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Il posto delle donne
Le opere esposte, il cui ricavato sarà interamente devoluto ad Amnesty International, sono state gentilmente donate da una ventina di artiste (pittrici, fotografe e scultrici) provenienti da tutta Italia ed unite dal desiderio di rendere il nostro mondo libero dalle violazioni dei diritti delle donne.
Comunicato stampa
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Amnesty International costituisce una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale, di un’azione efficace in favore delle singole vittime, della copertura globale, dell’universalità ed indivisibilità dei diritti umani, dell’imparzialità ed indipendenza, della democrazia e del rispetto reciproco.
A partire dal 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International ha iniziato a lavorare sul rapporto tra donne, povertà e violenza. Uno dei concetti chiave che la campagna ha affermato sin dal suo lancio nel 2004 è che la violenza di genere colpisce donne di ogni etnia, età e classe sociale, siano esse istruite o analfabete, ricche o povere.
In merito alla questione povertà, ci si domanda perché le donne ne siano colpite in percentuali notevolmente più alte degli uomini. Le discriminazioni che subiscono appartengono, infatti, a diversi ambiti: dal lavoro all’accesso alle risorse economiche, all’istruzione, alla partecipazione ai meccanismi politici e decisionali. In questo contesto la violenza, che può considerarsi la forma estrema di discriminazione, rende la partecipazione alla vita civile ed economica ancora più difficile, incrementando il rischio di povertà.
Come ha dichiarato Thoraya Ahmed Obaid, direttrice dell’UNFBA, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, è chiaro che “non possiamo sconfiggere la povertà se non sconfiggiamo prima la violenza sulle donne”.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il gruppo Amnesty International di Verona, in collaborazione con Il Circolo della Rosa, ha organizzato una mostra di artiste, volta a sensibilizzare la popolazione veronese sul tema dei diritti violati delle donne.
La mostra d’arte si terrà c/o la sede del Circolo della Rosa (via S. Felicita, 13 – Verona) nella settimana dall’1 all’8 marzo 2009 e sarà introdotta da una serata di inaugurazione programmata per domenica 1° marzo alle ore 18, dove l’attrice Isabella Dilavello incarnerà “la donna seduta al mio posto” (vedi schede allegate).
Le opere esposte, il cui ricavato sarà interamente devoluto ad Amnesty International, sono state gentilmente donate da una ventina di artiste (pittrici, fotografe e scultrici) provenienti da tutta Italia ed unite dal desiderio di rendere il nostro mondo libero dalle violazioni dei diritti delle donne.
Durante la serata, il gruppo Amnesty International di Verona sarà presente con un banchetto di raccolta firme relativi ai casi della Campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International.
Espongono per Amnesty International: Borgiani, Carella, Collesei-Billi, Contreras, Dalli Cani, De Paolis, Iurilli-Duhamel, Franzìa, Frontero, Germani, Lume, Manzati, Perziano, Rizzuto, Ronchi-Solfrini, Terragnoli, Tramacere, Trevisan, Vada.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
BIMBATI SERENA 348/8847148 - s.bimbati@amnesty.it (responsabile gruppo Amnesty di Verona)
la donna seduta al mio posto
In scena una donna vestita in modo dimesso è seduta su un vecchio modello di poltrona da ufficio con le rotelle, una luce bassa le illumina male volto e corpo. Ha in mano una corda, un filo di lana, con il quale giocherella nervosa e tende ad annodarsi. Si muove con difficoltà in un continuo falso tentativo di sollevarsi dalla sua seduta, si guarda intorno cercando una posizione e un interlocutore. La sua voce è stonata, o troppo acuta o troppo grave. Più prosegue nel suo racconto, più sale in lei una sorta di rabbia che solo alla fine, quando sembra aver riacquistato il controllo di sé, si tramuta in disperazione.
“La donna seduta al mio posto” di Isabella Dilavello è il racconto di una persona che con furia e ironia svela se stessa, descrive le sue corde sempre più strette e abbraccia la sua “seduta”, rifugio, nascondiglio e prigione. Punta il dito su quanti, come lei, si sono abbandonati al desiderio di nascondersi al dolore, all’abbandono pur considerando il rischio di rinunciare a vivere e poi si permettono di giudicarla, ridicolizzarla e le vogliono imporre di essere diversa da come è per essere come gli altri pensano debba essere. È una donna che indugia nel desiderio di essere libera e l’indugio è il filo che la lega alla sua immobilità e alla sua prigionia. Possiamo considerare questo soliloquio una sorta di specchio, in cui riflessi ci sono i nostri timori, le nostre debolezze, quello che neghiamo di vedere. Le donne che non vogliamo vedere.
isabella dilavello
Dall'animazione per ragazzi degli anni '80 ai laboratori teatrali seguiti negli anni '90, parallelamente a laboratori di scrittura e musicali, il passo è stato breve e necessario.
Il primo laboratorio teatrale lo frequenta nel 1993 sotto la direzione di Alfio Borghese presso il Teatro di Villa Lazzaroni di Roma, successivamente frequenta i laboratori di Guido D’Avino e Simonetta De Nichilo tra il 1995 e il 1996, con la messinscena di Sogno di una notte di mezza estate e di uno studio su La strada di Fellini. Nel 1999 vi è l’incontro con il gruppo Raabe.Teatri, prima con la messa in scena di Extasi – studio nato dalla collaborazione con il gruppo Ariadne – e successivamente con la partecipazione al nuovo progetto teatrale MADAMAD©RÈä release nr. 1, andato in scena nel novembre 2000.
Sempre per il gruppo Raabe.Teatri ha curato la trasposizione teatrale del dramma radiofonico di Dylan Thomas "Sotto il bosco di latte", in collaborazione con la regista Monica Giovinazzi.
L'incontro con l'Associazione Raabe di Roma, della quale diventa socia, segna la mutazione e chiarisce gli intenti: il teatro diventa palestra, luogo di sperimentazione e gioco per trovare nuova libertà di racconto e spazio dove le arti tutte si commistionano. Nasce così l'idea di curare laboratori di improvvisazione compositiva, serate di lettura e musica, e la scrittura a più riprese di testi destinati anche a far da cornice a vernissage e performance d'arte. Nel 2003 propone per la prima volta, all‘interno della mostra dell'artista americana Karen Kosoglad, il monologo del quale è autrice "La donna seduta al mio posto" , che si trasforma di anno in anno e si carica di significati sempre nuovi. Tra il 2006 e il 2007 ha prodotto e condotto alcuni programmi sulla radio on line veronese ETAZEBAORADIO, trovando forse nella radio la sua dimensione più naturale. Le recenti produzioni teatrali vedono la messa in scena del suo secondo monologo "Le mani della signora M." ispirato a lady Macbeth, proposto in varie sedi e anche in occasione dell’Estate Teatrale Veronese nel 2006 con la regia di Aurelio Sabatino, il recital poetico dedicato alla poetessa Alda Merini dal titolo Oltre la soglia, organizzato dall’Associazione Project, la proposizione di letture di poesie e racconti con musica insieme all'attore veronese Renato Martinelli.
A partire dal 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International ha iniziato a lavorare sul rapporto tra donne, povertà e violenza. Uno dei concetti chiave che la campagna ha affermato sin dal suo lancio nel 2004 è che la violenza di genere colpisce donne di ogni etnia, età e classe sociale, siano esse istruite o analfabete, ricche o povere.
In merito alla questione povertà, ci si domanda perché le donne ne siano colpite in percentuali notevolmente più alte degli uomini. Le discriminazioni che subiscono appartengono, infatti, a diversi ambiti: dal lavoro all’accesso alle risorse economiche, all’istruzione, alla partecipazione ai meccanismi politici e decisionali. In questo contesto la violenza, che può considerarsi la forma estrema di discriminazione, rende la partecipazione alla vita civile ed economica ancora più difficile, incrementando il rischio di povertà.
Come ha dichiarato Thoraya Ahmed Obaid, direttrice dell’UNFBA, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, è chiaro che “non possiamo sconfiggere la povertà se non sconfiggiamo prima la violenza sulle donne”.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il gruppo Amnesty International di Verona, in collaborazione con Il Circolo della Rosa, ha organizzato una mostra di artiste, volta a sensibilizzare la popolazione veronese sul tema dei diritti violati delle donne.
La mostra d’arte si terrà c/o la sede del Circolo della Rosa (via S. Felicita, 13 – Verona) nella settimana dall’1 all’8 marzo 2009 e sarà introdotta da una serata di inaugurazione programmata per domenica 1° marzo alle ore 18, dove l’attrice Isabella Dilavello incarnerà “la donna seduta al mio posto” (vedi schede allegate).
Le opere esposte, il cui ricavato sarà interamente devoluto ad Amnesty International, sono state gentilmente donate da una ventina di artiste (pittrici, fotografe e scultrici) provenienti da tutta Italia ed unite dal desiderio di rendere il nostro mondo libero dalle violazioni dei diritti delle donne.
Durante la serata, il gruppo Amnesty International di Verona sarà presente con un banchetto di raccolta firme relativi ai casi della Campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International.
Espongono per Amnesty International: Borgiani, Carella, Collesei-Billi, Contreras, Dalli Cani, De Paolis, Iurilli-Duhamel, Franzìa, Frontero, Germani, Lume, Manzati, Perziano, Rizzuto, Ronchi-Solfrini, Terragnoli, Tramacere, Trevisan, Vada.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
BIMBATI SERENA 348/8847148 - s.bimbati@amnesty.it (responsabile gruppo Amnesty di Verona)
la donna seduta al mio posto
In scena una donna vestita in modo dimesso è seduta su un vecchio modello di poltrona da ufficio con le rotelle, una luce bassa le illumina male volto e corpo. Ha in mano una corda, un filo di lana, con il quale giocherella nervosa e tende ad annodarsi. Si muove con difficoltà in un continuo falso tentativo di sollevarsi dalla sua seduta, si guarda intorno cercando una posizione e un interlocutore. La sua voce è stonata, o troppo acuta o troppo grave. Più prosegue nel suo racconto, più sale in lei una sorta di rabbia che solo alla fine, quando sembra aver riacquistato il controllo di sé, si tramuta in disperazione.
“La donna seduta al mio posto” di Isabella Dilavello è il racconto di una persona che con furia e ironia svela se stessa, descrive le sue corde sempre più strette e abbraccia la sua “seduta”, rifugio, nascondiglio e prigione. Punta il dito su quanti, come lei, si sono abbandonati al desiderio di nascondersi al dolore, all’abbandono pur considerando il rischio di rinunciare a vivere e poi si permettono di giudicarla, ridicolizzarla e le vogliono imporre di essere diversa da come è per essere come gli altri pensano debba essere. È una donna che indugia nel desiderio di essere libera e l’indugio è il filo che la lega alla sua immobilità e alla sua prigionia. Possiamo considerare questo soliloquio una sorta di specchio, in cui riflessi ci sono i nostri timori, le nostre debolezze, quello che neghiamo di vedere. Le donne che non vogliamo vedere.
isabella dilavello
Dall'animazione per ragazzi degli anni '80 ai laboratori teatrali seguiti negli anni '90, parallelamente a laboratori di scrittura e musicali, il passo è stato breve e necessario.
Il primo laboratorio teatrale lo frequenta nel 1993 sotto la direzione di Alfio Borghese presso il Teatro di Villa Lazzaroni di Roma, successivamente frequenta i laboratori di Guido D’Avino e Simonetta De Nichilo tra il 1995 e il 1996, con la messinscena di Sogno di una notte di mezza estate e di uno studio su La strada di Fellini. Nel 1999 vi è l’incontro con il gruppo Raabe.Teatri, prima con la messa in scena di Extasi – studio nato dalla collaborazione con il gruppo Ariadne – e successivamente con la partecipazione al nuovo progetto teatrale MADAMAD©RÈä release nr. 1, andato in scena nel novembre 2000.
Sempre per il gruppo Raabe.Teatri ha curato la trasposizione teatrale del dramma radiofonico di Dylan Thomas "Sotto il bosco di latte", in collaborazione con la regista Monica Giovinazzi.
L'incontro con l'Associazione Raabe di Roma, della quale diventa socia, segna la mutazione e chiarisce gli intenti: il teatro diventa palestra, luogo di sperimentazione e gioco per trovare nuova libertà di racconto e spazio dove le arti tutte si commistionano. Nasce così l'idea di curare laboratori di improvvisazione compositiva, serate di lettura e musica, e la scrittura a più riprese di testi destinati anche a far da cornice a vernissage e performance d'arte. Nel 2003 propone per la prima volta, all‘interno della mostra dell'artista americana Karen Kosoglad, il monologo del quale è autrice "La donna seduta al mio posto" , che si trasforma di anno in anno e si carica di significati sempre nuovi. Tra il 2006 e il 2007 ha prodotto e condotto alcuni programmi sulla radio on line veronese ETAZEBAORADIO, trovando forse nella radio la sua dimensione più naturale. Le recenti produzioni teatrali vedono la messa in scena del suo secondo monologo "Le mani della signora M." ispirato a lady Macbeth, proposto in varie sedi e anche in occasione dell’Estate Teatrale Veronese nel 2006 con la regia di Aurelio Sabatino, il recital poetico dedicato alla poetessa Alda Merini dal titolo Oltre la soglia, organizzato dall’Associazione Project, la proposizione di letture di poesie e racconti con musica insieme all'attore veronese Renato Martinelli.
01
marzo 2009
Il posto delle donne
Dal primo all'otto marzo 2009
arte contemporanea
Location
CIRCOLO DELLA ROSA
Verona, Via Santa Felicita, 13, (Verona)
Verona, Via Santa Felicita, 13, (Verona)
Vernissage
1 Marzo 2009, ore 18
Sito web
www.amnestyverona