scelta tra diverse opzioni. Da sottolineare
anche l'attenzione del progetto alla compatibilità ambientale ed al risparmio energetico, aspetti sui quali
Hera investe da tempo.
Questa esposizione è stata origine di una serie di scoperte, alcune d'interesse veramente straordinario,
e presenta una notevole quantità di opere inedite o poco conosciute. Tra queste figurano, tra l'altro, i
frammenti del Monumento Beliardi del Begarelli, rinvenuti nel 2007 in occasione delle operazione di
restauro della Chiesa di San Francesco.
"Guido Mazzoni e Antonio Begarelli furono protagonisti indiscussi della scultura del Rinascimento - nota
la curatrice della mostra Francesca Piccinini -, accostati in passato in virtù delle comuni origini,
dell'utilizzo pressoché esclusivo della terracotta, ritenuta una tecnica tipicamente modenese e di un
presunto, ma infondato rapporto di discepolato, dedotto dalla comune appartenenza a quella stagione
rinascimentale che in tutta la penisola si è manifestata come il momento forse più alto e originale della
storia dell'arte italiana, declinandosi tuttavia in molteplici e feconde variabili geografiche e temporali,
queste ultime particolarmente significative nel caso nostro. Mazzoni e Begarelli distano infatti tra loro
cronologicamente una cinquantina di anni appena, essendo nato presumibilmente il primo intorno al 1450
e il secondo al 1500, ma esprimono attraverso la loro produzione artistica modi di pensare, idee e
convinzioni appartenenti a due stagioni profondamente diverse".
20
marzo 2009
Guido Mazzoni / Antonio Begarelli – Emozioni in terracotta
Dal 20 marzo al 07 giugno 2009
arte antica
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
FORO BOARIO
Modena, Via Bono Da Nonantola, (Modena)
Modena, Via Bono Da Nonantola, (Modena)
Biglietti
intero: 8 euro; ridotto: 6 euro (gruppi, categorie convenzionate, ragazzi 14-18 anni);
ridotto euro 3 (scuole); gratuito over 65 anni e under 14 anni
Orario di apertura
da martedì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.00
lunedì chiuso
Vernissage
20 Marzo 2009, ore 11 preview stampa
Sito web
www.mazzonibegarelli.it
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore