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Daniela Cavallo – Che voli prendere
Daniela Cavallo presenta il suo nuovo progetto artistico nella mostra “Che voli prendere”. Attraverso una carellata di foto di grande formato e trittici ci accompagna in un percorso densamente poetico e ricco di immagini di forte impatto. Un tuffo digitale in una dimensione profondamente onirica.
Comunicato stampa
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Nellq sua più recente ricerca “Che voli prendere”, Daniela Cavallo prosegue idealmente il percorso fin qui intrapreso in questi ultimi anni con lavori come “Ascension”, “Suspence”, “Speculazioni”, “Multiethnos” “Doppia terra” ma nello stesso tempo lo indirizza in una nuova dimensione onirica tutta giocata sui valori della poesia. Il rapporto fra la figura e lo spazio resta come elemento centrale nella poetica di Daniela Cavallo: la leggera indeterminatezza delle immagini permette di comprendere che la riconoscibilità non ha alcuna importanza perché questi sono luoghi interiori di fronte ai quali l’osservatore si sente inevitabilmente ammaliato. Il cielo, l’acqua, gli alberi sprigionano una vibrante vitalità che l’autrice coglie in sette immagini fra cui alcuni trittici dotati di un pregevole equilibrio ed è come se queste fotografie andassero alla ricerca di qualcosa di atavico cui non sappiamo rinunciare. L’occhio si perde alla ricerca di un indefinito che usa l’immagine fotografica per alludere a qualcosa di più profondo, per evocare atmosfere che ci appartengono anche se non sappiamo sempre spiegarne compiutamente la ragione. Due figure emergono dall’acqua e i veli in cui sono avvolte sembrano confondersi con le onde che le avvolgono sfiancando la loro forza sulla spiaggia dove approdano, un corpo femminile si adagia ai piedi di un grande albero con le braccia aperte come volesse accoglierne l’ombra, una figura lontana emerge fra le spighe di un campo illuminato dalla luce livida di un cielo dove il sole esplode improvviso. Tutto è assolutamente reale, tutto frutto di una fantasia cui la tecnica digitale ha regalato strumenti preziosi grazie ai quali costruire paesaggi carichi di un fascino inquieto. Daniela Cavallo usa il digitale con una consapevolezza profonda, con una maturità estetica che va al di là del rapporto fra il vero e il verosimile, fra l’immediatezza di quanto si coglie nel paesaggio naturale e la complessità che si ritrova in quello volutamente elaborato. Una cosa appare chiara a chi sa osservare queste immagini con l’attenzione che meritano: sottolineare la sapienza compositiva e l’abilità tecnica con cui sono realizzate è davvero limitativo perché il messaggio che Daniela Cavallo ci sta inviando è assai più complesso e profondo. I suoi personaggi che emergono misteriosi da una natura in cui sono inseriti appartengono alla dimensione del mito e perciò ci inducono a ripercorrerne la storia e il ruolo nella nostra cultura. Secondo la tradizione degli antichi Greci il mito è il luogo logico dove si incontrano gli elementi della storia e quelli della poesia fusi in una trama immaginifica e misteriosa che solo alcuni – coloro che sanno andare oltre l’apparenza delle cose – sanno sciogliere fino a comprenderne la natura più autentica. Così succede che una fonte d’acqua sia l’abitazione di una Ninfa, che il tronco contorto di un albero racconti di un uomo imprigionato per sempre in quel fusto, che il percorso di un labirinto nasconda un segreto inconfessabile, che un tralcio di vite sia il dono imprevisto e affascinante di un dio dalle sfrenate passioni.
Tutto questo compare nelle immagini di Daniela Cavallo non per una sua scelta dichiarata e consapevole ma perché fa parte di una visione che appartiene al nostro immaginario e di cui non possiamo fare a meno. La suddivisione dei piani che lascia al cielo un grande spazio così da conferire alle immagini un ampio respiro, la presenza umana che sa essere sempre discreta, la leggerezza di una visione che galleggia fra realtà e sogno caratterizzano questa nuova ricerca di Daniela Cavallo. Come sempre nelle sue immagini esiste una via di fuga: l’orizzonte che non divide nettamente la terra dal cielo ma li salda in un’unica dimensione, la chioma più alta di un albero pronto a piegarsi sotto il peso lieve di chi si vuole solo poggiare per un attimo, la luce che serve da metafora per abbandonare questo mondo. Tutto questo lo sanno individuare solo quanti hanno deciso che bisogna saper guardare sempre verso l’alto, scegliendo di viaggiare comunque, non importa verso dove, incerti solo su che voli prendere.
Roberto Mutti
Tutto questo compare nelle immagini di Daniela Cavallo non per una sua scelta dichiarata e consapevole ma perché fa parte di una visione che appartiene al nostro immaginario e di cui non possiamo fare a meno. La suddivisione dei piani che lascia al cielo un grande spazio così da conferire alle immagini un ampio respiro, la presenza umana che sa essere sempre discreta, la leggerezza di una visione che galleggia fra realtà e sogno caratterizzano questa nuova ricerca di Daniela Cavallo. Come sempre nelle sue immagini esiste una via di fuga: l’orizzonte che non divide nettamente la terra dal cielo ma li salda in un’unica dimensione, la chioma più alta di un albero pronto a piegarsi sotto il peso lieve di chi si vuole solo poggiare per un attimo, la luce che serve da metafora per abbandonare questo mondo. Tutto questo lo sanno individuare solo quanti hanno deciso che bisogna saper guardare sempre verso l’alto, scegliendo di viaggiare comunque, non importa verso dove, incerti solo su che voli prendere.
Roberto Mutti
07
marzo 2009
Daniela Cavallo – Che voli prendere
Dal 07 marzo al 18 aprile 2009
fotografia
Location
GALLERIA SAN SALVATORE
Modena, Via Canalino, 31, (Modena)
Modena, Via Canalino, 31, (Modena)
Orario di apertura
mar. mer. ven 17,00/19,30
sabato 10/12.30 - 16.00/19.30
Vernissage
7 Marzo 2009, ore 17,30
Autore
Curatore