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Alessandro D’Andrea – Contemporary Existence – Esistenza Contemporanea 2006-2008
L’esposizione offre una selezione di 12 opere, frutto di un lavoro di ricerca artistica svolto tra il 2006 e il 2008.
Comunicato stampa
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Il Comune di Sesto San Giovanni, in collaborazione con Afol Nord Milano e con il patrocinio della Provincia di Milano, presenta una personale del fotografo Alessandro D’Andrea ospitata dalla Triennale di Milano. L’esposizione, curata da Anna Fava di Afol Nord Milano, offre una selezione di 12 opere, frutto di un lavoro di ricerca artistica svolto tra il 2006 e il 2008.
Alessandro D’Andrea è un affermato fotografo di moda, che da molti anni vive e lavora a New York. Il graduale passaggio al fotogiornalismo e successivamente alla fotografia d’arte, nasce dalla necessità dell’artista di soddisfare un’esigenza di ricerca personale ed evoluzione interiore.
In “Contemporary Existence”, l’aspetto artistico e l’impegno sociale si fondono, nella rappresentazione fotografica di una quotidianità, apparentemente insignificante, altrimenti invisibile. Il mezzo espressivo diventa quindi il pretesto per raccontare la desolazione urbana e il caos emozionale di una Waste Land contemporanea, nelle ore di punta. New York, con i suoi manifesti pubblicitari imponenti ed il suo essere metropoli multiculturale, ha interamente plasmato ed ispirato questo ciclo artistico. Le sue strade diventano un set irripetibile e irresistibile, di storie da raccontare. Qui, il boom immobiliare degli ultimi anni ha dato vita a un paesaggio di cantieri edili delimitati da tavole di compensato, tappezzate da manifesti pubblicitari: un patchwork di colori ed immagini, destinati a durare, forse, lo spazio di un pomeriggio. Alla temporaneità del background si aggiunge la transitorietà del passante casuale. Una galleria umana di personaggi trafelati, dall’aria disperata, ma pieni di storia e di poesia. Evocatori di emozioni, che, anche solo per un momento, diventano protagonisti ignari di un attimo fuggente, fermato dall’artista, per raccontare la loro e la nostra storia di spettatori.
Ogni opera del periodo artistico denominato “Contemporary Existence” è costituita da tre fotografie differenti, scattate dall’artista stesso, in tempi e luoghi diversi. Sovrapposte l’una all’altra, incollate tra di loro e poi strappate, ad hoc, in modo da portare alla luce porzioni dello strato sottostante. Frammenti di un tempo “altro”, che tuttavia interagisce con il presente, come se tutto, nella realtà dell’opera, stesse accadendo allo stesso tempo. Come i diversi stadi della vita, dove, come in un puzzle, il passato contribuisce a dar forma al presente, in queste opere i simboli del vivere contemporaneo si mixano e, sovrapponendosi, danno vita ad un nuovo alfabeto esistenziale. Il messaggio che ne risulta, talvolta inquietante e minaccioso, viene ripreso nel titolo di ogni opera.
Lo strappo, oltre ad essere una scelta estetica dell’artista, vuole rappresentare la lacerazione della condizione umana. La drammaticità di un’esistenza faticosa, la confusione e la frenesia nella corsa contro il tempo della vita metropolitana. In una dinamica di cromaticità e contenuto, intesa a comunicare il disagio, anche attraverso le parole stampate nei manifesti. Scomposte e ricomposte, per creare un messaggio ogni volta nuovo, diverso dal precedente. Notevole l’impatto del grande formato di questi poster life-size, talvolta bigger than life, che trasportano anche lo spettatore in una strada di New York.
Luoghi e tempi non appaiono più come un limite. Ne scaturisce una coscienza collettiva comune, universale. La sensazione di far parte di qualcosa di più grande di noi stessi. La realizzazione di quanto le nostre azioni apparentemente insignificanti, possano influenzare la realtà altrui. Trascendendo la distinzione tra il sé e l’altro, in una realtà in continua evoluzione. In cui il perpetuo avvicendarsi di sempre nuovi e differenti cartelloni e personaggi, richiama alla mente la realtà mutevole e irripetibile di Eraclito. In una New York dove, proprio come nel fiume di Eraclito, è impossibile immergere il piede due volte nella stessa acqua.
Alessandro D’Andrea, nato e cresciuto a Roma, dopo la laurea in lingue e letterature straniere moderne all’Università La Sapienza di Roma, si trasferisce per alcuni anni a Parigi, dove frequenta i corsi di filosofia alla Sorbona. Scopre in quegli anni la passione per la fotografia, e, nei primissimi anni ’80, si trasferisce a Londra, dove studia fotografia presso il Paddington College. Dopo Londra e Parigi, si trasferisce a Milano, per iniziare la sua carriera di fotografo di moda. Che si consolida a New York, dove vive dal 1993.
Sue fotografie sono apparse nelle più prestigiose testate internazionali: Elle, Amica, Self, Glamour, Arena, Cosmopolitan, Harper’s Bazaar, FHM, Evening Stardard e molte altre.
Tra i suoi clienti, DKNY, Gucci, Spiegel, Nieman Marcus, Adrienne Vittadini, Avon, Bloomingdale’s.
L’esposizione è il frutto di una collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Sesto San Giovanni, l’Agenzia per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro del Nord Milano (Afol Nord Milano)e la Fondazione Triennale di Milano, con il patrocinio della Provincia di Milano e il contributo di Office Service ’92 - Cinisello Balsamo.
A cura di Anna Fava.
Alessandro D’Andrea è un affermato fotografo di moda, che da molti anni vive e lavora a New York. Il graduale passaggio al fotogiornalismo e successivamente alla fotografia d’arte, nasce dalla necessità dell’artista di soddisfare un’esigenza di ricerca personale ed evoluzione interiore.
In “Contemporary Existence”, l’aspetto artistico e l’impegno sociale si fondono, nella rappresentazione fotografica di una quotidianità, apparentemente insignificante, altrimenti invisibile. Il mezzo espressivo diventa quindi il pretesto per raccontare la desolazione urbana e il caos emozionale di una Waste Land contemporanea, nelle ore di punta. New York, con i suoi manifesti pubblicitari imponenti ed il suo essere metropoli multiculturale, ha interamente plasmato ed ispirato questo ciclo artistico. Le sue strade diventano un set irripetibile e irresistibile, di storie da raccontare. Qui, il boom immobiliare degli ultimi anni ha dato vita a un paesaggio di cantieri edili delimitati da tavole di compensato, tappezzate da manifesti pubblicitari: un patchwork di colori ed immagini, destinati a durare, forse, lo spazio di un pomeriggio. Alla temporaneità del background si aggiunge la transitorietà del passante casuale. Una galleria umana di personaggi trafelati, dall’aria disperata, ma pieni di storia e di poesia. Evocatori di emozioni, che, anche solo per un momento, diventano protagonisti ignari di un attimo fuggente, fermato dall’artista, per raccontare la loro e la nostra storia di spettatori.
Ogni opera del periodo artistico denominato “Contemporary Existence” è costituita da tre fotografie differenti, scattate dall’artista stesso, in tempi e luoghi diversi. Sovrapposte l’una all’altra, incollate tra di loro e poi strappate, ad hoc, in modo da portare alla luce porzioni dello strato sottostante. Frammenti di un tempo “altro”, che tuttavia interagisce con il presente, come se tutto, nella realtà dell’opera, stesse accadendo allo stesso tempo. Come i diversi stadi della vita, dove, come in un puzzle, il passato contribuisce a dar forma al presente, in queste opere i simboli del vivere contemporaneo si mixano e, sovrapponendosi, danno vita ad un nuovo alfabeto esistenziale. Il messaggio che ne risulta, talvolta inquietante e minaccioso, viene ripreso nel titolo di ogni opera.
Lo strappo, oltre ad essere una scelta estetica dell’artista, vuole rappresentare la lacerazione della condizione umana. La drammaticità di un’esistenza faticosa, la confusione e la frenesia nella corsa contro il tempo della vita metropolitana. In una dinamica di cromaticità e contenuto, intesa a comunicare il disagio, anche attraverso le parole stampate nei manifesti. Scomposte e ricomposte, per creare un messaggio ogni volta nuovo, diverso dal precedente. Notevole l’impatto del grande formato di questi poster life-size, talvolta bigger than life, che trasportano anche lo spettatore in una strada di New York.
Luoghi e tempi non appaiono più come un limite. Ne scaturisce una coscienza collettiva comune, universale. La sensazione di far parte di qualcosa di più grande di noi stessi. La realizzazione di quanto le nostre azioni apparentemente insignificanti, possano influenzare la realtà altrui. Trascendendo la distinzione tra il sé e l’altro, in una realtà in continua evoluzione. In cui il perpetuo avvicendarsi di sempre nuovi e differenti cartelloni e personaggi, richiama alla mente la realtà mutevole e irripetibile di Eraclito. In una New York dove, proprio come nel fiume di Eraclito, è impossibile immergere il piede due volte nella stessa acqua.
Alessandro D’Andrea, nato e cresciuto a Roma, dopo la laurea in lingue e letterature straniere moderne all’Università La Sapienza di Roma, si trasferisce per alcuni anni a Parigi, dove frequenta i corsi di filosofia alla Sorbona. Scopre in quegli anni la passione per la fotografia, e, nei primissimi anni ’80, si trasferisce a Londra, dove studia fotografia presso il Paddington College. Dopo Londra e Parigi, si trasferisce a Milano, per iniziare la sua carriera di fotografo di moda. Che si consolida a New York, dove vive dal 1993.
Sue fotografie sono apparse nelle più prestigiose testate internazionali: Elle, Amica, Self, Glamour, Arena, Cosmopolitan, Harper’s Bazaar, FHM, Evening Stardard e molte altre.
Tra i suoi clienti, DKNY, Gucci, Spiegel, Nieman Marcus, Adrienne Vittadini, Avon, Bloomingdale’s.
L’esposizione è il frutto di una collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Sesto San Giovanni, l’Agenzia per la Formazione, l’Orientamento e il Lavoro del Nord Milano (Afol Nord Milano)e la Fondazione Triennale di Milano, con il patrocinio della Provincia di Milano e il contributo di Office Service ’92 - Cinisello Balsamo.
A cura di Anna Fava.
12
marzo 2009
Alessandro D’Andrea – Contemporary Existence – Esistenza Contemporanea 2006-2008
Dal 12 marzo al 02 aprile 2009
fotografia
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10:30-20:30. Giovedì ore 10:30-23:00. Lunedì chiuso
Vernissage
12 Marzo 2009, ore 19
Autore
Curatore